Commentario del 25.09.17

IN PRIMA PAGINA
Merkel più debole, vola l'ultradestra (Corriere). Destra e calo Merkel spaventano la Ue (Repubblica, Stampa). Il voto tedesco in primo piano su tutti. Alla Cancelliera per governare serve la Giamaica, ovvero l'inedita alleanza Cdu, Liberali e Verdi (Fatto). Gli estremisti esultano: "Scelti nelle periferie" (Corriere). Fischer: "Da questo momento inizia il dopo Angela" (Corriere). Calenda alla Stampa: "Ora ripensiamo la Ue con Macron e la Cancelliera". Tajani al Messaggero: "Ora l'Italia giochi nella Ue da protagonista". Veltroni al Corriere: "Le posizioni tedesche saranno più dure". Romani a Libero: "La Germania è una rivale e l'euro le dà troppi vantaggi".
Spazio anche alla politica italiana, con le tensioni del M5S. Grillo al Fatto: "Di Maio di carriera e Fico romantico. Li ho messi in riga". Ma Fico avverte Di Maio: "Non è lui il capo" (Corriere, Messaggero). Dal candidato premier messaggi all'estero – "Basta soldi alle missioni Nato" (Stampa) – e all'interno: "La Sicilia è solo un test" (Messaggero). Renzi avvisa: vinciamo noi o passa il populismo. E attacca Bersani: è come Bertinotti che ci fece perdere (Messaggero). Meloni sfida FI e Salvini sulla leadership e boccia il referendum lombardo-veneto (Messaggero). La Ghisleri a Libero: "L'autonomia regionale non piace ai deficienti".
Sull'Economia allarme contanti – favoriscono l'evasione – e il richiamo sulle grandi opere: i soldi ci sono, perché non si spendono? Su Affari&Finanza i 20 miliardi "dimenticati" dai condoni. Sul Sole gli aiuti a ostacoli per i giovani: 6 miliardi dispersi in 24 misure.
In cronaca la tragedia all'Air Show di Terracina: jet militare si schianta davanti alla folla. Morto il pilota (Messaggero e tutti). Nel Moto Gp Valentino show: lotta ed è quinto (Messaggero). Vincitore morale dopo la frattura (Repubblica).

ITALIA-ECONOMIA
Weidman avverte l'Italia: "Dopo Draghi l'Italia deve arrangiarsi" (Libero p.7). Intervistato dalla Annunziata su Rai 3, il capo della Bundesbank (tra i più accreditati per la successione a Draghi nel 2019) evoca la fine del quantitative easing della Bce e dice: "Il nostro obiettivo è la stabilità dei prezzi, sono i ministri delle Finanze dei singoli Paesi a doversi occupare di finanziare il loro debito gravato da oneri maggiori". Gentiloni e Padoan nel mirino di Libero (in apertura e a p.7): parlano di grandi successi ma da quando sono arrivati loro il debito è salito di 193 miliardi. Intanto per i contratti per i dipendenti pubblici salgono i fondi previsti in manovra: non più 1,2 ma 1,65 mld (Messaggero p.11). In salita anche la spesa sulle pensioni: "Le proiezioni basate sull'aggiornamento degli scenari demografici ed economici a livello europeo evidenziano rischi di salita della spesa pensionistica nei prossimi 20 anni" (Messaggero p.11). Tradotto su scala italiana, nella prossima manovra che ha come priorità il lavoro dei giovani lo spazio per nuovi ritocchi alla Fornero è minimo.
Sul Sole (in apertura e a p.3) la beffa degli aiuti ai giovani: aspettando le misure promesse in manovra, ammonta a 6 miliardi il budget per gli incentivi al lavoro giovanile ma polverizzati come sono in 24 diverse misure rischiano di essere inefficaci. E l'Italia resta ultima in Europa per tasso di occupazione tra gli Under 35.
Su L'Economia (in prima e a p.4 e 5) la beffa delle grandi opere: i soldi ci sono ma i cantieri non ripartono. E senza cantieri non riparte a pieno nemmeno la crescita perché in Italia (come altrove) sono le costruzioni a trainare la ripresa. 29,5 mld il valore del contratto di programma dell'Anas approvato dal Cipe, investimenti massicci anche per le ferrovie e per le opere contro il dissesto idrogeologico (10 mld in otto anni). A frenare i cantieri il nuovo codice degli appalti, i ricorsi delle imprese, la debolezza dei comuni nella progettazione. Campana (Ance): "Codice inapplicabile, tempi di pagamento dilatati". Delrio: "Non bisogna aver paura della legalità". Allo studio misure contro i ricorsi-blocca cantieri: possibile l'esclusione di imprese che abbiano presentato ricorsi sistematicamente bocciati.

