Commentario del 10.03.18

IN PRIMA PAGINA
La Lega cerca intese, muro Pd (Corriere, Sole). Prime prove di intesa Lega-5Stelle (Stampa): Salvini offre una Camera. Sul Fatto la mossa disperata di Renzi&Berlusconi: governo dei perdenti con la Lega. Libero intona il "requiem per Silvio e Renzi": unica salvezza, rifare il Nazareno. Ma anche il sondaggio You trend rilanciato dal Fatto conferma quello di Noto: la base del Pd è pro governo M5S. D'Alema al Corriere: "Dialogo con i Cinque Stelle". Cacciari al Fatto: "Il Pd si salva solo se fa fuori Renzi e appoggia Di Maio". Zoppas alla Stampa: "Ora al centro le imprese". Illy: "Noi sconfitti da quelli che promettono Marte. Si rischia la deriva turca" (Repubblica). Epifani: "La riforma Fornero e il caos esodati alla radice del kappaò" (Repubblica).
I conti test per le alleanze (Messaggero): centrodestra e Cinque Stelle preparano documenti contrapposti sul Def per cercare voti in Parlamento. Mozione "espansiva" del M5S, centrodestra per il taglio delle tasse (Sole).
Intanto nel Pd parte la sfida Zingaretti-Delrio (Repubblica) mentre il Giglio magico dell'economia molla Renzi e guarda a Calenda (Verità).
Economia, Confindustria e sindacati insieme per il lavoro: via ai nuovi contratti (Sole). Esteri: Il Niger respinge la missione dei soldati italiani (Corriere, Messaggero). Pressioni di Parigi dietro lo stop. Trump guerra&pace: sfida la Ue sui dazi ma negozia con Kim (QN e tutti). A maggio faccia a faccia tra Trump e Kim (Sole). Intanto l'Europa cerca la tregua: vuole l'esenzione dai dazi Usa (Sole). A rischio 160 mila posti di lavoro nella siderurgia e nell'indotto (Sole). Timori anche per tessile, moda e alimentare made in Italy (Sole).
In cronaca, tempo scaduto sui vaccini a scuola (QN, Avvenire, Fatto): migliaia di bambini non in regola. Sul Messaggero il misterioso delitto dell'ereditiere di Pescara: tornato dal Venezuela, ucciso seduto e incappucciato. La madre scrive all'assassino: "Adesso comincia la caccia" (Repubblica)

ITALIA-ECONOMIA
Lega e M5S all'assalto per riscrivere il Def ma Padoan non ci sta (Repubblica). Entro il 10 aprile il documento di programmazione economica deve essere votato in Parlamento e inviato in Europa. Padoan, in linea con Bruxelles, pensava a un documento tecnico, senza scelte di politica economica, rimandate al nuovo governo. Ma Cinque Stelle e Lega si fanno avanti. "Aspettiamo una chiamata di cortesia dal governo", il messaggio dei cinque stelle, dopo l'uscita di Di Maio ieri sul Corriere. Dai grillini investimenti e poco deficit, per cercare una convergenza con i dem e per non spaventare i mercati finanziari (Messaggero). Grillo preme per il reddito di cittadinanza: "I soldi ci sono, ci vuole la volontà". Ma la spesa va dai 15 ai 30 mld , difficile da conciliare con la "continuità" del Def. Il centrodestra preme invece per il taglio delle tasse, Salvini per l'azzeramento della riforma Fornero. Morando ad Avvenire: "Nelle condizioni attuali non potremmo che presentare un Def senza nuove misure o indicazioni programmatiche". Quanto al Pd "non c'è nessuna possibilità che si metta a costruire con il M5S o la Lega ipotesi di maggioranze, i programmi sono incompatibili". "Il Def da problema può diventare opportunità, un incubatore della maggioranza" dice Brunetta ad Avvenire. "Se si parte dai programmi più che dalle formule, si scopre che sono molte più cose che uniscono. Le formule di governo possono essere le più varie purché si agisca alla luce del sole e su temi come la ripresa della produttività, l'occupazione giovanile, i conti pubblici, la sicurezza, la povertà". Altro scoglio, la manovrina ma per il Messaggero potrebbe non servire: a maggio la decisione sulla richiesta Ue di una correzione da 3 mld che però ora sembra meno probabile. "Niente passi falsi o ritorna la speculazione", la voce dei mercati raccolta da Repubblica. Un governo debole, paradossalmente, potrebbe essere la migliore garanzia, perché incapace di fare scelte diverse e di smontare le vecchie riforme.
"Insieme per lavoro e competitività". Confindustria e sindacati, firmato l'accordo sul nuovo modello contrattuale e di relazioni industriali (Sole in apertura e tutti). Confermati i due livelli di contrattazione (nazionale e aziendale o territoriale), fissati i criteri di calcolo degli aumenti salariali; scattano il Trattamento economico complessivo e quello minimo. Altolà al salario minimo legale. Per la prima volta si definisce la misurazione della rappresentanza anche per le imprese. Boccia (Confindustria): "Le parti sociali si compattano e non si dividono, con senso di responsabilità: esempio per il Paese".

