Commentario dell'8.01.2017

IN PRIMA PAGINA
"Vi racconto il mio piano sicurezza": sull'Espresso intervista a Minniti. "Se falliamo sui migranti non ci saranno sconti". Domani il ministro in Libia: finanziamenti in cambio dello stop al flusso dei profughi (Messaggero). Bruxelles sostiene la strategia Minniti (Sole). Sul Giornale il nuovo piano per difenderci dal terrorismo. Roberti al Fatto: "Sulla jhiad euro indagini solo se l'Isis fa strage". Il Giornale: è l'ora delle leggi speciali. Sulla Stampa intervista a Papa Francesco: "Ho capito che dovevo viaggiare dopo la missione a Lampedusa". Spazio anche alla politica. Renzi rallenta la corsa alle elezioni (Giornale), Meloni accelera: "Le primarie e voto subito" (QN). Gentiloni e la Boschi già ai ferri corti (Fatto). Oggi le Province al voto. Esistono ancora e battono cassa: "Ora un miliardo" (Corriere, Fatto). Su Repubblica l'Italia dei furbetti, tra inabilità al lavoro e falsi permessi. Ma dopo 4 anni metà diplomati non trova lavoro (Messaggero). Dall'estero lo scontro Trump-Obama e la tensione Usa-Russia. Obama: "Putin non è dei nostri" (Repubblica). Trump: da stupidi non avere buoni rapporti con Mosca (Sole). Anche Berlino teme blitz anti Merkel (Corriere). In cronaca l'Italia al gelo (Corriere): 8 vittime, allerta in 6 Regioni (Sole). Il clima impazzito manda in tilt l'Italia (Stampa). Il Giornale: fa freddo, per questo si chiama inverno.

ITALIA-ECONOMIA
"Giù subito l'Irpef per incoraggiare la ripresa": sul Corriere (p.29) intervista a Sangalli (Confcommercio). "C'è qualche dato positivo su investimenti, inflazione, occupazione, reddito disponibile. Ma che questo si traduca in maggiori consumi non è scontato. La fiducia di imprese e famiglie è decrescente, il quadro complessivo resta fragile, le nostre previsioni per il 2017 non superano l'1% per il pil e lo 0,6% dei consumi". Per accelerare "serve un cambio di registro: abbandonare la logica dei bonus, eliminare sprechi e spesa pubblica improduttiva trovando così le risorse per una riduzione generalizzata delle aliquote Irpef". Sangalli chiede anche che le misure per le banche e per la lotta alla povertà non siano "finanziate" dall'aumento dell'Iva. Previsioni sul 2017 anche dalla Cgia di Mestre: per l'Italia un anno in chiaroscuro, con meno tasse e più lavoro. Ma il ritorno ai livelli pre-crisi avverrà solo nel 2024 (Messaggero p.14). 
Sempre in primo piano le banche, tra aumenti di capitale, tagli di personale, rimborsi dei soci (Avvenire p.19). Boccia (Pd) ad Avvenire: "Serve un time out sul capitalismo italiano e sul sistema bancario. Troppa opacità nelle scelte, senza visione strategica. Mi preoccupa la sciatteria con cui la politica ha affrontato questo snodo". E dopo Mps lo Stato deve guardare a quello che succede in Unicredit. Sul Corriere (p.8) il fronte favorevole a una commissione di inchiesta su Mps: martedì il voto in Senato sulla richiesta del M5S.
Su Repubblica (p.2 e 3) l'Italia degli imboscati, tra inidonei al lavoro per il quale si è assunti, beneficiari di permessi per disabilità, congedi e benefici ottenuti illegittimamente. Ichino: "Nel pubblico abuso di benefici perché i dirigenti non motivano i dipendenti e non fanno i controlli dovuti". Sul Messaggero (p.13) chi al lavoro non riesce ad accedere: neanche il diploma aiuta. Nel 2015 lavorava solo il 45,9% dei ragazzi diplomati nel 2011. Tra loro il 31,3% studia solamente, il 23,4% lavora solamente, mentre tutte le scuole (e l'Università) perdono iscritti, anche per il calo demografico.

