Commentario del 16.04.2017

IN PRIMA PAGINA
In primo piano su tutti gli esteri e l'intervista di Padoan al Messaggero. "Più Iva e meno tasse" dice il ministro, mentre tutte le altre prime pagine sono dominate dalla crescente tensione tra Usa e Nord Corea. Nel regno di Kim sfilano i missili: "Guerra nucleare" (Repubblica). Prodi a Repubblica: "Alla fine l'America cederà al potere cinese". Berman al Corriere: "Serve un aiuto da Cina e Russia". Sul Libero parla il presidente del partito di Putin: "Occhio ai cattivi consiglieri, Trump si fidi di Putin". Inchiesta sulla Stampa: il boom del mercato delle armi. Intanto resta caldo anche il fronte siriano: orrore ad Aleppo, auotobomba contro i profughi: "100 morti" (Fatto e altri). In Francia ad una settimana dal primo turno delle presidenziali per ail candidato di "En Marche!" Macron al Sole: "Lo scudo Ue sull'industria europea". Spazio anche alla Turchia: oggi si vota il referendum sui poteri a Erdogan, a rischio il "ponte" con l'Europa (Sole).
Nelle vicende italiane, tengono banco le polemiche sul possibile addio di Dall'Orto alla Rai e il caso Consip. Cantone al Corriere: "Troppe anomalie". Su Consip interviene il Csm: "Chiarire i rapporti pm-polizia" (Repubblica). Intanto Orlando attacca il Noe e "assolve" Renzi (Fatto). Il Guardasigilli all'Unità: "Come cambierò il Pd".
Salvataggio Alitalia: il referendum non ha il quorum (Messaggero).

ITALIA-ECONOMIA
Def e manovra, il documento indica 4 linee guida per spingere la crescita: concorrenza, cuneo fiscale, pa e giustizia (Sole in prima e p.5). Padoan, intervistato dal Messaggero (in prima e p.2-3): "Lotta all'evasione ed efficientamento della spesa (Sole p.5 parla di 2 mld in arrivo dai tagli ai ministeri e sugli enti territoriali dagli acquisti Pa) sono necessarie per disinnescare le clausole di salvaguardia, ma bisogna ragionare serenamente anche sulle spese fiscali". Poi, sulla proposta dell'Ocse di finanziare un taglio del costo del lavoro lasciando aumentare l'Iva, il ministro dice: "Lo scambio tra Iva e cuneo fiscale è una forma di svalutazione interna che beneficia le imprese esportatrici. E' una ricetta classica, un'opzione sostenuta da buone ragioni". Poi parla di Irpef: "La riduzione non è prevista nel Def perchè il documento contiene solo un quadro generale, se ne discuterà al momento della legge di bilancio: l'ipotesi non è stata esclusa". Capitolo liberalizzazioni, Padoan commenta la riduzione dell'obiettivo, che nel Def è stato indicato in 5 mld: "E' una scelta dettata da un atteggiamento prudenziale, non dall'opposizione della maggioranza. Per ottenere quello 0,5% di Pil (8 mld) dovremmo darci obiettivi non realistici sul fronte della valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico. Ho presentato in Cdm la proposta di cedere a Cdp le partecipazioni del Mef, mantenendo in pieno il controllo". A proposito di liberalizzazioni, il Sole (in prima e p.5) parla di "fase 2" per decreto, che dovrebbe contenere la norma "anti-scorrerie" e la riforma dei servizi pubblici locali. Per Codogno (Sole p.5) se il governo riuscisse a mantenere le promesse del Def sarebbe un grosso risultato. Ma con le elezioni alle porte e la fine dell'ombrello Bce, il debito italiano è tornato sotto i riflettori: serve a breve una svolta. Alesina e Giavazzi nell'editoriale del Corriere apprezzano la gestione di Gentiloni della manovrina, senza alzare le tasse. Ma ora inizia la partita vera si gioca con gli investitori, per superare l'esame non basta parlare di decimali di deficit, ma serve una svolta di governance fiscale sul debito. L'Italia deve dimostrare di saper ridurre la spesa pubblica, restringendo il perimetro del pubblico e ripensando il nostro stato sociale.

