Commentario del 23.09.17

IN PRIMA PAGINA
Politica in primo piano, con il M5S che incorona Di Maio (Stampa). Grillo fa un passo indietro: "Tocca ai giovani. Io sarò un papà" (Corriere). Stop a Fico (Messaggero). Nel centrosinistra mossa di Bersani: "Alleati col Pd se Renzi dice sì alle primarie" (Stampa). Centrodestra unito a casa della Meloni (Libero). Toti al Tempo: "Serve una federazione per unire tutti i partiti". Legge elettorale, per Gianni Letta non va bene (Corriere). Vespa: cecchini in agguato, può finire male (QN, Mattino).
Economia, sul Sole le stime Istat: più crescita e meno debito nel 2016. Il Fatto: il solito trucchetto per rinviare i sacrifici al 2019. In manovra contratti a termine più onerosi per incentivare il posto fisso (Messaggero, QN). Sul Sole l'industria meccanica che vede la ripresa. Sulla Stampa gli ospedali soffocati dai debiti: servono 1,5 miliardi.
Dall'Europa. May a Firenze: "Brexit in 4 anni. Gli italiani restino in Inghilterra" (Messaggero, Corriere). In Germania Merkel in vantaggio, avanza la destra (Messaggero, Sole). In Spagna battaglia navale per il referendum, schede nascoste in mare (Giornale). Londra toglie la licenza a Uber e ferma 40mila auto: "Poco sicure" (Sole). A Bruxelles le regole Ue sui migranti: progetti per chi cerca lavoro (Corriere). Il Papa: preoccupato dalla nuova xenofobia (Avvenire).

ITALIA-ECONOMIA
Più crescita e meno debito nel 2016 (Sole in prima e a p.5): l'Istat ridisegna l'economia italiana degli ultimi due anni e spinge anche il Ministero dell'Economia a ritoccare i conti a partire dall'aggiornamento del Def, slittato ad oggi. Nel 2015 crescita più alta (da 0,8% a 1%) e debito più basso (dal 131,8 al 131,5%) ma deficit 2016 al 2,5% invece che al 2,4%. Crescita rialzata di 6,7 mld nel 2015 e di 8 mld nel 2016. E con i 12 mld autorizzati ma non spesi per salvare le banche potrebbe scendere ancora il debito al 131,8-131,9 dal 132%. Padoan prudente, non cambia linea: la crescita non allarga gli spazi di finanza pubblica e non lascia margini per le tante richieste "elettorali". Attesa per l'aggiornamento del Def: la nota rivedrà al rialzo pil e crescita e ridurrebbe i deficit, ma come possa fare entrambe le cose è un mistero, scrive il Fatto (p.14). Governo sotto tiro dell'Ufficio di bilancio.
Tra le misure attese in manovra l'aumento del costo dei contratti a termine: più contributi per rendere più vantaggioso il posto fisso (Messaggero p.11). Cisl e Uil apprezzano, e probabilmente anche Mdp. Ma si tratterebbe di un incremento del costo del lavoro per un segmento di mercato: a costare di più sarebbe il contributo aggiuntivo per la Naspi.
Dalla rottamazione delle cartelle esattoriali potrebbe arrivare 1,5 mld in più del previsto, rivela il Corriere: circa un miliardo quest'anno e 500 milioni il prossimo, portando il "bottino" da 7,2 a 9 mld. Per massimizzare il risultato il governo sta studiando se non sia il caso di spostare al 2018 la terza delle cinque rate di pagamento. Possibile anche il ripescaggio delle domande respinte, 100 mila su oltre un milione. E sul fronte della fatturazione elettronica sarebbe in arrivo il via libera della Ue alla possibilità di estendere l'obbligo anche ai privati (ma dal 2019). Da questa misura il governo si attende un gettito aggiuntivo a regime di 2 mld l'anno.
Il Giornale (p.7) torna a paventare una patrimoniale su case e conti: potrebbe arrivare non per via parlamentare – nonostante un ddl in tal senso del Centro democratico – ma come tassa calcolata sugli immobili.

