Commentario del 20.04.2017

IN PRIMA PAGINA
Biotestamento, legge al via: un diritto dire no alle cure (Corriere). Ma si introduce l'obiezione. "Hanno tradito i malati" (Repubblica). Ancora in primo piano la polemica su Report e vaccini. Il M5S difende la trasmissione: se chiude basta canone. La Rai va avanti col programma (Corriere, Messaggero). Il Giornale: chiudere Report non serve, serve vaccinarsi. Su Repubblica e Corriere lo sfogo dell'ex direttore Verdelli: "Volevo una tv libera, il cda mi ha bloccato. La Rai muore se non cambia". Intanto Fazio tratta con La 7 (Libero). Un caso anche l'intervista di Grillo ad Avvenire. Libero: Vescovi e Grillo fidanzati. Ma la Cei non gradisce (Fatto). Tra politica ed economia la retromarcia di Padoan sull'Iva (Giornale): "No ad aumenti Iva, ora tagli credibili sulle tasse" (Sole).
Distensione con il Pd ma sui conti pubblici la partita è solo rinviata (Sole). Sulla Stampa il conto dei poveri: oltre 7 milioni in Italia. Vittime del disagio 11 famiglie su cento. Dall'estero. Gentiloni da Trump: "Più impegno Nato nel Mediterraneo" (Stampa). Alfano ad Ankara: "Rilasciate Del Grande". Ma la Turchia nega la visita del  consolato al blogger italiano incarcerato (Corriere, Repubblica).

ITALIA-ECONOMIA
Padoan si arrende a Renzi: "L'Iva non salirà nel 2018". Sul Giornale (p.11) e tutti la retromarcia del ministro sull'ipotesi di un aumento dell'imposta da introdurre nella prossima legge di Bilancio per compensare un taglio del costo del lavoro. "L'Iva non si tocca e non si toccherà" la linea dettata da Renzi a Matrix, e  Padoan, in audizione al Senato sul Def, si adegua: "Avevo le mie preferenze ma alcune sono state amplificate". E rilancia sulla necessità di tagli alle tasse "credibili" e sulle privatizzazioni. Resta il problema di reperire i 19 mld necessari per evitare che scattino le clausole di salvaguardia. Bankitalia e Ufficio Parlamentare di Bilancio critici su conti e Def. Signorini: "Lo scambio tra aumento dell'Iva e riduzione del cuneo fiscale era da approfondire". Pisauro: "Def sostanzialmente indefinito, servirebbero misure correttive forti", almeno 63 mld in tre anni. Richiami all'Italia anche dal Fmi: "C'è spazio per una riduzione del cuneo fiscale per migliorare gli incentivi al lavoro. Ma vanno razionalizzate le agevolazioni fiscali e creata una tassa moderna sulle proprietà immobiliari"(Stampa p.8). Caustico il Fatto (p. 9): Renzi rottama Padoan e le sue promesse alla Ue. Ma per il Sole (p.12) i nodi restano e il confronto sui conti pubblici è solo rinviato. Su Repubblica (p.21) la ricetta dell'ex commissario alla spending review Cottarelli: "Sull'Iva non mi esprimo, ma io preferisco i tagli di spesa. Escluderei scuola e sanità, che hanno già dato, rivedrei detrazioni fiscali, trasferimenti alle imprese e contributi vari non prioritari". Sullo sfondo sempre la lotta all'evasione: "Una riforma strutturale, aiuterebbe il debito e la concorrenza. Pesa per almeno 150 mld".
Sulla Stampa (p.9) e altri il "conto" dei poveri: 7,2 milioni in Italia, secondo l'Istat, ovvero l'11,9% della popolazione. Famiglie che non possono permettersi spese impreviste, una settimana di vacanze, l'acquisto di un auto, un riscaldamento adeguato. In peggioramento le condizioni degli over 65; 1 milione e 250 mila i minorenni in situazioni problematiche. Libero (p.4): la sinistra al governo riesce a moltiplicare soltanto la povertà.

