Commentario del 16.01.2019

IN PRIMA PAGINA
In primo piano su tutti i quotidiani il caso Brexit. Sconfitta pesante della May (Sole). Schiaffo storico (Giornale). La premier britannica sull'orlo dell'abisso (Repubblica e tutti). "Io resto, sfiduciatemi" dice la May (Stampa).
In Italia, in attesa del decreto su reddito e quota 100, Repubblica evidenzia il "rischio taglio" per il reddito di cittadinaza: assegno di 390 euro. Giornale segnala i "conti pubblici in rosso": spendono più di prima. Record di debito pubblico del governo gialloverde. 
Tra i temi politici, restano in primo piano i retroscena per l'arresto e il ritorno in Italia di Battisti. Polemica sul video diffuso dal Guardasigilli Bonafede (Corriere). Davigo al Fatto: "E' normale esultare per Battisti. I garantisti pensino alle vittime".
Germania, in frenata la prima economia dell'Eurozona (Sole).
Terrorismo, terrore in hotel a Nairobi, in Kenya (Corriere): morti e ostaggi nell'albergo (Messaggero). Intanto, a Gaza tre carabinieri assediati da Hamas all'Onu (Corriere e tutti).

ECONOMIA
Banche, il pressing Bce sugli Npl scuote la Borse (Sole p.1-4 e tutti): i titoli del comparto bancario italiano hanno registrato perdite pesanti (oltre il 2% in media), solo in parte recuperati a fine seduta. Mentre a Francoforte si sottolinea la continuità della vigilanza tra la gestione Nouy ed Enria, a Roma si accende la polemica politica, con la Lega che guida la protesta. Salvini critico, report Mediobanca in mano: "Linea prevaricatrice della Bce sull'intero sistema bancario italiano, può costarci oltre 15 mld" (Corriere p.5 e tutti). Il M5S chiede chiarezza sugli intenti della Vigilanza. Il retroscena di Fubini sul Corriere (p.5) analizza la dura partita sui debiti a rischio e il ruolo di Enria all'Eurotower, indicando come soluzione diretta la riduzione dello spread. Per il Messaggero (p.1-15) il giro di vite sulle sofferenze accelera il risiko bancario italiano. Stampa (p.9) enfatizza l'opposizione della Lega, "all'assalto dell'Eurotower": il Carroccio vuole opporsi alla nomina del candidato tedesco Weidmann e dare alla Bce i poteri per proteggere i risparmiatori in caso di crisi. Disastro gialloverde: più tasse e debito record. Giornale (in apertura e p.2) si concentra sui 10,2 mld di aumento del debito pubblico registrato a dicembre.
Reddito di cittadinanza, i dubbi del Tesoro: problemi sulle coperture (Repubblica p.6). Dovrebbe arrivare domani il decreto che contiene anche le norme per quota 100, ma cresce l'ipotesi di un nuovo rinvio. Rallentamento del Pil, abusi e domande le criticità del provvedimento, il cui percorso rischia di ingarbugliarsi per il rallentamento del Pil. E Repubblica (p.7) riporta uno studio Svimez che evidenzia la possibile riduzione a 390 euro al mese dell'assegno reale: i fondi sarebbero insufficienti per coprire tutti i possibili aventi diritto e la platea rischia di allargarsi visto che molti lavoratori poveri potrebbero lasciare il posto per beneficiare del sussidio. Intanto, Messaggero (p.7) segnala come quota 100 non sarà valida per militari e polizia: una delle modifiche al decretone dovrebbe escludere il comparto sicurezza, che comunque ha altri canali di uscita anticipata.
Il sottosegretario leghista al Lavoro, Durigon a Libero (p.11): "La situazione del decreto ormai è definita. Entro giovedì sarà in Cdm. Con quota 100 finalmente ognuno avrà il diritto di scegliere se andare in pensione o no". Poi sulla questione del Tfr degli statali dice: "Quella attuale è una condizione che per sette anni nessuno ha cambiato, una stortura della spending review del 2011 voluta dal governo Monti che ha posticipato di due e anni e più il Tfr per il lavoratore. Noi stiamo operando una soluzione per dare subito il Tfr. Per ciò che riguarda l'onere stiamo studiando la possibilità di poterlo gestire come Stato. Garantirà tanta liquidità che ricadrà sul mercato". Intanto, a proposito di lavoro e pensione, La Verità (p.7) riporta un estratto dell'intervista alla ministra Bongiorno su Panorama: "Quota 100 per 140mila dipendenti e un grande piano di assunzioni nella Pa. Partendo da quota 100 abbiamo sentito l'esigenza di affrontare il tema del Tfr di tutti gli statali".
Sul Corriere (p.8) parla Davide Casaleggio, che guarda al futuro: "Nel 2054 il lavoro che conoscevamo sarà scomparso. Dobbiamo prendere atto che la direzione è questa, bisogna rendersene conto per mettere in atto una strategia per affrontare il passaggio con efficacia. Tutte le rivoluzioni industriali hanno avuto un forte impatto sulla società". Poi Casaleggio parla del reddito di cittadinanza: "E' una misura che ci mette al passo con il resto dell'Europa. Nei prossimi anni molte professioni scompariranno, perciò occorre istituire dei meccanismi di redistribuzione del reddito svincolati dall'occupazione che supportino la domanda".

