Commentario del 27.01.2019

IN PRIMA PAGINA
Venezuela, tra scenari internazionali e politica italiana. Ultimatum Ue a Maduro (Corriere). "Elezioni subito" dicono i Paesi europei, governo italiano diviso (Repubblica, Messaggero).
Intanto, sulle tensioni Italia-Francia, sul Corriere, interviene Boone (Ocse): "Roma e Parigi si parlino".
Tra i temi italiani, Tav e migranti in evidenza. Salvini: "Tav va fatta, tagliare i costi. Entro febbraio il governo decide" (Sole). Per il Fatto il contro-dossier della Lega sulla Tav  è un frullato di dati già smentiti. Migranti, vescovi in campo: "Accogliamo noi" (Avvenire). Grillo: "Serve durezza" (Corriere). "Polizia sulla Sea Watch" chiede il Viminale, e Salvini sfida Di Maio sull'immunità (Messaggero). Tra i due vicepremier è duello finale (Libero). Intanto dal governo ungherese si schierano con la linea della Lega: "Noi e Salvini difensori dei confini d'Europa" (Stampa).

ECONOMIA
"Roma e Parigi si parlino": Sul Corriere (in prima, p. 8) l'intervista al capoeconomista dell'Ocse Laurence Boone che per l'Europa che sta rallentando chiede: "Italia e Francia si parlino, hanno gli stessi interessi". Nel clima di sofferenza economica che attraversa l'Europa e che mette gli investitori in attesa, Boone vede nelle recessioni italiana due elementi che hanno inciso: l'incertezza nella politica di bilancio e l'aumento dello spread. "All'Italia serve una riforma dell'offerta e quindi della produttività nei settori dell'istruzione, del digitale, delle infrastrutture e soprattutto nelle regioni meridionali  - dice -. Ma anche una spinta sul che rafforzi gli incentivi all'occupazione". Sulle evidenti tensioni tra Francia e Italia, Boone risponde che "dopo la crisi, fino al 2012 abbiamo fatto uno sforzo notevole per consolidare e rafforzare l'area euro. È vero che da anni fatichiamo a finire questi lavori, perché non tutti i Paesi hanno le stesse idee su ciò che serve e sulla sequenza della cose da fare. Mi pare una debolezza dell'unione monetaria che va superata. Bisogna completare ciò che avevamo lanciato sull'Unione bancaria, sul bilancio dell'area euro o su un sistema di assicurazione contro la disoccupazione".
"Italia, vent'anni di crescita zero. Così la crisi lascia i redditi al palo" (Stampa p.16). Secondo i dati emersi da uno studio della Banca d'Italia il benessere medio dell'Italia non aumenta dal 1992 per colpa del debito pubblico e la recessione con una diminuzione del tenore di vita. Per la Cgia di Mestre la media del nostro Pil nel ultimi 20 anni si attesta al +0,2%. Giovedì l'Istat dovrebbe confermare iil rallentamento del Pil del Paese.
"La politica che nega la realtà": Alesina e Giavazzi nell'editoriale del  Corriere evidenziano come recessione sia ormai un'eventualità probabile dato che a frenare sono i mercati di sbocco delle nostre esportazioni sulle quali si è fondata la mini-ripresa degli anni scorsi. Ciò che meraviglia è il dibattito, se così si può chiamare, che ne è seguito – scrivono Alesina e Giavazzi - Matteo Salvini si è scagliato contro il Fondo monetario e Luigi Di Maio ha definito l'Istat inaffidabile. Minare la credibilità delle istituzioni è una strada pericolosissima. Se la recessione arriverà, gli imputati saranno la Germania, la Bce, la finanza internazionale, sentiremo ripetere che la recessione non ha nulla a che vedere con i comportamenti e le scelte di politica economica di questi ultimi mesi. La recessione sarà evitata o attenuata solo se le imprese che esportano e guardano all'estero riusciranno ancora a tenere a galla la nostra economia. Recessione? Così il Nord proverà a reagire (Corriere in prima e p.28). Le ansie di Torino e la corsa di Milano e dell'Emilia mettono evidenziano un Nord scomposto e contraddittorio. Da una parte Torino che ha visto scendere in piazza il partito del Pil e che teme di rimare tagliata fuori dalle nuove geografie dello sviluppo , dall'altra il nuovo triangolo industriale Milano-Bologna- Treviso che ha fatto il pieno della ripresa 2015-2018. Le trasformazioni hanno come base la reazione delle imprese all'imprevedibilità dei cicli economici e il peso che hanno guadagnato mobilità e flussi.

