Commentario del 6.12.2015

IN PRIMA PAGINA
Renzi al Corriere: "Non rincorro le bombe di altri". "Serve un accordo chiaro su Siria e Libia". E sulle banche annuncia: dopo Natale riformeremo il credito cooperativo". Su Repubblica parla Stoltenberg: "Nato pronta ad aiutare la Libia". Usa e Russia cercano un'intesa all'Onu per colpire le finanze Is (su tutti). Su tutti anche l'appello di Obama agli americani: "Basta con le armi facili". Ma il Paese è diviso. Su QN sondaggio sui leader mondiali: gli italiani scommettono su Obama. In Europa l'attenzione è sulla Francia, al voto regionale: Le Pen favorita. L'Italia ritrova "il rito del Ponte" (Corriere) e si prepara a pagare 13 miliardi tra Imu e Tasi (Sole). In manovra, 500 milioni al Sud, meno tasse locali (Sole) e cento milioni per rimborsare chi ha i bond delle 4 banche (Repubblica).  Roma alle prese con il Giubileo: vietati gli scioperi. Alfano al Messaggero: bonificati gli obiettivi sensibili, grande sforzo ma la Capitale è pronta.

ITALIA-ECONOMIA
Renzi al Corriere (p.2): "La crescita? Sfideremo Bruxelles". "La linea economica tenuta fino adesso non è sufficiente a restituire crescita all'Europa. Bisogna cambiare rotta. Questa è la sfida a Bruxelles". Sul piano interno, il premier nega di aver deluso le imprese – "Nessuno ha fatto per loro così tanto in così poco tempo, e lo sanno" – e difende il dato del pil come un successo: "Il quadro internazionale non ci aiuta ma l'Italia è forte e se riparte la scintilla dei cittadini, dei consumatori e degli imprenditori faremo meglio della Germania". Quanto alla ripresa, "fin qui è dipesa solo da fattori interni. Il salto di qualità lo faremo solo quando si smuoverà l'immenso moloch del risparmio privato. E, in misura minore, gli investimenti pubblici". Analisi opposta quella di Pesole (Sole p.5), che di fronte a una ripresa debole e messa in forse dalla crisi internazionale evoca "cure keynesiane", progetti infrastrutturali da attivare col cofinanziamento e rilancio della domanda interna. Più duro Pelanda su Libero (in prima e a p.18): l'Italia è in crescita passiva. La priorità era detassare subito le imprese e concentrare la spesa pubblica in grandi investimenti infrastrutturali invece di disperderli in mille rivoli. Intanto l'Istat rilegge il Pil 2015 (Corriere p.3): con "l'effetto-calendario" vale lo 0,8% (Sole p.3). "S'arrampica sugli specchi per difendere Renzi", l'affondo di Libero (p.18). In manovra arrivano 500 milioni per il credito d'imposta per investimenti al Sud, il taglio alle addizionali Irpef per le Regioni, la cancellazione della supertassa da 500 milioni sulle slot (Sole p.5, Messaggero p.13). E per i risparmiatori "scottati" dal salvabanche, Renzi difende il decreto – "senza quello banche chiuse" – e promette "una qualche forma di sollievo a un particolare tipo di obbligazionisti" (Sole p.5 e tutti). Il Messaggero (p.13) parla di rimborsi del 30% sui bond. Renzi  al Corriere (p.2) annuncia prossimi interventi di consolidamento nel settore del credito cooperativo, "sul modello del Crédit Agricole". Su Avvenire (p.10) il sottosegretario Rughetti annuncia il taglio delle Partecipate entro Natale: "Pensiamo al blocco dei trasferimenti e al commissariamento ad acta per gli enti che non rispettano la legge".

ITALIA-POLITICA
Renzi a tutto campo sul Corriere (in apertura e a p. 2 e 3) conferma la linea "attendista" italiana sulla guerra all'Isis: "Se protagonismo significa rincorrere i bombardamenti altrui dico no, abbiamo già dato con la Libia. Serve una strategia diversa, una risposta anche in casa nostra. Servono scuole e teatri, non solo bombe e missili. Per ogni euro speso in sicurezza spenderemo un euro in cultura". Sul fronte interno Renzi difende il doppio incarico di premier-segretario del Pd e l'esperienza della Leopolda – "ha rivoluzionato il sistema politico italiano" – e sulle amministrative che vedono il Pd perdente: "Le Comunali scelgono i sindaci, non i primi ministri e comunque mancano 6 mesi. Noi nel frattempo vogliamo governare. E non cambieremo l'Italicum". Su tutti i banchetti del Pd nelle piazze italiane. Renzi: "L'Italia non è in letargo" (Sole p.15 e tutti). La Boschi alla Stampa (p.9): "Visto? Il Pd sta benissimo. E il doppio ruolo di Matteo non si tocca". E per le Politiche del 2018 prevede un ballottaggio Pd-centrodestra: "Ma credo che vincerà il Pd". Ma per Libero e Fatto la mobilitazione è un flop. Sul Sole (p.15) l'Osservatorio di Alimonte sullo scontro Renzi-M5S, "il vero Partito della Nazione, competitivo e trasversale". Ad oggi, il Pd è il primo partito con più del 35%, ma il M5S può batterlo al ballottaggio perché mentre Grillo riesce ad attirare voti sia da destra che da sinistra, Renzi no, anche per l'ostilità della sinistra. Decisive saranno le mosse di Berlusconi, la sua scelta in caso di ballottaggio tra Pd e M5S.

EUROPA
"La Nato è pronta a intervenire in Libia, se si formerà un governo di unità nazionale e se chiederà assistenza per la difesa" dice Jeans Stoltenberg a Repubblica (in apertura e a p.2). La Nato, per la lotta globale al terrorismo, punta a una "strategia flessibile", dove non conta "mostrare la bandiera quanto aiutare le forze locali". E Usa e Russia lavorano ad una risoluzione Onu per bloccare il flusso di denaro che finanzia i terroristi dell'Is (Repubblica p.3 e su tutti).
Ma in Europa oggi gli occhi sono sulle Regionali francesi, col Front National in testa nei sondaggi (Sole p.8 e tutti). Se confermato il 30% atteso, potrebbe conquistare sei regioni su dodici, anche se poi sarà da vedere se e dove realmente potrebbe governare. A spingere il Fn non solo la doppia crisi europea immigrati/terrorismo ma anche una politica attenta ai temi sociali. Un programma economico, quello del Fn, definito disastroso dal presidente del Medef (la Confindustria francese) perché rischia di accentuare l'ostilità nei confronti delle istituzioni e delle élite. Per Cazzullo (Corriere p.12) un conto sono le Regionali (l'astensionismo si prevede altissimo) altro è la corsa all'Eliseo. Il Messaggero (p.11) si sofferma invece sulla svolta di Sarkozy, che ha detto no alla proposta socialista di un fronte anti-Le Pen. "Non accettiamo patti per fermare la destra radicale". Da Valls ultimo appello: "Facciamo il possibile per non far vincere gli estremisti".  

©riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento