Commentario del 10.01.2017

IN PRIMA PAGINA
Europa, schiaffo dei liberali a Grillo (Stampa e tutti): gli amici di Monti scaricano i grillini (Libero). Grillo: bloccati dall'establishment. Intanto a sinistra Pisapia lancia la Boldrini (Repubblica). L'Unità: Renzi prepara il voto a giugno e alle primarie sfiderà la Boldrini. Sul Foglio "buone ragioni per non votare subito". In primo piano anche le banche: il governo apre alla pubblicazione delle liste dei grandi debitori (Corriere, Messaggero). Soro (Privacy) al Mattino: "Lista nera solo per le aziende". Una "guerra per banche" per il Fatto: i banchieri per salvare se stessi rinfacciano i crac ai debitori. Spazio anche al lavoro: più occupati ma crescono i disoccupati tra i giovani (Sole). Quasi il 40% degli under 24 è senza occupazione (Repubblica). La Stampa: il Jobs Act funziona meno. Sul Sole la ricetta di De Vincenti: "Cambia il bonus Sud, si riparte da 500 milioni". Intanto Marchionne annuncia un investimento da 1 mld negli Usa e Trump ringrazia (Messaggero). Sul Sole l'accordo Roma-Tripoli contro l'immigrazione illegale. Nell'intesa migranti, terrorismo e petrolio (Stampa). Libero: Minniti ricicla il patto Berlusconi-Gheddafi. In cronaca l'Italia delle scuole al gelo: cappelli e coperte in aula (Corriere). Su tutti l'addio a Barman, il teorico della società liquida (Stampa).

ITALIA-ECONOMIA
Banche, il governo apre sulla lista dei debitori (Corriere p.9 e tutti): ieri premier a consulto con Finocchiaro, Zanda e Rosato sul "lodo Patuelli", la proposta del presidente dell'Abi per fare chiarezza sui debitori insolventi delle banche sostenute con fondi statali (Mps ma anche Etruria e le altre banche "salvate" nel 2015). Per Gentiloni, scrive il Messaggero (p.7) è un atto dovuto divulgare i nomi di chi non ha onorato gli impegni con Siena fatte salve le tutele giuridiche. Soro (Garante Privacy) al Mattino (in prima e a p.11): "Lista nera solo per le aziende". "Non si possono esporre tutti alla gogna mediatica. Nel caso di Mps l'elevata dimensione del debito è dipesa soprattutto dalle aziende che non sono tutelate dalla privacy, i cui nomi potrebbero dunque essere resi pubblici. In ogni caso vanno esclusi i piccoli debitori". Critico il Fatto (in apertura e a p.6 e 7): "è una guerra per banche". Per salvare se stessi i banchieri dell'Abi rinfacciano i crac ai debitori. Anche il Sole (p.2) sottolinea la necessità di non dimenticare le responsabilità dei manager nella concessione facile o interessata dei crediti. Idem la Fabi: il 78% dei 186 mld  di sofferenze nasce da prestiti superiori a 250 mila euro, quindi deliberati da dg, cda o consigli di gestione. Oggi in Senato il via alla discussione del decreto salva-banche. In primo piano anche il lavoro, con la disoccupazione che risale (11,9% a novembre) come pure gli occupati (+19mila su scala mensile, +201 mila su scala annua) ma solo tra gli over 50 (Sole p.7). "Le misure del Jobs Act funzionano sempre meno" scrive la Stampa (p.5). L'emergenza è la disoccupazione giovanile al 39,4% (Repubblica p.8), con l'Italia terz'ultima nella Ue. Del Conte (Anpal): "Per loro manca la domanda". Sul Corriere (p.6) il ritorno degli over 50, l'ex segmento debole del mercato del lavoro. E' l'effetto statistico dell'aumento dell'età pensionabile della Legge Fornero ma non solo. Dell'Aringa: "Le aziende sono state contente di mantenere nei propri ranghi 50enni affidabili per cultura del lavoro e competenze". 

