Commentario del 18.04.2017

IN PRIMA PAGINA
Erdogan vince d'un soffio e spacca la Turchia. "Sconfitti i crociati" (Repubblica). L'Ocse accusa: irregolarità (Stampa). Ankara si allontana dall'Europa. Merkel cauta: Erdogan ora cerchi il dialogo (Sole). Alfano: "L'entrata nella Ue adesso non è sul tavolo" (Corriere). Cassese: "Una svolta autoritaria, e ancora non sappiamo dove vuole arrivare" (Unità). Su Repubblica la Lagarde (Fmi) rilancia sull'Europa: "Un ministro delle Finanze per l'Ue. Sì all'unione bancaria" (Repubblica). Grillo torna invece no-euro: "Più poveri con la moneta unica, e se l'Italia decidesse di uscire non sarebbe una catastrofe" (Repubblica). Di Maio dice no all'apertura festiva dei negozi (Sole): "liberalizzazioni sfasciafamiglie" (Corriere). Calenda al Foglio: alleanza culturale per battere Grillo. Spazio anche all'economia, dopo l'opzione-Iva lanciata da Padoan: dall'aumento Iva 45 mld per tagli al costo del lavoro (Messaggero). Governo freddo, Renzi contrario (Corriere). Sul Sole il conto della "manovrina" su imprese e professionisti: 2 mld. Sulla Stampa il dietrofront del governo sui congedi parentali ai papà e sul 2 per mille per la cultura.
In Francia alla vigilia del voto avanti Macron, tensione ai comizi della Le Pen (Messaggero). Mélenchon alla Stampa: "Sto con l'Unione Europa ma senza libero scambio". Tra Usa e Corea del Nord minacce e segnali (Corriere). Pyongyang: pronti alla guerra nucleare. Pence: il tempo della pazienza è finito. In Cina riparte il pil: +6,9%, miglior dato dal 2015 (Sole).

ITALIA-ECONOMIA
L'intervista di Padoan al Messaggero – aumento dell'Iva per tagliare il costo del lavoro – innesca reazioni sul piano politico ed economico. Dietro il disegno di Padoan le stime dell'Ocse (Messaggero p.8), ovvero aliquota Iva unica al 22%, extra gettito da 45 mld, taglio di 10 punti del cuneo fiscale e ripresa del pil del +2%. Sul Corriere (p.11) lo stop di Renzi: nessun aumento dell'Iva, l'ex premier non vede l'ora che arrivi il 30 aprile per dettare apertamente la linea su manovra e legge elettorale, pronto a far saltare il tavolo proprio sulla manovra puntando a elezioni in autunno. Il Fatto legge l'intervista di Padoan come la conferma che Napolitano e l'establishment hanno mollato Renzi. In un'intervista al Foglio Calenda respinge le accuse di trame e ambizioni politiche e rilancia sulle riforme: "L'Italia è molto esposta, quello che serve è un riformismo forte fondato sul realismo piuttosto che su suggestioni da "terza via" o slogan anni Novanta. Con l'ottimismo non ci fai niente. Dobbiamo aggredire la realtà prima che la realtà aggredisca noi".
Molte le reazioni all'intervista a Padoan. Boccia (Pd): "Con più Iva e meno tasse sul lavoro non si va da nessuna parte. Va fermato il bonus degli 80 euro e usare quei soldi per il cuneo fiscale. E poi investimenti pubblici fuori dai vincoli di bilancio". Zanetti (Sc): "Intervento da evitare, meglio agire sull'Irpef". Brunetta (Fi): "Siamo al vuoto cosmico, saliranno tutte le imposte" (Avvenire).
Sul Sole (in apertura e a p.3) il conto della "manovrina" su imprese e professionisti: oltre 2 miliardi tra split payment e nuovi vincoli sulle compensazioni dei crediti fiscali, a cui si aggiungono la stretta sui bonus fiscali e l'esclusione dei marchi dal Patent box. Sulla Stampa (p.12) il dietrofront del governo sui congedi bebé ai papà – non più 4 ma 2 giorni – e l'azzeramento del 2 per mille per la cultura dal 730. Pressing su Padoan:subito un emendamento alla manovra per rimediare.

