Commentario del 19.01.2017

IN PRIMA PAGINA
Scosse, neve e dispersi, Centro Italia in ginocchio (Corriere e Stampa): "Aiutateci". Giornale: ma i nostri non arrivano. In primo piano su tutti il dramma del terremoto infinito, 45 mila scosse in 5 mesi che l'Europa non vuole vedere (Sole). Bertolaso: Protezione incivile (Tempo). In evidenza anche l'incontro Gentiloni-Merkel: "No a un'Europa a due rigidità" (Sole). Anche Padoan attacca: "Il problema è Bruxelles" (Stampa). Ma Libero parla di Gentiloni in ginocchio dalla Merkel: il viaggio a Berlino un atto di vassallaggio. Al seguito del premier anche le imprese. Kempf (Confindustria tedesca): ai governi proposte condivise con gli industriali italiani (Sole). Sul Corriere intervista a Rossi (Bankitalia): "Grandi aziende per ripartire". Su Avvenire parla la Boldrini: "Conto la povertà più Stato e più Ue". Sul Messaggero i conti dell'Italia: nel 2018 tra statali, aumenti Iva e interessi servono almeno 25 miliardi.  A Washington il passaggio delle consegne tra Obama e Trump tra colpi bassi e ripicche (Messaggero). A Davos il grande gioco di Usa, Cina e Russia. Siniscalco: "L'Europa rischia di sparire". Sul Corriere la storia di Fabiano: "Ero dj Fabo, ora vorrei solo morire". Cieco e tetraplegico da due anni dopo un incidente d'auto, chiede attraverso la sua fidanzata a Mattarella di intervenire per sbloccare la legge per l'eutanasia.


ITALIA-ECONOMIA
Gentiloni a Berlino tiene il punto con la Merkel: "Basta con la rigidità sui bilanci" (Stampa in prima e a p.8 e su tutti). Come Mattarella, anche il premier contesta "un'Europa a due rigidità" (Sole in apertura e a p.5 e su tutti): "molto sui decimali di bilancio, molto meno sulla questione migratoria".  Per la Stampa un messaggio neanche troppo in codice per dire che manovre di aggiustamento dei conti l'Italia non le vuole fare. Anche Padoan, da Davos, va all'attacco: "C'è un problema, in Europa: si chiama Europa" (Repubblica p.8 e tutti). Il riferimento esplicito a Commissione Ue e a Bce: "Il populismo va preso molto serio. All'Europa è mancata una visione" . Da Moscovici nuovo avvertimento: "Mi dispiace per l'Italia ma alcuni Paesi devono ridurre il deficit perché è un bene per loro". Ma la Stampa (p.9) rivela: tra Juncker e Gentiloni ci sarebbe stata una telefonata distensiva. "Troveremo una soluzione sui conti, non saranno 3 mld a complicare i rapporti". "Sarà la Commissione a dire se l'Italia ha bisogno di una correzione dei conti. Lasciare che il deficit torni a salire o che il debito continui a salire sarebbe un passo indietro. Dobbiamo continuare a fare progressi" dice il presidente dell'Eurogruppo Dijsselbloem a Repubblica (p.9). E sulle banche: "Positivo che governo e supervisori siano all'opera per risolvere questi problemi ma è cruciale che questo avvenga all'interno delle regole dell'unione bancaria". "L'Italia? Riparte solo da giustizia, formazione e grandi aziende" dice al Corriere (p.11) il dg di Bankitalia Salvatore Rossi. "Siamo in affanno perché non ci siamo adeguati a un mondo che è cambiato, con tecnologie nuove e mercati globalizzati. Negli anni 70 molte grandi aziende italiane o sono finite all'estero o si sono rimpicciolite. Il nuovo mondo esige invece che ci siano grandi imprese che si mettano alla testa dello sviluppo, ai primi posti nelle catene globali che creano valore". "Contro la povertà serve più Stato e un ministro del Lavoro europeo" dice la presidente Boldrini a Avvenire (p.8). "Le disuguaglianze economiche e sociali stanno diventando anche un'emergenza politica, perché non c'è redistribuzione della ricchezza. La politica deve mettere al centro dell'agenda disuguaglianza e povertà". Per la Boldrini "servono programmi specifici per il Meridione, politiche occupazionali e industriali e soprattutto l'intervento pubblico. Solo a un intervento mirato dello Stato seguirà l'investimento privato". E l'Europa "dovrebbe stanziare per i cittadini indigenti un reddito di dignità per i momenti più difficili".

ITALIA-POLITICA
"Con Renzi non vinceremo mai – dice D'Alema al Corriere (p.19) – Tra lui e una parte del  nostro mondo c'è una rottura sentimentale difficilmente recuperabile. Lui insiste sui ballottaggi ma oggi il Pd è un partito isolato. L'unica mano tesa verso il Pd è quella di Berlusconi, che ha bisogno del governo contro la scalata Vivendi. Ma non credo che questo corrisponda al sentimento dell'elettorato del centrodestra". Per D'Alema nemmeno in prospettiva Pd e FI avranno i numeri per un governo. Quanto a Lega e M5S "anziché deprecare il populismo cercando di delegittimare i nostri competitori politici dovremmo cercare di metterci in sintonia con il popolo. Tolta la Raggi, Appendino è considerata il miglio sindaco d'Italia e tra i primi presidenti di Regione ci sono, con Rossi, i leghisti Zaia e Maroni. Stiamo perdendo anche il primato del governo locale".
Anche Delrio critico con la stagione di Renzi al governo: "L'errore più grave è stato aver messo se stesso davanti a tutto.La politica è un'opera collettiva, la complessità del mondo richiede tanti protagonismi" (Corriere p.18).
Su tutti il ritorno di Renzi, in pullman per l'Italia "anche a prenderci fischi se necessario" (Corriere p.18). Ieri il vertice al Nazareno con i segretari regionali del partito, che dovranno diventare le "antenne del territorio". Quanto alla legge elettorale Renzi non esclude più un modello proporzionale: "Quindi dobbiamo prepararci a uno schema di squadra e non più all'uomo solo al comando". 
Intanto il centrodestra si prepara a tornare in piazza. Alla manifestazione "sovranista" organizzata dalla leader di Fdi a Roma il 28 gennaio, oltre a Salvini e Fitto aderirà anche Forza Italia (Corriere p.21). Si avvicina il voto nelle città e Berlusconi sottolinea a quanto tenga alla coalizione. Ma sul voto politico subito continua a frenare: "C'è da fare la legge elettorale e non sarà facile riuscirci per votare prima di novembre".

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