Commentario del 2.09.17

IN PRIMA PAGINA
Emergenza casa in primo piano su Corriere e Messaggero: 49 mila gli alloggi occupati abusivamente. Per gli sgomberi la regia passa al Viminale. Oltre l'80% degli italiani favorevoli agli sfratti. E a Roma la Raggi chiede caserme per i senza casa (Avvenire).
Giornale e QN aprono invece su immigrati e violenze: gli stranieri violentano 5 volte più degli italiani. Su QN parla la donna di 81 anni abusata a Milano. Sul Corriere il placet di Timmermans (Ue) alla linea italiana sui migranti: "Ora campi Onu in Libia".
Spazio anche a scuola e università. Sulla Stampa intervista alla Fedeli: "Così accorcerò le medie". Caos vaccini verso la soluzione: per iscriversi a scuola basterà l'autocertificazione (Messaggero e tutti). Su Repubblica la raffica di ricorsi contro il numero chiuso alle università. I rettori: così si rischia il caos (Repubblica).
Economia, il pil ora va. Gentiloni promette risorse per le fasce deboli (Avvenire). Sul Foglio parla Alleva (Istat): la ripresa c'è. Sul Sole gli umori di manager e imprenditori: il super euro non fa paura, conta di più la ripresa.
Politica, Renzi alla campagna d'autunno (Sole), Di Maio a Cernobbio (Corriere), Gentiloni a rischio (Corriere), Letta fuori dalla politica (Libero), D'Alema no. Sulla Stampa boccia Pisapia e Minniti: "Adesso serve la politica".
In cronaca. A Roma via al concordato per salvare l'Atac (Sole e tutti). Libero: l'unica è portare la capitale da Roma a Milano. Milano si gioca le sue carte per avere l'Ema (Sole). Su Repubblica e QN l'addio di Schmidt a Firenze: "Nel 2020 lascio gli Uffizi".

ITALIA-ECONOMIA
Il pil ora va (Avvenire in prima e a p.7 e su tutti). L'Istat conferma l'aumento del secondo trimestre (+0,4%) che proietta all'1,5% il dato annuo. Si aprono nuovi spazi in manovra, potrebbero salire a 3 miliardi le risorse anti-indigenza. Gentiloni: "Arrivano altri buoni segnali. Cercheremo di fare passi ulteriori a sostegno della povertà". Su Repubblica i piani del governo sul fisco: senza tasse fino a 10mila euro. Alzando la no tax area da 8 a 10 mila euro sarebbe esentati dalle tasse una platea di 2,3 milioni di contribuenti in più, arrivando a 12,3 milioni di italiani con zero tasse e 27 milioni con tasse ridotte. A beneficiarne sarebbero i  redditi molto bassi. Ma i costi dell'operazione (5-6 miliardi) pongono il tema delle coperture.
Sul Foglio "check up d'Italia" con il presidente Istat Alleva: "A luglio il numero degli occupati ha superato i 23 milioni, avvicinandosi al massimo del 2008" ma restano le condizioni sfavorevoli per i giovani. "Altro punto critico i tassi di disoccupazione ancora elevati". "La crisi è stata pagata soprattutto dalle famiglie con almeno uno straniero, e dalle famiglie tradizionali della provincia italiana, con più figli e un unico percettore di reddito lavoratore autonomo". E sulla crescita: "La ripresa congiunturale dell'economia c'è, lo conferma la sequenza di 10 variazioni trimestrali di segno positivo, ma mantiene una intensità significativamente inferiore sia a quella prevalente in Europa sia a quella necessaria per recuperare in tempi brevi i livelli pre crisi". Ma manager e imprenditori, riuniti a Cernobbio per il Forum Ambrosetti "sentono" la ripresa, più forte dei rischi legati al super-euro (Sole in prima e a p.3). Sulla Stampa (p.6) l'allarme sulla nuova rivoluzione industriale in arrivo: "Attenti ai robot. In Italia a rischio 3 milioni di posti". La stima è del Club Ambrosetti: nei prossimi 15 anni verranno meno più di 3 milioni di occupati nei settori tradizionali, fino a 4,3 nello scenario più pessimista. Settori più esposti la manifattura (840 mila) e il commercio (600 mila), seguiti da attività immobiliari (300 mila) e agricoltura e pesca (più di 200 mila). Sarà un processo rapido. Invertire la tendenza non è possibile. Quello che si può fare è attivare iniziative per creare almeno 42 mila posti l'anno spingendo su alta tecnologia, scienze della vita, ricerca di base. E insistere sull'istruzione: più la qualifica è bassa più è alta la probabilità di rimanere disoccupati.