ITALIA-POLITICA
Grillo rilancia sul referendum sull'euro: su Repubblica la terza svolta del M5S in venti giorni. Rispondendo alle accuse di impreparazione lanciate da Wolfang Munchau dal Sole, Grillo replica: "Nessuna ambiguità sull'euro. La democrazia viene prima dei mercati. E la moneta unica è la principale responsabile dell'esplosione della povertà nel Paese". Un eventuale "leave" susciterà la reazione dei mercati "ma ci sono contromisure politiche che l'Italia adotterà". E lo stesso farà Bankitalia, "comprando titoli di Stato" e separando banche d'affari da banche di credito. Per Repubblica, la nuova virata imposta dalla Casaleggio&Associati è nell'orizzonte di un'intesa parlamentare con Salvini. Di Maio cavalca invece la protesta di sindacati e lavoratori contro gli outlet aperti anche a Pasquetta: "Le liberalizzazioni sfrenate ci rendono più poveri, i commercianti ormai sono costretti a inseguire il ritmo forsennato dettato dai megastore" (Corriere, Sole). "Non è solo una questione economica ma di serenità familiare e di felicità personale".
Sulla Stampa (p.11) è Romani (Fi) a "cercare" Salvini: "Abbiamo governato con Bossi, figuriamoci se non possiamo farlo con lui. Con Salvini e Meloni non sarà impossibile raggiungere una condivisione di intenti: azzeramento dei migranti, più sicurezza nella città e un rapporto diverso con l'Europa. Prima o poi Berlusconi e Salvini torneranno a sedersi allo stesso tavolo".
Renzi teme invece le aperture di Zanda a Forza Italia,scrive il Corriere (p.11): non si fida di Berlusconi e teme che alle sue spalle si stia giocano un partita per far resuscitare il premio di coalizione e aggregare una maggioranza trasversale.

EUROPA/MONDO
Erdogan vince d'un soffio e spacca la Turchia. "Sconfitti i crociati" (Repubblica). Il 51,4% dei turchi dice sì alle modifiche della Costituzione che danno al capo del governo anche i poteri del capo dello Stato a partire dal 2019. L'Ocse accusa: irregolarità (Stampa). Erdogan: "Statevene al vostro posto". Decisivo il voto dei turchi in Germania, Austria, Olanda e Francia (Repubblica p.2).  Erdogan perde invece a Istanbul, Smirne e Ankara. Fedele al raiss solo l'Anatolia profonda: perso l'appoggio della parte produttiva della Turchia (Stampa). Merkel cauta: Erdogan ora cerchi il dialogo (Sole). Alfano al Corriere: "L'entrata nella Ue adesso non è sul tavolo". Ma Alfano dice no a "inviti a isolare Ankara e Mosca: semplicemente, non ci conviene".  Tajani a Repubblica: "Il dialogo con Ankara deve continuare. Ma se passasse la reintroduzione della pena di morte allora Ankara si metterebbe fuori dalla Ue". Sul Sole il risvolto economico: quello turco è un mercato strategico per l'Italia, seconda solo alla Germania per export tra i Paesi europei. Musella (Ice): "Le aziende italiane già attive continuano ad operare. Ma per chi non è entrato in questo mercato c'è freddezza".
In Francia alla vigilia del voto avanti Macron, tensione ai comizi della Le Pen (Messaggero). Mélenchon a Stampa e Repubblica: "Sto con l'Unione Europa ma senza libero scambio". "Voglio solo rinegoziare i Trattati europei, per favorire l'armonizzazione dei diritti sociali, quella dei sistemi fiscali e cambiare lo statuto della Bce, allargandone il ruolo alla difesa dell'occupazione. L'Europa e l'euro senza la Francia non si fanno. Se fossi eletto mi ascolterebbero". Su Repubblica intervista anche alla Le Pen: "Una volta eletta avvierò subito le trattative per uscire dall'euro: molti Paesi al sud e all'est aspettano che la grande e potente Francia prenda la leadership per costringere l'Ue a sedersi al tavolo delle trattative. L'uscita dall'euro non avrà nessuna conseguenza sui risparmi dei francesi, anzi, il grosso pericolo per loro è la situazione attuale. Riottenere una moneta nazionale adattata creerà milioni di posti di lavoro".


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