Commentario del 23.08.2019

PRIME PAGINE
Cinque giorni per l'accordo (Corriere). Dopo le consultazioni, Mattarella concede 96 ore (QN). Prove di governo con premier terzo (Messaggero): M5S e Pd promessi sposi (Repubblica). Ma la via è stretta per il governo (Stampa). "Tagliamo i parlamentari, altrimenti il dialogo è difficile" spiega il leader 5S al Corriere. Piano di Di Maio in 10 punti, sul taglio dei parlamentari trattative con Zingaretti (Sole e altri). Giornale parla di "trattativa imbarazzante". Contromossa di Salvini che propone un nuovo accordo con i 5S e a Di Maio dice: "Vai tu a Palazzo Chigi" (Messaggero e tutti). Fatto attacca il leader della Lega: "Pagliaccio".
Crisi di governo, Moody's taglia il Pil dell'Italia (MF). Spread giù e conti pubblici ok, l'Italia non è spacciata (Libero). Clausole Iva, possibili risparmi per 5 mld (Sole).
Brexit, Macron a Johnson: l'intesa su Brexit non va riscritta (Sole).
Su tutti il giallo a New York: trovato senza vita lo chef italiano.

ECONOMIA
Pil italiano, ora Moody's taglia le stime (MF in prima e p.2, Corriere p.28 e altri): l'agenzia di rating stima una crescita dello 0,2% nel 2019 e dello 0,5% nel 2020, previsioni al ribasso rispetto alle stime precedenti. Incerto l'outlook di breve termine sull'Italia, a pesare è l'incertezza politica, con il ritorno alle urne considerato lo scenario più probabile. Amundi parla invece di una crescita dello 0,1% quest'anno, agitando lo spettro di una stagnazione causata dalla debole domanda interna e dal rallentamento delle esportazioni.
L'ombra della recessione. L'economia globale sta rallentando. E per l'Italia è già stagnazione (Repubblica p.12). La produzione industriale è scesa a luglio di un altro 0,6%. Gli ordini sono in
picchiata da inizio 2018 ormai. Gli investimenti ancora con il segno meno. Consumi debolissimi. Export sempre meno bene. Richieste di nuovi mutui o surroghe ridotte, nonostante tassi mai così bassi. Clima di fiducia di aziende e famiglie, positivo a luglio, intaccato ora dalla crisi politica. La possibile frenata di Germania e Usa potrebbe trascinare in basso l'Italia.
Il Sole (p.5) torna a concentrarsi sull'Iva e sulle modalità di sterilizzazione delle clausole: tre opzioni per l'Iva. Possibili risparmi fino a 5 miliardi. Le valutazioni tecniche. Nel menù il rinvio di due o quattro mesi del blocco degli aumenti. Altre ipotesi: «rimodulazione» dei beni e possibile mix con l'aumento parziale di una delle aliquote. Effetto aumenti sulla crescita: Pil in frenata dello 0,3-0,4%. Gli incrementi di aliquota ridurrebbero il debito pubblico.

