Commentario del 20.11.17

IN PRIMA PAGINA
Politica in primo piano, con il "no" di Bersani al Pd: si tratta dopo il voto (Repubblica). Appello di Pisapia (Corriere), pressing di Renzi su Grasso (Messaggero). Con la sinistra divisa 40 seggi a rischio (Repubblica). Berlusconi si candida a ministro dei vecchi, titola Libero: nel suo piano pensioni minime a 1000 euro e più cure agli anziani (Giornale). Il M5S vince a Ostia sul centrodestra ma è record di astensioni (Messaggero, Stampa, Giornale).
Tra politica e criminalità, dopo la morte di Riina parlano Gratteri e Di Matteo. "Ora sono i candidati che cercano i boss: così aggirano l'Antimafia" dice Gratteri al Fatto. Di Matteo a Repubblica: "La mafia progetta altre stragi, giusto l'appello di Minniti".
Tra politica ed economia, il piano pensioni del governo. Leonardi: "Solo ritocchi" (Corriere). Per il Messaggero torna l'ipotesi rinvio. Mieli a Libero: "Conti sbagliati, ci aspettano due anni di inferno".
L'Europa vota sulla sede dell'Ema l'Agenzia del Farmaco, Milano sul filo. Tajani al Corriere: "Scelte tecniche, e niente baratti". In Germania i liberali rompono con Merkel. Salta l'ipotesi del governo Giamaica (Repubblica). Merkel dal presidente (Corriere). Lo "ius soli" fa a pezzi anche lei (Giornale).
Banche, oggi Carige alla prova dei mercati.  (Secolo XIX). Governo e Abi favorevoli a una superprocura per i reati finanziari. Patuelli: "Certezze giuridiche per le banche" (Stampa).
Calcio, la Juve perde a Genova, l'Inter torna seconda (Corriere). Tavecchio in bilico, mezzo Consiglio è ostile (Messaggero).

ITALIA-ECONOMIA
Pensioni, ultimo appello del governo alla Cgil. Sul Corriere parla il consigliere del premier Marco Leonardi: "Il governo pensa di fare la cosa giusta che nessuno ha fatto prima: esentare dallo scatto dell'età pensionabile 15 categorie di lavoratori "gravosi". Di più, ci siamo impegnati a rivedere il meccanismo di adeguamento dell'età pensionabile all'aspettativa di vita e a costituire un fondo per stabilizzare l'Ap. Per questo confidiamo che domani con i sindacati si arrivi a posizioni più vicine anche con la Cgil". Leonardi rimarca il valore della concertazione e nega che il governo abbia alimentato le divisioni tra sindacati. Ma sulla trattativa che si riapre domani stringe: "Le proposte sostanziali le abbiamo già fatte. Possibili degli aggiustamenti ma inutile illudersi su grossi cambiamenti, sia sulla platea degli esentate (20 mila addetti, per il governo) che sulle risorse".   Anche il Messaggero parla di 15-20 mila lavoratori "graziati" dall'applicazione dell'adeguamento automatico, ma per il governo sarebbe l'ultima concessione: ove non ci fosse un'intesa complessiva  e quindi la firma della Cgil sull'accordo il governo potrebbe ritirare il pacchetto di misure e rinviare di sei mesi il termine entro cui adottare il provvedimento amministrativo necessario a formalizzare lo scatto dell'aumento. Camusso: "Cgil separata da Cisl e Uil? Il governo no drammatizzi". Calenda difende la proposta del governo e chiede di non fare passi indietro su welfare e Jobs Act.
Sul Giornale il punto sulla manovra: il governo è a caccia di un miliardo per finanziare l'accordo con i sindacati sulle pensioni e finanziare la sanità. Nel mirino sigarette (un euro in più a pacchetto) e servizi digitali, per i quali si studia una tassa del 6%.

