Commentario del 7.01.2017

IN PRIMA PAGINA
"L'Isis stava per colpirci e prima o poi lo farà": su Giornale e QN parla il capo della Polizia Gabrielli. Sulla Stampa la confessione di un tunisino: "Mi hanno reclutato nelle carceri italiane per fare il terrorista". Contro la jihad, pronta una legge per fermare il proselitismo (Messaggero). Rischio terrorismo in primo piano, mentre Frontex certifica il record di sbarchi di immigrati in Italia. 181 mila nel 2016 (Messaggero, Avvenire, Sole). Libero: calano in tutta la Ue, invadono solo noi. Spazio anche alla politica. Boccia (Confindustria) al Mattino: "Gentiloni lavori senza scadenze". Il Foglio: è l'uomo "sodo" al comando, difficile che il governo abbia durata breve. Su Repubblica gli italiani impauriti e stanchi dei partiti: "Nella politica c'è più corruzione". Su Avvenire spazio alla Ue, tra elezioni e populismo.  Tajani: "Stop all'Unione dei burocrati". Pittella: "Non paga la scelta del solo rigore" . Su tutti la strage all'aeroporto in Florida: cinque morti, il killer un ex militare psicolabile. Su Corriere e Repubblica le prove della Cia: "Putin ordinò di aiutare Trump a vincere". Trump: "Hacker russi? Inventati" (Messaggero). Intanto la crescita dei salari Usa spinge dollaro e Wall Street (Sole). Su tutti il Centro-Sud nella morsa polare. "E' soltanto la prima ondata, quest'anno sarà più freddo" (Messaggero). Libero: terremotati a –20, immigrati al caldo. Su tutti anche le supervincite della Lotteria Italia: premiata Milano e il Nord (Messaggero, Mattino).

ITALIA-ECONOMIA
"Riforme, un errore fermarsi. Voucher, non demonizziamo": in un'intervista al Mattino (in apertura e a p.2 e 3) il presidente Boccia torna a far sentire la voce di Confindustria su politica economica, lavoro e riforme. "Il rischio di un ritorno al passato, o meglio, di un rifiuto del futuro esiste e va contrastato. Il Jobs Act, come tutte le riforme, va attuato e applicato e ne vanno valutati gli effetti prima di smontarlo". Quanto ai voucher "non vanno demonizzati, ma meglio disciplinati. Bisogna eliminare le storture e sanzionare gli abusi". Boccia si dice preoccupato della politica protezionistica di Trump – "chiudere le frontiere non è quello che serve per superare una crisi di portata mondiale"-  e per l'Italia maggiore competitività. Va in questa direzione il "Patto per la Fabbrica" allo studio con i sindacati. Sulla Stampa (p.19) il patto Roma-Berlino sull'industria 4.0: il 18 gennaio il vertice italo tedesco per discutere di come promuovere investimenti, crescita, occupazione, presenti Merkel e Gentiloni, i ministri Gabriel e Calenda e i capi delle due Confindustrie, Boccia e Kempf.
Sul Sole (p.5) i dati dell'occupazione dell'Osservatorio dei Consulenti del lavoro: disoccupazione giovanile al 40,3%, doppia rispetto all'Europa, e tasso di occupazione dei lavoratori stranieri superiore a quello degli italiani. In generale, emerge che il livello di istruzione dei lavoratori italiani rispetto a quelli europei è molto basso: solo il 21% dei lavoratori è laureato (contro il 33,4% della media europea), dato che rende ancora più necessarie misure che frenino la fuga all'estero dei giovani laureati. Superiore alla media europea anche la quota di lavoratori italiani con contratti non standard (35,8%). Segnali di ripresa, invece, dai consumi: Contromarca prevede una crescita dello 0,7% nel 2017 (Corriere p.33).

