Commentario del 28.04.2022

PRIME PAGINE
Guerra in Ucraina, Putin: "Pronti a usare armi mai viste" (Stampa, Messaggero, QN). Ma è guerra anche se altri fronti: "L'arma dell'energia" titola Repubblica. Il Corriere segnala "il ricatto della Russia sul gas". Gas russo, paura di nuovi stop. Pronte le sanzioni Ue sul greggio (Sole). La presidente dell'Europarlamento Metsola al Messaggero: "Energia, serve l'embargo". Gas, il piano anti-Putin (Giornale). Ue nel caos, nessuno capisce le nuove regole sul gas russo (Libero). Intanto, il 10 maggio Draghi volerà da Biden: asse sull'Ucraina (Sole).
Italia-Economia. Berlusconi dice no a nuove tasse e arriva l'allarme di Confindustria (Giornale). Bonomi chiede: riforme e taglio del cuneo (Sole). Bonus casa, maxiproroga per le villette (Messaggero).
Italia-Politica. Centrodestra, Salvini spera nel vertice di Milano (Tempo). Ma per Libero salta il vertice: Salvini e Berlusconi si incontrano senza la Meloni. Nervi tesi. Calenda al Messaggero: "Appello ai riformisti per combattere il populismo".
Virus. Via le mascherine, ma solo nei locali: restano negli uffici (Messaggero). "Smascherateci" titola Libero.
Diritti. Una rivoluzione in famiglia: sì al cognome della madre (Stampa e tutti).

ECONOMIA
L'Europa non ci sta: sul gas non cediamo a Mosca (Corriere p.2-3 e tutti). Nuove minacce dopo l'interruzione delle forniture a Polonia e Bulgaria. Von der Leyen: "Siamo uniti e risponderemo". Il prezzo si impenna. Sabato il nuovo pacchetto di sanzioni. Per Gazprom quattro Paesi hanno già pagato in rubli, smentite ufficiali da Berlino e Vienna: "Solo fake news". In Europa però crescono i dubbi: chiarire come si può pagare. Di Maio prova a rassicurare: le forniture verso l'Italia proseguono regolarmente. Intanto però i prezzi del metano salgono del 4%. La prossima data decisiva a metà maggio, quando scadono i pagamenti (Giornale p.3). Secondo il Messaggero (p.4) sul gas l'embargo non c'è, e le compagnie europee accendono il Conto K. Ungheria e Slovacchia avrebbero già pagato con la nuova procedura. Anche l'Eni si adegua nell'attesa di indicazioni da Bruxelles e Roma. Per Repubblica (p.3) Bruxelles risponde con il bando del petrolio, che scatterà da settembre. Per la Stampa (p.2-3) sul gas l'Europa è spiazzata, con le società che dopo le minacce russe chiedono chiarimenti a Bruxelles. Ma tra solidarietà tra Paesi e una regia comune l'Ue può resistere al blocco dello Zar. L'embargo costerà ai russi fino a 200 milioni al giorno e avrà contraccolpi per tutti. Ma c'è una speranza: la necessità di trovare un accordo può avvicinare i contendenti.
Intanto il nostro Paese si muove. Subito più carbone, poi nuovi alleati: così l'Italia non resterà a secco (Repubblica p.4). Per sostituire il gas russo più import dall'Algeria e l'opzione Israele. Secondo il Copasi: "Da alcune aziende scelte errate". Polemica tra Bonomi ed Orlando. Secondo il Giornale (p.12) Bonomi lo "licenzia": "Non ci ricatterà sui salari". Confindustria respinge la proposta del ministro di legare gli aiuti agli aumenti nei nuovi contratti. Maggioranza divisa, Giorgetti: "Così torna la scala mobile". Letta difende il collega Tajani con le imprese: "Ora bisogna tagliare il cuneo". La risposta di Bonomi ad Orlando trova spazio anche sul Sole (p.2-3): "Il patto per l'Italia si costruisce tutti insieme, non con i ricatti. Dobbiamo mettere i soldi in tasca agli italiani diminuendo le tasse. Non c'è la volontà politica di intervenire sul prezzo del gas".
Bonus casa, per le villette arriva una super-proroga (Messaggero p.15). Nel decreto aiuti il governo pronto ad allungare a fine settembre il termine per l'avvio dei cantieri. Sul tavolo l'ipotesi di calcolare il vincolo del 30% non più sui lavori eseguiti ma sulle fatture saldate. Anche Repubblica (p.28) parla di tre mesi in più per il bonus villette, e spunta lo sblocca-investimenti. Corsia accelerata per progetti industriali oltre i 50 milioni, caccia a risorse extra.