ITALIA-POLITICA
Alleanze a sinistra, nuovo no di Mdp e Sinistra italiana. Bersani: "Noi andiamo avanti, siamo una sinistra plurale. Ma visto che con il nuovo sistema elettorale non vincerà nessuno, il giorno dopo ci si ritroverà in Parlamento  e parleremo con il Pd". Ma anche con i grillini: "Anche se mi schiaffeggiassero – dice Bersani . il M5S non è un fuoco di paglia., è un partito di centro che non fa politiche di centro" (Corriere). Anche Fratoianni (SI) parla di "tempo scaduto". Pisapia: "Così rifate la Cosa Rossa, fermatevi " (Repubblica). Fassino non cede, e al Corriere dice: "Mdp ha solo deciso di avviare il processo di fusione con Mdp e Possibile. Una scelta che non contraddice l'ipotesi e la speranza di un'alleanza a sinistra. Dobbiamo continuare a parlare. Premesso che l'incarico di governo lo dà il presidente Mattarella, con questa legge elettorale il capo del governo si decide dopo il voto. Se il centrosinistra sarà chiamato ad esprimere un nome lo faremo tutti insieme e sarà una scelta condivisa".  Renzi deciso ad andare avanti senza gli ex: "Con un arco di forze che va da Casini a Pisapia e con Prodi e Veltroni in campo per noi in campagna elettorale faremo l'appello al voto utile e arriveremo al 30%" il retroscena del Corriere. Sul Corriere parla la prodiana Zampa: "Più che il garante di accordi tra Pd e Campo Progressista Prodi è vicino a tutti coloro che non si allontanano dal centrosinistra. Fa il vinavil. Ci ha insegnato che uniti si vince e che divisi si perde. E Renzi ora a ha capito che così non si poteva andare avanti". Anche la Stampa parla di un Renzi galvanizzato dal sostegno dei prodiani e che crede che il 30% sia alla portata: "Così la sfida nei collegi è tra noi e la destra". Su Repubblica i 40 seggi che la sinistra divisa rischia di regalare a destra e M5S. Secondo le proiezioni You Trend, con Mdp fuori dalla coalizione 18 seggi passano sicuramente di mano mentre 21 restano in bilico. Per il Pd ai 50 eletti già sicuri se ne potrebbero aggiungere altri 35.
Nel centrodestra Berlusconi promette il ministero per la terza età: il nome ancora non c'è, ma potrebbe essere il senatore Andrea Mandelli, legato a Federanziani; c'è invece già il programma: "Noi riteniamo moralmente doveroso aumentare i minimi pensionistici a 1.000 euro al mese per tredici mensilità", anche per le casalinghe (Corriere, Giornale).
Sul Giornale il rinnovato endorsement dei popolari europei: "Il Ppe punta sul cavaliere, con lui il centrodestra può tornare al governo", dice il segretario generale Isturiz White. "Non si può permettere che uno dei quattro grandi Paesi dell'Ue cada nelle mani di un partito populista ed euroscettico come il M5S".
Per il Giornale, anche la Lega ha il problema di rassicurare l'Europa circa il suo europeismo e invita Tajani alla sua scuola di formazione. Salvini prima prende le distanze – "abbiamo un'idea di Europa molto diversa dalla sua" – poi lascia fare. Tajani: "L'Europa così com'è non va, vanno modificati alcuni trattati e l'Italia deve contare di più: su questi temi c'è una sostanziale identità quindi sono abbastanza ottimista". Quanto alla leadership del centrodestra non ci sarà bisogno di cercarla perché "la corte di Strasburgo darà ragione a Berlusconi, quindi non c'è bisogno di cercare alcun candidato".

ESTERI
Germania, salta il tavolo dei negoziati: con il ritiro dei Liberali di Lindner – per le troppe divergenze programmatiche – diventa impraticabile la cosiddetta Giamaica, la coalizione tra cristiano democratici della Cde-Csu, Liberali e Verdi. Lo scoglio sono i migranti, ricordano Libero e Giornale, e in particolare il ricongiungimento familiare degli immigrati siriani che hanno ottenuto asilo: il governo uscente li aveva sospesi per due anni fino al prossimo marzo; I Verdi chiedevano che fossero ripristinati, la Csu che si mettesse un tetto ai nuovi arrivi, i Liberali che si riformasse la legge sull'immigrazione. Lindner: "E' meglio non governare che governare male. C'erano questioni aperte e obiettivi configgenti". La politica tedesca entra in un territorio mai calpestato prima, scrive il Corriere. Merkel al bivio: elezioni o governo di minoranza. La cancelliera esce dai negoziati con una posizione assai meno solida. Lei stessa parla di "giornata quasi storica", della quale si è assunta la responsabilità prima di annunciare di andare dal presidente  (Stampa). Il ritorno alle urne si avvicina, scrive Repubblica. Dopo questo colpo Merkel rischia la leadership anche nella Ue (Messaggero)
Repubblica torna sulla crisi catalana con un'intervista al presidente della Commissione europea Juncker:"I catalani rispettino la legge. La Ue sta con Madrid". "Il nazionalismo è un veleno, così l'Europa sta perdendo l'influenza – dice Juncker – dovremmo essere uniti invece c'è chi pensa a dividerci". E sul caso spagnolo: "I leader di Barcellona hanno provocato un disastro spaccando Spagna e Catalogna: una cosa molto triste". Che cosa direbbe a Puidgemont: "Le autorità catalane non devono sottovalutare il sostegno ampio che Rajoy ha in tutta Europa. Se pensano il contrario si sbagliano di grosso. E poi più di 2000 imprese hanno già lasciato la Catalogna, non crediamo ci sia bisogno di altri segnali di allarme". E sulla Brexit: "Un accordo serve è la cosa migliore per tutti. Forse arriverà a dicembre". Ottimista? "No, ma neanche pessimista".

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