ITALIA-POLITICA
"Voto anticipato? Per Renzi sarebbe un harakiri" dice Casini a Repubblica (p.12). "Gli italiani hanno di fronte grandi problemi, dalle banche all'immigrazione. E invece nella maggioranza si discute della data del voto. Si rischia una seconda catastrofe, dopo quella del referendum". Quanto a Renzi "rifletta sul fatto che a scalpitare con lui per le elezioni ci sono Grillo e Salvini". Anche Berlusconi, scrive la Stampa (p.10), contrario alle elezioni anticipate, continua a far melina ma sarebbe tentato dall'offerta di Renzi: legge elettorale proporzionale per mollare la Lega in cambio del voto subito. Ma il Cavaliere non ha fretta, e Fi aspetta la sentenza della Consulta. Renzi invece non vuole aspettare la sentenza della Corte e preme su Gentiloni per creare subito un tavolo sulla legge elettorale (Repubblica p.12). Prima scelta, il Mattarellum, ma il sistema maggioritario piace solo alla Lega. "Col Mattarellum si aiuta Grillo. Il proporzionale conviene a tutti" titola Libero (p.8) pubblicando le simulazioni elaborate da Cise.Luiss.it basate sulle intenzioni di voto per la Camera dell'ultimo sondaggio Cise-Sole 24 Ore. Le proiezioni del sondaggio sul Mattarellum danno 279 seggi a Pd-Ncd, 274 seggi al M5S, 69 seggi al centrodestra, 7 seggi a Sel. Dunque "un sistema rischiosissimo per i due perni delle coalizioni di centrodestra e centrosinistra: a vincere sarebbe il M5S che avrebbe la maggioranza dei seggi sia alla Camera che al Senato". Con il Consultellum ciascun partito correrebbe con un proprio candidato premier: il M5S sarebbe il primo partito (208 seggi, contro i 207 del Pd) ma l'esito finale sarebbe un governo di larga coalizione sostenuto a Pd, FI e forse Ap.
Sul Messaggero (p.7) il pressing dei renziani su Poletti perché lasci evitando al governo il voto di fiducia. E' la prima grana per Gentiloni in aula, e il ministro è rimasto solo a difendersi ma se dovesse opporsi alle dimissioni il Pd cercherà di rimandare il più possibile il voto sulla mozione di sfiducia firmata da M5S e Sinistra Italiana. Su Repubblica (p.15) intervista al figlio del ministro Manuel Poletti: "Insultato sui social e minacciato di morte, vivo da recluso senza avere privilegi".

EUROPA
"Sulla sicurezza e sull'immigrazione ci giochiamo gli equilibri democratici dell'Europa e dell'Italia" dice il ministro dell'Interno Minniti all'Espresso (p.26 e ss), prefigurando una svolta culturale e politica della sinistra su sicurezza e immigrazione. Pesano gli esempi della Francia – dove la sinistra è affondata sotto il peso delle paure di migranti e terroristi - e Germania, dove è la Merkel a rischiare il naufragio. L'Italia è una polveriera pronta a esplodere a un momento all'altro, scrive Damilano. "Senza Schengen l'Europa non esiste ma la libertà di circolazione può essere garantita solo se le frontiere esterne sono sicure. Nel 2017 si voterà in Germania, Francia, Olanda: di fronte al proprio elettorato nessuno farà sconti a nessuno, meno che mai all'Italia. Se riusciamo a fare qualcosa in Italia aiutiamo gli altri partiti democratici in Europa, se falliamo noi non ci faranno sconti". E per l'Italia Minniti spolvera concetti come severità e accoglienza. "Se non c'è severità sul rimpatrio non si fa neppure accoglienza". Il piano muoverà in due direzioni: primo pacchetto sull'immigrazione, il secondo sulla sicurezza urbana. Per la gestione dei migranti si va dalla riapertura dei Cie, a una politica più rigorosa di rimpatri, all'attivazione di una collaborazione con l'Islam, esterna e interna.  Poi l'intervento sulle città: "Pattuglie sul territorio ma anche illuminazione pubblica, lotta al degrado, sviluppo urbanistico". Il piano Minniti sarà pronto tra qualche settimana, per essere poi tradotto in proposte legislative da discutere in Parlamento. Sul Messaggero (in apertura e a p.3) il viaggio di Minniti domani in Libia per trovare un accordo sulla riduzione degli sbarchi: controlli in mare in cambio di finanziamenti come ai tempi di Gheddafi, Ma il governo Serraj è debole e pesa il "No" del generale Haftar. Complessivamente, sugli sbarchi, Bruxelles appoggia la linea dura dell'Italia (Messaggero p.2 e altri). Giovedì l'incontro tra Minniti e il commissario Avramopulos: "Il governo è sulla strada giusta". Gozi al Messaggero (p.2): "Ma ora l'Europa ci aiuti nei rimpatri e modifiche le norme sul diritto d'asilo". 

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