ITALIA-POLITICA
La lunga intervista di Grillo ad Avvenire e l'apertura al M5S del direttore di Avvenire Tarquinio ieri sul Corriere al centro della cronaca politica. Dialogo in salita, sono vicini sui poveri ma l'etica divide, scrive Repubblica (p.4). Il M5S, infatti, ha votato in asse con il Pd sulla legge per il fine vita che introduce il diritto di rifiutare le cure, già oggi potrebbe arrivare il sì della Camera (su tutti). "Vescovi e Grillo fidanzati" titola Libero (in apertura e p.3): Cei e M5S vicini sul no al lavoro domenicale e sul reddito di cittadinanza, ma guai a fidarsi dei grillini, che infatti hanno votato con i dem sul biotestamento. Ma la Cei spiazzata ordina l'alt: la neutralità verso i partiti resta il cardine (Repubblica p.4). Per la Stampa (p.6-7) l'intervista di Grillo è l'ennesimo tentativo del M5S di parlare ai moderati. Sulla stessa linea Folli (Repubblica p.4) che vede il tentativo del M5S di sedurre l'elettorato, prima della Dc e poi diviso tra Berlusconi e centrosinistra, ma che oggi è disorientato. Per il Giornale (p.8) è Berlusconi l'incubo dei 5 Stelle. 
Nel Pd, in vista della primarie parla il ministro Martina al Corriere (p.9): "Chi perde le primarie di sicuro non vince le elezioni, chi vince le primarie ha la responsabilità di opporsi a Grillo e Salvini". Poi sulla prospettiva di un'accelerazione del voto politico, dice: "Siamo l'ultimo partito a cui interessa andare a votare". Intanto, resta in primo piano lo scontro sulla Rai, alimentato dalle polemiche sulla trasmissione Report. "Se la Rai sospende la trasmissione gli italiani sospendano il canone" ha scritto Fico (M5S) sul blog di Grillo (su tutti) parlando di "atto eversivo". La replica di Renzi in tv: "Mai chiesto di chiudere una trasmissione. Ma non si può giocare sulle paure delle persone". E l'esponente dem Martini rilancia: "L'unico atto eversivo è chiedere di sospendere il canone" (Corriere p.4). E prosegue lo scontro anche sul dg Campo Dall'Orto, stretto tra le maggioranze variabili in consiglio di amministrazione dopo le ostilità con il Pd, ma il dg non vuole passare per uomo dei 5 Stelle (Corriere p.4). Bechis (Libero in prima e p.5) mostra l'aumento dell'occupazione da parte del Pd dei programmi politici di RaiUno: presenza passata dal 16 al 42%.

EUROPA
Francia, l'astensionismo spinge gli euroscettici: su Stampa (p.14) e tutti la tesissima vigilia elettorale francese. Col Ministero dell'Interno che stima un 30% di astensionisti e i quattro candidati appaiati intorno al 19-23%, prende quota l'ipotesi di un ballottaggio tra Marine Le Pen e Jean Luc Mélenchon, ovvero le ali estreme del sistema entrambe il lotta con la Ue, anche se il candidato della sinistra ha precisato di non puntare in nessun modo all'uscita da Ue o euro (Sole p.4). Ma è lo scenario da "Frexit" che agita governo, banche e mercati. E c'è chi paventa già da lunedì un'ondata di panico, con prelievi dai conti bancari. I sondaggi danno al ballottaggio Macron (23%) e Le Pen (22,5%). Cebrian (El Pais): "Macron è un uomo capace, non è un demagogo, forse un populista. Ma non ha un partito alle spalle" (Stampa p.14). Krugman, sul Sole (p.4) prende le distanze dalla Le Pen: "Solo perché critichiamo la politica economica europea non significa che abbiamo qualcosa in comune. Il male più grande di cui soffre la Francia è l'ipocondria: dipinge la realtà economica peggiore di quanto sia". "Paura e rabbia perderanno, i francesi vogliono l'Europa e voteranno secondo ragione" dice a QN (p.15) il politologo Basbous. "le Pen potrebbe farcela al primo turno, ma al secondo sarà sconfitta. Una catastrofe anche il duello tra le estreme di Le Pen e Mélenchon: la gente scapperebbe dal nostro Paese". Per Libero (p.11) chiunque vinca la Francia sarà ingovernabile: Macron e Mélenchon hanno alle spalle partiti piccoli, e se dovesse toccare alla Le Pen si ritroverebbe contro l'intero establishment.

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