Commentario del 14.01.2019

IN PRIMA PAGINA
In primo piano su tutti l'arresto di Cesare Battisti, che è già in volo, oggi arriva in Italia (Corriere): rimpatrio record per evitare il Brasile (Repubblica). "Ha finito di ridere" titola il Giornale. La sua lunga fuga finisce in cella (Stampa). Caccia ad altre 50 primule rosse (QN). Ergastolo in Italia per Battisti (Messaggero), lo conferma anche il ministro Bonafede al Corriere: "Sconterà l'ergastolo".
Sul Messaggero la lettera del ministro Paolo Savona: "La Ue si salva solo fermando la tecnocrazia".
Al Corriere parla il ministro Moavero: "Nel governo qualche lite c'è. I migranti? Colpa della Ue". Tav, piano B della Lega per salvarla (Messaggero). La Stampa intervista Gentiloni, che si rivolge a Salvni: "Voti con noi sulla Tav". Fatto intervista Roberto Fico: "Ora legge sull'acqua pubblica. Tav, il M5S contro il referendum". La Stampa riporta un reportage tra gli industriali, i sindaci leghisti e gli artigiani che dicono "no alla decrescita" e spingono sull'Alta velocità: "E' fondamentale".
Tra i temi economici, sul QN l'inchiesta sul "grande flop" dell'Italia digitale. Pensioni e quota 100, novità contributi per i dipendenti pubblici (Messaggero). Manca l'accordo sul Tfr degli statali: interessi a carico dei pensionati (Repubblica).
Brexit: Londra e Ue pemsano a un rinvio. Voto, May in bilico (Messaggero).

ECONOMIA
Sul Messaggero (in prima e p.9) la lettera del ministro Savona che, in occasione del ventennalle dell'euro, riprende un dossier del "The Economist" e scrive: "Sarebbe un tragico errore ignorare la crisi in atto. Non solo l'Italia sta arretrando, per questo è necessario avviare subito le modifiche, cominciando dal fondo salva-Stati". Il ministro per gli Affari Ue lancia l'allarme sulla "deriva tecnocratica" e ricorda come siano molti i Paesi "pronti a cambiare l'architettura istituzionale dell'Unione. Bisogna – avverte – istituire quanto prima una struttura comune che favorisca il lavoro senza lacci e lacciuoli, perchè crescita e investimenti non possono attendere".
Sul Corriere (p.10) parla l'ex ministro Padoan, che sull'andamento dell'economia italiana spiega: "Quando arriveranno i dati del quarto trimestre 2018 sapremo se siamo in recessione oppure no. I segnali purtroppo non sono positivi. Ma il punto è: se il ministro dell'Economia dice che siamo in stagnazione, mi aspetto che dica cosa intende fare per uscirne. Lui non lo fa, ma la ricetta è una sola: sostenere gli investimenti. Non do consigli, ma suggerisco al governo di lavorare già per la prossima manovra, ma anche di preparare un piano B: una manovra correttiva nel caso le cose andassero male". L'ex ministro ricorda come gli investimenti nel 2019 scenderanno. E a Di Maio, che ha scaricato le responsabilità sui precedenti governi, replica: "Ridicolo. Vada a guardare i dati. Fino a metà 2018 l'economia cresceva, con il loro governo è crollata sia la fiducia delle imprese che dei cittadini". Poi Padoan torna a commentare il reddito di cittadinanza: "E' un cocktail di due esigenze diverse: sostenere i redditi bassi e incentivare l'ingresso nel mercato del lavoro. Ma temo che finirà per essere uno spreco". A proposito di reddito di cittadinanza, l'analisi del Sole (p.2) sui requisiti per ottenere il sussidio: residenza; Isee del nucleo familiare inferiore a 9360 euro; reddito familiare sotto 6mila euro annui; soglia dei 30 mila euro per il valore del patrimonio immobiliare, esclusa la prima casa; nessuna auto nuova nel nucleo familiare. Nella data room della Gabanelli sul Corriere (p.23) i difetti del sussidio: troppi soldi nelle tasche sbagliate. L'assegno di sussistenza si innesta su un modello iniquo: un terzo delle spesa sociale finisce ai più ricchi. E mancano banche dati e verifiche, visto che – secondo le indagini della GdF – molti degli Isee sono falsi.
Nel decreto, in arrivo nei prossimi giorni, anche le novità su quota 100: per gli statali resta il nodo del Tfr, su cui non c'è accordo: interessi a carico dei pensionati, ma i sindacati protestano (Repubblica p.11). Statali, altri tre anni per regolarizzare i vecchi contributi (Messaggero p.8).

