Commentario del 6.01.2017

IN PRIMA PAGINA
La riapertura dei Cie per gli immigrati e l'allerta anti-terrorismo nelle carceri in primo piano su tutti. Minniti: nei nuovi Cie solo clandestini (Messaggero). Verso un decreto per il piano immigrati ma le Regioni sono divise (Sole). Gentiloni: i terroristi radicalizzati in carcere e sul web (Repubblica). 373 detenuti a rischio terrorismo (Corriere). Dall'Italia 110 combattenti in Siria. Il Giornale: siamo in guerra, ora l'ha capito anche la sinistra. Maroni a Libero: "Clandestini in galera e una Guantanamo targata Onu in Libia". Tra politica e lavoro, ancora polemica sui voucher: la Cgil non li vuole ma è la prima che li usa (Libero e altri). L'Avvocatura dello Stato: "Vanno bocciati i quesiti sul Jobs Act" (Messaggero, Sole). Intanto il partito del voto si assottiglia (QN). Rosato: "O accordo o per votare c'è la legge della Consulta" (Unità). Sul Corriere i conti degli italiani: famiglie un po' più ricche, e i risparmi in fondi e polizze. Su Repubblica il risparmio tradito dalle Poste: "I fondi immobiliari ci hanno rovinato". Sul Sole l'esperimento del Miur: istituti e licei in 4 anni. Su Repubblica le città a rischio smog: "Poco tempo per salvarle". Sulla meningite, vertice al ministero: "Nessuna emergenza vaccini" (Giornale, Corriere). Ma è assalto alle scorte (Messaggero). Su tutti la morte di Tullio De Mauro: l'Italia perde un maestro di civiltà (Corriere). Su Stampa e Repubblica i 10 anni dell'iphone, il mondo in tasca che ci ha cambiato la vita.

ITALIA-ECONOMIA
Famiglie, cresce il potere di acquisto, il reddito disponibile e i consumi ma aumenta anche la propensione al risparmio. Sul Corriere (p.8) i dati Istat del terzo trimestre 2016, frutto del ritorno alla deflazione (-0,1%) e da una lieve diminuzione della pressione fiscale (-0,2%). Aggiornato anche l'andamento dei conti pubblici, col deficit al 2,1% del pil (in peggioramento dello 0,1%. Alleva (Istat) al Corriere (p.8): "La fine della crisi? Sentita solo da una parte del Paese". "Anche nel 2016 in deflazione, l'inflazione di fondo era salita dello 0,5%, e ora il recupero dei prezzi riguarda anche le voci energetiche. Ma il dato più confortante è l'aumento dell'1,8% del potere di acquisto su base annua". E anche le famiglie cominciano a accorgersene: "L'Istat ha registrato un primo recupero importante della fiducia dei consumatori, pur in una situazione molto eterogenea, dove parte delle famiglie ha avvertito la fine della crisi e parte no". Per la ripresa del pil "un ruolo centrale è rivestito dagli investimenti", anche pubblici: "dalle spese per infrastrutture e dagli interventi sul territorio potrebbe arrivare un contributo importante" anche alla ripresa dell'occupazione, dice Alleva. Su povertà e disuguaglianza sociale in aumento la causa non va cercata solo nei redditi; sulla riduzione della speranza di vita registrata nel 2015, Alleva parla di "fatto episodico: non mi aspetto che si ripeta nel 2016" ma restano centrali " servizi pubblici che consentano la cura degli anziani e la cura dei piccoli per consentire alle madri di lavorare. Su questo occorre investire, anche allentando i vincoli di finanza pubblica". Spazio anche al lavoro, con l'Avvocatura dello Stato che per conto della Presidenza del Consiglio boccia i tre referendum sul Jobs Act promossi dalla Cgil in vista del giudizio di ammissibilità davanti alla Consulta: "Referendum sull'articolo 18 inammissibile: è surrettiziamente propositivo e manipolativo" (Sole p.6 e tutti). Il Corriere (p.10) dà l'esito del giudizio della Consulta ancora incerto: il responso sul referendum inciderà però sul cammino della legislatura e costituirà un precedente per le prossime consultazioni popolari. Se arrivasse il via libera, si aprirebbe la strada ad altre richieste non solo abrogative ma di fatto propositive di nuove leggi. Il Sole (p.6): per creare lavoro la riforma va migliorata, non cancellata.

ITALIA-POLITICA
Salvini sfida Berlusconi: "Per il Mattarellum voto pure un decreto", dice a Repubblica (p.15). Salvini nega ogni intesa con Renzi ma apprezza "la volontà di tornare a elezioni in primavera". "Mi aspetto che Renzi faccia presentare al governo prima della Consulta un decreto di modifica alla legge elettorale così da costringere il Parlamento a votarlo entro 60 giorni. Perché se aspettiamo la Consulta, le motivazioni, il ritocco della legge in aula andiamo a fine anno e addio. Mentre la ripresa è a zero, l'economia sta morendo, servono governo e Parlamento legittimi". Quanto a Berlusconi, per lui "più tardi si vota meglio è. Ormai non è più in sintonia con l'elettorato. Capisco i suoi problemi aziendali ma gli interessi degli italiani sono altra cosa". Per il Giornale (p.8) Berlusconi punta invece a rilanciare Forza Italia, obiettivo il 20%, e questo in un'ottica che a livello europeo punta a portare Tajani alla guida dell'Europarlamento e a rinsaldare i legami col Ppe. Su QN (p.4) la voglia di riforme che allontana le urne: un "vaso di Pandora" scoperchiato dall'intervista del presidente di Confindustria Boccia. "Se si cerca di allungare i tempi della legislatura il Pd non ci sta" dice il capogruppo Pd alla Camera Rosato a l'Unità (p.6).
Su tutti le foto di Grillo a Malindi: "Elogia la povertà e fa il capodanno in resort" l'attacco del Pd (Corriere p.13 e altri). Sul Corriere (p.13) il via alla campagna di reclutamento del M5S: servono 1.500 volti nuovi, si cerca negli atenei e tra i professionisti.

EUROPA
Su Milano Finanza (p.6) il piano segreto di Parigi sulla Brexit. Rivelato un incontro riservato tra il presidente Hollande e il ceo di Jp Morgan Dimon: al presidente francese che chiedeva come Parigi potesse attirare lavoratori dell'industria della finanza a Londra Dimon ha risposto che sarebbe stato necessario ammorbidire le proprie leggi sul lavoro. E su questo, dietro le quinte, i funzionari francesi stanno lavorando . Tutte le città europee si stanno battendo per attirare attività da Londra ma nessun governo vuole pubblicamente esporsi proponendo trattamenti di favore alle grandi anche. Parigi invece lo sta facendo. Su questa linea si sta muovendo anche il candidato all'Eliseo Fillon.Ma le banche non possono più aspettare e la competizione si sta surriscaldando. Anche assicurarsi poche centinaia di posti di lavoro potrebbe avere un effetto importante in città come Parigi, Francoforte o Dublino. Nel frattempo l'incertezza rispetto alla posizione negoziale del governo britannico ha indebolito la capacità di Londra di convincere le banche a restare, come invece avrebbe spiegato ai legislatori britannici il capo dell'Authority britannica per i servizi finanziari Bailey. Ma mentre da Londra molte banche guardano a Francoforte con interesse, per la Francia fa paura l'ondata euroscettica che potrebbe spingere la Le Pen all'Eliseo.

©riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento