Commentario del 27.01.2017

IN PRIMA PAGINA
Effetto Consulta sulla politica: è paralisi (QN). Berlusconi al Foglio: "Le mie condizioni per andare al voto". Salvini alla Stampa: "Nessuna intesa con Alfano&C". Sull'Unità le grandi manovre nel Pd per il voto a giugno. Sul Giornale le trame dei dem anti-Renzi per fermare la corsa alle urne. Ferrara all'Unità: "Addio maggioritario, è tornata la Repubblica dei partiti". Prime simulazioni: Paese ingovernabile (Giornale). Per Berlusconi "il problema resta la gnocca" (Libero): "Pagò le Olgettine fino a due mesi fa" (Messaggero). Sulla Verità i paradisi fiscali dei renziani. In Cassazione Canzio critica i pm - "Processi show, freno ai pm" (Messaggero) – alla Cei Galantino critica i politici:  "Sulla riforma elettorale non avete fatto il vostro lavoro" (Corriere, Sole).
In primo piano anche la lite con l'Europa sui conti pubblici (Corriere). Bruxelles: "Da Roma spettiamo risposte, le spese per il sisma non c'entrano" (Messaggero). Verso la procedura di infrazione (Avvenire). Su Repubblica il piano B del governo: no alla manovra se si vota a giugno. Sul Giornale il dossier choc di Mediobanca: uscire dall'euro è un affare.
Sul Messaggero intervista al premier spagnolo Rajoy: "Madrid vuole dalla Ue più flessibilità". Negli Usa Trump rompe con il Messico e annuncia nuove tasse sulle importazioni (Sole).
A Roma Raggi sotto assedio tratta con la Procura sul patteggiamento (Messaggero). Balle spaziali, per il Fatto. Sulla Stampa lo sfogo contro Grillo: mi imposero le nomine. Il Giornale parla di Raggi terrorizzata dalle manette: e ora pensa di autosospendersi.

ITALIA-ECONOMIA
Conti pubblici, tra Roma e Bruxelles scoppia il caso terremoto (Corriere in apertura e a p.8). A Gentiloni che parlava di costi aggiuntivi per 1 mld, risponde Moscovici per dire che le nuove spese per il sisma non rientrano nella discussione in corso sulla manovra correttiva da 3,4 mld chiesta dalla Ue all'Italia per rimettere i conti in ordine. Orfini: "Moscovici sconcertante, austerity inaccettabile e offensiva, la lettera di Bruxelles è irricevibile". Governo pronto allo scontro: per Repubblica (in apertura e a p.4) e Messaggero (in prima e a p.9) l'idea è quella di far saltare il tavolo e non intervenire sui conti. E se si dovesse votare a giugno, impostare la campagna elettorale sul No all'Europa. Tra i falchi Renzi e Calenda; Gentiloni più cauto. Il Tesoro si prepara per lo scenario peggiore, ovvero il commissariamento europeo, e studia gli effetti della procedura sullo spread: il rischio è risparmiare 3,4 mld e poi bruciarne il doppio sui mercati, stretti tra incertezza politica, perdita anche dell'ultima A al debito e con il quantitative easing della Bce in riduzione. Ieri spread in risalita: toccati i 174 punti, ai massimi dal 2015 (Repubblica p.4). Una decisione dovrà comunque essere presa lunedì o martedì: in alternativa potrebbe essere proposto alla Ue un percorso graduale nel def. Sul Giornale (p.3) uno studio riservato di Mediobanca dalle conclusioni shock: "col Paese fuori dall'euro si risparmiano 8 miliardi". Secondo lo studio, la ridenominazione del debito pubblico in lire e il conseguente deprezzamento della lira "possono supportare a sostanziale decurtazione del debito. E una politica monetaria sovrana può creare le condizioni per un rilancio dell'economia italiana". "Questo significa che la finanza si prepara ad ItalExit  o almeno tiene in considerazione l'ipotesi", scrive Porro sul Giornale (p.3). 

