Commentario del 6.11.17

IN PRIMA PAGINA
Centrodestra avanti, M5S a un passo (Stampa e tutti), in Sicilia il crollo della sinistra (Repubblica). Così gli exit poll, aspettando lo spoglio che inizierà stamani. Renzi ammette: abbiamo perso (Corriere). Resa dei conti tra i dem. Renzi: ma il leader resto io (Messaggero). Berlusconi: "Il modello funziona ora le carte le dò io"  (Messaggero). Astensionismo oltre il 50%. Libero: hanno perso tutti. Politici inutili e impotenti e la gente non vota più. Anche a Ostia boom di astenuti: si va al ballottaggio, testa a testa tra grillini e Fdi (Messaggero). Raggi: "Se c'è la debacle, non riguarda il Comune" (Messaggero).
Economia, su Repubblica parla la Fornero: "L'età delle pensioni va alzata, basta mentire al Paese". Sul Sole crisi e welfare, una famiglia su tre taglia le spese sociali. Su Repubblica i ritardi dell'Italia digitale. Piacentini: "Più servizi, meno burocrazia, così vincerò la scommessa".
Dall'estero: siluro della Bbc alla regina: "Elisabetta ha investito 10 milioni in paradisi fiscali" (QN). La Regina, Bono e Madonna. Tutti i vip con i soldi offshore (Giornale e tutti). Nelle carte affari Trump-Putin (Repubblica).
In Texas, folle entra in una chiesa e fa una strage (Repubblica). Era un ex militare (Corriere). Uccisi 27 fedeli, bambini tra le vittime (Messaggero).
In Arabia arrestato il miliardario Alwaleed (Corriere). Misteri sauditi tra incidenti ed epurazioni (Stampa).
In cronaca il naufragio delle ragazze sul gommone dei trafficanti (Repubblica, Corriere).

ITALIA-ECONOMIA
Oggi il tavolo tecnico governo-sindacati sulle pensioni: la linea resta quella dell'aumento dell'età pensionabile a 67 anni escludendo però il 10% dei pensionandi, 17 mila sui 170 mila che si vedranno spostato il traguardo della pensione di cinque mesi avanti. Alle 11 categorie dell'Ape social si aggiungerebbero siderurgici, marittimi e agricoltori (Repubblica).
"Se non si alza l'età delle pensioni si ingannano i cittadini. La politica non sia vigliacca" dice Elsa Fornero a Repubblica. "Hanno fatto bene Gentiloni e Padoan a impedire il blocco dell'aumento dell'età pensionabile: è una scelta che risponde a un'esigenza di medio termine nell'interesse generale e non elettorale, evitando di scaricare sui giovani il costo di un'operazione che avvantaggerebbe solo le generazioni più mature". Fornero durissima con Tremonti, per l'accusa di aver distrutto tutto con la sua riforma su ordine dei tedeschi: "Una polemica politica penosa, che non gli fa onore. Lo spread che volava non fu colpa dei tecnici ma dell'impasse politico in cui il Paese era precipitato e di cui Tremonti era parte. La riforma varata nel 2011 è ancora lì e ci ha dato quella credibilità in Europa che con il governo Berlusconi era finita sotto le scarpe".
Repubblica torna sui ritardi dell'Italia digitale con un'intervista al commissario del governo Diego Piacentini: "In cinque anni l'80% della popolazione dovrà essere in possesso di un'identità digitale. Ora siamo a oltre un milione e 800 mila, con il 95% di crescita annua. Ma il cittadino deve avere la possibilità e il vantaggio di utilizzare l'identità digitale per molti servizi". In crescita anche il servizio Pago Pa: "92mila le transazioni fino a gennaio 2016, ora siamo a 4 milioni. Ma dobbiamo superare i 100 milioni di transazioni in un anno". Più difficile l'affermazione dell'Anagrafe nazionale: "Solo 19 i comuni coinvolti, 435 mila persone. Ma in presubentro ne abbiamo oltre 800, il 10% della popolazione italiana". Il problema? "Dobbiamo eliminare i motivi tecnici e tecnologici per non fare. Nessun sistema complesso si trasforma da sé. Serve una forte leadership. Il cambiamento deve essere una priorità nell'agenda del premier. Non stiamo più parlando di sistemi informativi, di digitale come sistema a parte. Qui si tratta della trasformazione profonda del rapporto tra cittadini, imprese e governo".

