Commentario del 26.03.18

IN PRIMA PAGINA
Il Colle: governo a giugno o voto (Fatto). Corriere intervista Berlusconi, che lancia "Salvini premier". E il segretario della Lega parla a Messaggero e Mattino: "Premier a noi, al governo anche con il M5S per ricucire l'Italia, partendo dal Sud". E Grillo benedice Salvini: "Ci fidiamo di lui" (QN). Carroccio e grillini più vicini su tasse e reddito (Stampa). Ma è duello sul premier: le pensioni il primo scoglio (Repubblica). Secondo Libero, Centrodestra e grillini mediano per formare l'esecutivo: saltano flat tax al 15% e reddito di cittadinanza. Cottarelli al Corriere: "Io ministro? Non ho pregiudiziali". Tra politica ed economia, su Libero parla il presidente di Confindustria, che dice: "Segnali di realismo da chi è stato votato per ribaltare tutto". Intanto, per la legislatura il rischio dei rincari Iva su Centro-Nord e single (Sole).
Ampio spazio su tutti all'arresto di Puigdemont arrestato in Germania, scontri a Barcellona (Corriere e tutti). In carcere il sogno di Barcellona (Stampa). Repubblica sottolinea il silenzio dell'Europa sulla Spagna.
Terrorismo: Roma, allerta per la rete Isis. E' caccia al tunisino sospetto (Messaggero).
Sport, su tutti il successo di Vettel a Melbourne: fortuna e furbizia, in Australia è festa Ferrari (Giornale).

ITALIA-ECONOMIA
Manovrina lampo e 20 mln per il 2019, ecco i primi vincoli del futuro governo (Stampa p.4): Lega e M5S hanno in comune la riforma pensionistica e il taglio delle tasse, mentre si tratta su flat tax e reddito di cittadinanza "rivista": la bussola per orientarsi nella trattativa sarà il Def. A proposito di Def, secondo il Sole (in prima e p.3) il primo nodo da sciogliere è scongiurare gli aumenti Iva a partire dal 2019: l'aumento automatico può costare 317 euro a famiglia, con un peso maggiore su coppie senza figli e singole. E in vista del Documento di Economia e Finanza, il numero uno di Confindustria, Boccia, a Libero (in prima e p.4) dice: "Occorre evitare l'aumento dell'Iva: non ripiomberemmo nella crisi ma va evitato, anche perchè il peso della tassazione è elevato. Non bisogna smontare le riforme, occorre puntare sul lavoro e ridurne il costo, a partire dai giovani, investire in infrastruttura e formazione". Poi Boccia parla della possibile intesa M5S-Lega per il governo, che potrebbe prevedere una messa da parte di reddito di cittadinanza e flat tax: "Segnali di realismo: il reddito grillino fa male al lavoro, mentre la flat tax come concetto può funzionare. Ma non bisogna toccare la Fornero se vogliamo ottenere la riduzione del deficit e quindi del debito pubblico". E, a proposito di pensioni, è emergenza spesa: l'Europa chiederà una stratta (Repubblica in prima e p.5). Secondo Commissione Ue e Fondo Momentario serve un intervento sui costi entro il 2020, ma più che abolire la riforma Fornero, come propongono M5S e Lega, o allentare le leggi attuali, l'indicazione che arriva dall'Ue è verso un Fornero-bis o tagli all'assistenza. Dalla Ragioneria di Stato e dal governo italiano hanno criticato questo scenario, ma Bruxelles tira dritto.
"L'unica maggioranza oggi in Parlamento è per far salire il deficit" sul Corriere (in prima e p.6) l'allarme di Cottarelli, che invece torna a sottolineare la necessità di far scendere il debito pubblico, con i conti del Paese che restano fragili: "L'Europa non concederà altri margini, dovremmo mettere in sicurezza i conti pubblici prima di un eventuale choc, sfruttando un periodo favorevole dell'economia. Avremmo dovuto iniziare prima – avverte -. Il tetto si ripara quando c'è il sole, farlo con la pioggia è molto più faticoso. Io ministro? Se qualcuno mi chiede di essere coinvolto voglio sapere per fare cosa, se è per fare cose che reputo sbagliate ci sono altre persone. Oggi siamo ultimi in Europa dopo la Grecia, in termini di rendimento dei titoli di Stato". E la Stampa (p.11) cita un'indagine di Community Media Rearch, che evidenzia come gli italiani, dieci anni dopo la crisi, si sentano esclusi dalla ripresa e dubbiosi sul futuro. E anche se migliora il reddito mensile delle famiglie, non c'è ottimismo sulle prospettive economiche. Per uno su due le difficoltà non finiranno prima del 2020, più pessimisti i cittadini del Sud.

