Commentario del 22.09.2017

IN PRIMA PAGINA
Politica in primo piano. Patto sulla legge elettorale (Corriere). Patto Pd-Fi, anche Lega e Ap d'accordo (Stampa). C'è l'accordo, peccato manchi una maggioranza (Libero). Fatto polemico: Renzi fa una legge ad personam per Berlusconi. Giornale evidenzia i dubbi di Berlusconi sul Rosatellum e su Salvini. Primarie 5 Stelle, caos nel voto online, protestano gli iscritti, fronda su Di Maio (Repubblica e tutti). Di Maio dimezzato se votano in pochi (Stampa).
Ampio spazio anche ai temi econiomici. Conti pubblici, nel Def "aggiornato" obiettivo Pil all'1,5% anche nel 2018. Fra i nodi la previsione sul debito (Sole). Visco prende posizione: "il debito va tagliato subito" (MF). Dagli esteri in primo piano il refernedum per l'autonomia della Catalogna e
le urne in Germania, dove per il terzo posto si fa largo la destra (Messaggero). Su Merkel l'incognita dell'estrema destra (Stampa). Se a Berlino vince chi arriva al terzo posto (Sole).
Web tax, Ue pronta ad andare avanti da sola (Sole). Ma per ItaliaOggi si resta in alto mare.
"Via i clochard da San Pietro":  su tutti la linea del Vaticano per decoro e sicurezza. Il Papa: "Mai la grazia ai predi pedofili" (Messaggero).
Roma, declino Capitale, si muove il governo (Messaggero). Roma sfida il re dei rifiuti e Cerroni resiste a Cantone: la Capitale rischia una valanga da 430mila tonnellate (Repubblica).

ITALIA-ECONOMIA
Dovrebbe slittare a domani il Cdm sulla nota di aggiornamento al Def, si va verso l'innalzamento del Pil 2017 all'1,5%. Il 4 ottobre la nota sarà discussa in Parlamento, ancora da definire l'intesa nella maggioranza in Senato, per questo il voto dovrebbe essere diviso in due: uno per l'autorizzazione a far salire il deficit dall'a1,2 all'1,8% - su cui serve la maggioranza assoluta -, l'altro sul Def vero e proprio, dove basta la maggioranza semplice (Corriere p.2). Intanto, mentre si attendono gli ultimi dati Istat sull'inflazione, si va verso l'obiettivo del +1,5% di Pil anche nel 2018 (Sole in prima e p.7): possibile limatura del debito dello 0,2-0,3% già nel 2017. Deficit all'1,8% l'anno prossimo. Sul debito arriva l'avvertimento di Visco (Bankitalia): "E' un vincolo alla crescita, il taglio non si può rinviare". Dal numero uno della Banca d'Italia il monito a "proseguire con continuità e coerenza il percorso di riforme avviato nell'ultimo quinquennio". In vista del Def, Repubblica (p.7) segnala le poche risorse a disposizione, con Padoan che dà l'altolà ai sindacati: "Non possiamo cambiare sulle pensioni". Governo compatto sul "no", ma i sindacati protestano, e la Camusso ha rilanciato: "Continuano a dire che non ci sono le risorse ma il punto è la scelta di investire su questo tema". Secondo l'analisi del Sole (in prima e p.14) congelare l'età pensionabile costa 5 mld in 2 anni. Tra le altre misure chieste dai sindacati, il bonus di un anno per ogni figlio per consentire un ritiro più flessibile alle lavoratrici innescherebbe una maggiore spesa per 1-1,2 miliardi l'anno nei primi tre anni di applicazione, per arrivare a una maggiore spesa a regime di 2,5 miliardi nei primi dieci anni(Sole p.14). Il Direttore Occupazione, lavoro e politiche sociali Ocse, Stefano Scarrpetta al Sole: "Bloccare l'innalzamento dell'età pensabile è rischioso perchè reintroduce un elemento di discrezionalità, presta il fianco a scelte opportunistiche della politica che, per attirare consensi, potrebbe scaricare sui governi e le generazioni future i costi aggiuntivi".
L'analisi di Marro sul Corriere (in prima e p.3): la crescita si consolida ma gli italiani non se ne accorgono perchè è piccola e perchè la recessione è stata lunga a duratura, rispetto a 10 anni fa persi quasi 3mila euro di reddito pro-capite. Sebbene in ripresa, anche il livello dei consumi delle famiglie resta di oltre 3 punti inferiore rispetto al 2007, mentre sono raddoppiate le persone in condizione di povertà e il tasso di disoccupazione è passato dal 5,7% all'11,3%. Mentre nel numero di occupati si è tornati sui livelli pre-crisi, in termini di unità di lavoro a tempo pieno mancano 1 mln di unità, dato che indica l'aumento dell'incidenza del lavoro a tempo parziale. L'allerta Bce: "Disoccupati giù, ma non basta" (Repubblica p.6). Italia in fondo alla classifica Ue nel recupero dei livelli pre-crisi, la conferma dall'Inps: il 97% delle assunzioni con contratti a termine.
E Manca sul Corriere (p.3) guarda all'opinione dei partner europei, che vedono ancora fragile l'Italia: il nodo principale è il debito pubblico, mentre le forze politiche già in campagna elettorale si impegnano in promesse per rendere più forte la ripresa cosa se fosse una cosa facile.

