Commentario del 07.08.2019

IN PRIMA PAGINA
Tav e conti, Salvini attacca (Corriere). Resa dei conti sulla Tav, in Senato la battaglia è sulla sorte del governo (Stampa). Tav, l'ultimo treno (Repubblica). Tav e manovra, avviso di Salvini (Messaggero). Salvini spaventa Di Maio: crisi vicina (QN). Via (anche) gli 80 euro (Giornale).
Toti e Forza Italia, un paio di no a mister signorsì (Giornale). La pesca di beneficenza della Meloni: Giorgia porta via gente da Forza Italia (Libero). Di Maio chiude la vertenza: Pernigotti salva a esuberi zero (Notizia Giornale e tutti).
Imprese attaccate a Salvini (Libero). Il piano di Salvini per tagliare le tasse (Verità).
Allarme antimafia: "Le criptovalute paradiso di illegalità" (Sole). La sicurezza, i magistrati e l'inguistizia: il caso (Repubblica). Prescrizione, i giudici salvano Bossi e Belsito, ma non la Lega (Libero). Carabiniere uccisi, l'alibi del complice già traballa (Tempo e altri). I buchi dell'inchiesta sul Csm: lo strano flop di 4 trojan su 4 (Verità).
Sport, sì alla legge. Il Cio: ora rischiate di perdere Tokyo (Corriere). Le mani sul Coni, ora il Cio avvisa: "Fuori la politica o niente Giochi" (Giornale). Partita finita. Lo Stato si prende lo sport (Tempo). Scuola, via libera al salva-precari: concorso in arrivo (Messaggero).
Per fermare gli espatri, la Polonia cancella le tasse agli under 26 (Stampa). Usa-Cina, ora è guerra sulle valute (Stampa). Boris, l'uomo Brexit raccontato dal suo collega di lavoro (Verità).
E' morta Toni Morrison, la regina nera dell'altra America: aveva 88 anni (Repubblica e tutti). La strage silenziosa di chi fa sport: il ciclismo fa più morti della Formula 1 (Giornale).

ECONOMIA
La Lega smonta la manovra di Tria e stoppa salario minimo e 80 euro (Corriere p. 6, Stampa p. 4, Repubblica p. 6 e altri).  Salvini, che ieri ha incontrato coi vertici della Lega le parti sociali al Viminale, continua ad alzare la posta sulla prossima manovra di bilancio e avvisa il premier: si fa come diciamo noi o ci sarà la crisi di governo (Stampa p. 5). Garavaglia: via il bonus Renzi, ma in busta lo stesso stipendio netto (Stampa p. 4). Contestando il ministro dell'Economia che vuole tenere il deficit 2020 all'1,8%, bocciando senza mezzi termini le nuove proposte di Luigi Di Maio, provocandolo con l'idea di eliminare l'abuso di ufficio e il danno erariale per i dipendenti pubblici, fino a rimettere in discussione i provvedimenti pretesi dal M5S e già varati dal governo. Mettendo anche in conto le possibili conseguenze: "Se col M5S dobbiamo inseguirci e polemizzare, non siamo incollati alle poltrone...". Sul Corriere (p. 6) Sangalli intervistato dalla Querzè, dice: "Stipendi più alti? Va ridotto il cuneo fiscale e fermare il rincaro dell'Iva". Il presidente di Confcommercio ha le idee chiare: "Serve la riqualificazione della spesa che riduca le inefficienze e liberi le risorse per investimenti".
Bentivogli: tute blu, il patto della fabbrica su competenze e salario. Sul Corriere (p. 30) parla il segretario della Fim Cisl Marco Bentivogli: "I contratti si rinnovano tra le parti e gli interventi del governo sono sempre un'ultima istanza. Detto questo, la riduzione del cuneo fiscale è una richiesta dello sciopero unitario del 14 giugno e della Cisl". E sul welfare dice: "Andare oltre i buoni benzina".
Secondo la Furlan (Cisl) "per settembre ci vuole una proposta chiara: stop alle diatribe, non bastano i navigator: noi pensiamo che la manovra debba puntare ad una  riduzione delle tasse per i lavoratori e per i pensionati che rappresentano l'85% dell'erario pubblico. Ridurre le tasse è uno strumento di politica economica persostenere i redditi, la domanda interna, la produzione e quindi anche l'occupazione".
Scuola, concorso salva-preacari, c'è il via libero al decreto (Messaggero p. 7). Ma a il testo non è ancora pronto per la firma del Capo dello Stato per le resistenze grilline. Il decreto leghista era già slittato di una settimana. Un posticipo legato alla necessità di limitare il tempo perduto a ridosso della pausa estiva del parlamento. Ieri i sindacati hanno protestato convocando una conferenza stampa in piazza Montecitorio, per dire la loro. Presenti Flc Cgil, Cisl, Fsur, Uil scuola, Snals Confsal e Gilda. Hanno rivendicato l'accordo del 24 aprile scorso su cui mise la firma non solo il ministro Bussetti ma anche il premier Conte.