ITALIA-POLITICA
Ribaltone in Sicilia, dove gli exit poll danno Musumeci (Fdi) avanti (con il 36-40% dei voti) e il grillino Cancelleri battuto d'un sofio (33-37%); nettamente indietro il Pd Micari (16-20%) e il candidato della sinistra Fava (6-10%). Lo spoglio dalle 8 di stamattina. Unica certezza, vota meno di un elettore su due (Corriere), affluenza al 46,76%. Musumeci: "Non sono in mano a pupari, per me hanno votato anche dem. Se mi mettono i bastoni tra le ruote io mi dimetto e loro vanno tutti a casa". Cancelleri: "Comunque vada, noi siamo i veri vincitori morali" (Stampa). 
Ma l'impatto del voto va oltre la Sicilia. Repubblica (in apertura) parla di crollo della sinistra, Folli, nell'editoriale di Pd a rischio "irrilevanza". Tra i dem si apre la resa dei conti. Renzi ammette: "E' una sconfitta netta" il retroscena del Corriere, anche se il sorpasso del candidato della sinistra non c'è stato. Repubblica parla di cambio di strategia: "Uniti con Mdp si può vincere". Ma il leader è già sotto assedio. Possibile una mossa di Franceschini e Orlando per chiedere al segretario "un atto di generosità", ovvero un passo indietro per permettere alla coalizione di centrosinistra di decollare davvero. Ma Rosato avverte: "Renzi? Il suo ruolo non si discute – dice a Repubblica - In Sicilia fuori gara per colpa dei bersaniani ma è un caso a parte. Chi da sinistra vuole rompere lo fa indipendentemente da Renzi. Matteo è il segretario legittimato da due milioni di elettori. Non ci faremo scegliere il segretario da qualcuno fuori dal Pd. Il problema non è chi va a Palazzo Chigi ma far vincere il centrosinistra". Sul Corriere parla Gotor: "Sicilia laboratorio nazionale. E i numeri dicono che è una sconfitta secca del Pd di Renzi. Adesso non riesco proprio a vederla un'alleanza con il Pd: serve una svolta radicale nei contenuti che non vedo certo con il Pd di Renzi. Stasera torna indietro alla sera del 4 dicembre". Un caso l'attacco del sottosegretario dem Faraone a Grasso: "A Micari il coraggio che a lui è mancato". Macaluso al Corriere: "Al Pd manca cultura politica.Non ci si nasconde con risultati così". "Il centrosinistra diviso si fa del male: ecco la conferma" dice alla Stampa il responsabile dell'organizzazione Andrea Rossi. Sulla Stampa parla anche Enrico Rossi, governatore della Toscana: "Alle politiche se la giocheranno destra e grillini: il Pd renziano non ha fatto autocritica dopo il referendum del 4 dicembre e non la farà".
Berlusconi elogia il "modello Sicilia": "Alle politiche si va con lo stesso schema, e saremo noi a guidare la coalizione. Obiettivo il 40%" le voci da Arcore sul Messaggero e sul Corriere. "Il voto siciliano ha messo fuori gioco il Pd anche a livello nazionale e dimostrato che siamo gli unici a poter fare da argine al M5S". Repubblica parla di Berlusconi che ascrive a sé la vittoria: "Vinco io, non Salvini o Meloni". Ma deve vedersela con la Meloni, che su facebook sottolinea l'imprimatur su Musumeci e si prepara a volare a Catania per affiancare il probabile futuro governatore Musumeci nelle sue prime uscite. "Alcuni avevano dubbi ma stavolta ci hanno ascoltato. Smentita la favola secondo la quale si vince solo al centro". Salvini: "Il governo è stato sfiduciato dall'80% dei siciliani, scioglimento del Parlamento ed elezioni subito". Sul Corriere parla Toti: "Solo noi contendiamo a M5S l'Italia. Come partito singolo sono i primi ma la forza del centrodestra sta nella sua unità". Per Toti resta il problema della maggioranza assoluta per governare il Paese: ma di governare con il Pd non se ne parla. "I numeri non ci sarebbero e mancherebbe la sostanza politica". Il campo resta dunque quello del centrodestra "lavorando sui programmi e portando la gente a votare". Su Repubblica intervista a Romani: "In un Paese attraversato da largo e profondo malessere solo la coalizione di centrodestra è in grado di competere con la protesta inconcludente dei grillini".
Nel M5S si teme un altro stop: "Noi traditi dall'affluenza e dai voti Pd a Musumeci" (Repubblica). Giallo su un post di Di Battista, che dà Cancelleri vincente ma evoca brogli. Di Maio rimarca invece il dato politico: "Abbiamo preso il triplo di voti del Pd".
Sulla Stampa intervista a Zagrebelsky: "Oggi vedo più impolitica che antipolitica. L'antipolitica è un atteggiamento attivo, l'impolitica è l'esatto contrario: un atteggiamento passivo di ritrazione e stanchezza.L'astensionismo non è solo quantità è anche qualità. Favorisce la corruzione d iquel  che resta dela politica. Mi stupisco che non ci sia allarme". Zagrebelsky torna anche sul Rosatellum: "C'è una regola aurea che viene dall'Europa: non si cambiano le leggi elettorali nell'anno antecedente le elezioni. Mattarella non ha rilevato motivi evidenti di incostituzionalità? Mah. Ci sono cose giuste che non si possono più fare nel tempo sbagliato". E su Grasso: "E' una risorsa possibile che potrebbe rivelarsi preziosa in futuro".

