Commentario del 06.01.2019

IN PRIMA PAGINA
In primo piano la bozza del decreto su pensioni e reddito. Quota cento al via dal primo aprile (Sole), per gli statali Tfr solo dopo 5 anni (Stampa). Tetto ai fondi per il reddito (Corriere) e platea ridotta (Messaggero). Per Repubblica il finanziamento per il reddito è a rischio. Ed è giallo sui destinatari: per il decreto va anche agli stranieri, ma Di Maio dice: "Solo agli italiani" (Stampa).
In politica: migranti e caso Sea Watch, Di Maio: "Accogliamo, ma la linea dura resta" (Corriere). Salvini al Messaggero: "Gli alleati parlino, ma decido io. A Palazzo Chigi con i sindaci non vado". Per la Stampa, la Lega sfida i 5S e scatta la fronda interna sulla legittima difesa. Libero invita Salvini, accerchiato dai filo-immigrati, a tenere duro. Prosegue la protesta dei sindaci su accoglienza e decreto sicurezza. "I sindaci disubbidienti sono l'anarchia" dice la Casellati (Corriere). E la Verità va all'attacco dei "professionisti dell'accoglienza". Il Fatto presenta le prove della truffa di Malta all'Italia sui migranti.
Sul Sole parla Tremonti: "Uscire ora dall'euro sarebbe distruttivo".
Francia: Gilet gialli, pochi in piazza. Ma vincono i violenti (Corriere). Una ruspa contro il muro del ministero (Messaggero). Promettere mld di spesa sociale e cancellare la nuova tassa sulla benzina non è bastato: ora Macron non sa più che fare (Fatto).

ECONOMIA
Pronta la bozza del decreto con le prime modifiche alla legge Fornero e le misure di contrasto alla povertà. Il testo dovrebbe approdare in Cdm la prossima settimana. Pensioni a quota 100 al via dal primo aprile, tempi più lunghi per gli statali, che dovranno presentare la domanda di pensionamento sei mesi prima (Sole in prima e p.2). La riforma con l'anticipo pensionistico dura solo fino al 2021. Intanto, resta il nodo del Tfr per gli statali: una platea di 140 mila dipendenti pubblici rischia di dover aspettare anche 8 anni per la buonuscita (Stampa in prima e p.6). Il ministro Bongiorno assicura: "Lavoriamo a una soluzione". Trattative con le banche per anticipare le erogazioni.
Nello stesso decreto anche le misure per il reddito di cittadinanza. Spesa fissata in 6,1 mld: reddito tagliato se le domande saranno troppe (Messaggero in prima e p.2 e tutti). Se i fondi non basteranno, l'assegno verrà "rimodulato" e le nuove richieste bloccate. Aiuti a 1,4 mln di famiglie povere, secondo le stime del governo. Ma è giallo sugli stranieri: potrà ricevere l'assegno solo chi è residente in Italia da dieci anni. Per la Stampa (in prima e p.7) sono stati smentiti gli annunci di Di Maio, che parlava di una misura destinata solo agli italiani. Il vicepremier grillino però al Corriere (p.3) ribadisce: "Incostituzionale escludere gli stranieri? No, noi, utilizziamo i dieci anni di lungo soggiorno proprio per destinare il reddito agli italiani". La durata del sussidio è di 18 mesi, rinnovabili. I beneficiari sono tenuti ad accettare "almeno una di tre offerte di lavoro congrue", cioè entro i 100 km nei primi sei mesi di fruizione del reddito, entro i 250 km per i successivi mesi (Corriere p.7 e tutti). Le aziende che assumono i beneficiari del sussidio possono avere sgravi fino a 18 mensilità. Boccia (Confindustria) chiede di "rimuovere alcune criticità" legate al reddito, evitando "che diventi un elemento che aiuta il 'sommerso' e che disincentivi il lavoro" (Sole p.4 e altri). Poi auspica un cambio di passo dopo "mesi in cui si parla di reddito di cittadinanza, pensioni e sicurezza e non si parla di una grande missione da dare al Paese, andando oltre la manovra economica, dandosi grandi obiettivi". Sulla stessa linea anche Dal Poz (Federmeccanica) che a Repubblica (p.2) spiega: "Il reddito di cittadinanza non si discosta dall'essere un mero strumento di assistenzialismo. Quota 100? Non è scontato che gli anziani che libereranno posti di lavoro saranno sostituiti da giovani". Non soddisfatti delle misure neppure i sindacati, con Susanna Camusso (Cgil) che a Repubblica (p.3) dice: "Queste due misure incideranno poco sui due problemi che avrebbero dovuto affrontare: povertà e cancellazione della Fornero. Nel reddito di cittadinanza manca qualsiasi riferimento alle misure di inclusione. Sbagliato che tutto si traduca in incentivi alle aziende che assumono, anche perchè il lavoro, prima di essere distribuito, andrebbe creato. E non vedo interventi che vadano in questa direzione Su quota 100 non si è tenuto conto delle categorie con storie contributive più discontinue, per le quali resta la Fornero". Polemica anche la Furlan (Cisl) che ad Avvenire (p.9) dice: "Era il momento di scelte nette per uscire dalla crisi, invece vedo troppi errori. Avevamo chiesto al premier crescita e investimenti, sembrava avesse capito. Invece si è andati nella direzione opposta. Noi vogliamo il dialogo, ma se Palazzo Chigi mantiene il silenzio la mobilitazione è inevitabile". Poi aggiunge: "Il tema pensioni non può esaurirsi con quota 100: mancano aspetti importanti come il trattamento di garanzia per i giovani, l'Ape sociale da rendere strutturale e la copertura del lavoro di cura. Il reddito di cittadinanza invece ha senso solo se costruito davvero come un ponte verso il lavoro. Inoltre, manca il tema del fisco: nemmeno una parola su una riforma del fisco finalmente equa".

