Commentario del 9.12.2015

IN PRIMA PAGINA
Il Papa apre la Porta Santa: "Non dobbiamo avere paura" (Repubblica, Sole e altri). Un Giubileo senza folla e low cost (Messaggero). Giornale e Foglio critici. L'Unità: "Dio benedica Francesco". Il petrolio affossa le Borse: Milano perde il 2,26% (Sole). Descalzi a MF: "Cosa rischiamo col mini-barile". Padoan dribbla la Ue sulle banche: "Misure umanitarie per i risparmiatori" (Corriere e tutti). Renzi la sfida sul deficit: spese per la sicurezza senza il sì di Bruxelles (QN e tutti). Ma l'Italia già rischia sanzioni perché non identifica i migranti. Negli Usa Trump come Le Pen: "Basta islamici". Obama: vergogna (Repubblica e tutti). In Francia è ancora analisi del voto: per la Stampa non è il terrorismo ma la crisi l'arma di Le Pen. Per Libero Marine vince perché è no-euro. Il Sole: il Front national italiano è il M5S, non la Lega. Ma ora si guarda alle amministrative. Per Milano l'appello dei tre sindaci "arancioni": "Sinistra, corri unita" (Repubblica). Per Roma quello di Zingaretti: "Si voti a giugno, Marino è una risorsa".
Sul Corriere i veleni che riaccendono la Terra dei Fuochi.

ITALIA-ECONOMIA
Governo pronto a forzare il bilancio per la sicurezza: deficit alzato al 2,4% senza attendere l'okay della Ue alla clausola migranti (Repubblica p.26 e su tutti). E' la voce che filtra da Palazzo Chigi, ma rispetto alla quale il Mef frena temendo di violare le regole di bilancio e incorrere in sanzioni. Il pacchetto di misure legate alla sicurezza e alla cultura varrebbe 2 mld e potrebbe arrivare come emendamento alla Stabilità. Il Sole (p.12) dà la misura quasi per certa, ma più che al braccio di ferro con Bruxelles bisogna guardare all'equilibrio di bilancio. Paletti di Bruxelles anche per gli aiuti ai risparmiatori beffati dalle banche e Padoan parla non di rimborso ma "di misure di tipo umanitario per lo sole fasce più deboli dei risparmiatori" (Corriere p.34 e tutti). L'ipotesi a cui lavorerebbe il governo attraverso un emendamento alla Stabilità è quella di una restituzione del 30% (Corriere p.34) e dei soli acquirenti delle obbligazioni subordinate delle quattro banche in crisi. Ma la Ue resta scettica e tra banche e governo cala il gelo (Stampa p.17): "Lo Stato paghi il fondo". Patuelli ad Avvenire (p.13): "La via fiscale è quella giusta. Opporsi alla burocrazia Ue". Baretta: "Noi siamo pronti al sostegno ma il sistema bancario partecipi" (Avvenire p.13).Sul Corriere (p.35) intervista all'eurodeputato Pd Gualtieri: "Serve subito una legge europea per difendere i piccoli investitori". "Quando i risparmiatori hanno comprato quelle obbligazioni erano in un'altra classe di rischio".
Sul Giornale (p.11) il finale col botto di Imu e Tssi: "per le nostre imprese un salasso da 5 miliardi". Sul Sole (p.13) la frenata del governo su Arexpo: l'ingresso del governo nella società che dovrà gestire le aree milanesi rimandata ancora. Si aspetta una due diligence del Mef sui conti della società. Sul Corriere (p.23) la crisi della seconda casa: l'investimento in immobili non è più il bene rifugio per eccellenza. Difficile vendere e pesano le tasse.

ITALIA-POLITICA
Pd alla prova della Leopolda e del voto di Milano. Decisa la data delle primarie, il 7 febbraio, "un punto per Sala" (Corriere p.16). Per Libero (p.10) l'aiutino potrebbe non bastare: un sondaggio darebbe Sala quattro punti sotto la Balzani. Su Repubblica (p.16) l'appello di tre sindaci "arancioni", Pisapia, Doria e Zedda, che evocano il pericolo francese e invitano all'unità: "Pd e Sel tornino uniti". Una sfida, quella di Pisapia a Renzi, che per Folli (Repubblica p.19) prepara l'ascesa del sindaco di Milano alla guida della sinistra contraria al renzismo. Appello all'unità anche dal governatore Zingaretti per Roma (Corriere p.18): "Un centrosinistra diviso non va neanche al ballottaggio". E su Marino: "E' una risorsa". Ma l'attesa ora è per la Leopolda: Renzi spinge per un nuovo modello di Pd (Corriere p.17) e i circoli aperti a gente senza tessera in tasca ma in grado di diventare punti di riferimento nelle città. Lo stile è quello della Leopolda dove ci saranno Pif e la Pennetta, la Cristoforetti e la dg del Cern Gianotti, la Pellegrini e la Vinci. Ma nei giorni della Leopolda la minoranza fa il suo meeting a Roma (Repubblica p.17): si punta a un correntone per cambiare la linea del Pd spingendo Renzi a lasciare la segreteria. Ma per il Sole (p.23) il doppio incarico del premier è il pilastro che regge la leadership di Renzi. Sul Fatto (p.4) analisi del voto al Pd: negli ultimi sondaggi Renzi crolla tra operai e 50 enni; il ceto medio ora guarda al M5S.
A destra si fanno i conti con il successo della Le Pen. Libero (p.10): "Il Cav avvisa: non imitate la Le Pen". "Non bisogna lasciarsi impressionare, aspettiamo il secondo turno: bisogna stare dalla parte dei Repubblicains". Ma il Front National italiano è il M5S non la Lega Nord, scrive D'Alimonte sul Sole (p.23). E alla Stampa (p.10): "Da noi non c'è un rischio Fn. Quello spazio è diviso tra Lega e M5S".

EUROPA
In primo piano l'attesa per il secondo turno delle elezioni in Francia: "tutti contro Le Pen" titola Messaggero (p.11). I socialisti si ritirano dove non possono vincere per lasciare spazio alla destra "classica di Sarkozy" ma Corriere (p.12) parla di "psicodramma socialista": la base si ribella e alcuni candidati rifiutano di seguire la linea e bocciano l'idea del "fronte repubblicano" per fermare Fn. Philippot, candidato del Fn nella Regione dell'Est, al Corriere (p.13): "Noi pronti a governare, per questo ci temono" ma per Repubblica (p.12) il partito della Le Pen si infrange sul muro di Parigi: il patto elettorale Ps-Verdi-Gauche ferma Fn al 9,65% nella Capitale. Intanto la Stampa (in prima e p.8) analizza la vittoria al primo turno "dovuta alla crisi economica, e non al terrorismo": ha vinto nella regioni dove disoccupazione è più alta. Il politologo francese, Moisi, a QN (p.16): "Francesi hanno detto ai partiti di cambiare, temo che questa vittoria incoraggi i populismi europei".
Eurozona, Pil in frenata: nel terzo trimestre l'economia rallenta allo 0,3% rispetto al 'o,4% del secondo (MF p.4). Su base annua il Pil aumenta dell'1,6%.

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