Commentario del 28.03.2018

IN PRIMA PAGINA
Governo: Salvini, l'avviso a Di Maio: "Ne veti né diktat" (Corriere e tutti). Sul no a Fi il primo scontro tra i due leader (Giornale). Governo lontano (Messaggero), ma un italiano su tre vuole i vincitori a Palazzo Chigi (Stampa). Di Maio litiga con Salvini, riparte da zero e tratta con tutti (Fatto). E sonda il Pd (Repubblica). Il leader della Lega al Corriere: "Io mai alleato con il Pd. Se lo cerca il M5S, auguri". Mattarella avverte: "Senza numeri niente incarico" (Stampa). Da Fi parla Tajani al Corriere: "Vicepresidente azzurro? Resto a disposizione". Sul Messaggero la Meloni replica alla proposta di Salvini: "I ministeri restino a Roma. Capitale da rafforzare, non spolpare".
Intanto, tra economie e politica, l'altolà di Moscovici a Lega e M5S: "Sui conti politiche responsabili" (Sole).
Dagli esteri, resta in primo piano la crisi russa: la guerra delle spie minaccia l'economia (Sole). Effetti anche sul Mondiale di calcio, e la Nato espelle altri 7 diplomatici (Corriere). Libero: "No alla guerra fredda, è bastata quella calda".
Terrorismo: l'imam di Foggia: "Sgozzate i cristiani" (Giornale). Il Viminale: "Jihad in Italia mai così pericolosa" (Stampa). E Minniti dice: "Il caso di Foggia senza eguali in Occidente". Allarme Frontex: "Verso l'Italia terroristi con documenti falsi" (Messaggero).

ITALIA-ECONOMIA
L'altolà di Moscovici a Lega e M5S: "Sui conti politiche responsabili" (Sole in prima e p.8 e tutti). Il commissario Ue agli Affari Economici: "Visto il livello di debito elevato, l'Italia deve condurre politiche di bilancio responsabili. La Commissione Ue non vuole entrare nel processo democratico e chiedere riforme che siano impopolari".
Def, Gentiloni getta la spugna: deciderà il prossimo governo (Repubblica p.6). Bruxelles non si opporrà allo slittamento dei tempi nel caso in cui ci fosse la prospettiva di uno sblocco dello stallo politico in tempi brevi. Il documento del governo uscente non conterrà opzioni politiche, ma ribadirà gli obiettivi di bilancio già fissati, con il deficit 2019 all'1,6% grazie all'aumento dell'Iva già previsto per legge, che tutti vogliono scongiurare (Corriere p.28). Intanto, Lega e 5 Stelle proveranno a ipotecare la politica di bilancio del nuovo esecutivo impegnandolo su obiettivi comuni, come  la spinta espansionistica all'economia, attraverso investimenti che portino più crescita: l'austerità è un nemico comune per Di Maio e Salvini. Per Pesole (Sole p.3) se si vuole chiedere flessibilità a Bruxelles -come dicono Lega e M5S – bisogna ripartire dal rispetto dell'1,6% di deficit di quest'anno e dello 0,9% dell'anno prossimo. Ma altri tre vincoli pesano nell'esame Ue: la regola del debito, il profilo di riduzione del deficit strutturale, l'avanzo primario. Intanto, sulle proposte di governo,  il consigliere economico della Lega, Siri, al Messaggero (p.2) rilancia la Flat tax al 15%: "E' irrinunciabile, si possono trovare convergenze perchè è una misura fondamentale per dare ristoro tributario, a partire dai ceti più bassi". La Lega pronta anche a sfidare il M5S sul reddito di cittadinanza, proponendo una sorta di "prestito al lavoro": assegno di avviamento da 750 euro al mese, che costerebbe 54 mld in tre anni. Saranno le banche ad aprire un credito d'imposta al disoccupato, che lo estinguerà in 30 anni attraverso lo Stato. Lepri (Stampa in prima e p.23) evidenzia come M5S e Lega siano distanti sulle ricette per abbassare le tasse, ma per altri versi - quanto al fisco - sono vicini: entrambi intendono demolire parecchi strumenti esistenti per la lotta all'evasione, infatti concordano nel dichiarare indulgenza verso quella che chiamano "evasione di necessità".