ITALIA-POLITICA
Su tutti l'euroschiaffo dei liberali a Grillo (Stampa): Alde chiude la porta al gruppo comune con il M5S. Fatto parla di "giravolta dei liberali sulla giravolta dei grillini". La base del M5S aveva dato il via libera all'accordo, ma Verhostadft fa saltare tutto per una rivolta interna (Corriere in prima e p.2 e tutti). Il numero due dell'Alde, Federley al Corriere (p.3): "Il 50% era contro: ingresso impossibile". Grillo: "E' l'establishment che ha fermato il nostro ingresso" perchè "abbiamo fatto tremare il sistema come mai prima". L'europarlamentare 5S Pedicini al Corriere: "Hanno fatto marcia indietro perchè ci temono". Cohn-Bendit, ex leader dei liberali al Parlamento Ue alla Stampa (p.3): "Hanno azzardato entrambi e hanno perso, il M5S ha provato a diventare più accettabile agli occhi dell'Ue, magari era solo una finta". Il sottosegretario Gozi ad Avvenire (p.8): "La volta del Movimento è un segnale: noi vogliamo cambiare l'Ue, M5S sostenga i nostri sforzi". Per Franco (Corriere p.11) è un doppio schiaffo: restituisce al M5S il ruolo di impresentabile ed evidenzia il verticismo delle decisioni. Ora per i 5S a rischio fondi europei e si prospettano tagli al personale (Corriere p.5). Nel gruppo misto, il Movimento rischia l'irrilevanza (Messaggero p.3).
Centrosinistra, Pisapia lancia Boldrini. Sinistra pronta alla scissione (Repubblica p.7): la presidente della Camera in pole per le primarie del partito dell'ex sindaco di Milano. In avvicinamento anche l'ex M5S Pizzarotti. Intanto nel Pd Renzi lavora alla nuova squadra e cambia "ricetta" puntando su giovani e intellettuali (Repubblica p.6). "Stiamo definendo al meglio le nostre 'idee per l'Italia'" dice al QN (p.6) Guerini, che torna anche sulla legge elettorale: "Noi da sempre favorevoli al dialogo, anche prima della Consulta, che se dovesse mantenere il ballottaggio per noi sarebbe ottimo, ricordo che questa è la posizione storica del Pd".

ESTERI
Italia-Libia, intesa contro il traffico di migranti (Sole p.8 e tutti): il ministro Minniti a Tripoli per presentare il piano anti-scafisti che prevede il coinvolgimento della Guardia costiera libica. Entro fine mese sarà firmato il trattato di cooperazione con il governo libico di Serraj. "Abbiamo perso sei anni" attacca Libero (in prima e p.11) che parla di "riciclo" del patto Berlusconi-Gheddafi. Saranno dati soldi alla Libia perchè fermi i barconi, ma la guerra renderà tutto più difficile. Il ministro dell'Interno, a Tripoli anche per la riapertura della ambasciata italiana, annuncia cooperazione con il governo libico anche su petrolio e terrorismo per impedire il ritorno di foreign fighters sulle coste italiane e stoppare il contrabbando di petrolio illegale (Stampa p.6). Il vicepremier di TRipoli Maitig alla Stampa (p.7): "L'Italia dimostra ancora di essere il Paese europeo più vicino alla Libia: uniti combatteremo il traffico di esseri umani. Non abbiamo bisogno di risorse in denaro ma di stabilità politica e organizzazione, l'Italia può aiutare a migliorare la nostra polizia". Ma a minacciare la stabilità dell'accordo potrebbe essere il generale di Tobruk, Haftar, che chiede un suo coinvolgimento nelle trattative e il riconoscimento del suo ruolo quale rappresentante istituzionale libico al pari di Serraj. Il suo coinvolgimento potrebbe essere decisivo per fermare i flussi migratori nei confini meridionali della Libia (Stampa p.7).

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