POLITICA
In primo piano, su tutti i quotidiani, la resa dei conti all'interno dello schieramento di governo, sulla Tav: oggi il Senato dovrà lavorare su 6 mozioni e pronunciarsi in merito (Corriere prima e p. 2 e altri). Quattro sono a favore dell'opera e provengono sia dal centrodestra (Forza Italia, FdI e parte del Gruppo Misto), che da Pd – tentato dall'astenzione (Stampa p. 3) - che, su questo tema va a braccetto con la Lega e parte dell'opposizione. Due provengono da M5S e l'altra parte del Gruppo Misto. Per un giorno, quindi, cambia la maggioranza (Corriere p. 3): a favore della mozione dem potrebbero schierarsi fino a 188 senatori e lo stesso fronte voterebbe contro i 5 Stelle. Per Conte, però, quello di oggi "non è un giudizio sul governo" (Messaggero p. 2 e altri).
Inevitabile il botta e risposta tra Salvini e Toninelli. "Il ministro delle Infrastrutture non è in grado" dice il vicepremier leghista. "Matteo? In realtà mi loda: è un nano sulle spalle dei giganti che lavorano" replica il ministro grillino (Corriere p. 3 e tutti). Ma intanto i cantieri sono già partiti: creati 4mila posto di lavoro (Messaggero p. 3).
E all'interno del Movimento è psicodramma: "Di Maio abbia più coraggio" (Corriere p. 5, Stampa p. 2). Documento di un gruppo di senatori, la Giarrusso: "Noi del Movimento non possiamo continuare a subire così dalla Lega, che poi io mica l'ho capito dove vuole arrivare alla fine Salvini...". Paragone: "Abbiamo dovuto ingoiare un'altra schifezza, e ora ci tocca pure la Tav. Diciamo sempre che è l'ultima volta, ma sembra non finire mai". Il vicepremier grillino, per tutta risposta, chiede aiuto proprio ai nemici interni tentando di ricucire con gli ortodossi e Di Battista per prepararsi allo scontro (Repubblica p. 3).
Passa la riforma, Olimpiade a rischio (Corriere p. 4, Giornale p. 6 e altri). Cambia faccia lo sport italiano: Coni depotenziato e Cio minaccioso contro le disposizioni di legge che assegna al governo la delega per riscrivere l'ordinamento sportivo: "A Tokyo senza bandiera e senza squadre". La replica del sottosegretario leghista Valente: "Saremo irremovibili. Il Cio? A lui spetta la preparazione olimpica e spetta anche l'organizzazione dei grandi eventi sportivi. Poi ci sono le Federazioni che sono finanziate dallo Stato, direttamente. Del resto è un modello già adottato in diversi altri Paesi dell'Europa, come nel Regno Unito". Carraro: "Amareggiato, approvata una riforma così profonda senza discutere con le parti interessate".
Toti dal notaio: nasce "Cambiamo!" (Messaggero p. 2). Questa mattina Giovanni Toti, insieme ad altri che lo seguono nell'iniziativa, sarà nell'ufficio di un notaio romano, in Prati. L'appuntamento è per registrare formalmente la nascita di "Cambiamo!". "Non è un partito - sostiene chi sta vicino all'ex coordinatore di Forza Italia – ma un movimento di cittadini. poi si vedrà".
L'"Altra Italia" c'è già: al via l'estate azzurra (Giornale p. 7). Tajani e i coordinatori fissano gli impegni in preparazione di primarie e congressi. Oggi infatti il vicepresidente del partito vedrà Annamaria Bernini, Mariagrazia Gelmini e Sestino Giacomoni: al tavolo Tajani porta l'entusiasmo dei coordinatori per questa nuova fase, gravida di speranze e soprattutto di buone intenzioni. E anche segno di salute, se non altro dei vertici del partito che in due giorni hanno tenuto tre lunghe e faticose riunioni per orientarsi sulla linea.

