Commentario del 31.08.2019

PRIME PAGINE
Di Maio attacca, ore di tensione (Corriere). Il leader 5S alza la posta (QN) e minaccia il ricorso al voto: il governo litiga prima di nascere (Stampa). Strappo Di Maio, Conte va avanti (Messaggero). Zanda (Pd) a Repubblica: "Il vero poltronista è Di Maio e non ha ancora chiuso con Salvini". Il leader grillino dà di matto: ora ricatta tutti (Giornale). A che gioco gioca (Repubblica).  Il giorno dei tre ultimatum (Fatto).
L'occupazione crolla, il Pil ristagna (Sole). Allarme Ocse: l'Italia non cresce e tra pensionati e occupati sorpasso nel 2050 (QN, Sole). Nell'accordo giallorosso, prime scintille su cuneo e salario minimo, ma intesa su evasione e blocco dell'Iva (Messaggero). Boccia (Confindustria) al Messaggero: "Priorità a crescita, lavoro e infrastrutture". Landini (Cgil) a QN e Sole: "L'articolo 18 va ripristinato e via le tasse dagli aumenti contrattuali". Mentre Padoan alla Stampa dice: "Spegnere Quota 100". Il Sole guarda ai conti pubblici: dal calo dei tassi per i BTp 15 mld di risparmio.
Migranti, Juncker a Sassoli: riforma di Dublino è la priorità Ue (Sole).

ECONOMIA
Allarme Ocse sull'Italia: nel 2050 più pensionati che lavoratori (Sole in prima e p.3 e tutti). Insieme all'Italia, solo la Grecia superare quota 100%, mentre la Polonia si porterebbe al 94%. L'Ocse invita i governi a mettere in campo misure per prolungare l'attività lavorativa attraverso incentivi per le persone, associati a disincentivi ai pensionamenti anticipati.
Intanto, nell'Italia a crescita zero la disoccupazione è in ripresa (Repubblica p.28 e tutti). I dati Istat del trimestre aprile-giugno fanno registrare una totale stagnazione del Pil, diminuito dello 0,1% su base annua. Nello stesso periodo sono stati persi 18 mila posti di lavoro. Su lavoro e crescita puntano gli industriali, con il leader di Confindustria Boccia che al Messaggero (p.7) dice: "Primo obiettivo la crescita con infrastrutture e lavoro. C'è convergenza sulla necessità di massicci investimenti nelle infrastrutture e taglio del cuneo fiscale a vantaggio del potere d'acquisto dei lavoratori. Inoltre, serve un piano per l'inclusione dei giovani. Cancellare Quota 100 e rimodulare il Reddito di cittadinanza? C'è un nodo risorse  - spiega Boccia - che si chiama debito pubblico: occorre darsi delle priorità all'interno di una quadro di politica economica capace di individuare i grandi fini da raggiungere". Ma sulle misure del precedente governo, il numero uno dell'Inps Tridico al Fatto (p.9) dice: "Reddito e dl Dignità funzionano: il governo M5S-Pd non li cancelli. Anche Quota 100 va tenuta". L'ex ministro Padoan, intervistato dalla Stampa (p.5), dice: "Sono sempre stato critico rispetto a Quota 100. L'ipotesi di non cancellarla ma lasciarla morire alla sua scadenza naturale darebbe una importante stabilità al programma di governo. Mentre il reddito di cittadinanza vuole conciliare troppe cose diverse, perciò non funziona". Landini (Cgil) a Sole e QN: "Su quota 100 ci vuole una riforma strutturale perchè è un provvedimento che introduce discriminazioni per le donne. Poi bisogna ripristinare l'articolo 18 ed estenderlo a tutte le forme di lavoro. Chiediamo investimenti per creare lavoro, una riforma fiscale vera, dentro questa legge di stabilità, che aumenti salari e pensioni, riducendo la tassazione".
L'intervento di Alan Friedman sulla Stampa (p.2) si rivolge direttamente a Conte: bisogna accantonare l'idea secondo cui in un momento di stagnazione sia lecito innalzare la spesa in deficit e incrementare il debito pubblico senza introdurre adeguati strumenti per stimolare i consumi e la crescita. Il precedente governo – scrive – ha trascurato gli investimenti. Poi Friedman segnala una serie di musure da abolire: quota 100, decreto dignità, reddito di cittadinanza e condoni fiscali.
Cuneo fiscale, Pd e M5S divisi. Ma anche sul salario minimo ci sarebbero distanze: il dem non voglio soglie esplicite e puntano sui contratti. Mentre i due schieramenti sarebbero vicini ad un'intesa su Iva e lotta all'evasione (Messaggero p.6). Ma il Giornale (p.5) mette in guardia: più tasse e più spese, ecco cosa ci aspetta col governo giallorosso.