POLITICA
"Accogliamo, ma la linea dura resta". In evidenza ancora le tensioni nella maggioranza per le posizioni sul tema migrazioni e per il caso delle navi della ong tedesca bloccate nelle acque maltesi. Di Maio al Corriere (in prima e p.3) conferma la posizione: "Sì alla linea dura sui migranti, ma donne e bambini si tutelano. Non ho scavalcato Salvini, ci siamo sentiti. Sono d'accordo sulla linea dura perchè non possiamo assumerci da soli i problemi dell'Ue sui migranti". Il vicepremier leghista a colloquio con il Messaggero (p.5): "In Italia non arriva proprio nessuno. Porti chiusi, sbarrati. E' giusto che Di Maio parli e dica il suo pensiero. Va benissimo che parlino anche Fico, Di Battista e che discuta tra noi e con il premier Conte, ma in materia di migranti quello che decide sono io. Lavoro per non far partire bambini, donne e tutti gli altri dai loro Paesi, per evitare che muoiano nel deserto o nel Mediterraneo. L'Italia – prosegue il ministro dell'Interno – è stata troppo a lungo un porto aperto, mentre l'Ue se ne infischiava. Se non attraverso corridoi umanitari e in maniera controllata, qui non entra più nessuno". Secondo Libero (in prima e p.2), Di Maio, per non spaccare il Movimento, apre le porte ai profughi. Ma il quotidiano diretto da Feltri sta con Salvini, che è assediato dai filo-migranti: "Tieni duro". Il leader leghista è in lite con i vescovi, anche se l'arcivescovo di Ferrara, Luigi Neri, alla Stampa (p.5) si smarca dalla linea di Bagnasco: "Usare l'obiezione di coscienza per fare politica è sbagliato". In tema di accoglienza resta l'ostilità dei sindaci, a cui si aggiungono anche i presidenti di Regione. Con Rossi (Toscana) che ricorre alla Consulta (Corriere p.2 e tutti). "Alla Cei che critica dico che sull'accoglienza abbiamo già dato – commenta Salvini al Messaggero -. Soltanto qualche pretone fa polemica, ma vada una mattina in chiesa e vedrà come la pensano i fedeli e anche i parroci. I sindaci? Per qualcuno che protesta, invece di amministrare le proprie città, ce ne sono tanti, la maggioranza e di ogni colore politico, che hanno capito che si tratta di provvedimenti che rendono più facile il loro lavoro e più sicura la vita di tutti. L'incontro con i sindaci? Io non vado, non si può parlare con chi non conosce la materia e usa argomenti falsi e ideologici". Contro la rivolta dei sindaci si schiera anche la presidente del Senato Casellati, che al Corriere (p.5) dice: "Siamo in uno Stato di diritto. È inconcepibile che qualcuno, e a maggior ragione chi siede nelle istituzioni, possa ritenere di disapplicare la legge in base ad una propria personale convinzione. Se non si condividono i contenuti di una norma, perché ritenuta incostituzionale, ci sono forme e sedi appropriate. Diversamente, il messaggio di cui alcuni sindaci si fanno portatori diventa devastante per le istituzioni e per i cittadini, i quali, potrebbero sottrarsi all'obbligo di rispettare le leggi soltanto perché contrarie ad un loro specifico interesse". E il governatore Pd della Puglia, Michele Emiliano, al Fatto (p.4) dice: "Disobbedire al dl Sicurezza è un favore a Salvini. Sono d'accordo con i sindaci, il decreto è una catastrofe. Ma si lotta con i ricorsi"

ESTERI
Francia, ottavo sabato di protesta. Ruspa contro un ministero a Parigi, il ritorno incendiario dei gilet gialli (Corriere p.10 e tutti). Scontri in molte città, Macron dice basta: "Faremo giustizia". La nuova "miccia" degli scontri è l'arresto del capo della rivolta, ma manca anche la risposta politica: i 100 euro promessi dall'Eliseo non bastano, i manifestanti chiedono il taglio drastico delle tasse (Messaggero p.11). Ora Macron non sa più che fare (Fatto p.11): il presidente francese ha annunciato una lettera a metà mese per "aprire un grande dibattito". Ma la protesta va verso il salto politico con i gilet gialli che, tra simpatie estremiste e una nuova struttura, si riuniscono a Marsiglia per fondare "Il movimento" (Corriere p.11).
"Uscire ora dall'Euro sarebbe distruttivo": il Sole (p.1-5) intervista Tremonti, che non risparmia critiche alla moneta unica ma resta nel suo orizzonte. "Il venir meno della solidarietà con le atrocità combinate alla Grecia e con il golpe finanziario in Italia sono episodi che non vanno ripetuti. La soluzione può essere l'idea degli eurobond avanzata da me e Juncker. Tornare alla moneta nazionale infatti potrebbe essere catastrofico: mancherebbe la coesione nazionale, inoltre forze esterne potrebbero distruggere l'operazione".

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