POLITICA
Il Colle dà 5 giorni a Pd e grillini. Martedì scade l'ultimatum di Mattarella: senza intese si va a votare. Oggi i capigruppo dem e grillini inizieranno a discutere di programma. Se non sarà possibile conferire un incarico di governo, verranno sciolte le Camere (Stampa p.2).
"Il ricorso alle elezioni? Una decisione da non assumere alla leggera. Ho il dovere di richiedere, nell'interesse del Paese, decisioni sollecite". Breda sul Corriere (p.3): Mattarella è deluso, partiti troppo prudenti. Il capo dello Stato si aspettava maggiore decisione da M5S e Pd. Il timore che l'Italia resti a guardare sulle scelte Ue. Il fattore tempo: ormai impossibile votare a ottobre. (Repubblica p.6).
Corriere (p.7) intervista Di Maio. «L'intesa con i dem? Tagliamo gli eletti. E per il mio futuro non cerco poltrone. Ci vuole rispetto per Conte. Noi parliamo di temi, come il taglio dei parlamentari, che è il nostro primo punto. L'obiettivo è dare solidità alla legislatura, serve ai cittadini, serve a evitare che aumentino le tasse».
Verso un premier terzo, si allontana il Conte bis. L'ipotesi di una donna (Messaggero p.5). Giovannini e gli altri "tecnici" per Palazzo Chigi. Per il governo MaZinga si cerca un premier "terzo". Circolano anche i nomi di Cantone e Cassese. E l'ipotesi della prima donna a Palazzo Chigi (Repubblica p.3). Da Grillo la carta Giovannini. Ma poi si sfiora la rottura. La chiamata di Franceschini dopo le parole di Di Maio: non ha mai parlato di noi (Corriere p.5). I 5S pronti a sacrificare Toninelli. Conte all'angolo. Proroga per il commissario Ue (Stampa p.5). Commissario Ue, più tempo all'Italia il nodo sarà sciolto dal nuovo governo. Il presidente del consiglio uscente si chiama fuori ma lascia uno spiraglio: «Se me lo chiedono...» (Messaggero p.5).
Di Maio-Zingaretti d'accordo: trattiamo. Le tre condizioni del leader dem: via i decreti sicurezza, preaccordo sulla manovra e stop al taglio dei parlamentari. Dai gruppi M5S mandato a discutere, ma ai vertici non tutti sono convinti (Repubblica p.2). La scommessa del Pd trasformare il patto in coalizione politica. Il segretario resta incerto sull'esito del confronto. Ma tra i dem cresce l'idea che le riforme di Costituzione e legge elettorale possano essere base di un'alleanza stabile. Forsee domani l'incontro tra Di Maio e Zingaretti (Repubblica p.3).
Tre nodi per dare il via al governo. Il Pd ora vuole rivedere il bicameralismo perfetto ma i grillini hanno fretta. La riforma porta i deputati da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200. No alla tassa piatta, restano gli 80 euro. Correzioni sul reddito. Per Zingaretti le risorse dovranno arrivare da una seria lotta all'evasione. Cancellare il Dl sicurezza, la trattativa parte dai dubbi di Mattarella. Il Pd ricorda le lettere del Quirinale che citano principi internazionali. (Stampa p.3).
Salvini lancia l'ultima offerta. L'apertura su Di Maio premier. La mano tesa del ministro: io non porto rancore. Poi il summit con i fedelissimi. «Sono tranquillo». Ritenevo e ritengo che Luigi Di Maio abbia lavorato bene. Agli insulti di altri preferisco non rispondere. Tutto pur di non vedere arrivare al governo il Pd. Tutto pur di non ritrovarci con Renzi e la Boschi (Corriere p.10). Il leader della Lega rilancia: governo di 4 mesi per sterilizzare l'Iva, ridurre i parlamentari, rifare la legge elettorale. Nel Carroccio non si escludono nuovi contatti con i 5 Stelle (Stampa p.7). Si mette male: Salvini non sa che fare. Adesso tutto è nelle mani di Pd e M5S: solo la cabina elettorale può saIvare l'ex vicepremier, scrive Giuli su Libero (p.8). I sondaggisti: con la crisi calo di consensi per la Lega. In attesa delle nuove rivelazioni sulle intenzioni di voto, che per tutti gli istituti arriveranno non prima di una settimana, molti sondaggisti concordano sul fatto che la crisi abbia generato un calo del consenso per Lega e per Matteo Salvini (Stampa p.5).
L'irritazione del Quirinale per la politica dei due forni. È tornata la strategia andreottiana fondata sull'indifferenza per gli alleati. Sei anni dopo il discorso di Napolitano, il Parlamento non è all'altezza. La Lega, pur di non farsi cacciare all'opposizione, è pronta a cedere molto, perfino a cancellare il veto che l'anno scorso impedì al capo politico pentastellato di arrivare a Palazzo Chigi. Massimo Sorgi sulla Stampa (p.8).

ESTERI
Macron si prepara a un G7 senza accordi. Ricette anti-crisi e Iran spaccano i Grandi. Domani a Biarritz si apre il summit. Non ci sarà il documento finale. I timori per la frenata dell'economia (Stampa p.11). G7, nell'Ue vince la linea di Berlino e Londra. «Porte chiuse ai russi». Bocciata la proposta di Trump. Tra i temi l'uguaglianza uomo-donna: per il Fmi «fa crescere il Pil mondiale» (Messaggero p.12). G6e mezzo. Da domani Biarritz blindata per il summit dei Sette Grandi. L'Italia ci arriva in piena crisi. E con un premier dimezzato (Giornale p.10).
Stremati al G7. Conte, Trump, Merkel e tutti gli altri arrivano stropicciati e poco utili al vertice: non c'è da stupirsi se il presidente francese abbia rinunciato alla tradizione del comunicato finale del G7, ironizzando sui documenti "che nessuno legge". (Foglio in prima).
Brexit, Macron non offre nulla a Johnson. Se Boris Johnson sperava di ottenere da Macron quel che Merkel non è disposta a concedergli, o viceversa, il suo viaggio tra Berlino e Parigi è stato abbastanza inutile (Corriere p.15). Il presidente francese e la cancelliera tedesca si sono mostrati uniti e compatti di fronte alle richieste del neo primo ministro britannico: niente cedimenti sul «backstop», niente concessioni al di fuori dei negoziati già conclusi da Theresa May e, ahilei, respinti dal parlamento. Ma, se il nuovo inquilino di Downing Street ha qualche brillante idea dell'ultim'ora per un'uscita concordata dall'Unione ben venga.
Amazzonia devastata dai roghi. Bolsonaro: "Sono state le Ong". Il presidente incolpa le organizzazioni ambientaliste: "Hanno perso i finanziamenti, così seminano il panico". Al ritmo di tre campi da calcio al minuto brucia il polmone del mondo. Bolsonaro: «Bufale». Oslo e Berlino bloccano aiuti. Il presidente: «Merkel riforesti la Germania». (Corriere p.15).
"L'Amazzonia muore nel fuoco. La colpa è di Bolsonaro". Parla Galvão l'ex direttore dell'istituto brasiliano di ricerche spaziali che è stato licenziato dal presidente: gli incendi sono aumentati dell'83% in un anno. Se il governo non agisce rapidamente, in poco tempo è finita. Non solo per noi, ma per il mondo intero mondo (Repubblica p.15).

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