Commentario del 3.12.2015

IN PRIMA PAGINA
Putin attacca Erdogan e la Nato: "Affari Turchia-Is, ecco le prove" (Repubblica e tutti). Tusk (Ue) alla Stampa: "Putin? In Siria è un problema". Libero: macché Isis: per l'Occidente il nemico è Putin. Intanto Londra dice sì ai raid in Siria (Sole). QN: ci scippano la Libia. Ma il Foglio parla di forze speciali italiane già in Libia a preparare un possibile intervento militare. Negli Usa strage nel centro per disabili (Corriere e tutti): l'ipotesi di un'azione neonazista (Messaggero). In Europa Draghi oggi svela il Qe2 della Bce (Sole). In Italia, dai consumi solo una mini ripresa (Sole). Gli italiani più ricchi ma cresce il divario Nord-Sud (Repubblica). Sulle banche fallite bomba da 2 miliardi. 130 mila risparmiatori sul lastrico (Fatto). Serviranno correzioni in manovra (Sole). Per brevetti e marchi "bonus" più semplice (Sole) Corriere e Giornale contro i  no a chi vuole investire. Intanto per Milano Renzi lancia le primarie: Sala in campo contro la Balzani (Repubblica).

ITALIA-ECONOMIA
"L'Italia si muove, Pil positivo e meglio delle previsioni iniziali, il debito dal 2016 inizia a scendere" scrive Renzi ai dem (Sole p.4). Ma per il Sole (p.5), al di là del balletto dei decimali, la crescita resta al palo: Sud fermo, consumi interni e domanda estera deboli. Vera ripartenza solo nei distretti manufatturieri del Nord. Unica spesa delle famiglie, l'auto, che poi è l'unico settore che corre. Goldestein (Nomisma): "L'azione del governo va nella giusta direzione ma la velocità delle riforme non convince imprese e famiglie che il vento sta cambiando". Dall'Istat segnali di una mini ripresa trainata dai consumi, ma non sarà semplice chiudere il 2015 con il pil allo 0,9% (Sole p.5). Confcommercio spera nel Natale: le spese per i regali cresceranno del 5% (Sole p.14): è il primo rialzo dal 2009 (Messaggero p.13). De Rita a Repubblica (p.12): "Un'Italia da zero virgola ferma da quindici anni: non è così che si cresce". Pesole sul Sole (p.5): senza lavoro e investimenti difficile superare lo "zero virgola". Di Vico, nell'editoriale del Corriere (in prima e a p. 33) stigmatizza invece le "bardature burocratiche" e la chiusura agli investimenti stranieri, di Roma come dei territori: l'economia non accelera perché non si apre al nuovo e all'esterno. Libero (p.8) torna sull'emergenza pensioni dopo l'allarme di Boeri. Artigiani e sindacati d'accordo: "Avere lavoratori di 75 anni affosserà le aziende. E le nuove generazioni sarebbero tagliate fuori".
Intanto l'inflazione "fredda" anche nell'eurozona - a novembre prezzi cresciuti solo dello 0,1% (Sole p.12) – spingerà la Bce a nuove misure : probabile un ulteriore taglio del tasso sui depositi delle banche presso la Bce e un allungamento del programma di acquisto titoli. Ma Draghi oggi dovrà faticare per convincere il board (Sole p.12). Negli Usa Yellen pronta al rialzo dei tassi (Corriere p.9).

ITALIA-POLITICA
Consulta, lo stallo non si sblocca (Sole p.29 e tutti): nuovo accordo Pd-FI-Ap su Barbera, Sisto e Nicotra, ma i numeri non ci sono. Toninelli (M5S) a Repubblica (p.17): "Renzi tolga di mezzo Sisto e torniamo a discutere". Pombeni (Sole p.29): un Parlamento che non sa decidere si delegittima. Si sblocca invece l'impasse-Milano del centrosinistra, dopo l'incontro tra Renzi e Pisapia: si va verso primarie "vere e aperte" (Sole p.31 e tutti), con la Balzani pronta a candidarsi in "continuità" con l'attuale giunta in contrapposizione a Sala che non ha ancora sciolto la riserva ma già parla di programmi: "Ripartire da casa e sicurezza. Per la città serve uno statuto speciale" (Corriere p.10). E Renzi avverte la sinistra: "Chi perde sostiene il vincitore" (Repubblica p.15). Sul Corriere (p.15) il programma di Marchini per Roma: meno tasse, più lavoro e sicurezza, decoro urbano e un patto con il Vaticano sull'Imu. Renzi si prepara a testare alcuni nomi per Roma con i sondaggi per poi decidere entro Natale (Messaggero p.17). A Napoli la discesa in campo di Bassolino monopolizza il dibattito politico. Si rifà il nome di Scalella, il manager dell'elicottero K4A. Ma sarà Renzi a sciogliere il nodo (Sole p.31).

EUROPA
Russia-Turchia nuove tensioni. Putin: "Erdogan compra petrolio dall'Isis": svelati filmati e rotte che mostrerebbero gli affari del leader turco con gli jihadisti. Usa: "è falso" (Corriere p.5 e tutti). "Energia, finanza e un genero ministro: il potere ad Ankara è un caso di famiglia", commenta Repubblica (p.3). Contro Putin si schiera il presidente Ue, Tusk, che alla Stampa (p.3) dice: "E' parte del problema, non è la soluzione in Siria". Guardando alla situazione politica siriana spiega: "Il ruolo dell'Occidente non è proteggere Assad, ma se serve per la transizione va bene". L'ambasciatore russo in Italia, Razov, al Messaggero (p.4) avverte "è un errore far saltare Assad, il suo destino deve essere deciso dal popolo non da un golpe". Poi precisa: "Noi alleati contro il terrorismo". E intanto Mosca va allo scontro anche con la Nato che apre all'ingresso del Montenegro (Repubblica p.3 e altri). Per la Russia è una "provocazione" e parla già di "ritorsioni". Micalessin (Giornale p.2) "è una mossa strategica dell'Allenza per togliere a Mosca accesso al Mediterraneo" ma Libero (p.2) attacca: "è strategicamente inutile". Intanto anche Georgia, Bosnia e Macedonia potrebbero presto entrare nella Nato. A chiedere un riavvicinamento Nato-Russia è il generale Tricarico sul Giornale (p.4): "Solo tavolo bilaterale può sconfiggere il Califfo". Polemico Libero (p.3): "Il nemico è il Califfo ma Ue e Usa fanno la guerra a Putin" mentre per Bastasin (Sole in prima e p.32) l'Europa "ha perso la sua capacità di catalizzare il processo di trasformazione democratica dei Paesi vicini come mostrano i rapporti con la Turchia in materia di immigrazione e quelli mutevoli con la Russia". Intanto si annunciano novità in Libia. L'ex sottosegretario Usa, Korb, a QN (p.9): "Va fermata espansione jihadista, il Pentagono deve operare sulla coste libiche" mentre un rapporto Usa lancia l'allarme: "Isis vuole trasformare la Libia in una base conto l'Europa" (Libero p.5). Ieri intanto si della  Gran Bretagna ai raid in Siria (su tutti) ma per QN (p.8) gli 007 inglesi sarebbero pronti a gestire la crisi in Libia insidiando la leadership italiana.

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