Commentario del 25.04.2020

PRIME PAGINE
Virus, cadono i primi divieti (Corriere). Permessi e divieti, così si riparte (Messaggero). Dal 4 maggio autocertificazione addio: servirà solo per uscire dalla Regione (Stampa).Vertice Conte-Colao sulla fase 2: martedì l'ok al cronoprogramma (Messaggero). Salvini al Corriere: "Il premier ora ascolti le nostre idee". Libero attacca: "Ripartenza, caos totale". Il ministro Franceschini a Repubblica: "Riaprono i musei. No plexiglas nelle spiagge". Landini (Cgil) alla Stampa: "Ora la sfida è aprire le scuole". Repubblica segnala la rivoluzione dei trasporti: viaggi a numero chiuso.
25 aprile, l'appello alla coesione di Mattarella (su tutti). "Resistere, resistere, resistere" titola Avvenire. Sul Corriere l'intervento di Giorgio Napolitano: "Risolleviamoci come quando costruimmo un Paese libero".
Economia. Ok al Def: in 12 anni più deficit per 411 mld. Disoccupazione a 11,6% (Sole). Il decreto Maggio sarà di 55 mld. I partiti a Gualtieri "Lo scriva con noi" (Fatto). Da S& conferma per rating e outlook dell'Italia (Sole). S&P ci grazia (per ora): niente rating spazzatura (Giornale).
Eurozona. Stampa intervista Di Maio, che apre sul Mes: "Si può trattare". Ma per il Giornale i grillini si spaccano sul Mes e Conte rischia. Il candidato al dopo-Merkel, Roettgen: "A Roma occorrono sussidi e non altri prestiti". E la Vestager conferma: "L'Europa non si limiti ai prestiti" (Messaggero).
Usa, la cura choc di Trump: "Iniezioni di disinfettante" (Messaggero).

ECONOMIA
Il virus taglia il Pil: manovra anti crisi fino a 155 mld (Messaggero p.2 e tutti). Il rimbalzo dovrebbe cominciare a partire della seconda metà dell'anno, nel 2021 recupero parziale con un +4,7%. "Una seconda ondata di contagi abbatterebbe il Pil di un altro 2,8%" scrive il Sole (p.4), segnalando l'approvazione del Def. La manovra anticrisi porterà a un deficit aggiuntivo di 411 mld in dodici mesi. Le stime intanto vedono la disoccupazione all'11,6%. Nel frattempo arriva il giudizio di Standard and Poor's, che non declassa il rating italiano (Stampa p.2 e tutti).
Virus e risposta europea, il presidente dell'Europarlamento Sassoli a Repubblica (p.11): "Il summit europeo è stato importante perché ha segnato la fine della stagione del rigore e di quell'Europa che imponeva e non ascoltava". In Italia arriva l'apertura del M5S al Mes, con il ministro Di Maio che alla Stampa (in prima e p.3) dice: "Sul Mes faccio, da una parte abbiamo chi tifa contro l'Italia, e io lo trovo sconcertante. Dall'altra abbiamo chi considera il Mes la salvezza nazionale. Non è vero neanche questo. Dobbiamo essere pragmatici. Questa è la partita della vita per noi. E non è ancora finita. Anzi, è appena iniziata". Poi sul Recovery Fund aggiunge: "Conte ha ragione. Oggi gli aspetti fondamentali sono due: la quantità di soldi e i tempi dello stanziamento. Ridare ossigeno alle imprese sarà prioritario, servirà a garantire la nostra competitività. L'export diventerà cruciale di fronte a una possibile flessione della domanda interna. Poi bisognerà sostenere lo Stato sociale, aiutando chi non arriva a fine mese". Sul Mes resta l'opposizione della Lega, con Salvini che al Corriere dice: "Soldi prestati a scadenze troppo brevi e a precise condizioni, decise da Berlino. Ne riparleremo tra due o tre anni. Il Mes lo pagheremo con il sangue". La Commissaria Ue alla Concorrenza Vestager al Messaggero (p.5) dice: "Il fatto è che non possiamo avere una Unione solo quando splende il sole, fondata unicamente sul mercato, dobbiamo averla anche quando c'è bisogno che i vicini realmente ti aiutino, l'aiuto deve esserci. È in gioco il futuro della Ue". La Stampa (p.5) intervista il presidente della Commissione esteri del Bundestag Roettgen: "«A mio avviso, il Recovery Fund deve consistere essenzialmente in sussidi. L'elevato indebitamento dei singoli Stati è proprio il problema, ed è la ragione per cui nella crisi hanno un ridotto margine di azione. E' evidente che con ulteriori prestiti l'Italia non ce la farebbe a uscire dal circolo vizioso di debiti sempre crescenti e da un costo del debito sempre più elevato".

