Commentario del 22.01.2019

IN PRIMA PAGINA
L'Fmi taglia allo 0,6% il Pil 2019 dell'Italia (MF). Per il Fondo, la frenata italiana è un rischio globale (Sole). Tutto il governo la attacca: "Fa solo disastri" (Repubblica). Lega-M5s, il nemico è la Francia (Stampa). Salvini contro l'Fmi: "Il vero pericolo siete voi" (Corriere). Tria attacca, mentre Conte spiega: "Noi freniamo le tensioni sociali" (Messaggero).
Reddito di cittadinanza, mentre il Messaggero segnala gli scogli del provvedimenti, con pochi posti di lavoro e collocamenti al palo, il Sole intervista il consigliere economico di Di Maio, Tridico, che annuncia: "1 mln di posti di lavoro in tre anni". Al Fatto parla l'ad di Poste Del Fante: "Così Poste darà le nuove card per il reddito". Libero prosegue la sua battaglia per un referendum contro il sussidio: il 60% voterebbe per eliminarlo.
Italia-Francia: scontro sull'Africa (QN). Lite Roma-Parigi (Corriere) su euro, difesa e immigrati (Verità). La rottura di Di Maio (Repubblica). La Francia convoca l'ambasciatore: "Da Di Maio parole inaccettabili" (Sole). I 5S attaccano Macron, ma scivolano sul franco (Giornale). Per il Fatto, Macron se ne frega dei morti in mare e attacca l'Italia per avere la Libia.

ECONOMIA
"Italia e Brexit rischi globali": allarme del Fmi sui conti italiani, a preoccupare sono i rischi finanziari legati al debito sovrano che sarebbero una minaccia per l'economia globale (su tutti). Dopo Bankitalia, anche il Fondo monetario internazionale taglia le stime sul Pil 2019 a +0,6%. Ma il governo italiano non ci sta. "Sono loro il pericolo per la crescita" attacca Salvini, mentre il ministro dell'Economia Tria spiega: "Non siamo né un rischio globale né per l'Europa, il rischio viene dalle politiche del Fondo". Il governo italiano vede conti migliori: con lo spread sotto i massimi un "risparmio" di 1,6 mld (Corriere p.8). Intanto, dall'Ue il via libera alla manovra italiana, ma a maggio finisce la tregua e Bruxelles potrebbe chiedere ulteriori interventi dopo il voto (Repubblica p.18). Ma il titolare del Mef respinge l'ipotesi di una manovra-bis (Sole in prima e p.3). L'economista Véron al Corriere (p.9): "Non penso proprio che il mondo sia preoccupato dalla politica fiscale di Roma, né che l'Italia rappresenti uno dei maggiori pericoli per il pianeta. Le stime sull'Europa sono peggiorate a causa del deterioramento dello scenario globale e per l'incertezza legata alla Brexit. Ma pesano anche le politiche nazionali di Francia, Italia e Germania. In Italia, la legge di Bilancio è molto meglio di quanto si temesse in estate. L'esecutivo non vuole uscire dall'Ue e anche il caso Carige mostra l'allineamento tra governo, Banca d'Italia e Bce. Anzi, c'è meno opposizione oggi verso la Bce che con i governi Renzi e Gentiloni. Qualche anno fa il settore bancario italiano metteva a rischio l'eurozona, oggi non è più così". Repubblica (p.5) segnala come debito italiano ed export tedesco rappresentino due fattori di debolezza dell'Eurozona: entrambi i Paesi alle prese con il calo delle stime di crescita, ma per motivi diversi. Da noi pesa lo spread, per i tedeschi il tema è la dipendenza dai consumi di Usa e Cina. Conte, domani al forum di Davos, pronto a spiegare la via italiana contro le tensioni sociali, sottolineando l'importanza della "redistribuzione della ricchezza" e di reddito e quota 100 per "rinsaldare il patto di fiducia tra istituzioni e cittadini" (Messaggero p.7). "Con il reddito di cittadinanza 1 mln di posti di lavoro in tre anni - annuncia il consigliere economico di Di Maio, Pasquale Tridico, al Sole (in prima e p.4) -. Le imprese si affideranno ai centri per l'impiego per assumere visti gli incentivi consistenti che, dopo aver pubblicato i posti vacanti, assumono a tempo indeterminato da Cpi". Ma arriva l'avvertimento delle Regioni a Di Maio: "Il reddito è fumoso e indefinito" (Stampa p.7). Le Regioni temono il caos: criticità sull'assunzione di operatori e navigator. Criticità anche per i tempi, soltanto 5 giorni, che l'Inps avrà per verificare le domande (Messaggero p.8). Intanto il Decretone è ancora fermo, manca il bollino della Ragioneria sulle coperture (Repubblica p.18). Libero (in prima e p.2) prosegue la battaglia per un referendum contro il reddito di cittadinanza: un sondaggio di AnalisiPolitica darebbe i favorevoli all'eliminazione del sussidio al 60%.

