Commentario del 19.12.2015

IN PRIMA PAGINA
Al vertice Ue Renzi attacca la Merkel su banche, gasdotti e sulle sanzioni alla Russia (Stampa). "Italia Germania 4 a 0" il titolo di Avvenire. "Stavolta bravo Renzi" titola Libero. Il Giornale: è solo un depistaggio. Per la Boschi non passa la sfiducia (Messaggero): "Lascerei con accuse vere" (Corriere). Ma per il governo non è finita. I Cinque Stelle a due punti dal Pd e Di Maio insegue il premier (Corriere). Fatto e Libero rilanciano contro papà Boschi: "chi ha sbagliato non pagherà". Su tutti i rilievi di Bankitalia al padre del ministro. Intanto sugli arbitrati Visco cerca Cantone: collaboriamo (Sole, Messaggero). E Draghi incalza: sulle banche accelerare la riforma. Ma Merkel sfida la Bce: no a garanzie Ue sui depositi (Sole). L'unione bancaria si allontana. Più vicina, invece, con la Cdp l'attuazione del piano Junker. Gallia e Costamagna al Sole: "Un miliardo per la crescita delle pmi". All'Onu intesa sulla pace in Siria. Sostegno Nato alla Turchia (Corriere, Repubblica, Messaggero). In Spagna l'inedita sfida a quattro alle politiche (Stampa). A cena con Rajoy: "Arriverò primo" (Corriere).

ITALIA-ECONOMIA
Visco chiama Cantone e sugli arbitrati pro risparmiatori dice: "Collaboriamo" (Sole p.6, Stampa p.9, Messaggero p.5). Bankitalia prova così a uscire dall'angolo dove l'aveva cacciata Renzi, affidando all'Authority Anticorruzione la gestione del delicatissimo dossier. Una scelta, scrive De Paolini sul Messaggero, che esautorando Bankitalia e Consob solleva questioni istituzionali probabilmente non ponderate da Palazzo Chigi e innesca il rischio "altissimo" di un "ingorgo di competenze. Questo lo scenario prefigurato da Visco al presidente Mattarella, che ora si prepara a incontrare Vegas, con Bankitalia tornata in sintonia con la Consob come non succedeva da anni. Cantone intanto stempera la tensione: "Sugli arbitrati non deciderò io ma la nostra camera arbitrale". E Renzi a Bruxelles è tornato a difendere la solidità del sistema bancario italiano attaccando la Commissione Ue per l'atteggiamento "lunare" sul piano di salvataggio delle quattro banche italiane senza perdite per i risparmiatori (Sole p.6 e Corriere p.12). Ma da Berlino, uno dei "saggi" del governo tedesco, Lars Feld, gela l'Italia: "Avete correzioni da fare nei bilanci delle banche: i crediti inesigibili vanno affrontati a livello nazionale. E se c'è un rischio di sistema chiedere aiuto al Fondo salvataggi europeo". Intanto sui rimborsi ai risparmiatori, il governo studia un decreto per definire i criteri: sarà pronto dopo la manovra. Unica certezza, il plafond disponibile: 100 milioni di euro (Corriere p.8). Patuelli (Abi) a Repubblica (p.11) se la prende con la direttiva Ue all'origine del salvataggio: "Irresponsabile non far intervenire il Fondo tutela depositi. Faremo ricorso".
Sul Sole (p.15) i cinesi a Milano "a caccia di made in Italy": primo incontro ieri con 70 pmi dei settori di energia, food, meccanica e moda. E sul fronte del lavoro, nel 2015 crollano cassa integrazione (-34%) e cassa in deroga (Sole p.15).

ITALIA-POLITICA
Sul Corriere (p.10) gli scenari di Pagnoncelli danno il M5S in ascesa al 29%, a due punti dal Pd (31,2%), Renzi (e il governo) in calo al 39% incalzato da Di Maio (36%). Salvini perde punti (32%) nonostante la svolta nazionale della Lega, cresce la Meloni (31%) avanti anche a Grillo (28%), Berlusconi stabile tra 21 e 23%, Vendola in calo (16%), Alfano in coda (16%). Il centrodestra andrebbe al ballottaggio solo se unito, per poi perdere col Pd. Se il ballottaggio fosse tra M5S-Pd vincerebbero i grillini. Anche Repubblica (p.6) parla di una dinamica tesa a lasciare sul campo solo Pd e M5S: per Gutgeld, alla fine lo scontro non sarà tra partiti ma tra Renzi e Di Maio, e gli italiani sceglieranno Renzi. Ad oggi, governo e maggioranza in una situazione ad alto rischio. La Boschi alla Camera contrattacca e incassa la fiducia (Corriere p.2) – "si autoassolve", per il Fatto – facendo scudo al governo. Ma i veri rischi per il premier sono fuori dal Parlamento, scrive Verderami sul Corriere (p.6): il putiferio alzatosi sulle banche fa pensare che qualcosa si sia rotto e ora nella maggioranza sono molti a chiedersi la ratio delle mosse di Renzi, dalla virulenta polemica con l'Europa alla scelta di affidare gli arbitrati a Cantone aggirando le regole del sistema bancario. Il dibattito alla Camera e la sfiducia respinta dalla Boschi semmai, svelano divisioni e limiti di leader e partiti. Renzi parla di clamoroso boomerang per il M5S, Sorgi sulla Stampa (p.7) di centrodestra vero sconfitto: ormai non tocca più palla. Berlusconi: "Abbiamo fatto una figuraccia". Salvini: "Senza sfiducia al governo salta tutto" (Corriere p.5 e altri). Intanto salta Brunetta: per Repubblica (p.9) lo strappo con Berlusconi ormai consumato, il gruppo in mano alla Carfagna.

EUROPA
Tensione Renzi-Merkel su banche e gas (Sole p.5 e tutti): al consiglio europeo in corso a Bruxelles, Renzi all'attacco sulle banche salvate – "verso di noi un atteggiamento lunare, il nostro sistema più solido di quello tedesco" – sull'unione bancaria – "accelerare sull'entrata in vigore della garanzia comune per i depositi bancari" – e sui rapporti con la Russia. Renzi ha criticato il "doppio standard" che penalizza le aziende italiane, mentre va avanti il progetto energetico con Gazprom (Corriere p.13). "Non si possono confermare le sanzioni contro la Russia in automatico facendo passare alla chetichella il North Stream mentre un anno fa si è detto no al South Stream". Sul punto, Berlino isolata (Stampa p.2): contro l'Italia solo Germania e Olanda. Ma Berlino fa muro contro le proposte di Renzi (Corriere p.12) e nonostante anche il pressing di Draghi per accelerare sull'unione bancaria il processo si blocca. Stessa sorte per le sanzioni alla Russia: nonostante molti Paesi fossero come l'Italia contrari all'embargo, alla fine viene confermato per altri sei mesi (Libero p.8). Su Repubblica (p.4) la diffidenza di Bruxelles sulla strategia aggressiva di Renzi verso la Germania : "Dice no a tutto, vuole essere il nuovo enfant terribile dell'Europa. Insomma è il nuovo Berlusconi della Ue", le voci del palazzo. Una diffidenza e un fastidio diffuso e condiviso, quello verso l'Italia. Per la Stampa (in prima e a p.23) dopo l'affondo all'Italia serve una strategia. Ma sulla politica energetica è la Ue per prima ad essere debole.

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