Commentario del 21.01.2017

IN PRIMA PAGINA
Miracolo sotto la neve (Stampa): 10 sopravvissuti nell'hotel travolto dalla slavina, 4 sono bambini. Il Giornale: Dio e i pompieri più forti dello Stato. Gentiloni: la Ue capirà l'emergenza (Sole). Ma è polemica su soccorsi e ricostruzione. I dimenticati del terremoto: ci serve tutto (Stampa). Le giravolte dei politici sulla Protezione civile: "efficiente". "No, disastro" (Stampa). L'altra notizia del giorno è il giuramento di Trump: bye bye a Obama: "l'America agli americani" (Fatto). "Compra e assumi americano" (Sole). "L'America prima di tutto" (Avvenire). Trump giura di fare Trump (Giornale). Libero: Peggiore di Obama Trump non può essere. "Serve un nuovo riformismo: l'Europa si sbrighi a ripensarsi" dice Prodi ad Avvenire. Libero contro Draghi e Tajani: l'Italia occupa due poltrone ma conta zero. Sul Sole il ranking sulla giustizia civile: l'Italia si avvicina all'Europa ma le sfide non sono finite (Sole). Sul Corriere intervista al presidente Grasso: "La legislatura arrivi al 2018".

ITALIA-ECONOMIA
Deficit, il vice presidente della Commissione Ue Dombrovskis chiede impegni vincolanti all'Italia: prima ancora che misure per correggere i conti, scrive il Corriere (p.38) Bruxelles chiede parole chiare che non possano poi essere disconosciute. Dombrovskis vuole una lista dettagliata dei provvedimenti con i quali l'Italia correggerà il bilancio e vuole che siano resi pubblici. L'obiettivo della Commissione è spingere Roma a correggere il bilancio tagliando la spesa piuttosto che aumentando le entrati fiscali: al governo la libertà di "miscelare" le misure purché siano di natura strutturale. E questo entro fine gennaio. Al contrario, per il Messaggero il governo non farà nessun decreto: Roma si limiterà a una "manutenzione" dei conti, spalmando su due anni i 3,4 mld chiesti da Bruxelles. Intanto Bankitalia conferma per il 2017 l'aumento del pil allo 0,9%, purché il processo di riforme non si fermi e non si scateni una nuova crisi bancaria e dello spread. Bankitalia preoccupata anche dalla fuga dei risparmiatori dai titoli di Stato italiani, che per trovare rendimenti più elevati hanno acquistato titoli all'estero e investito in risparmio gestito.
"L'Italia non è sotto scacco, quello che conta è la crescita" dice Recchi (Telecom) alla Stampa (p.27) ma da noi "fare impresa è un mestiere da eroi". E sull'offensiva francese per conquistare aziende italiane: "L'italianità non è necessariamente un valore in sé. Quello che conta è la capacità del sistema economico di essere attrattivo. Negli ultimi 30 anni si è fatto di tutto per scoraggiare gli imprenditori con burocrazia e impedimenti. Creare ricchezza in questo Paese è quasi diventata una colpa. Risultato: molti italiani sono i primi a volersene andare".

ITALIA-POLITICA
"La legislatura duri fino al 2018 per recuperare il tempo perduto": sul Corriere (in prima e p.17) parla il presidente del Senato Grasso, che chiede al governo di occuparsi delle priorità per il Paese "mentre è il Parlamento che deve occuparsi della legge elettorale". E contro chi definisce quello Gentiloni un esecutivo fotocopia, dice: "Sono cambiati pochi elementi, ma il direttore è diverso e vuol dire molto". Intanto si attende la Consulta sull'Italicum. Con il ballottaggio a rischio, Renzi punta al premio per salvare la "vocazione maggioritaria": l'ipotesi più accreditata, infatti, è che i giudici boccino i due turni ma mantengano il bonus del 55% per la lista che supera il 40% (Sole p.8). Pd, slitta la presentazione della nuova segreteria, che dovrebbe essere comunque annunciata entro la prossima settimana (Messaggero p.14). Intanto tra i dem riparte la sfida a Renzi: D'Alema, abbandonata l'ipotesi scissione, punta alla battaglia interna. Ma le posizioni a sinistra, interne ed esterne, sono tante e variegate. Per Meli (Corriere p.16) l'obiettivo degli avversari interni di Renzi è non farlo arrivare alle elezioni e disarcionarlo al congresso: secondo la minoranza, se salta il voto a giugno si potrà tentare la scalata al voto. Nella minoranza si cerca il nuovo Prodi (Repubblica p.18).

USA-EUROPA
Trump giura: "Ora il potere ritornerà al popolo" (Corriere p.10 e tutti). "Per troppo tempo i politici hanno prosperato mentre la gente soffriva per la mancanza di lavoro e le fabbriche chiudevano. Questo massacro americano finisce qui" ha detto il presidente, in un discorso breve ma duro, all'insegna dell'America first. "Compra e assumi americano" l'altro motto del presidente (Sole p.4) che promette crescita al 4% e 25 milioni di nuovi posti di lavoro. Che presidente sarà? "Jazz, pura improvvisazione, a seconda delle circostanze" dice al Corriere il giornalista americano Michael Wolff. "Unica certezza: l'ostilità di fondo a tutto ciò che sa di liberal". Tremonti, tra i pochi invitati italiani: "Trump ha ripristinato l'anglosfera, la centralità del rapporto con Londra – dice al Corriere p.13 – Per il resto giocherà tutto sui rapporti bilaterali, on la Russia e la Germania. Gli altri avranno problemi. E la Ue faticherà ad essere riconosciuta". "Per Trump l'Europa si riduce essenzialmente alla Germania – dice Caracciolo a l'Unità (p.5) – il fatto che dichiari obsoleta la Nato significa che noi europei dovremo cominciare a ragionare su una difesa europea, anche se in questa fase resterà un'utopia".  "L'Europa è avvisata, Trump farà sul serio", scrive la Cerretelli sul Sole. L'unica speranza è che il pugno allo stomaco serva all'Unione per uscire dal suo autismo, smettendola di vivacchiare indifferente al nuovo mondo che le sta crollando addosso. Prodi ad Avvenire (in prima e p.11): "Guardo Trump con preoccupazione curiosa. La politica che farà verso l'Ue sarà del tutto inedita: in campagna elettorale ha ignorato l'Ue, salvo poi attaccarla ultimamente. Ora si apre la necessità di rinnovare i rapporti con la Russia".

©riproduzione riservata


Nessun commento:

Posta un commento