ITALIA-POLITICA
"Di Maio di carriera, Fico romantico: li ho messi in riga": sul Fatto (p.7) parla Beppe Grillo, all'indomani della kermesse di Rimini che ha incoronato Di Maio candidato premier e leader del M5S. "Tra Di Maio e Fico era più una questione di caratteri ma da domani cominceranno a lavorare insieme. Il problema è quando non ci si parla, ma io li ho messi tutti in riga. L'importante è la squadra e Fico nella squadra ci sarà". Per Grillo, quello di questi giorni è stato un "assestamento del Movimento ma è tutto ricomposto. E poi io ci sono sempre".
Ma tra Fico e Di Maio la tregua è già finita (Stampa p.8): "Il candidato premier non è il capo della vita generale del Movimento", avverte Fico (Corriere p.10 e tutti). Ma il "ribelle" ora è più solo: con Di Maio si schierano anche tanti dissidenti (Corriere p.11). Tra i due litiganti gode Di Battista: Per Repubblica (p.11) il neo-papà è l'unica star rimasta del Movimento.
Sulla Stampa  (p.9) i primi messaggi di Di Maio all'estero: "Lo diremo a Trump. Non siamo disponibili a rifinanziare il programma militare con altri 14 miliardi. Questo non significa che il Movimento voglia portare l'Italia fuori dalla Nato". Sul Messaggero (p.12) i timori di Di Maio sul voto in Sicilia: "Nell'isola non è una partita nazionale".
Renzi da Imola parla di "farsa M5S" e si intesta l'alternativa: "Se non vince il Pd ci sono i populisti" (Messaggero p.8 e tutti). Il leader dem riparte da Europa – "basta fiscal compact, meglio tornare a Maastricht" - e tasse – "livelli insopportabili" - e attacca la sinistra: "Basta litigi altrimenti perdiamo l'occasione di cambiare l'Italia".  Ma il segretario dem cambia format e strategia: non è più solo sul palco, esalta il tridente Gentiloni, Minniti e Delrio e promette più squadra e meno social (Repubblica p.13).
A destra Meloni sfida Forza Italia e Salvini: "Leadership? Io ci sono" (Corriere p.15). No aiu referendum del Nord (Messaggero p.10). In chiusura di "Atreju" la leader di Fdi conferma: "Io sono in campo per la leadership del centrodestra e quindi in Italia. Del resto se è in campo Di Maio possiamo competere anche noi. Mi diranno che sono donna, mamma, troppo di destra, ma io vado avanti fino a dove mi porta il mio popolo". Ma con la parola d'ordine "Italiani prima" arriva anche la stroncatura al referendum autonomista di Lombardia e Veneto: "In Italia non succederà mai come tra Spagna e Catalogna, siamo un solo popolo".
Libero rilancia invece sul referendum: con lo Statuto speciale per le due regioni soldi alle casalinghe e affitti bassi (Libero p.2). La Ghisleri (Euromedia): "La metà degli italiani sogna l'autonomia anche se non sa di preciso quale". Il referendum è molto più sentito in Veneto che in Lombardia ma è in tutta Italia che i cittadini si sentono favorevoli all'autonomia (46,3%). Il 28,8% è indeciso, il 24,9% è contrario.
Legge elettorale in stand by, sul Corriere parla la De Girolamo (FI): scettica come Letta avverte: "Giusto discuterne nel partito prima del sì definitivo. Mi aspetto dagli alleati correttezza e rispetto nella trattativa e non un'inutile braccio di ferro a svantaggio di Berlusconi. Non può esistere un centrodestra deberlusconizzato".

EUROPA
Merkel vince le elezioni tedesche ma con 8 punti in meno del 2013; crolla l'Spd, sfonda l'ultradestra di Afd. Per il nuovo governo si fa l'ipotesi della "Giamaica" (dai colori nero, giallo verde della bandiera del paese caraibico) ovvero la coalizione tra Cdu, Liberali e Verdi (Corriere in apertura e a p.2 e tutti). Non sarà un'intesa semplice. La Merkel incassa il colpo e rilancia: "Ascolterò le paure dei nazionalisti" (Stampa p.4). Sotto accusa la sua politica delle porte aperte e l'eccessivo europeismo. Probabile uno spostamento a destra. La AfD festeggia e promette: "Ora cambia tutti" (Corriere p.4). Gauland (AfD): "Faremo opposizione, chi ci paragona ai nazisti non sa cosa sia il nazismo. Vogliamo solo fare una politica diversa" (Corriere p.4). Timori a Bruxelles, si complica il cammino europeo (Corriere p.8): esultano Le Pen in Francia, Wildes in Olanda, Salvini in Italia; Forza Italia divisa. E con la Spd all'opposizione l'Italia perde un alleato importante sulla sponda della flessibilità.
Molte le analisi e i commenti.
Calenda alla Stampa: "L'Europa, così com'è, non tiene nel lungo periodo. Questo può essere il mandato più europeista della Cancelliera ed è un'occasione straordinaria: insieme con tedeschi, francesi e spagnoli dobbiamo impegnarci a ragionare su un'Europa dai contorni nuovi".
Tajani al Messaggero: "Voto fortemente condizionato dall'immigrazione: il populismo avanza ma non vince. Berlino ora è più debole, per l'Italia è l'occasione per essere protagonista".
Su QN (p.3) parla l'ambasciatore Nelli Feroci: "L'esito delle elezioni tedesche avrà un impatto anche su quelle italiane. E a noi fa comodo una Germania forte e autorevole piuttosto che una costretta a un periodo di difficoltà e incertezze come quello he la aspetta per la formazione del nuovo governo". Per Nelli Feroci l'unica coalizione possibile sarà la "Giamaica" "ma non sarà facile. Richiederà non settimane ma mesi. Dovremo prepararci a un'Europa che per qualche mese dovrà fare a meno della Germania. E anche dopo Merkel non potrà lanciare inziaitive ambiziose in sede comunitaria".
Sul Corriere parla Veltroni: "Il populismo non è dietro le nostre spalle, anche se questo è qualcosa di diverso e di più del populismo. In Germania sarà più complicato fare il governo e in prospettiva il governo sarà spinto su posizioni ancora più dure in difesa del rigore e dei propri interessi". Per Veltroni "Italia ed Europa sono attese da una stagione difficile".
Su Repubblica intervista a Enrico Letta: "Anche Berlino è entrata nel club della crisi. E' l'ultima occasione per cambiare la Ue. Ma il messaggio è inquietante anche per noi: non bastano gli slogan per battere i populisti, il centrosinistra deve rifondarsi in tutto il continente".

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