Commentario dell'8.03.18

IN PRIMA PAGINA
Europa in allarme dopo il voto: "Debito alto, non toccare le pensioni". Def e "manovrina" primi dossier caldi (Messaggero, Avvenire). Conti italiani, rischio contagio (Stampa), altolà sulle riforme (Sole). Bremmer: nessuna pressione sui titoli di Stato italiani ma il voto di protesta mette a rischio la libertà del mercato (MF).
Strada in salita per il nuovo governo. No del Pd al M5S (Corriere, Repubblica). Per la presidenza delle Camere prove di patto M5S-Lega (Messaggero). Il Giornale mette in guardia dalle trame di Mattarella. Renzi si dimette e pensa di ripartire da una Fondazione (Stampa). Prodi: il Pd non è morto (Repubblica). Sala: "Modello Milano per far ripartire la sinistra". Sulla Stampa parla il cardinale Bagnasco: "Capire le ragioni del malessere e non temere il cambiamento". Libero: tutti sul carroccio del vincitore.
Nella Ue. Otto Paesi stringono un Patto anti-Macron: serve più rigore (Corriere). Bruxelles: in 7 Paesi il fisco è un vantaggio discriminante (Sole). Tra Usa e Ue: Trump va avanti sui dazi ma è fuga di consiglieri (Messaggero, Corriere). Pronte in Europa le contromisure (Avvenire, QN). Tra Londra e Mosca: gas nervino per tentare di uccidere l'ex 007 russo Skripal (Corriere, Stampa, Messaggero). Forsyth: la mano di Putin sull'avvelenamento dell'ex spia (Repubblica). Sul Corriere le accuse della vedova Litvinenko.
In cronaca, raffica di scioperi per l'8 marzo (Sole). Oggi il Paese si ferma di nuovo anche per le donne (Giornale). Il Garante al Messaggero: "Il nuovo Parlamento approvi norme più rigide sugli scioperi". QN: L'8 da sempre. Libero: l'otto marzo ha rotto l'anima.

ITALIA-ECONOMIA
L'Europa avverte l'Italia: il debito deve calare (Corriere), troppi squilibri, c'è rischio contagio (Stampa), non toccare le pensioni (Messaggero). In primo piano su tutti i giornali il rapporto invernale della Commissione Ue, che vede Italia, Croazia e Cipro osservati speciali per i conti. Sull'Italia pesa l'elevato livello del debito pubblico, la bassa produttività, l'alta disoccupazione, la mole di crediti deteriorati, la bassa crescita, il rallentamento delle riforme. Richiamo ad hoc sulle pensioni, perché non si cambi direzione. Un documento atteso, ma che in questo momento suona come un avvertimento ai partiti che si apprestano a formare il governo e in vista del giudizio su conti e debito che arriverà a maggio. Nessuna grande novità attesa dal "Def", che dovrà essere votato a breve dal Parlamento e poi inviato a Bruxelles: "In casi come questi accettiamo documenti a politiche invariate" ha detto il commissario Dombrovskis. Poi "vedremo il processo di formazione del governo e quale direzione politica prenderà". La Stampa parla di "consultazioni" riservate di Gentiloni e Padoan con Lega e M5S sul "Def" per evitare voti negativi. Il Messaggero ricorda l'altro possibile scoglio, la "manovrina" correttiva da 3,5 mld, il Sole le clausole Iva e le pensioni.
"Non ci spaventa la Borsa e neppure la solita lezioncina dell'Europa" dice il responsabile economico della Lega Armando Siri (Stampa). "Abbiamo concesso troppo potere ai mercati. Quanto ai conti pubblici noi puntiamo alla crescita, con più investimenti pubblici e più consumi. Non abbiamo nessuna intenzione di ridurre il livello dell'avanzo primario. A maggio risponderemo all'Europa punto su punto".
"Italia, che brutto voto" dice a MF il politologo americano Ian Bremmer. "E' un voto senza precedenti tra le maggiori economie europee.Non è un buon risultato per il futuro dell'Europa o dell'Italia: è un voto di protesta su tutti i fronti". Per un governo bisognerà aspettare molto tempo ma "anche ipotizzando un governo di coalizione o di minoranza l'Italia non abbandonerà l'eurozona e non cambieranno le strategie sulla Brexit: l'aspetto più critico sarà l'aumento delle spese fiscali . Non vedo rischi immediati, il problema è che la maggior parte degli italiani crede che il sistema, sia a livello nazionale che europeo, non funzioni più". Per Bremmer "l'ipotesi peggiore è un governo Lega-M5S", però difficilmente realizzabile. "Non penso che i mercati verranno colpiti né mi aspetto pressioni sui titoli di Stato italiani. Il problema vero è che il futuro a lungo termine dell'Italia e dell'Europa non riserva nulla di buono".
"L'Italia non può essere euroscettica – dice l'economista Jacques Attali a QN – Il voto è stato un colpo molto grave. Esiste un rischio Grecia. E una Italexit sarebbe una pessima cosa per voi". Attali: "L'Italia non può essere euroscettica".