ITALIA-POLITICA
Grillo lancia la volata a Di Maio: "Tocca ai giovani, io resto il padre che li protegge" (Stampa). Il Corriere parla di capo stanco di comandare e delle cause legali: "Sono un pensatore". In serata i risultati delle primarie, a votare sarebbero stati tra i 30 e i 40 mila. Grillo: "Mai avuta un'affluenza così alta". Toninelli ne aspettava 70-100 mila. Un caso le mosse di Fico, che non parlerà dal palco di Rimini. Ma lui minimizza: "Decisione mia". "Risalgono" invece la Lezzi e la Taverna, tutte allineate su Di Maio (Stampa). E il popolo di Rimini si schiera con il vincitore: "Tocca a Di Maio, chi è contrario vada via" (Stampa).
Il centrodestra si riunisce a casa Meloni (Libero): il comizio populista con Salvini e Toti cancella Berlusconi (Repubblica). Meloni: "Si vince uniti, intorno a una proposta politica chiara e contagiosa. Se non sbagliamo questa volta andiamo a governare". Salvini, applauditissimo, ricorda "le cose che ci uniscono", le leggi da abolire e la linea sui migranti: "bloccare l'invasione non solo di esseri umani ma anche di merci difendendo l'agricoltura italiana". Osservati speciali Toti e Romani. Toti al Tempo: "Ora una federazione che unisca tutti i partiti. Il programma ce l'abbiamo: si chiama Italia".
A sinistra Bersani apre a Renzi: "Primarie per la guida del centrosinistra tra Renzi e Pisapia e un'intesa su un programma in discontinuità con i governi di questi anni" (Stampa). "Noi non siamo la sinistra settaria: se c'è un centrosinistra pulito come nel Lazio e in Lombardia noi ci sediamo al tavolo". Ma non con questa legge elettorale: "Serve il Mattarellum, che prevede vere coalizioni".
Ma sulla legge elettorale i tempi si allungano e questo rende l'accordo più fragile (Stampa e tutti). Molto dipenderà dagli umori di Berlusconi, Salvini e Renzi. Dalle nuove proiezioni risultano meno seggi al Pd e anche FI teme di essere ridimensionata pesantemente al nord (Corriere). Sul Corriere la stroncatura di Gianni Letta: "l'accordo è un errore dettate fa  visione miope della politica". Per Letta, che continua a preferire un governo di larghe intese dopo le elezioni, il pericolo è che Salvini si rafforzi troppo al punto di poter immaginare un accordo con i Cinque stelle. Rosato al Corriere: "Ho fiducia che questa volta si vada fino in fondo. Questo è l'ultimo tentativo. Mi auguro che i gruppi restino compatti. Fin qui Lega e FI affidabili, M5S no".

EUROPA
May a Firenze: "Brexit in 4 anni. Gli italiani restino in Inghilterra" (Messaggero, Corriere). "Fuori dalla Ue, non dall'Europa" (Repubblica e tutti). "Onoreremo gli impegni, saremo sempre alleati". In primo piano su tutti il discorso della May a Firenze, che annuncia una transizione di 2 anni dopo lo "stacco" nel 2019 e apre agli italiani: "Sui diritti dei cittadini garantisco io". Nessuna uscita immediata dal mercato unico. Barnier: "Un discorso costruttivo" (Corriere).Durante la transizione Londra contribuirà al bilancio comunitario e pagherà 20 miliardi. Tajani a QN: "Non faremo sconti a Londra. Hanno deciso loro di andarsene". Gozi al Corriere: "Più garanzie per gli italiani. Londra ci è venuta incontro". Roma chiede che il passaggio dalla residenza permanente a quella definitiva "avvenga in modo automatico e senza discrezionalità e che si possano garantire in futuro i ricongiungimenti familiari". Per Gozi ci sono buone possibilità che la richiesta venga accolta.
In Germania Merkel in vantaggio, avanza la destra (Messaggero, Sole). Merkel fischiata a Monaco (Messaggero), flop all'ultimo comizio di Schulz (Stampa). AfD in rimonta, potrebbe essere la terza forza del Bundestag (Sole). La cancelliera teme le mani di Putin sul voto: i media filo-Mosca soffiano sulla rabbia per le politiche migratorie. Nella comunità russo tedesca sale il sostegno per l'estrema destra. Sul Foglio (in prima e a p.4): intervista ad Hans Van Baalen, dell'Alleanza dei Liberali Democratici per l'Europa: "Il sentimento europeista continuerà, i tedeschi sanno che non si può andare da soli, e anche l'AfD farà un risultato peggiore delle aspettative. Entrerà nel Bundestag ma non raggiungerà nemmeno il 10%. Spero che dopo le elezioni Merkel e Macron collaborino insieme per rimettere l'Europa sui giusti binari".
A Bruxelles le regole Ue sui migranti: progetti per chi cerca lavoro (Corriere). La Commissione Ue mercoledì definirà canali ordinati e legali per l'immigrazione economica sulla base delle necessità dei Paesi di destinazione e in stretto collegamento con i Paesi d'origine. L'obiettivo è "offrire alternative" ai migranti economici che si affidano ai trafficanti per venire in Europa e cercare un lavoro, con richieste d'asilo che nella maggior parte dei casi vengono respinte. Un fenomeno costoso per lo Stato, soprattutto italiano, che spende oltre 2 mld per salvarli in mare, accoglierli, ospitarli; spesso senza riuscire a rimpatriarli. Con i "progetti pilota" si chiede agli Stati Ue di avviare un esame "per identificare le effettive necessità nel mercato del lavoro".

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