POLITICA
Migranti, caso Sea Watch: "Accogliamo i minori migranti" dice la Cei. Ma il Viminale vuole indagare sulla nave (Corriere p.4). E dal ministero dell'Interno sono pronti a mandare la polizia a bordo (Messaggero p.2). Anche Beppe Grillo sposa la linea dura sui migranti "Serve rudezza" (Corriere p.6). Premier e M5S sposano la linea di Salvini: ora dobbiamo essere compatti (Messaggero p.3). "Né espulsi né respinti, l'ho scritto al ministro: i giovani devono sbarcare" dice al Corriere (p.4) il procuratore del Tribunale dei minori di Catania, Aiello. E il Guardasigilli Bonafede: "I diritti vanno rispettati". Sul tema migranti arriva l'offensiva dei magistrati all'apertura dell'anno giudiziario: "La pietà è morta" (Repubblica p.4). Alla Stampa (p.3) parla il ministro degli Esteri ungherese Szijarto: "Insieme a Salvini difendiamo i nostri popoli e tutta l'Europa. Alle Europee il sovranismo si imporrà. L'immigrazione non è la risposta giusta, sia in materia demografica che sui temi del lavoro".
Intanto, resta in primo piano la richiesta a procedere nei confronti di Salvini da parte del Tribunale dei ministri di Catania. Salvini: "Toghe si sinistra in azione sul caso Diciotti ma il governo non cade" (Messaggero p.4). I senatori 5S per il sì al processo, ma Salvini è tranquillo: "Voglio vedere" (Corriere p.5). La grillina Fattori al Messaggero (p.4): "Niente tentazioni, dobbiamo dire sì. Già troppi cedimenti sui nostri principi. L'abolizione dell'immunità è nel programma del Movimento". Ma si scatena la fronda grillina e nel M5S si spera che Salvini rinunci all'immunità (Stampa p.2). La Lega spacca gli alleati, crescono i pro-Matteo tra i 5S. E Salvini avverte: "Se si schierano contro di me, la maggioranza può scricchiolare" (Messaggero p.5). Sulla richiesta di processare o mneo Salvini l'ago della bilancia rischia di essare il Pd: Fi e FdI in giunta non bastano (Messaggero p.5).
L'ex ministro dell'Interno Minniti a Repubblica (p.6): "Chi nega i porti attenta alla democrazia. Grillo dice che c'è continuità tra me e Salvini? Assolutamente no. Il governo di cui facevo parter io non ha mai disgiunto la sicurezza dall'umanità. Quando il telefono squillava e scattava l'allarme per un salvataggio, rispondeva la Guardia costiera italiana. Oggi non risponde nessuno".
Su Repubblica (p.13) il sondaggio sul Congresso che vede Zingaretti al 51% nei circoli, Martina al 32,6%, poi Giachetti. Pranzo tra il governatore del Lazio e Romano Prodi, ma non c'è stato nessun endorsement dallo staff dell'ex premier (Messaggero p.9). La Stampa (p.8) evidenzia il piano di Zingaretti per salvare il Pd: Gentiloni presidente e Martina vice. Nell'organigramma tutte le anime del partito verrebbero rappresentate. Il governatore laziale, segretario in pectore, potrebbe correre alle Europee nella circoscrizione Centro.
Minniti a Repubblica (p.6) sul Congresso: "Il mio impegno è per il massimo della partecipazione alel primarie e un segretario che superi il 50%. Ecco perchè voto Zingaretti". Calenda al Messaggero (p.9): "Andrò ai gazebo. E ho proposto di portare il Manifesto alle primarie per mobilitare i cittadini su qualcosa che non sia solo interno al Pd. La nostra credibilità dipenderà dalla qualità delle liste e dalla capacità di mobilitare. Per rinnovare non bisogna nascondere. L'importante è che la lista rappresenti mondi differenti e non solo il Pd".

ESTERI
L'Ue: "Venezuela, elezioni subito". Governo diviso, Italia senza voce (Repubblica in prima, p. 2-3, Messaggero in prima, 6-7, Corriere in prima, p. 2-3). Sulla crisi in Venezuela, Russia e Usa allo scontro, mentre Germania, Francia e Spagna sono con il presidente autoproclamato. Italia bloccata dalla lite Lega-5S: l'attivismo del leader grillino, che rimane isolato dal gruppo di testa europeo, irrita anche Salvini: "Così rischia di far saltare tutto". Sulla Stampa (p. 6) Mosca all'Onu: "Un golpe degli Usa" Europa dà ultimatum a Maduro" con i leader  pronti a riconoscere Guaidò. Pompeo: libere elezioni. Ma Caracas: non deciderete il nostro futuro.
I gilet gialli non mollano scontri e manifestazioni a Parigi nuove violenze (Messaggero p. 10 e altri): Undicesimo sabato di protesta nella capitale e in altre città francesi. Il movimento verso le europee diviso tra l'ala radicale e i moderati . Intanto Macron e il governo riguadagnano qualche consenso dai minimi degli ultimi mesi. Il Corriere (14) scrive che la novità di oggi saranno i foulard rossi che hanno raccolto l'appello di Soulié, simpatizzante del partito di Macron.

©riproduzione riservata

Nessun commento:

Posta un commento