ITALIA-POLITICA
"Gentiloni lavori senza scadenze", dice il presidente di Confindustria Boccia al Mattino (in apertura e a p.2 e 3). "L'Italia ha bisogno di riforme, quella del Jobs Act andava nella direzione giusta. Ma in politica economica servono coerenza e continuità per raggiungere i risultati. Dal governo Gentiloni ci aspettiamo che lavori a pieno ritmo senza farsi condizionare da scadenze più o meno ravvicinate. Il dibattito sui tempi non ci appassiona. A noi interessano le politiche che consentono all'economia di crescere per creare lavoro e benessere". Renzi invece stringe i tempi: l'obiettivo – scrivono Messaggero (p.10) e Corriere (p.12) – è sempre quello di una nuova legge elettorale per andare al voto non oltre giugno. Quanto alla legge elettorale, o si trova un accordo tra partiti oppure si vota con il "Consultellum". Per la Stampa (p.6) e QN (p.7) Renzi punta ad un accordo con Berlusconi: legge elettorale proporzionale con sbarramento al 5% e un piccolo premio di governabilità in cambio del via libera al voto anticipato.  Ma sono molte e trasversali le resistenze al voto anticipato. Per il Foglio (in prima e a p.4) più passa il tempo e più crescono i dubbi che il governo Gentiloni abbia durata breve, tante e tali sono le convergenze tra i nemici di Renzi. Sul Corriere (p.12) l'eclissi del giglio magico: profilo basso per Boschi, Lotti e gli altri. "Ma torneremo" promette Renzi. Intanto è ritorno di fiamma tra Berlusconi e Parisi. Su Repubblica (p.12) intervista a Parisi: "Torno da Berlusconi, meglio primarie divise da quelle di Salvini". "Con Berlusconi c'è un'oggettiva convergenza sull'esigenza di costruire un'area politica liberale, popolare e riformista che abbia nel Ppe il suo punto di riferimento". "Dalla Lega oggi siamo molto lontani su tanti temi fondamentali, dall'Europa alla legge elettorale. Questo è un Paese da ricostruire con gente capace e responsabile, non con politici abili solo nella battuta e nello slogan". Per Libero (p.7) Berlusconi rispolvera Parisi per stuzzicare la Lega. Salvini: "Berlusconi lo ha recuperato? Mi sembra molto confuso".

EUROPA
Sorpresa dalla Brexit, l'economia cresce, smentiti i catastrofisti: su Repubblica (p.13) e altri il mea culpa della Banca d'Inghilterra, che aveva previsto recessione in caso di vittoria del "Leave" mentre il 2016 si è chiuso sugli scudi e il 2017 sta cominciando assai meglio del previsto con manifattura e servizi a livelli record e quasi piena occupazione (benché sostenuta da contratti a zero ore). "Previsioni sbagliate, siamo come meteorologi" l'ammissione del capo economista Andrei Haldane (Sole p.14) "i modelli su cui ci basiamo sono fragili e irrazionali, i problemi sono emersi quando il mondo è cambiato radicalmente e quei modelli si sono dimostrati inadeguati per valutare comportamenti profondamente irrazionali". Ma la maggioranza degli economisti britannici, come Haldane, contina a prevedere a medio e lungo termine un impatto profondamente negativo del divorzio anglo-europeo. Resta poi la confusione strategica su "quale Brexit", in cui, scrive il Sole, si crogiola il premier May, incerta tra strappo totale con la Ue (con la rinuncia al singole market) o patto con la Ue sulla libera circolazione dei lavoratori.

IL CASO
Italiani impauriti e stanchi dei partiti: "Nella politica c'è più corruzione". Su Repubblica (in apertura e a p.2-4) il rapporto Demos su italiani e Stato. Poca fiducia nelle istituzioni: piacciono solo il Papa (82%), le forze dell'ordine (71%) e la scuola (54%); il Quirinale segue al 49%.  In crisi la fiducia verso magistratura (38%) e Unione Europea (29), come pure per associazioni di imprenditori (22%) e Stato (16%). Ancora più indietro sindacati e banche. Parlamento all'11%, partiti al 6%. Molti timori verso gli immigrati: sono un pericolo per il 40%. La paura degli immigrati non è mai stata così alta. Riguardo alla corruzione politica, per il 44% è uguale ai tempi di Tangentopoli, per il 42% più diffusa. Per il 48% degli italiani la democrazia può funzionare senza partiti. Poca fiducia anche negli altri: solo per il 33% la gente è degna di fiducia. Ma cresce l'indice di partecipazione politica e sociale. Folli (Repubblica p.4): nella crisi di credibilità della politica le radici del populismo.


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