ITALIA-POLITICA
Mossa di Salvini: governo politico guidato da lui o ritorno alle urne. "Il Pd? Spero siano a disposizione per dare una via d'uscita al Paese a prescindere da chi vincerà le loro primarie. Se al centro c'è il lavoro, il nostro programma ha proposte concrete e realizzabili". Nessuna preclusione neanche verso il M5S: primo banco di prova l'elezione dei presidenti delle Camere. Lega pronta a lasciarne una ai grillini (Corriere e tutti). Ma Salvini incassa il no secco del Pd. Rosato: "La Lega non si nasconda dietro a pretesti e governi con chi ha i suoi stessi programmi e toni". I parlamentari leghisti – riuniti ieri a Milano – al dilemma delle alleanze: "I dem sono il nemico". "Peggio Di Maio" (Stampa). Bossi alla Stampa: "Salvini diventerà premier solo se vuole Berlusconi".
Anche la base dem divisa sul tema alleanze. Il Fatto, sotto tiro per aver pubblicato il sondaggio di Noto che dava il 59% degli elettori del Pd favorevoli ad un'alleanza col M5S, rilancia con il sondaggio Youtrend: assolutamente d'accordo il 24,3%, probabilmente d'accordo 34,8%. Cacciari al Fatto: "I vecchi elettori democratici sono passati ai 5 Stelle, è la stessa gente. Il Pd per salvarsi deve far fuori Renzi e poi allearsi con i Cinque Stelle. Ma senza partecipare al governo con i ministri. Ma prima bisognerebbe superare Renzi e in questo momento nel Pd non c'è nessuno in grado di farlo". D'Alema al Corriere: "Il Pd  si confronti con i Cinque Stelle: veda se è possibile un programma comune".
Di Maio carica i nuovi parlamentari: "Fidatevi,andremo a Palazzo Chigi, ma con un governo, non un governissimo" (Stampa). Peones richiamati all'ordine su correnti – "avere minoranze crea confusioni" – e giornalisti: "Niente interviste, non abbiamo più bisogno". E naturalmente sui conti: gli eletti in 5 anni verseranno 6 milioni alla fondazione di Casaleggio. Il Giornale ironizza: "Il reddito di cittadinanza? 6 milioni a Casaleggio & C". Neoletti divisi tra Lega e Pd. E c'è chi teme lo scouting del centrodestra. Ugo Mattei: "Se si alleano con Salvini tradiscono l'utopia delle origini" (Stampa). Su Repubblica il richiamo di Grillo dal blog: "Numeri sulla sabbia, la somma tra M5S, Pd, Leu e radicali".
Sul Fatto le "trame nazarene" di Berlusconi e Renzi: lo schema è diverso da quello originale, vista la sconfitta dei due leader, e potrebbe essere replicato come governo di centrodestra a guida leghista (ma non salviniana) con il sostegno del Pd renziano. A trattare per questa ipotesi è Gianni Letta.Anche Verderami sul Corriere dà Letta in grande movimento, in primo luogo per stoppare ogni tentativo di scouting leghista tra le fila di Forza Italia, poi per la creazione di un governo stabile. Ma prendendo tutto il tempo che serve. Libero spinge per le larghe intese: con Berlusconi e Renzi pronti per il requiem, l'unica possibilità di salvare è rifare il patto del Nazareno.
Intanto nel Pd parte la sfida Zingaretti-Delrio (Repubblica) ma senza primarie: il leader scelto dalle correnti (Stampa). Con le dimissioni di Renzi effettive da lunedì, Martina diventerà reggente per poi puntare a farsi eleggere all'assemblea prevista in aprile. Ma altri contendenti si affacciano nella partita. Il primo è stato Zingaretti, con l'intervista di ieri a Repubblica: con il governatore del Lazio anche quelli di Torino, Umbria ed Emilia e Orlando. Ma per Renzi quella di Zingaretti è una candidatura ostile, e si prepara a rilanciare con Delrio. Primo test interno, l'elezione dei capigruppo, con la Boschi in campo per blindare Rosato ala Camera, ma così si andrebbe anche alla riconferma di Zanda, ora ostile a Renzi. E il Giglio magico dell'economia molla Renzi e guarda a Calenda (Verità). Manager e boiardi di Stato, rimasti senza coperture politiche, sperano nel ministro fresco di iscrizione al Pd. Lui si presenta in sezione al circolo di Berlinguer e giura: "Non scalo il Pd, l'obiettivo è riportare il Pd al 30% altrimenti l'Italia entrerà in un periodo buio" (Corriere).