POLITICA
Finita la fuga di Cesare Battisti: preso a Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia, arriverà dopo Mezzogiorno a Ciampino (Corriere e tutti). Volo speciale diretto dalla Bolivia, evitato il passaggio in Brasile. Ma anche il rientro del terrorista suscita tensioni nel governo: asse Salvini-Bolsonaro. "Farà scalo a Brasilia". Ma arriva lo stop di Bonafede (Messaggero p.5). Il Guardasigilli al Corriere (p.6): "Nel momento in cui è stato arrestato in Bolivia, questo Paese ha provveduto all'espulsione immediata: poteva essere o verso il Brasile o addirittura verso l'Italia. Non passando dal Brasile, Battisti sconterà l'ergastolo. È la soluzione migliore in termini di giustizia". Ma è gara 5S-Lega per gestire l'operazione di rientro, con il M5S che avverte: "Niente passerella per Salvini". Salvini si prende il merito, i 5S non gradiscono (Repubblica p.7). Salvini scatenato sui social. Ma rassicura il M5S: "Non passo all'incasso" (Giornale p.7). Ma Bonafede spiega: "Una volta tanto chiederei al sistema mediatico italiano di non distinguere tra il ministro di una forza politica e uno di un'altra. Il risultato deriva da un gioco di squadra, il Paese è compatto con le vittime e i loro parenti".
"Battisti ha finito di ridere" titola in apertura il Giornale. La sua condanna è a vita, ma potrà avere dei benefici: permessi possibili dopo 10 anni (Corriere p.5). Ma per il Messaggero (p.2) è difficile che, con le condanne che ha ricevuto, ottenga sconti sulla pena.
Lega-M5S, settimana di tensioni. Di Maio: "Dall'alleato mi aspetto lealtà" (Corriere p.8). Mentre è partita la campagna dei 5S in vista del voto di maggio, restano le tensioni con la Lega sulle questioni governative. Libero (p.7) torna a premere sulla diversità dei due alleati di governo: hanno già litigato su metà contratto di governo.
La Tav Torino-Lione è uno dei temi più spinosi. Piano per risparmiare 1,5 mld (Messaggero p.11): minori costi con il ridimensionamento della stazione Susa e spalmando le spese. Le spettro di un referendum spinge il M5S a cercare un compromesso. Intanto, il Pd adesca Salvini per spaccare i gialloverdi: dopo la piazza insieme, i dem depositeranno una mozione per sbloccare i lavori (Fatto p.3). Ma i leghisti fanno sapere: "Prima la relazione costi-benefici. In caso di impasse, ultima parola al popolo". Ma il presidente della Camera Fico al Fatto (p.4) dice: "Bisognerebbe innanzitutto chiarire di che tipo di referendum si tratta. Per la Costituzione servono 500 mila firma, se accadesse non avrei nulla da dire. Ma avrei da ridire se il M5S appoggiasse un referendum sulla Tav". La capogruppo di Fi, Gelmini al Giornale (p.10): "La Lega in piazza a Torino è stata un'abile mossa propagandistica, ma non si può essere di lotta e di governo. La Lega difenda la Tav in Cdm".
Corriere (in prima e p.9) intervista Moavero Milanesi, che a proposito del tema migranti, dice: "La vicenda Sea Watch poteva essere l'occasione per concordare a livello europeo per governare davvero i flussi migratori. Invece, non è andata così. Per i rifugiati che fuggono da guerre e regimi liberticidi servono appositi corridoi umanitari. Per i migranti economici servono seri investimenti nei loro Paesi d'origine e piena condivisione tra i Paesi Ue degli onere degli eventuali arrivi. E' colpa degli egoismi dei governi dei diversi Stati se il governo italiano litiga". Intanto, oggi il commissario Ue Avramopoulos sarà a Roma: dopo il caso Malta, vuole un meccanismo automatico di accoglienza. Ma arriva il no italiano: prima di tutto si pensi ai rimpatri (Messaggero p.13)

ESTERI
Brexit, Londra e la Ue pensano al rinvio (Messaggero p.15): secondo "The Guardian", Bruxelles attende solo la richiesta britannica per spostare la scadenza del 29 marzo. Il nodo sarebbero le elezioni europee nel caso in cui lo slittamento andasse oltre luglio. Intanto, si va verso un No Deal che spaventa Londra (Fatto p.14): domani i deputati dovrebbero bocciare l'accordo di recesso voluto dalla May, che avrà poi tre giorni per un "piano B". Settimana decisiva per la premier, che avverte: "O il mio piano o la catastrofe" (Corriere p.14). Intanto, Corbyn prepara già la sfiducia.
Francia, Macron scrive una lettera al Paese: "Dalla collera alle soluzioni" (Repubblica p.12, Messaggero p.14 e altri). Dopo la protesta dei Gilet Gialli il presidente lancia al Paese un dibattito nazionale consultando i cittadini su 32 punti. Poi forse il referendum. Gli analisti parlano di una scommessa politica ad alto rischio: il processo si chiuderà a marzo. "Per me non ci sono domande vietate - spiega Macron - Non saremo d'accordo su tutto, è normale, siamo in democrazia. Ma almeno dimostreremo di essere un popolo che non ha paura di parlare, dibattere".
Su Repubblica (p.13) Diamanti riporta il sondaggio Demos sull'opinione degli italiani sulla protesta dei Gilet gialli. Oltre il 60% ha espresso sostegno alla protesta, meno del 20% non conosce i fatti e  solo 2 italiani su 10 sono contrari perchè "è meglio fare opposizione in Parlamento". Il consenso risulta esteso a tutte le aree politiche ma soprattutto nelle "aree di maggiore disagio": Centro-Sud e Mezzogiorno,  coinvolgendo maggiormente operai e disoccupati.
Sulla Stampa (p.9) parla Marine Le Pen: "Tutti quelli che difendono il popolo devono cooperare . Sono contenta che i 5 Stelle o la Lega partecipino in qualche modo a questo movimento, che è democratico. E che consiste a rendere la parola al popolo europeo nella sua diversità. Sono loro a dover determinare verso chi andrà il proprio voto, analizzando le proposte di tutti. Ma è fuori discussione che io strumentalizzi i gilet gialli, che mi metta tra le telecamere e loro per rubare il primo piano. Sarebbe un errore e pure disonesto". In merito alla cattura di Battisti dichiara che "è un disonore per la Francia aver impedito per anni l'estradizione del terrorista".

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