ITALIA-POLITICA
Ecco l'accordo sulla legge elettorale (su tutti): sì di Pd, Fi, Lega e Ap al nuovo Rosatellum, no di Mdp e M5S, con Di Maio che accusa: "E' un inciucio". La legge prevede il 36% dei deputati in collegi uninominali e il 64% col proporzionale, e fissa la soglia di sbarramento al 3% per la lista e al 10% per la coalizione. Piace ai leader perchè lascia intatto il loro potere di muovere le pedine (Corriere p.5). Pesa l'incognita dello scrutinio segreto. Libero (in prima e p.11): c'è l'accordo sulla legge elettorale, peccato manchi una maggioranza. Intanto, per la Stampa (p.4) il testo non potrà fare il miracolo di dare un vincitore certo dopo le elezioni. Secondo le simulazioni del Corriere (p.6) non ci sarebbe una maggioranza. Renzi dubbioso sull'intesa: "Voglio vedere gli altri mettere giù le carte" (Messaggero p.9). Giornale (p.3) evidenzia i dubbi anche di Berlusconi, che teme una scalata di Salvini a Forza Italia. "Il Rosatellum mi sembra il solito giochetto di Renzi: fa finta di mandarla avanti, ma farà di tutto per affossarla – commenta Giorgia Meloni al Giornale (p.4) -. Io sono per maggioritario e alleanze vere. Ma soprattutto per la governabilità con premio di maggioranza e la possibilità ai cittadini di scegliere con le preferenze i candidati". La replica di Fiano al Mattino (p.3): "Il testo rafforza il potere di scelta dei cittadini attraverso i collegi uninominali e quelli plurinominali per la quota proporzionale. E incentiva le coalizioni". Polemico il M5S. Fraccaro alla Stampa (p.5): "Una schifezza totale. Chiamiamolo super-Porcellum".
M5S, sito in tilt e base in rivolta: il flop della Casaleggio nel giorno delle primarie (Stampa p.6 e tutti). Impossibile votare, troppi accessi sulla piattaforma: termini prorogati sino alle 12 di oggi. Il timore è che Di Maio possa uscire dimezzato se i voti saranno pochi (Stampa). Intoppi, fronda e sondaggi: quella che doveva essere una cavalcata di Di Maio, rischia di trasformarsi un una falsa partenza (Repubblica in prima e p.2-3). Domani a Rimini la kermesse che dovrebbe incoronare Di Maio, donazioni giù del 30% nonostante gli appelli di Grillo. 
"Gli immigrati si devono adeguare ai nostri valori": sul QN (in prima e p.2-3) parla il ministro Minniti, che dopo i sondaggi di Ipr Marketing sull'integrazione degli immigrati islamici dice: "Il grado di civiltà di un Paese si misura attraverso il rapporto uomo-donna e quello tra politica e tra Stato e Chiesa. Su questi punti i nostri valori vanno a tutti i costi assimilati". A proposito dell'escalation di violenza nei confronti delle donne, sul Messaggero (p.16) parla la ministra dell'Istruzione Fedeli: "E' un problema che riguarda tutti, non solo le donne. Importante la prevenzione, per questo entra in campo la scuola, ma anche i media devono fare la loro parte".

EUROPA
Verso le elezioni tedesche: l'estrema destra cresce in silenzio, la sorpresa dell'ultimo ora per la Merkel (Stampa in prima e p.2). Per gli analisti molti di coloro che sono stati esclusi dalla crescita guardano all'AfD. E in molti evidenziano il rischio flop dei sondaggi: populisti dati al 12% ma potrebbero arrivare fino al 20%, mentre potrebbe scendere dal 36-38% al 30% la Cdu della Merkel (Messaggero p.12). Sarebbe un terremoto nel Bundestag, con l'Afd che diventerebbe terzo partito e potrebbe tallonare da vicino la Spd, data intorno al 20-23%. Per il Sole (in prima e p.8) a Berlino vince chi arriva terzo: la competizione alle spalle di Cdu e Spd è agguerrita, con liberali, Verdi e xenofobi in un pugno di voti. Se la riconferma della Merkel per il quarto mandato appare scontata, più difficile sembra la formazione del governo: le uniche coalizioni possibili sono una riedizione della Grosse Koalition o un accordo a tre con Cdu, Verdi e Fdp.
Indipendenza catalana, Bruxelles si schiera con il governo di Madrid per il rispetto della Costituzione, ma il governo catalano non arretra e in migliaia scendono in piazza per chiedere la possibilità del referendum (Messaggero p.13 e altri). Sul Messaggero focus sull'economia catalana, che rappresenta il motore della ripresa iberica: il Pil viaggia al 3,5% con occupati boom, il reddito pro capite dei catalani a 27600 euro, mentre sono oltre 7mila le imprese straniere a Barcellona e dintorni. Il ministro dell'Economia spagnolo Guindos al Financial Times: "Madrid offre un dialogo su temi economici e finanziari". Libero (p.8): "Soldi invece che indipendenza, Madrid compra la Catalogna".
Brexit, oggi la Mau propone all'Ue un nuovo patto e una lunga transizione fino a marzo 2021 (repubblica p.13): con il discorso dall'Italia la premier britannica inizia il vero negoziato con Bruxelles. Londra pagherà contributi all'Unione anche di 20 mld. In cambio Londra si aspetta di iniziare a delineare già nei prossimi mesi il proprio futuro rapporto con l'Ue.
In apertura sul Sole e altri, Ue pronta ad andare avanti da sola sulla web tax: lo ha confermato Dombrovskis: "In assenza di progressi appropriati a livello mondiale, l'Ue è pronta a mettere a punto le proprie soluzioni per tassare i profitti delle imprese dell'economia digitale". Le 3 opzioni individuate sono: una tassazione del fatturato registrato in un dato paese, un'imposta da applicare alle società digitali e una ritenuta alla fonte delle attività digitali. Le difficoltà da superare sono molte e riguardano la compatibilità con i trattati sulla doppia imposizione, le regole sugli aiuti di Stato e le libertà fondamentali, senza contare che sui temi fiscali è richiesta l'unanimità.

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