ITALIA-POLITICA
Primo scontro Salvini-Di Maio. Lite sulla premiership (Repubblica p.2). Per il leader 5S "il premier spetta al partito che ha preso più voti" (su tutti). "Mi stupisce l'atteggiamento 'o comandiamo noi o niente'" replica Salvini al Corriere. Ma è scontro anche sul ruolo di Fi. Sulla Stampa il sondaggio di Piepoli: un italiano su tre vuole un esecutivo M5S-Lega, meno quotata l'ipotesi di un governo del presidente. Di Maio preferito come premier (25%) su Gentiloni (20%) e Salvini (19%).
Salta, nel frattempo, l'accordo per le vicepresidenze delle Camere. Il M5S guarda al Pd, ma per la Lega "è solo un bluff" (Stampa p.4). Dal M5S segnali ai dem sulle nomine (Corriere p.2).
Salvini al Corriere (in prima e p.3): "Auguri ai 5S se si alleano al Pd". Poi ragiona sulla premiership: "Non faccio nomi, ma abbiamo preso 6 mln di voti con il simbolo Salvini premier. Ma il governo per me non è questione di vita o di morte: non chiederò incarichi al buio, ma solo se ci saranno i numeri e la possibilità di formare un governo che governi. Ad oggi – dice Salvini - la probabilità di tornare al voto è del 50%. Se nessuno è disposto a fare passi indietro, bisognerebbe tornare a chiedere agli italiani". Da Fi, intanto è Tajani a rivendicare un ruolo chiave del partito di Berlusconi: "Senza Fi non si va da nessun parte – avverte al Corriere (p.5) -. Non esiste l'ipotesi di un governo centrodestra-M5S con Fi ai margini, senza di noi non c'è centrodestra. E, siccome Berlusconi è Fi, non accettiamo alcuna conventio ad excludendum".
Terrorismo, l'allarme del Viminale: "La minaccia della jihad mai così forte in Italia". A dirlo alla Stampa (in prima e p.3) è il ministro Minniti, che commenta le frasi dell'imam di Foggia, che ha invitato a "sgozzare i cristiani". "L'indagine di Foggia – dice Minniti – ha portato alla luce uno scenario agghiacciante, simile a quello di Siria e Iraq. E' stata dimostrata l'importanza del patto con l'Islam italiano, chiamato a un'altra grande responsabilità. Ma resta necessario lo strumento del rimpatrio per ragioni di sicurezza nazionale. Importante l'unità delle forze politiche". E Frontex lancia l'allarme: "Verso l'Italia terroristi con documenti falsi" (Messaggero). Preoccupano per la sicurezza i flussi da Algeria e Tunisia: secondo Frontex, reduci del Califfato, mescolati tra i profughi, esibiscono un primo documento contraffatto, poi uno rilasciato da Paesi Ue. Francia e Germania pronte a chiedere la proroga dei controlli alle frontiere in deroga a Schengen.

ESTERI
Anche la Nato caccia i diplomatici russi (Corriere in prima e p.10): ora sono in tutto 151, e Mosca attacca: "Ricatti americani, presto risponderemo con adeguate contromisure". Ma il segretario generale della Nato ha assicurato che la politica del dialogo con Mosca non sarà cancellata, un segnale fortemente richiesto da Paesi come l'Italia, convinti che la chiusura dei canali diplomatici non farebbe che precipitare definitivamente i rapporti con Vladimir Putin (Repubblica p.12). Intanto, crescono i malumori in vista dei Mondiali di calcio: oltre alla Gran Bretagna, altre nazioni hanno deciso che non manderanno propri esponenti politici. In Ue possibile una consultazione a breve per prendere una decisione comune.
Sul Sole (in apertura e p.3) Bilancio Ue, Bruxelles punta su 56 miliardi di profitti Bce: nella definizione del Quadro finanziario pluriennale 2021-2027, oggi la Commissione discuterà in collegio sulla ricerca di nuove risorse, necessarie per tappare il buco post-Brexit. Quattro le ipotesi sul tavolo: il "signoraggio" della Bce e delle banche centrali, un'imposta sulle società su una base imponibile comune e consolidata, una parte dei proventi degli stati membri sullo scambio delle quote di emissioni inquinanti e infine una "semplificazione e adattamento" dell'Iva comunitaria. Su Repubblica (p.22) la Bce paga il conto della Brexit.
Dazi, Berlino apre a Trump ma Parigi punta i piedi (Sole p.5). Pur di disinnescare la spirale di ritorsioni, Berlino sarebbe pronta a cedere al ricatto di Trump. L'obiettivo palese è anche proteggere le proprie esportazioni di auto dalla minaccia di dazi al 25% già formulata dalla Casa Bianca, come "punizione" per l'Europa, se dovesse reagire alle tariffe su acciaio (25%) e alluminio (10%).

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