ITALIA-POLITICA
"Per il governo è arrivato il momento di fare di più": sulla Stampa (p.8) Deborah Serracchiani avverte Palazzo Chigi: "Come ha detto Renzi, siamo responsabili e convinti che il governo debba andare avanti. Ma deve farlo con determinazione. Non saremo noi a dare problemi, ma bisogna fare di più e chiedere che l'applicazione delle regole europee non incida troppo sui bilanci in termini di spesa, e che ci siano investimenti nelle opere pubbliche. Inoltre il governon non deve rinunciare a tagliare le tasse, mi auguro anche che tagli l'Irpef 2018".
Inchiesta Consip, indagine sui conflitti di interessi: scoperta consulenza alla moglie di un alto funzionario. A Napoli iniziate le verifiche di Orlano (Corriere p.5). Cantone al Corriere: "I gruppi di potere si sono spartiti gli appalti pubblici. Consip è, per me, uno strumento indispensabile per governare la politica degli appalti, ma la scelta di centralizzare non può incidere sulla concorrenza, non si può consentire la creazione di 'cartelli' che schiacciano di più deboli". Intanto il Fatto (in prima e p.4-5) si concentra sulla svolta di Orlando sul caso Consip: attacca il Noe e "assolve" Renzi. E' la conseguenza delle primarie Pd ormai perse, per questo lo sfidante cerca un ruolo nel nuovo corso renziano. Il guardasigilli all'Unità (in prima e p.4-5) non si dà per vinto e spiega: "Così cambierò il Pd, senza un cambio di passo perderemo le elezioni". Renzi, intanto, pronto a salutare la vittoria alle primarie, dai gazebo punta ad ottenere il controllo dei due terzi dell'assemblea. L'ex premier ragiona già in clima di elezioni politiche e si prepara al duello con il M5S (Corriere p.6): vorrebbe un confronto diretto in tv, ma non con tutti. "Non voglio un sparring partner – dice Renzi -. Inutile che mandino Di Maio, che non può prendere decisioni perchè comandano Grillo e Casaleggio. E' con uno di loro due che voglio il confronto".
Nel Centrodestra, Salvini al Fatto (in prima e p.12): "Il 12% per la Lega sarebbe il massimo storico, ma io non mi accontento". Parlando di un'alleanza di centrodestra, definisce "da famiglia Addams il ritratto di famiglia del vecchio centrodestra. Io non mi metto in posa in questo ritratto, magari pure con Alfano. Io sto con la Meloni e insieme stiamo benone". Intanto i sondaggi premiano il centrodestra, il listone unico sarebbe davanti a tutti, e Maroni spinge Salvini all'accordo con gli alleati (Giornale p.8).

EUROPA/MONDO
Clima sempre più rovente, la Corea del Nord mostra i nuovi "missili intercontinentali" e cresce la tensione con gli Usa. Un arsenale modesto, ma basta a minacciare gli occidentali (Messaggero p.5). Secondo gli analisti, entro il 2020 un ordigno nordcoreano potrebbe essere in grado di colpire l'America. "Pronti alla guerra nucleare" dicono i nordcoreani, ma Pechino ferma il test atomico (su tutti). Sue Mi Terry, consigliera di Obama, a Repubblica (p.3): "La Corea del Nord vuole essere accettata come Stato nucleare, la finestra di tempo per fermare Pyongyang è ridotta. Gli Usa sanno che solo la Cina può fare qualcosa e fanno pressione. Ma se la Cina non riesce a contenere le ambizioni nordcoreane un qualche scontro è solo questione di tempo". Per ora, mancando il casus belli, Trump deve decidere se attaccare lo stesso o giocare la carta della diplomazia (Messaggero p.4). Prodi a Repubblica (p.4): "Trump non può fare nulla che provochi la reazione della Cina. Solo Pechino può fare qualcosa: mollare la Corea del Nord facendo un favore agli Usa, ma l'America pagherà un prezzo altissimo, una delle cose che chiederà Pechino sarà chiudere un occhio sulle restrizioni commerciali". Stampa (p.4) parla di intesa America-Cina per risolvere la crisi, e Pechino blocca le forniture di petrolio alla Corea. Il politologo americano Berman al Corriere (in prima e p.2): "Trump manda le navi, non ha una strategia. Contro Pyongyang servono russi e cinesi". E il Giornale (p.5) è sicuro: Trump li coinvolgerà. Intanto un'inchiesta della Stampa (in prima e p.2-3) evidenzia il boom del mercato delle armi. Mai così tante dalla Guerra Fredda. Cresce soprattutto il mercato mediorientale (+86%), decisiva la cyber-sicurezza. In Italia mancano soldi e regia comune.
Francia, corsa all'Eliseo: domenica prossima il primo turno. Ora la sinistra radicale tallona Le Pen e Macron (Messaggero p.10). I sondaggi vedono la rimonta di Mèlenchon, una parte dell'elettorato di protesta sta abbandonando Fn. Macron, candidato di "En Marche!" parla al Sole: "Rinfonderò il progetto europeo, ripartiamo da riforma dell'Eurozona, confini più sicuri e subito un budget per la difesa comune". Macron punta anche sull'industria europea: "Bisogna rivedere le regole europee contro il dumping con un controllo degli investimenti stranieri cnei settori strategici della nostra economia e costituire un fondo di sostegno alle nostre imprese, soprattutto nel digitale".
Turchia, oggi al voto sul referendum costituzionale per i "superpoteri" a Erdogan (messaggero e tutti). "Sarà il giorno in cui il popolo darà una lezione a quei Paesi europei che negli ultimi due mesi hanno compiuto ogni sorta di illegalità per scoraggiarci" ha detto il presidente turco. Per il Giornale (p.14) la Turchia è a un passo dalla dittatura del "Sultano".

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