ITALIA-POLITICA
Meno io, più noi: Renzi cambia passo e prepara la campagna d'autunno all'insegna della collegialità (Sole p.8). Forte dei dati sulla ripresa dell'economia e sul calo degli arrivi dei migranti il leader dem intenzionato a enfatizzare il ruolo di Gentiloni, Minniti e Delrio. Per Gentiloni basso profilo e alto rendimento, scrive Polito sul Corriere, ma ora ha due possibili inciampi davanti: lo ius soli, che il premier ha promesso alla Chiesa, e la riforma elettorale. L'obiettivo è mettere in sicurezza la manovra di bilancio e arrivare a fine legislatura, dopo di che tutti gli scenari sono aperti.
Nel centrodestra è tornata l'ora di Berlusconi: "Compatti torneremo alla vita del Paese", dice ai giovani azzurri riuniti a Giovinazzo (Giornale p.7 e altri). "Come in Sicilia, anche per il Paese vogliamo una coalizione aperta e inclusiva". La convinzione del Cav è che il Pd sia ormai fuori gioco e la sfida sia direttamente con il M5S. Ma Toti frena: "Ad oggi Berlusconi non è candidabile". Intervistato da Repubblica il governatore della Ligura rilancia sul centrodestra unito all'insegna del post-populismo: "Il populismo è finito. La denuncia che in Italia ci siano disoccupazione e troppi immigrati clandestini e che le città siano insicure non è populismo è dire la verità. E il centrodestra unito, vincente e credibile darà le risposte". Per Toti, andando al voto con l'Italicum, "sarebbe irresponsabile non correre con la lista unica". Quanto alla leadership "vorrei uno del mio partito ma se non fosse non sarebbe fuori dal mondo. Anche Salvini ha detto che sarebbe disposto a fare un passo indietro pur di vincere. Se annuso il vento dell'Europa lo sento soffiare più in una direzione moderata che radicale".
Riflettori accesi su Di Maio, che in vista delle primarie grilline del 24 settembre ha iniziato la campagna d'autunno con un tour alla festa del Cinema di Venezia, il Forum Ambrosetti a Cernobbio e sarà a Monza al paddock della Ferrari. "E' la sfida ai pregiudizi, anche interni al Movimento, per capire e farsi capire" scrive Verderami sul Corriere. Ma a 20 giorni dal voto delle primarie non si sa nulla, né regole né candidati, scrive Repubblica. E la paura di attacchi hacker e i dubbi sul meccanismo ritardano le operazioni e scoraggiano i rivali di Di Maio.
In Sicilia allarme rosso dai sondaggi per la sinistra (Repubblica p.9). Emiliano: "Renzi organizzi le primarie, è il solo modo per salvarci. Bisogna lavorare per unire il centrosinistra e smettere di inseguire destra e 5Stelle sull'immigrazione".
Il centrodestra unito in Sicilia: parte la corsa di Musumeci (Corriere p.8). "Una coalizione così ampia non si vedeva dai tempi del 1994 – dice al Messaggero (p.11) – Ma se vinco e non ho i numeri all'assemblea sono pronto ad aprire a chi non si è riconosciuto nel nostro progetto. Nessun muro divisorio". Ma Sgarbi spiazza tutti e si candida in Sicilia: "Io sono io, gli altri chi sono?" (Libero p.8 e tutti). Anche Crocetta medita di ricandidarsi ma il Pd non lo vuole.
Da ieri in cassa integrazione per un anno i 184 dipendenti del Pd (Messaggero p.11). Rabbia e polemiche. Il tesoriere Bonifazi: "Nessun favoritismo, tutto alla luce del sole".
Sul Fatto (in apertura e a p.2) l'intervento del pm Di Matteo e del pg Scarpinato alla Versiliana. Durissimo Di Matteo: "Nei giorni in cui uscivano le motivazioni della Cassazione sulla condanna Dell'Utri per concorso esterno in quanto tramite e garante dell'accordo tra Berlusconi e le famiglie mafiose di Palermo tra il '74 e il '92, Renzi discuteva proprio con Berluconi su come riformare la Costituzione. E oggi Berlusconi è un attore importante della politica italiana". Per Di Matteo "le stragi sono stragi politiche, ancora di più quelle del 1993. In quegli anni bisognava fare le stragi per fare politica, per creare un nuovo tipo di rapporto con la politica di alto livello".

EUROPA
Sul Corriere intervista a Timmermans, vice presidente della Commissione Europea: "Bene l'Italia sulle Ong, sostengo il ministro Minniti dall'inizio. Bisognava fare chiarezza, c'erano troppi malintesi. Importante anche che la guardia costiera libica iniziasse a svolgere il proprio ruolo". Quanto ai legami tra "sindaci" libici e bande locali di trafficanti che sarebbero finanziati da Roma per bloccare gli sbarchi e rinchiudere i migranti Timmermans dice che "la Commissione non ha prove su questo. Ha visto gli articoli di Reuters e Ap. Certo, lavorare in Libia è complicato per tutti. Ci sono solo poche ambasciate, Gheddafi aveva impedito qualunque forma di struttura statale. Dobbiamo ripartire da zero ed è complicatissimo". Quanto ai campi di rifugiati Timmermans sposa il metodo dell'Unchr; "Aprire campi e stabilire lì quali persone possono essere fatte stabilire nella Ue. E' un approccio che ha già funzionato in Libano". Canali legali potrebbero essere aperti "in caso di bisogno di immigrazione dai Paesi africani con permessi o visti alle ambasciate dei Paesi europei nei Paesi d'origine di quei migranti. I Paesi europei dovrebbero decidere insieme. Adesso c'è emotività, la gente dice: non li vogliamo, Ma dato il nostro livello di sviluppo, è nell'interesse di tutti che l'immigrazione legale sia parte del nostro tessuto sociale ed economico".

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