ESTERI
Il Niger respinge la missione dei soldati italiani (Corriere, Messaggero). Per la seconda volta il governo di Niamey ha comunicato a Roma la sua contrarietà all'arrivo di soldati italiani per contrastare il traffico di rifugiati e il terrorismo. Erano in partenza 40 specialisti per la "ricognizione" ma gli accordi prevedevano l'invio di 470 soldati entro la fine dell'anno, 130 mezzi terrestri e due C130. Il ministro dell'Interno Bazoum sostiene di non essere mai stato messo al corrente della missione, la ministro Pinotti ha invece due lettere di richiesta firmate dal ministro della Difesa nigeriano. Dietro lo scontro interno al governo nigeriano il sospetto di una regia francese, che ha già un contingente nell'area insieme con Usa e Germania. Italia all'angolo.
Usa, è guerra con la Ue per i dazi, si tratta con Kim sul nucleare (Avvenire, QN e tutti). Di fronte al diktat sui sazi su acciaio e alluminio, la Ue sceglie la prudenza e chiede l'esenzione (Sole): oggi l'incontro tra la commissaria al Commercio Malmstrom e il suo omologo americano Lighthizer. Katainen: "Abbiamo preso atto della decisione dell'amministrazione Trump, il nostro primo obiettivo è il dialogo: siamo alleati vicini. Prepariamo contromisure ma speriamo di non doverle usare. Stiamo cercando opzioni per essere esclusi dalle nuove misure tariffarie". Ma per ora Washington ha esentato solo Messico e Canada. Con i dazi 160 mila posti a rischio, la stima di Eurofer (Sole). Il combinato disposto della perdita di export verso gli Usa e di import addizionale potrebbe portare l'industria Ue a tagliare oltre 10 milioni di tonnellate di acciaio, perdendo fino a 20 mila posti diretti e 140 mila indiretti. L'industria tedesca teme la guerra commerciale e appoggia la politica della Ue. Ma l'amministrazione Usa cerca di rompere il fronte comune di Bruxelles facendo leva sull'ambiguità di Londra. Sul Sole i timori dell'industria del made in Italy per una escalation della tensione tra Usa e Ue: con la bilancia dell'interscambio tra Italia e Usa che pende a nostro favore (40 mld di export contro 15 di import) il made in Italy potrebbe pagare caro l'inasprimento degli oneri doganali a carico delle imprese. Il Sole parla di un conto da 1 miliardo di euro.
Su tutti il "vertice storico" di maggio tra Trump e Kim. Trump pianta i primi paletti: "Sono stati fatti progressi ma le sanzioni resteranno in vigore fino a che un accordo non sarà raggiunto". Da Trump coinvolgimento pieno anche di Corea del Sud, Giappone e Cina. Primo nodo, il luogo del vertice. La Svizzera: venite qui (Corriere). Bremmer al Corriere: "Solo Trump poteva aprire un dialogo col regime di Pyongyang semplicemente perché non si cura dei diritti umani. Per Trump chiunque è al potere è un leader legittimo, l'unica cosa che conta è ottenere accordi convenienti. Se Kim va cercando una legittimazione sa che solo con Trump può averla. Il negoziato offre opportunità ma è molto rischioso. Inutile farsi illusioni sugli obiettivi finali. Kim può frenare il suo programma atomico ma non accetterà di denuclearizzarsi".

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