POLITICA
L'ultimatum di Di Maio frena subito la trattativa per il governo giallorosso: "I nostri punti nel programma o meglio andare alle urne" (Corriere in prima e p.2 e tutti). L'uscita del leader 5S fa agitare i grillini, arrabbiare Conte e Pd. E il Colle s'infuria (Fatto p.2). I parlamentari 5S bocciano la retromarcia di Di Maio: "Sei troppo egoista, pensi solo alla poltrona" (Stampa p.2). Zingaretti, basito, annulla gli incontri. Ma Conte lo rassicura: "Il diktat non passa" (Repubblica p.3). Il premier è convinto che Di Maio stia parlando alla base: il M5S cerca di spostare l'attenzione dai ministeri al programma (Corriere p.4). A preoccupare è il voto su Rousseau: parlamentari 5S contro Di Maio, ma Fico ferma la rivolta (Repubblica p.4 e altri). "Non doveva evocare il voto" si sfoga il premier Conte (Stampa p.2). Mentre il tesoriere dem Zanda a Repubblica (p.7) attacca: "Di Maio poltronista. Pd e M5S sono molto diversi, direi alternativi. Se è nata l'ipotesi di un governo insieme è solo per difendere l'Italia dall'attacco alla democrazia tentato da Salvini. Le ultime uscite di Di Maio fanno pensare che i rapporti con la Lega non siano chiusi per sempre". Matteo Renzi a MF (P.11): "Non ho dato l'ok a questo governo per interessi personali, ma solo per fermare Salvini". Poi sulle prospettive del nuovo esecutivo, spiega:  "Il Parlamento durerà fino al 2023, il governo dipenderò dalla qualità degli uomini che verranno scelti e dall'azione che metterà in campo".
Ma le tensioni nella trattativa di governo fanno rialzare lo spread a quota 175 pb (Sole e tutti). Di Maio dà di matto e ricatta tutti: cala la Borsa e sale lo spread (Giornale in prima e p.2).
Il sondaggio di Pagnoncelli sul Corriere (p.6) evidenzia la crescita di consensi per il M5S a seguito della crisi dell'alleanza con la Lega: i grillini passano dal 17,4 al 24,2%. Cresce dello 0,7% il Pd, ora al 22,3%, mentre la Lega perde quasi 4 punti ma resta al 31,8%. In crescita FdI al 7,8%, mentre Fi perde oltre 2 punti ed è al 6%. Libero (p.7) cita il sondaggio Youtrend, secondo cui la Lega è al 31,9%, il Pd al 22,3%, mentre il M5S al 18,6%, con FdI in ascesa all'8,8%. Sul gradimento dei leader, i sondaggi registrano il tonfo di Di Maio, mentre l'80% degli italiani dice no all'inciucio: solo il 20% si fida del nascente governo.
Centrodestra, Berlusconi bacchetta Salvini - "ci ha consegnati alla sinistra" (Giornale p.9 e tutti) –  e si smarca dalla Lega, puntando su centrismo, legami con la Ue e atlantismo (Messaggero p.9). Il leader del Carroccio rivendica: "Non ci servono alleati, vinceremo contro tutti".  E al Corriere del Trentino dice: "La priorità di questo governicchio è evidente: non far ripartire il Paese, ma fermare ad ogni costo la Lega. Sempre che riescano a fare davvero il governo, visto che nella sparti z io ne delle poltrone pare si stiano scannando". L'ex segretario della Lega, Roberto Maroni, alla Stampa (p.6) dice: "Salvini ha fatto una mossa azzardata. Un errore fidarsi del Pd. E anche cercare di tornare con i 5S è stata una scelta sbagliata, ha creato sconcerto nella Lega".

ESTERI
Brexit, un uomo di Johnson a Bruxelles per trattare (Messaggero p. 11, Corriere p. 11 e su tutti). Il primo ministro britannico vuole fissare una serie di incontri con la Ue prima del 31 ottobre, data limite oltre la quale si rischierebbe un No Deal. "Siamo pronti a lavorare in modo energico e determinato per concludere l'accordo - ha dichiarato Johnson - È arrivato il momento per entrambe le parti di aumentare il ritmo". Ieri, intanto, la corte scozzese di Edimburgo ha rigettato un ricorso contro la decisione del premier di sospendere il Parlamento britannico per 5 settimane, mentre altri due ricorsi sono ancora da esaminare. Le firme contro la chiusura delle camere arrivano a 1,6 milioni, ma nei sondaggi i Tories restano in testa. E l'ex premier Major porta Johnson in tribunale come promesso (Repubblica p. 16 e altri).
Repubblica (p. 18) intervista Margrethe Vestager, commissario alla Concorrrenza dal 2014, probabile neo vicepresidente dell'esecutivo Ue, che propone: "Il 50% di donne nella Commissione per rendere più forte la Ue". Per la Vestager "la composizione del'esecutivo è un segnale importante che dimostrerà un cambiamento in positivo. Tutti gli Stati membri dovrebbero rispettare gli standard che si sono impegnati a osservare quando sono entrati nella Ue".
 
© riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento