Commentario del 30.01.2019

IN PRIMA PAGINA
In primo piano resta lo scontro tra Lega e M5S sul processo a Salvini per il caso Diciotti. Allarme Conte: il governo traballa (Stampa). M5S in tilt e arriva il soccorso di Conte (Messaggero). "Io responsabile" dice il premier e i 5S si piegano ancora a Salvini (Repubblica). Toghe rosse in campo (Giornale). Il leghista chiede al Senato di salvarlo (Fatto). Al Senato, 5S pronti all'ok al processo in Giunta per dire "no" il Aula (Messaggero). Sulla giustizia vacilla il totem dei grillini (Giornale). "Tutti i ministri sotto processo" titola Libero. Intanto, sulla Sea Watch, il premier annuncia: "Migranti, patto con 5 Paesi" (Corriere). La Corte europea: "I migranti hanno diritto alle cure, non a sbarcare" (Fatto).
Ritiro delle truppe italiane dall'Afghanistan, la ministra Trenta al Corriere: "Non ho obblighi verso Moavero".
Tra i temi economi, spazio al via libera alle domande per le pensioni. Già arrivate mille domande per quota 100 (Messaggero e tutti). Siri al Sole: "Flat tax per tutti, tagli all'Ires e al primo scaglione Irpef" (Sole). Reddito di cittadinaza, con il via al sussidio arrivano le prime truffe (Stampa).
Brexit, rivincita della May: "No a un rinvio". Ora Londra vuole riaprire le trattative (Sole). Vince May ma sale il rischio no deal (MF).
Mercati: l'asta BoT fa il pieno: i tasse a sei mesi tornano sotto lo zero (Sole, MF).

ECONOMIA
La crescita 2019 si ferma a quota zero: la previsione sul Pil arriva dagli analisti del Ref, in attesa dei dati sulla fiducia delle imprese e sul Pil del quarto trimestre 2018 che l'Istat renderà noti oggi (Corriere p.27). Le stime di Ref Ricerche per il 2019 vedono la crescita allo 0,0, una stima pessimistica anche rispetto al non esaltante 0,6% contenuto nel bollettino di Bankitalia. "E' il peso negativo dell'economia tedesca che ci ha indotto a fare questa previsione" spiega Novellis, direttore di Ref Ricerche, che stima un Pil in territorio nel primo trimestre 2019, prima di una leggera ripresa nei successivi due trimestri. Anche il Sole (p.2) riprende le stime di Ref Ricerche che prevedono una risalita del debito sia nel 2018 (131,5% contro il 131,2% del 2017) sia nel 2019, dove si prefede una salita al 132,3%, per arrivare al 132,9% nel 2020. Tria in missione negli Usa prova a rassicurare sulla stabilità dell'economia italiana, incoraggiando gli investimenti nel nostro Paese (Messaggero p.16). "Il nostro debito pubblico non è oggi meno sostenibile rispetto al passato" ha detto il titolare del Mef, incontrando il collega americano. "Speriamo di non entrare in recessione, le banche sono solide" ha spiegato Tria, che ha difeso a spada tratta la manovra, ribadendo che "non ci sono ragioni economiche che giustifichino lo spread alto".
Sole (p.4) intervista il sottosegretario alle Infrastrutture e consigliere economico di Salvini, Armando Rixi, che annuncia: "Flat tax per tutti entro tre anni, abbiamo cominciato con le partite Iva, la strada maestra è stata imboccata. Poi il quoziente familiare con una deduzione fissa per ogni componente del nucleo familiare per assorbire in modo equo le attuali tax exprenditures. L'economia è ciclica, in questi momenti si può aumentare il deficit per abbassare le imposte e finanziare gli investimenti pubblici". A proposito di tasse e imprese, Rixi spiega: "Il nostro obiettivo è ridurre significativamente l'Ires e abolire progressivamente l'Irap. E abbiamo il dovere di semplificare il lavoro delle imprese riducendo l'ingerenza della Pa".