POLITICA
E' l'ora del dialogo per la pace, la Russia deve fermarsi". Queste le parole di Mattarella, intervenuto all'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa (Stampa p.4 e tutti). Secondo il capo dello Stato la guerra "è un mostro vorace" e "servono sforzi creativi per la pace" (Repubblica p.14). Mattarella invoca il modello della Conferenza di Helsinki: "Bisogna prospettare una sede internazionale che restituisca dignità a un quadro di sicurezza e di cooperazione, come la Conferenza di Helsinki che portò a un Atto finale foriero di sviluppi positivi" (Corriere p.10). Intanto Draghi, che il 10 maggio sarà negli Usa per parlare con Biden di sanzioni e mercato energetico (Messaggero p.10 e altri), si prepara a breve a partire per Kiev: ieri una chiamata con Zelensky, il governo verso il via libera all'invio di armi più pesanti all'Ucraina (Repubblica p.14). C'è il via al secondo decreto, ma il nodo sarà il terzo: è un caso lo stop di Conte sull'invio di armi (Corriere p.13). Nella maggioranza proseguono le tensioni, anche se Di Maio smorza: "Si va avanti, Carta rispettata". C'è però da fare i conti con la "svolta pacifista" di Salvini che si riavvicina a Conte (Repubblica p.18). Il segretario del Carroccio lancia un appello a tutti i leader per "aprire un dibattito in aula sull'invio di armi all'Ucraina". Il dem Borghi al Corriere (p.13): "Il tema della guerra investe tutte le coscienze, quindi è giusto discuterne, ma senza indebolire in alcun modo il governo".
Centrodestra, tensione alle stelle (Libero p.5, Stampa p.16 e altri). Salta il vertice in vista delle elezioni locali. FdI chiedeva un incontro entro oggi, ma per adesso a vedersi sono solo Lega e FdI su delega fiscale e catasto. Tra i nodi principali della coalizione ci sono le elezioni in Sicilia: FdI non molla su Musumeci, ma è scontro con gli alleati.
Virus, mentre in Italia si registra un nuovo balzo dei contagi, l'Europa vara la svolta: "Gestire il Covid come l'influenza" (Stampa p.18). Si va verso il superamento dell'obbligo di mascherina: via nei locali pubblici, ma per tutto maggio l'obbligo resterà per bus e uffici (Messaggero p.11 e tutti). "Smascherateci" titola Libero (in prima e pp.2-3): il governo prepara la proroga di un mese negli spazi al chiuso, ma in Europa restiamo gli unici a indossarle per legge.
"Ai figli il cognome dei due genitori", la Consulta porta le madri nella storia (Repubblica p.22 e tutti): cancellata la norma che privilegiava il cognome del padre. "Non è una rivoluzione ma è una bella notizia" dice alla Stampa (p.15) la ministra Gelmini. "Non comporterà nessuno sconquasso. Ora il Parlamento deve fare ordine, ma il vero problema è la denatalità".

ESTERI
Ucraina, la guerra continua e il Donbass è in fiamme: "Entro due settimane qui si decide la guerra" (Repubblica p.8). Gli invasori sono il doppio degli ucraini, che però resistono sul fiume Severodonetsk. I russi vogliono prendere Kramatorsk e Sloviansk: se passano dilagano verso Ovest.
"Siamo senza cibo e acqua" è il grido d'aiuto di Azovstal (Stampa p.10). I combattenti assediati nella fabbrica di Mariupol: "Siamo allo stremo". Gli ucraini colpiscono di nuovo in Russia, distrutto un deposito di armi. A fine marzo elicotteri ucraini avevano fatto saltare un deposito di petrolio. Dispersa una manifestazione di protesta a Kherson, città in mano a Mosca.
E intanto Putin alza il tiro e minaccia:  "Pronte armi mai viste contro chi ci attacca" (Repubblica e Corriere p.7, Stampa e Messaggero p.6). Il presidente russo evoca l'uso del nucleare contro i partner della Nato: "Se qualcuno intende intervenire dall'esterno sappia che abbiamo tutti gli strumenti e li useremo se sarà necessario. Le sanzioni hanno fallito e i nostri soldati ci hanno salvato da una minaccia". Il supermissile balistico e quelli ipersonici fanno sentire lo Zar invincibile. Michel: "Putin perderà la guerra in Ucraina"
L'altra guerra si combatte su sanzioni ed energia. Il Corriere (in apertura) e tutti i giornali segnalano il ricatto di Putin sul gas: "Zero forniture ai Paesi ostili". La replica di Roberta Metsola, presidente dell'Europarlamento, che al Messaggero (in prima e p.3) dice: "No ai ricatti del Cremlino, subito lo stop sull'energia. L'Unione europea non ha paura della Russia".  Anzi, di fronte alla chiusura dei rubinetti del gasdotto Yamal-Europe per Polonia e Bulgaria, Roberta Metsola è convinta che non ci sia tempo da perdere: è giunto il momento di reagire e di "decidere l'embargo immediato di tutte le forniture energetiche controllate dal Cremlino".



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