ITALIA-POLITICA
Verso l'esecutivo, il Colle dà 2 mesi di tempo. Il primo giro è per Salvini: dopo il voto sui presidenti delle Camere, il Quirinale conta di verificare per prima la possibilità di un esecutivo a guida centrodestra (Fatto in prima e p.3). Intanto, tutti i quotidiani registrano i passi avanti nelle trattative tra centrodestra e M5S per cercare un accordo di governo (Corriere p.2 e tutti). C'è anche l'ok di Grillo, che ha detto: "Mi fido di Salvini" (su tutti). Si cerca un compromesso sul reddito di cittadinanza dei grillini (Stampa in prima e p.4). Libero (in prima e p.3) segnala, invece, come la strada per il governo condiviso passi per l'abbandono dei rispettivi cavalli di battaglia: la flat tax al 15% e il reddito di cittadinanza. Ma è duello sul premier (Repubblica in prima e p.2): sia la Lega che il Movimento rivendicano al guida dell'esecutivo. Sul FT (p.2) James Politi: l'abbraccio tra rivali agita il dibattito politico italiano: gli ultimi giorni hanno rilanciato una possibile intesa tra i due partiti più euroscettici e delineato quello che per lungo tempo è stato visto come lo scenario peggiore possibile per mercati,  investitori e l'Europa. Münchau (FT p.9): i fallimenti italiani possono essere una tragedia europea.
"Il premier spetta a noi - rivendica Salvini, intervistato da Messaggero e Mattino -.Ci presenteremo con una proposta di governo a Mattarella e auspicabilmente al Parlamento, per fare ciò che abbiamo promesso e che è diverso da quello che dicono a Bruxelles: su Iva e Fornero non faremo quello che ci chiedono. Siamo disposti ad ampliare e modificare il programma. Il premier? Io sono pronto, ma prima viene il programma, il nome è l'ultima cosa". Berlusconi al Corriere (p.3) dice: "L'unità del centrodestra è un valore da tutelare, ci siamo presentati con un programma condiviso che Salvini ha il diritto e dovere di attuare, provando a formare un governo. Per farlo è necessaria l'unità del centrodestra. Non credo che M5S e Lega possano governare da soli".
M5S, proseguono le polemiche della base per le aperture al centrodestra. Gli attivisti divisi sull'accordo: "Ma mai con Berlusconi e i dem" dicono (Corriere). Grillo ha confermato: "Salvini leale", scendendo in campo per rassicurare i militanti (su tutti). "Il patto con la Lega è contro natura e rischioso, l'elettorato 5S e più volatile" dice a Repubblica (p.4) De Masi. Il sociologo vicino alla Casaleggio parla anche alla Stampa (p.5): "Vedo un possibile accordo con la Lega solo sulla Fornero, mentre su flat tax e reddito di cittadinanza il discorso è più complesso".
Centrosinistra, l'appello di Martina a rimanere uniti. Mentre Renzi blinda Marcucci e Gerini capigruppo (Messaggero p.2). L'amarezza degli anti-Renzi, che tengono contatti con i 5S (Corriere p.9). Il presidente dem Orfini alla Stampa (p.9): "L'idea che il M5S sia una costola della sinistra è sbagliata. E' evidente che i loro argomenti non avrebbero potuto che sfociare a destra, il tema è capire che posizionamento dobbiamo avere noi per tornare a vincere". Dem divisi tra chi spinge per il dialogo e chi punta sull'Aventino (Repubblica p.8). Rosato a Repubblica: "Non si può trattare con chi pensa i dazi e guarda a Putin. Dall'opposizione rappresenteremo parte del Paese, anche perchè un governo di tutti non serve, visto che grillini e leghisti hanno un accordo solido".

ESTERI
In carcere il sogno di Barcellona (Stampa e tutti): finisce in Germania la fuga del latitante Puigdemont, arrestato in un autogrill su pressione della Spagna. Scontro a Barcellona con la polizia, la piazza nelle mani degli oltranzisti. Nelle manifestazioni prevale, per la prima volta, la linea dura. E in migliaia si mobilitano per il leader in esilio. Ma si spacca il fronte catalano: anche tra gli autonomisti sono in molti a chiedere al leader di farsi da parte (Messaggero p.9). Oggi Puigdemont comparirà davanti al giudice. Berlino asseconda le richieste di Madrid sull'arresto del leader separatista per rafforzare la rete degli alleati in Europa (Stampa p.2): i popolari di Rajoy restano gli interlocutori privilegiati della Merkel. Ma a Berlino l'estradizione è un caso politico (Corriere p.10).

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