POLITICA
Tensioni nel governo su Salvini (Corriere p.2). Sul caso Diciotti, Conte esprime i suoi timori: "Il governo traballa" (Stampa in prima e p.2). Poi si assume la "responsabilità politica". Ma il "no" alla richiesta di processo al vicepremier leghista scuote i 5S: i vertici aprono, "altrimenti – dicono – dovete giudicarci tutti". Ma Di Battista frena. E Salvini preme perchè la richiesta dei magistrati di Palermo sia respinta (Messaggero p.2). Ora i sette senatori 5S sono nella morsa della Giunta: "Si decide insieme", ma sono pronti a dire "sì" (Corriere p.5). M5S a un bivio: salvaguardare l'alleanza di governo o rimanere fedeli ai propri principi. Per il Messaggero (p.2) è panico tra i grillini, dall'autodenuncia al voto online: "Stavolta rischiamo di scendere sotto il 20%". La senatrice 5S Nugnes a Repubblica (p.2): "Sui principi nessun compromesso, dirò sì". "Vacilla il totem dei 5S sulla giustizia" titola il Giornale. Secondo il Corriere (p.3) Di Maio è irritato per il cambio di linea espresso da Salvini nella lettera in cui si ipotizza il ricorso all'immunità. "Ci ha messo con le spalle al muro" si sarebbe sfogato Di Maio (Stampa p.3): ora tra i 5S c'è l'ipotesi di votare sì al processo in Giunta per poi lasciare libertà di coscienza in Aula.  Il leghista Rixi al Sole (p.4): "Salvini ha agito nel pieno rispetto delle prerogative di ministro, con il pieno appoggio di Governo e maggioranza, che in Senato ha il dovere per coerenza di respingere l'autorizzazione a procedere, altrimenti sconfesserebbe se stessa. Non credo accadrà, ma se dovesse succedere è naturale che ci saranno delle conseguenze". E il sottosegretario leghista al Lavoro Durigon al Messaggero (p.3) aggiunge: "La magistratura non può giudicare un esecutivo, sarebbe un precedente pericoloso. E' una battaglia di civiltà, dobbiamo essere compatti. Che faremo quando approveremo la riforma della giustizia? Sarà bloccata dal primo magistrato?".
Secondo Repubblica (p.2) Salvini ora fugge dai giudici: dopo il consulto coi legali è emerso un alto rischio di condanna. La Stampa (p.2) analizza il cambio di prospettiva di Salvini, prima pronto a farsi processare mentre ora chiede di negare l'autorizzazione a procedere. Un cambio di prospettiva dato dal fatto che il leghista è riuscito ad appiattire i 5S sul tema migranti e ora prova – secondo la Stampa – a stanarli sul loro rapporto con la magistratura. Ma l'offensiva anti-toghe ricompatta i pm, il tutto mentre resta l'imbarazzo per il silenzio del Guardasigilli Bonafede. Per il Giornale (p.4) le toghe rosse sottoscrivono l'appello contro il governo.
Intanto, il Giornale (p.2) riprende le carte dei giudici che accusano Salvini: per il tribunale sarebbero stato violate le norme internazionali per "finalità politiche". Mentre dal Viminale affermano: "C'erano terroristi a bordo".
Intanto, sul caso della Sea Watch, Conte annuncia l'intesa e lo sbarco è più vicino (Stampa p.4 e tutti). Cinque Paesi europei pronti ad accogliere i profughi: sono Romania, Francia, Malta, Portogallo e Germania. Ma la Corte europea di Strasburgo dice no allo sbarco: "Assicurare cure mediche, cibo e acqua" (Repubblica p.5 e tutti). Intanto Conte cerca solidarietà nella Ue, ma con Macron si conferma il gelo (Messaggero p.5).

ESTERI
Corriere (p.11) intervista la ministra Trenta sul ritiro del contingente italiano dall'Afghanistan: "La decisione è mia. Ho informato i responsabili. L'Italia ha altre priorità. I tempi sono tecnici e competono al Comando interforze, ma sa cosa mi sorprende? Che persino una missione militare, in Italia, riesca ad essere trasformata in un tabù. Siamo lì da 17 anni, abbiamo avuto 54 morti, speso quasi 7 miliardi di euro, il nostro contributo è stato notevole ma ora c'è una evoluzione in corso, si va verso un'intesa, che mi auguro arriverà, e noi come Paese ne prendiamo atto. La mia decisione rappresenta un atto di responsabilità istituzionale, verso il Paese e verso i nostri militari".  La notizia ha generato uno scontro nel governo e diventa un caso politico. La Farnesina: non sapevamo del ritiro (Corriere p. 10). Scatta la protesta dei diplomatici, con il ministro degli Esteri Moavero che ha espresso il suo stupore per la decisione e in una nota la Farnesina ha sottolineato di non essere stata messa al corrente. Anche palazzo Chigi avvertito all'ultimo. La rivolta delle opposizioni e Renzi attacca: "Non è la decisione privata di un ministro". La Lega: "Nessuna decisione è stata presa. Si tratta di una valutazione da parte del ministro per competenza". "Sul ritiro resta il gelo fra Moavero e Trenta" titola La Stampa (p. 8). Ma i grillini rispondono: "Le critiche risultano incomprensibili perché sarebbe stato irresponsabile da parte sua non attivare subito le procedure formali interne. Per le quali non c'è bisogno di informare la Farnesina". Intanto il ritiro resta un'incognita soprattutto per Kabul (Fatto p. 9-10).
La Brexit è un caos senza fine. Il Parlamento a May: "Rinegozia" (Corriere p. 12). Sempre più vicina la possibilità  di una uscita catastrofica di Londra dalla Ue con May che sfida l'Europa e chiede di rinegoziare l'accordo raggiunto lo scorso novembre. Ma gli europei con Macron in testa rispondono: "non è rinegoziabile, perché è il migliore possibile. Il no deal è una situazione che nessuno vuole ma per la quale ci dobbiamo tutti preparare". L'impegno di Downing Street: "Ci sono margini per garantire alcune modifiche all'intesa". Ma l'Europa per ora sceglie la linea dura: "Siamo disponibili soltanto a discutere di un eventuale slittamento". Anche l'Irlanda chiude a revisioni". "Il backstop è parte di quell'accordo, e quell'accordo non è aperto a nuovi negoziati", ha detto il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk (Stampa p. 9)
Venezuela, Washington valuta l'invio di truppe. Espatrio vietato a Guaidò (Messaggero p. 12): revocato il passaporto al leader dell'opposizione a Maduro. Secondo gli Stati Uniti la base della forze armate è ormai pronta ad abbandonare il dittatore. Gli Usa mettono in campo una strategia per strangolare il regime e bloccano i conti esteri e vendite di greggio: ammonta a 7 mld la somma depositata sui conti Usa dalla società petrolifera venezuelana Pdvs e a 11 mld delle importazioni di greggio venezuelano negli Usa nei prossimi 10 anni. Ma il Paese sudamericano potrebbe rivolgersi alla Cina.

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