ITALIA-POLITICA
Corsa a ostacoli per il governo (Corriere). Di Maio a caccia di tecnici di sinistra, puntando anche sulla carta Minniti (Stampa p.4). Ma i dem dicono no. Rosato al Corriere (p.6): "Andiamo all'opposizione. M5S e Lega si presentino alle consultazioni con una proposta". Intanto, prove di patto grillini-Carroccio sulle Camere (Messaggero in prima e p.3): tentativi di dialogo per un'intesa sulle presidenze. Calderoli o Romani al Senato, Fico alla Camera. Possibile convergenza sulla legge elettorale. Il piano B di Di Maio è l'ipotesi di un governo di minoranza: il leader del Movimento evoca il precedente del '76 della "non sfiducia" (Messaggero p.6). Il Movimento congela la squadra di ministri per tenere aperti tutti i canali di dialogo, l'unico intoccabile è Di Maio.
Dal versante opposto, Salvini polemico con la scelta di Gentiloni di prorogare di un anno i Servizi, con l'appoggio dei grillini (su tutti). Il segretario leghista pronto all'incarico esplorativo: dirà a Mattarella che è intenzionato a cercare i voti mancanti per la maggioranza (Stampa p.6). Ma per il Corriere (p.9) preferisce aspettare e lasciare Di Maio "schiantarsi". Sono queste le due ipotesi per Salvini (Stampa): provare a riunire i "responsabili" su 4-5 punti su cui trovare convergenze, oppure affossare un governo Di Maio dall'opposizione.
Scenari difficili secondo Repubblica, la strategia di Mattarella per il nuovo governo è chiara: incarico solo a chi ha i numeri (Repubblica in prima e p.7). Il Colle considera sullo stesso piano Di Maio e Salvini, ma senza accordi potrebbe toccare ad un figura terza.
"Un'ipotesi di intesa Lega-M5S è pura fantasia, Mattarella li sentirà, ma dipenderà tutto da Renzi – dice Ennio Doris, banchiere socio di Berlusconi, alla Stampa -. Con il centrodestra strada spianata".
Nel centrodestra tensioni per la possibilità che i tre partiti vadano divisi alle consultazioni. Ma Salvini assicura: "Andremo uniti" (Corriere e tutti). A breve un incontro tra i tre leader (su tutti). Per Libero (p.5) Berlusconi prova lo scherzetto alla Lega: Zaia al governo per convincere il Pd. Ma è tensione nella coalizione soprattutto per i malumori dei forzisti al Sud:  "Paghiamo l'asse del Nord" (Messaggero p.8). Repubblica (p.10) parla di "Opa" leghista su Fi: Salvini incontra Toti e avvia il piano di "de-berlusconizzazione" dell'alleanza. Ma Toti al Corriere (p.8) assicura: "Nessun golpe nei confronti di Berlusconi".
Centrosinistra, lettera formale di dimissioni del segretario Pd (Stampa p.8): l'addio, subito esecutivo, di Renzi formalizzato lunedì. La guida va a Martina (Corriere p.5) ma è scontro sulla reggenza con Orfini. E resta l'ipotesi Calenda. Il Nazareno post-Renzi punta su Gentiloni (Messaggero p.5). "Non tutto è irrimediabilmente compromesso" dice Prodi a colloquio con Repubblica (p.2). Il partito schierato per il no all'intesa con il M5S. Da Guerini a Cirinnà e Morani, coro di no nel sondaggio tra i dem. Sala a Repubblica (p.3): " Il partito stia all'opposizione e spinga su argomenti come europeismo, diritti e gradualità delle tasse". A favore di un'intesa con Di Maio restano Emiliano, Chiamparino, la sinsitra di Cuperlo e i veltroniani (Messaggero p.5).

ESTERI
Ue, otto paesi in rivolta contro Macron e Merkel: sul Corriere il "no" all'Unione più integrata di Olanda, Svezia, Finlandia, Danimarca, Irlanda e i tre Paesi Baltici in un "non-paper" che suona come un vero manifesto "anti-Macron". Nel documento si ribadisce il no all'Unione dei trasferimenti, no al bilancio comune dell'eurozona, no al ministro delle Finanze Ue, rispetto inflessibile del Fiscal compact, nessun nuovo trasferimento di sovranità e competenze a Bruxelles. Uniche riforme accettate: l'Unione bancaria, in vista di quella dei mercati finanziari, la trasformazione del Mes in un Fondo monetario europeo ma con poteri nelle mani degli Stati nazionali. Un messaggio chiarissimo a Parigi e Berlino, pronte ad un rilancio della Ue sulla base del mantra del "più Europa". Italia alla finestra. 
Ue in allarme anche sull'equità fiscale: in 7 Paesi il fisco è un vantaggio discriminante (Sole).Tradotto (da Italia Oggi): in Europa ci sono sette paradisi fiscali. Moscovici ammette per la prima volta che i regimi di Belgio, Cipro, Unghieria, Irlanda, Lussemburgo, Malta e Paesi Bassi favoriscono l'evasione e l'elusione. Questo mette a rischio l'equità del mercato interno e provoca n mancato gettito da 50/70 miliardi l'anno.
Trump va avanti sui dazi ma è fuga di consiglieri (Messaggero, Corriere). Forse già oggi la firma sui nuovi dazi su alluminio e acciaio (si parla del 25% contro l'acciaio e 10% contro l'alluminio) ma il Segretario di Stato Mnuchin lascia intendere che il presidente potrebbe esentare alcuni Paesi, non intendendo aprire una guerra commerciale. Resta la durezza di Trump contro la Ue: "Rende quasi impossibile per noi fare business", e se dovesse rispondere con rappresaglie alle misure americane, il presidente è pronto ad alzare il tiro: "Possono fare quello che vogliono ma se lo fanno imporremo una grande tassa del 25% sulle loro auto e non resisteranno a lungo". La Ue fa la voce grossa ma di fatto prende tempo, scrive il Sole. La commissaria Malmstrom: "Pronta la lista dei prodotti da colpire ma vogliamo evitare qualsiasi escalation". La Ue si muove su una triplice strada: quella legale, con le sanzioni Usa considerate fuori legge potrebbe portare la questione davanti al Wto; misure di salvaguardia nel caso di un aumento dell'import di acciaio e alluminio verso l'Europa per via dei dazi americani. Da ultimo la lista di controdazi in alcuni settori, e in particolare il siderurgico, l'agroalimentare, l'industriale.

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