ESTERI
Dopo i Panama Papers arrivano i Paradise Paper, una mole immane di carte riservate sul periodo 1950-2016 che svelano investimenti, evasioni fiscali, girandole societarie e connessioni nascoste tra personalità di primissimo piano come la regina Elisabetta, il premier canadese Trudeau, la regina di Giordania, le star sistem Madonna e Bono Vox, l'ex comandante della Nato Wesley Clark e rilanciano i sospetti sui discussi rapporti fra l'entourage di Trump e il Cremlino (Repubblica e tutti). L'inchiesta arriverà in Italia il 12 novembre su Espresso e Report.
Il segretario al Commercio degli Stati Uniti Wilbur Ross sarebbe in affari con alcuni magnati russi.
Anche Facebook e Twitter nelle carte messe in rete: due istituzioni statali russe, legate al governo, avrebbero finanziato importanti investimenti nelle sue società americane attraverso il fondo di investimento Dst Global di Yuri Milner. L'uomo è in affari anche con il genero di Trump Jared Kushner. A veicolare fondi su Twitter sarebbe stata la banca Vbt, considerata vicina al Cremlino e ai servizi russi, mentre Gazprom Investoholdings avrebbe acquistato una importante partecipazione in Facebook. La Regina Elisabetta avrebbe investito alle Cayman 7,5 milioni di dollari ma avrebbe pagato "volontariamente" le tasse anche su queste entrate, che le avrebbero fruttato 360 mila dollari (Repubblica).
In Arabia è la notte dei lunghi coltelli (Repubblica e tutti): su ordine di Mohammed Bin Salman, detto Mbs, rampante erede al trono, parte una retata anti-corruzione contro i rivali interni. In carcere 10 principi, 4 ministri e 40 dignitari. L'arresto che fa più rumore è quello del principe Waleed Bin Talal: sulle copertine di mezzo mondo,ha investito in Apple e Twitter e conosce personalmente i Bush e Berlusconi. Per la Stampa quella di Mbs è una marcia a tappe forzate verso il trono, eliminando tutti i possibili ostacoli al suo avvento. Ma non è detto che il 32 enne principe abbia la successione in tasca.
In Europa è il caso catalano a scuotere l'Unione. Puidgemont, dopo il mandato di arresto di Madrid, si consegna alla Polizia insieme ai 4 ministri esuli come lui in Belgio ma il giudice lo ha rimesso in liberà purché non lasci il Paese (Stampa). 

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