ESTERI
Usa-Cina, ora è guerra sulle valute (Corriere p. 10). La Cina non vuole apparire come il Paese che destabilizza i mercati delle valute e l'Amministrazione Trump, nonostante abbia definito ufficialmente Pechino "manipolatrice valutaria", ha assicurato che sarà flessibile nei colloqui commerciali con la Cina. Gi investitori sui mercati ritengono che non siamo, o non siamo ancora, in una vera guerra delle valute. La situazione resta comunque tesa e lo scontro tra Washington e Pechino è destinatoafare onde alte ovunque, Europa compresa. Focus del Corriere (p. 11) su quanto costa agli italiani gli attriti Usa-Cina sui dazi. +25% sull'acciaio, +20% sul tessile, +100% nel settore alimentare, +30% sull'energia alternativa. Unica zona di rafforzamento resterebbe l'Euro (-3,6%). Hong Kong, la minaccia cinese: "Chi scherza col fuoco si brucia" (Stampa p. 9 e altri). Le autorità di Pechino avvertono la piazza: "Non confondano la moderazione con la debolezza".
Venezuela come Cuba: Washington vara l'embargo totale contro Maduro (Messaggero p. 10 e altri). Una mossa della Casa Bianca che suona anche come un avvertimento a Cina e Russia, le due potenze che continuano a sostenere il leader sconfessato da gran parte della comunità internazionale.
Il Kashmir isolato dal resto del mondo: l'India oscura il web e taglia i telefoni (Stampa p. 8). Il Kashmir è bloccato in un coprifuoco totale. Rete fissa, rete mobile, collegamenti internet sospesi. Tutto tace. Proibito comunicare. Lockdown, questa è la parola che riverbera tra le strade ammutolite della capitale, Srinagar, da dove arrivano sporadici reportage dai giornalisti locali. Mentre dal Pakistan arrivano annunci di possibili guerre. I quotidiani filogovernativi titolano: «Il Kashmir nella pace, nemmeno una denuncia di incidenti violenti, dichiara il direttore generale della polizia Dilbag Singh». La denuncia di Ian Bremmer: "Il mondo ormai è orfano di una leadership forte, così l'Asia è destinata ad esplodere". Ed aggiunge: "Gli Usa? Non sono più credibili, nessun Paese può imporre un'agenda comune". Intanto Islamabad prepara l'esercito: "Per il Kashmir libero siamo pronti alla guerra" (Giornale p. 10).
Varsavia prova a fermare l'emigrazione: "Niente tasse per i giovani under 26" (Stampa p. 11). Secondo i piani la riforma potrebbe riguardare due milioni di giovani (su 38 milioni di polacchi). Secondo gli analisti e i media locali, invece, non è che una delle strategie elettorali del partito di Jaroslaw Kaczynski in vista delle politiche del 13 ottobre prossimo. La norma fa parte del pacchetto delle «5 promesse di Kaczynski», il mantra di tutta la campagna elettorale del PiS. Il provvedimento per i giovani costerà a Varsarvia 2,5 miliardi di zloty, circa 580 milioni di euro l'anno, di cui metà arriverà dalle casse dello Stato centrale e l'altra parte dalle finanze comunali ed è stato accolto con scetticismo, sia dagli analisti che dai diretti interessati, che credono non sia nient'altro che una trovata elettorale, e che non potrà offrire ai giovani lavoratori emigrati le stesse condizioni economiche che trovano negli altri Paesi Ue.

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