POLITICA
Virus, cadono i primi divieti (Corriere prima e p.2-3). Verso l'addio ai moduli, e il 18 riaprono i musei. Con la fase 2 cade parte dei divieti: si agli spostamenti in regione e agli incontri tra familiari.
Repubblica (p.4) intervista il ministro Franceschini: "A maggio riapriremo siti e musei, previsto bonus per i viaggi in Italia, no al plexiglas in spiaggia".
Anche il Giornale (p.2) parla di riaperture in varie tappe dal 27 aprile. Il giorno fatidico è il
4 maggio, quando torneranno al lavoro 2,8 milioni di persone. Per i negozi su i battenti dall'11 maggio. Secondo il Messaggero (p.6) dal 4 maggio sarà possibile vedere parenti e amici, mascherine solo nei locali. Domani le linee guida della ripartenza e il nuovo Dpcm lunedì. Niente autocertificazione per uscire di casa. Da metà mese anche l'ipotesi spostamenti in tutta Italia.
Secondo Repubblica (p.3) cambiano orari e regole per i trasporti: numero chiuso su bus e metro, ingressi al lavoro scaglionati per evitare folla nelle ore di punta.
Pronti, partenza, flop scrive Libero (p.2). Ripresa senza regole, sarà caos totale. Il 4 maggio si avvicina e sulle modalità della riapertura siamo alle chiacchiere da talk show. Matteo Salvini al Corriere (in prima e p.13): "Il governo ascolti il nostro piano o basta con la concordia nazionale. Le mie idee sul Cura Italia tutte bocciate, il primo maggio presenteremo il progetto di ricostruzione, vedremo se a Palazzo Chici ci sarà una serietà diversa".
La Stampa (p.3) e tutti i quotidiani segnalano intanto le tensioni crescenti nel centrodestra. Berlusconi, altro strappo dai sovranisti: prove di una nuova maggioranza in aula. I deputati azzurri escono dall'emiciclo mentre si vota l'ordine del giorno di Fratelli D'Italia contro il Mes.  Gli strappi sul Mes, scrive Repubblica (p.8). Meloni tenta i 5Stelle: in sette votano con la destra. Berlusconi sempre più lontano da Lega e Fdi. Matteo Salvini al Corriere (in prima e p.13): "Ho sentito Berlusconi pochi giorni fa. Abbiamo parlato di problemi veri. Poi, se ne è uscito per tre giorni di fila dicendo "viva il Mes"... Mi dispiace che lui si sia aggiunto a Prodi e a Monti. Spero che nessuno abbia l'intenzione di fare la stampella al governo. Magari per consentire a qualcuno di fare il ministro per sei mesi". Ma Berlusconi al Foglio conferma: " Oggi l'Unione europea è scesa in campo con una serie di strumenti estremamente importanti, alcuni dei quali voluti proprio da noi, con un paziente lavoro di convinzione prima di tutto all'interno del Partito popolare europeo. L'Europa deve dimostrare di essere una comunità di popoli basata su valori condivisi, su un'identità che è quella dell'occidente liberale e cristiano. E' proprio la presenza di partiti sovranisti, in alcuni paesi dell'Europa del nord, a rendere più difficile uno sforzo comune europeo a sostegno dei paesi più in difficoltà, come l'Italia".
Il Messaggero (p.17) e tutti i quotidiani riportano le parole di Mattarella, che ricorda il 25 aprile: "Oggi come allora ce la faremo". E il presidente emerito della Repubblica Napolitano al Corriere (in prima e p.19) scrive: "Risolleviamoci con quando costruimmo un Paese libero).

ESTERI
Usa, bufera sulla cura anti-virus di Trump: iniezioni di disinfettante e Raggi Uv (Repubblica p.16 e tutti). Medici ed esperti contro le parole del presidente: "Non fatelo mai". Ma dalla Casa Bianca arriva la rettifica: "Erano frasi sarcastiche". Intanto, dagli Usa nuove accuse alla Cina, con Pompeo che attacca: "La colpa di tante sofferenze è di Pechino" (Messaggero p.15 e altri).
Brexit, rapporti tesi tra Bruxelles e Londra nei negoziati sul futuro accordo di partenariato (Sole p.19). Il capo-negoziatore europeo Barnier chiede al Regno Unito di fare di più, dopo che non è stato registrato nessun passo in avanti su pesca e Corte di giustizia, ma l'accordo va siglato entro l'anno: "Finora – ha detto Barnier - non hanno voluto impegnarsi seriamente, è urgente registrare progressi tangibili". Per MF (p.16)  l'insistenza da parte della Commissione Ue sull'allineamento regolamentare ha aperto il vaso di Pandora e fatto saltare il banco. Ricucire adesso sarà molto difficile. Sulla tassazione, in particolare, è rottura su tutta la linea. La convergenza fiscale non è uno strumento che Bruxelles applica agli Stati membri, perciò contestarla a Londra è una presa di posizione politica di contrasto al successo della Brexit.

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1 commento:

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