Commentario del 16.01.2017

IN PRIMA PAGINA
Ultimatum Ue all'Italia: "manovra da 3,4 mld o rischiate la procedura di infrazione sul deficit" (Repubblica). Intanto La Stampa riporta il rapporto preparato alla vigilia del vertice di Davos che boccia l'Italia su crescita e sviluppo: 27esini su 30.  "Debito e deflazione bloccano la ripresa italiana. Bisogna risolvere il problema delle banche": sulla Stampa il Nobel Spence. Politica, dopo le interviste di ieri, prove di dialogo Renzi-Berlusconi: non si vota subito (Giornale). Ma per il Messaggero la trattativa Pd-Fi spinge per voto anticipato e proporzionale. Intanto Salvini alla Stampa: "Centrodestra finito, pronti a correre da soli". Ma Bossi a Libero: "Potrei fondare un'altra Lega". Sul Sole il sondaggio sul consenso sui sindaci in frenata. La 5S Appendino il primo cittadino più apprezzato, poi Nardella e Pizzarotti, In coda la Raggi. Tra i presidenti di Regione primato a Zaia, poi Rossi e Maroni. Immigrazione. "Chi chiede aiuto dovrà lavorare": la proposta di accoglienza del ministro Minniti (Corriere). Banche. "Soldi ad amici e mogli": prosegue l'inchiesta di Libero che mette nel mirino i favori del Mps. Patuelli (Abi) intervistato da Libero: "Per il crac indagate anche sulla nostra categoria". Intanto Calenda boccia la pubblicazione della lista dei debitori di Mps (su tutti). Fca. Scontro Berlino Roma (Stampa). Berlino attacca l'Italia su Fca. La replica del governo: 2Pensi a Volkswagen" (Messaggero).

ITALIA-ECONOMIA
"Manovra correttiva di almeno 3,4 mld o procedura sul deficit": Repubblica (in prima e p.2) riporta l'ultimatum Ue all'Italia arrivato la scorsa settimana che chiede di aggiustare il deficit strutturale. Avviate le trattative tra Padoan e Moscovici, la Commissione vuole evitare la bocciatura del bilancio italiano da parte dell'Eurogruppo. Entro il primo febbraio è chiesto all'Italia un impegno pubblico, ma Roma chiede più tempo. Per Repubblica (p.2) sono crescita del debito pubblico, caso banche e abbassamento del rating a preoccupare Gentiloni. Il debito pubblico ha toccato il record negativo a novembre di 2,229,4 mld e ora il decreto salva-banche è destinato a gravare ancora.
"Crescita e sviluppo, Italia bocciata": sulla Stampa (in prima e p.2) il rapporto del World Economic Forum, che ha stilato una classifica dei 30 Paesi più ricchi del mondo. L'Italia è solo 27esima, del Belpaese si sottolineano i pessimi risultati su servizi di base e infrastrutture, corruzione, imprenditorialità e disoccupazione giovanile. Tra le note positive, la spesa sanitaria in percentuale al Pil, aspettativa di vita, sanità pubblica e sicurezza sociale. Per il premio Nobel Spence alla Stampa (p.3) "l'Italia per riprendersi deve risolvere le questioni legate a banche e legge elettorale. Ma è il  debito pubblico il problema principali che spinge l'Italia in fondo alla classifica. Poi deflazione e sistema finanziario pesano: le banche vanno ricapitalizzate e il debito delle aziende ristrutturato ma i vincoli di Bruxelles non lo permettono".  Per Roland Berger, intervistato da Fubini (Corriere in prima e p.10) "il problema dell'Italia sono burocrazia, giustizia e un governo incapace di fare riforme. La produttività è un disastro, Roma deve rimanere nella Ue e forse anche nell'euro".

ITALIA-POLITICA
"Renzi e Berlusconi dicono di no ma si preparano all'inciucio": Libero (p.6) e tutti i quotidiani leggono verso un ritorno al Nazareno le dichiarazioni di ieri dei due ex premier. Per Giornale (in prima e p.6-7) si riapre il dialogo tra i due e il voto si allontana. Di diverso avviso il Messaggero (in prima e p.7) che vede un possibile accordo su proporzionale (con sbarramento e premio di maggioranza) e voto anticipato. Per Folli (Repubblica in prima e p.9) Berlusconi offre una sponda e Renzi sembra costretto ad afferrarla, è il leader di Fi ad avere in mano il bandolo della matassa. Per Renzi, la strategia del voto anticipato era un tema propagandistico, ma dall'intervista di ieri si capisce che prevale il principio di realtà. Nel centrodestra, le parole di ieri di Berlusconi non sono piaciute a Meloni e Salvini: assurdo l'asse con Renzi, urne subito (Corriere p.8). Il segretario della Lega alla Stampa (p.7): "Il centrodestra è finito, siamo pronti a correre da soli. Berlusconi e Renzi fuori dal tempo, credono che dopo quello che è successo nel 2016 si possa ancora parlare solo di legge elettorale e inciuci". Ma l'ex segretario Bossi a Libero (in prima e p.7) dice: "Se il partito non cambia linea mi candido al congresso, oppure candido un nome giovane anti-Salvini. Il nostro problema è il Sud, non l'Europa". Nel Pd è Bersani a Repubblica (p.7) a commenta l'intervista di Renzi: "La sconfitta non è servita: il referendum non è stato perso a destra ma nell'idea schematica che per vincere servisse la maggioranza silenziosa, non si può inseguire un centro che non esiste più. Bisogna svoltare a sinistra su fisco e welfare".

EUROPA/ESTERI
"Basta stranieri dall'Ue": Theresa May prepara la linea dura per le trattative di uscita dall'Ue (Stampa p.5). Domani annuncerà il piano che punterà all'uscita dal mercato unico per avere il controllo dei confini. Trump, intervistato ieri dal Sunday Times annuncia misure per rendere più sicuri i confini Usa: restrizioni per chi viene da Paesi a rischio ma anche per i cittadini europei (Corriere p.12). Il presidente americano, che definisce "una grande cosa" la Brexit – annunciando un accordo commerciale con il Regno Unito – si dice convinto che altri Paesi lasceranno l'Ue. Intanto si susseguono le voci di un imminente incontro con Putin, ma il portavoce di Trump smentisce. "E' finita l'utopia della globalizzazione" dice l'ex ministro Tremonti al Corriere (p.12). E sui rapporti tra Usa e Ue all'epoca di Trump, dice: "Penso che la presidenza Trump privilegerà i rapporti bilaterali con i singoli stati, l'Ue è un'astrazione materializzata da un nome".

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