POLITICA
Mea culpa di Juncker sull'austerity: "Fu un errore". E Di Maio attacca: "Sono lacrime di coccodrillo". Sul Corriere (p.4) e tutti l'ammissione del presidente della Commissione europea che hanno suscitato le reazioni italiane, tra cui quella del premier Conte: "Qualche errore è stato fatto, fa piacere se viene ammesso". Juncker ha ammesso l'eccessiva influenza concessa al Fmi, "l'avventata austerità" e la scarsa solidarietà nei confronti della Grecia. In vista delle Europee "inizia a sentire il terreno mancargli sotto i piedi – ha detto Di Maio -, ma le sue lacrime di coccodrillo non mi commuovono. Hanno devastato la vita di migliaia di famiglie, i cittadini Ue non si fanno fregare da finti pentimenti". All'attacco anche la Meloni: "Preparate gli scatoloni, burocrati cialtroni". Libero (p.6) attacca Juncker, che "ha affameto i greci e ora li prende per i fondelli". Per Verderami (Corriere p.4) l'outing di Juncker è un assist a sovranisti e populisti, che rischia di rendere il voto delle Europee in Italia non uno scontro tra europeisti e sovranisti ma un duello tra programmi diversi che si fronteggiano all'interno dello stesso governo. Come se il voto Ue servisse a sciogliere i nodi irrisolti del contratto.
Tra i temi politici, proseguono le polemiche dopo l'arresto e il rientro in Italia di Battisti, Messaggero (p.9) e Corriere (p.11) si concentrano sulla competizione Salvini-Bonafede per il ruolo di "primo attore" nell'accogliere il terrorista. Il Guardasigilli protagonista di un filmato - "in stile Hollywood" secondo Libero (p.3) - che rilancia la competizione con Salvini. Critiche sui social e la vicenda finisce all'esame del garante dei diritti dei detenuti. "L'intento non era certo di ledere i diritti del condannato, ma dare risalto e lustro agli agenti di Polizia penitenziaria" è la giustificazione fatta circolare da Bonafede. Opposizioni all'attacco, specie i dem che parlano di "repubblica delle banane" e di "giustizia trasformata in un b-movie". Mentre per il Giornale (p.8) "la mania dell'uniforme contagia Bonafede". Anche la Stampa (p.10) riporta le critiche al ministro: "Usa Battisti per bieca propaganda". Pier Ferdinando Casini a Repubblica (p.14): "I due ministri, Salvini e Bonafede, che aspettavano Battisti hanno dato l'idea di uno Stato che si doveva vendicare, mentre lo Stato deve essere implacabile, non vendicativo". Ma è di diverso avviso Piercamillo Davigo, che al Fatto (in prima e p.4) spiega: "Un ministro è a capo di una branca della pa. E' normale che rivendichi i meriti dell'amministrazione che dirige. Poi le forme con cui manifesta la sua soddisfazione non non sta a me giudicarle".

ESTERI
Brexit, May sull'orlo dell'abisso (Repubblica prima e p. 2). Il voto del Parlamento umilia la premier, bocciato l'accordo con la Ue con 432 "no" e solo 202 "si": strappo di 118 conservatori che hanno tradito Downing Street, in piazza spaccati anche i manifestanti. "E' un salto nel buio – dice la May – allora sfiduciatemi". Cobryn presenta una mozione di sfiducia che oggi verrà sottoposta al Parlamento, un test di sopravvivenza per il governo. "Riaprire i negoziati – dice il leader dell'opposizione – non è un'opzione da escludere a priori" (QN p. 4 e altri). La May pronta a percorrere la strada del No deal, congelando almeno fino a luglio l'uscita dalla Ue: sul tavolo anche l'opzione referendum ed elezioni politiche per azzerare la Brexit (Messaggero prima e p. 3). Ma il braccio di ferro tra Westminster e il governo potrebbe anche seppellire la Brexit e la volontà degli elettori (Giornale p. 13). Dall'Europa una tiepida apertura: "Più tempo? Sì, ma l'intesa resta quella". Bruxelles studia una proroga oltre il termine del 29 marzo, però senza altre concessioni a Londra. Non c'è chiarezza sulla partecipazione degli inglesi all'elezione del nuovo Parlamento di Strasburgo. E l'uscita britannica rischia di provocare un'ondata recessiva in tutta l'Unione (Repubblica p. 3). Il presidente della Commissione europea, Juncker è stato chiaro: "Il Regno Unito deve chiarire le sue intenzioni il più presto possibile". Per Tajani "lasciare l'Ue porta il caos". Sulla Stampa (p. 7) il presidente dell'Europarlamento manda un messaggio ai sovranisti e sottolinea che "il No deal è davvero la peggiore delle notizie, un danno per gli inglesi e per i nordirlandesi, ma che potrebbe avere contraccolpi anche per l'Ue". Pressoché impraticabile un referendum 2.0 che cancelli il "leave" (Libero p. 13). Quattro le opzioni: no-deal con lo spettro di un crollo della sterlina, un piano B emendabile, un referendum-bis oppure nuove elezioni (QN p. 5). Intanto la sterlina arretra e l'economia è in frenata prolungata (Giornale p. 13).
Kenya, hotel sotto attacco a Nairobi: esplosioni, mitraglie e ostaggi. Almeno 14 morti (Repubblica e tutti). I terroristi somali di al-Shabaab aprono il fuoco al centro commerciale Westland, nella periferia della capitale kenyana provocando morti e feriti.
A Gaza, invece, tre carabinieri italiani si sono rifugiati nella sede Onu dopo un inseguimento da parte delle forze di Hamas (Repubblica p. 13). La vicenda si è risolta nella notte, dopo un equivoco che poteva costare caro ai tre militari scambiati per spie israeliane dai palestinesi.

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