POLITICA
Scontro Italia-Francia, gli attacchi dei 5S aprono la crisi (Repubblica p.2 e tutti). Di Maio e Di Battista attaccano Macron: "Sfrutta l'Africa" (Stampa p.2 e tutti). Ira di Pargi, che replica: "Inaccettabile". Convocata l'ambasciatrice italiana. Ma il vicepremier grillino rilancia: "Abbiamo acceso un faro di verità". Nel mirino dei 5S è finito il "Franco coloniale", attraverso il quale la Francia affama l'Africa. Per il Giornale (p.4) l'argomento usato dal Movimento è una bufala, perchè arrivano pochi migranti da quei Paesi. Anche per il Sole (p.6) la polemica sulla valuta risulta pretestuosa. "Il franco africano non "genera" migranti ma frena lo sviluppo di quelle economie" segnala il Messaggero (p.2).
Di Maio, Di Battista e la strategia per creare il nemico (Repubblica p.2-3): parole anti-Macron decise a tavolino per lanciare la volata alle Europee. Il Fatto (p.3) si concentra sull'attacco concordato a Macron: i 5S contro il presidente francese, come Meloni e Salvini, ma vogliono marcare le distanza dalla Lega sui barconi. Per la Stampa (p.3), l'attacco al governo di Parigi entra nella logica del "nemico a ogni costo", i giallo-verdi puntano a screditare Macron, con il M5S che cerca di entrare nelle simpatie dei popolari tedeschi. Il sottosegretario 5S agli Esteri, Manlio di Stefano, al Messaggero (p.3): "Non è una questione di incidente diplomatico, abbiamo semplicemente detto la verità. La Francia ha il diritto di chiamare la nostra ambasciatrice se non le piacciono le cose che diciamo, ma sono incontrovertibili. E' assurdo che la Francia eserciti ancora il controllo monetario delle sue ex colonie". Monito di Conte al M5S per fermare lo scontro: la misura è colma (Repubblica p.3). Palazzo Chigi, Quirinale e Farnesina al lavoro per mitigare gli effetti dello scontro che mette in serio pericolo i rapporti con Parigi. Per il premier è stato un errore aprire una polemica che chiama in causa un intero Paese. Conte e Moavero provano a derubricare la tensione a "questione di politica interna"

ESTERI
Nello scontro Italia-Francia in evidenza i possibili risvolti in Libia. Lo scontro con l'Eliseo complica il dossier Libia (Messaggero p.3). Il ministro Toninelli al Corriere (p.6): "La forte destabilizzazione della Libia ha una causa precisa, che risale alle bombe di Sarkozy nel 2011. Il tema sollevato da Di Battista è sacrosanto ed è legato alle responsabilità storiche dei governi francesi e alla necessità di una solidarietà Ue che oggi a Parigi non si vede. Forse solo un incidente diplomatico può far capire la necessità di occuparsi delle cause dei flussi migratori e non solo degli effetti". Intanto, il Fatto (p.4) evidenzia tutti gli impegni con la Libia non rispettati da Italia e Ue: il presidio alla frontiere con il Niger, i gommoni necessari al nord, gli hotspot per gestire gli arrivi. La "lista della spesa" europea è rimasta sulla carta e ora ricominciano le partenze. Il premier Conte attiva gli 007 per salvare i migranti, in arrivo nuove risorse per trattare con la Libia (Corriere p.4): dobbiamo essere noi – ha avvertito il premier – a gestire l'emergenza, non le Ong. E al Corriere (p.6) Toninelli dice: "Pronte le motovedette promesse a Tripoli: entro poche settimane saranno a loro disposizione, così si ridurranno le partenze e i morti". Poi il ministro spiega: "Da inizio anno solo 200 sbarchi, contro i 2700 dello scorso anno. Meno barconi equivale a meno morti, dobbiamo azzerare questo dato". Ma nella lotta ai trafficanti, l'Italia sa chi sono, ma in Libia nessuno li cerca (Repubblica p.14): a 4 anni dall'inchiesta "Tokhla" la Procura di Catania non ha mai chiesto una rogatoria.
Brexit, May presenta il suo piano B, che però somiglia molto a quello bocciato da Westinster (Stampa p.13). Corbyn attacca: "Non è cambiato nulla". Tra le novità c'è l'eliminazione della tassa per il permesso di residenza. Piano B bluff, torna l'ipotesi elezioni (Messaggero p.5): le lievi modifiche proposte dalla premier non convincono. Resta il "no" all'ipotesi di un referendum bis e al rinvio dell'uscita dalla Ue, ma ora la premier è in bilico.

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