ITALIA-POLITICA
"Chiedo una legge proporzionale per vincere nell'ambito del centrodestra: un'alleanza che deve basarsi sui programmi, non sulle costrizioni delle regole elettorali": così Berlusconi al Foglio (in prima e p.4). "Se – prosegue – non ci fosse una maggioranza, non si potrebbe far guidare il Paese a una piccola minoranza. Ma della legge elettorale se ne occupi il Parlamento: serve armonizzare, ma non può essere un pretesto per ritardare il voto. In democrazia – aggiunge - non può essere un organo giurisdizionale a dettare le regole elettorali". Galantino (Cei) "I politici non hanno fatto il loro lavoro, non è normale che i giudici dettino i tempi" (su tutti). Fiano (Pd) a Repubblica (p.10): "Richiamo giusto, ma non abbiamo perso tempo". Intanto Grillo sul blog in pressing su Mattarella chiede il voto con i sistemi "confezionati" dalla Consulta. Salvini alla Stampa (p.5): "Basta inciuci, al voto ad aprile". Se si votasse oggi – ipotizzano tutti i quotidiani sulla base dei sondaggi -  nessuna alleanza avrebbe i numeri per governare e bisognerebbe trovare accordi in aula. D'Alimonte (Sole in prima e p.20): la governabilità si allontana, solo asse Pd-Fi potrebbe dare maggioranza al Senato, ma alla Camera non basterebbe. Ma Romano (Pd) a Libero (p.2): "Non sarà caos, 40% si può raggiungere". Folli (Repubblica p.11) vede allontanarsi la fine della legislatura perchè non ci sono alternative a un serio lavoro in Parlamento per riavvicinare elettori ed eletti attraverso una logica di collegi uninominali piccoli. Fatto (in prima e p.2) definisce "Porcellum 2.0" l'Italicum "spolpato" dalla Consulta. Calderoli a Libero (p.4): "Questa legge elettorale è più grande porcata".
Ieri l'inaugurazione dell'Anno giudiziario. Canzio, primo presidente della Cassazione: "Basta processi show, più controlli sui pm" (su tutti).  Il sottosegretario Ferri al Messaggero (p.2): "Giusto informare ma doveroso non costruire verità mediatiche che allontanano la verità processuale". Assente l'Anm, che attacca: "L'esecutivo si sceglie i giudici" (Sole P.7). Nella "contro-cerimonia" dell'Anm, Davigo mette nel mirino il decreto che lascia il primo giudice al suo posto (Corriere p.3). Il Rapporto Doing, citato ieri da Canzio, colloca l'Italia al posto 108 della classifica sulla qualità del servizio giudiziario. Il primato negativo sui disservizi ostacola l'economia (Messaggero p.3). E l'ex sindaco di Milano, Pisapia a Repubblica (p.13): "Troppi presunti colpevoli, a pagare è la giustizia".

EUROPA
"L'euro? Ha 18 mesi di vita" dice alla Bbc Ted Malloch, probabile ambasciatore Usa presso la Ue alla vigilia dell'incontro Trump-May (MF p.4). "L'euro è una valuta non solo in declino ma con un problema reale: potrebbe collassate nel prossimo anno e mezzo e non sono l'unico a pensarla così". E sul trattato di libero scambio Usa-Ue: "Non sono sicuro che ci sarà ancora una Unione con cui trattare". Le elezioni del 2017 porteranno almeno a una ridefinizione dell'Unione.  Oggi l'incontro Trump-May: commercio e Nato al centro dei colloqui (Sole p.8). Al Pil britannico il primato di crescita nel G7: su Sole (p.8) e altri i dati, ottimi, sull'economia britannica dell'ultimo trimestre, che tiene nonostante l'incertezza innescata dalla Brexit.  Pil allo 0,6% nell'ultimo trimestre 2016. Soddisfatto il cancelliere Hammond, mentre la pensano diversamente i produttori di auto, che vedono la fine del boom e guardano con preoccupazione alle nuove politiche doganali
"Madrid vuole dalla Ue più flessibilità": sul Messaggero (p.7) parla il premier spagnolo Rajoy. "Non si può spendere più di ciò che si ha, come la Spagna fino al 2011. Ma c'è bisogno anche che le norme e le procedure di controllo siano flessibili, si adattino alle circostanze e non ostacolino l'impulso alla crescita". Nei primi 100 giorni del suo governo "il tetto di spesa, l'aumento del salario minimo interprofessionale i bonus sociali e il calendario della riforma dell'educazione". Rajoy spezza una lancia a favore dell'Italia: "Vanno considerati i grandi sforzi su migranti e terremoto".

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