Commentario del 5.03.18

IN PRIMA PAGINA
L'Italia è di M5S e Lega. Pd ko, Renzi all'addio (Repubblica). Dal voto Paese senza maggioranza (Sole, Stampa). Guai in vista, titola il Giornale. Per il Fatto cambia tutto. Di Maio: comincia la terza Repubblica (Corriere). L'impresa di Salvini: "Voglio l'incarico" (Stampa). Renzi, ipotesi dimissioni (Corriere, Stampa). Il governo è un rebus (Corriere). Mattarella partirà dai grillini (Stampa). Larghe intese lontane, scenario Di Maio-Salvini (Messaggero). Grillo:adesso niente inciuci (Stampa). Il rimpianto di Berlusconi: colpa della mia assenza (Stampa). I dem al minimo storico: "Pronti all'opposizione" (Stampa). Alle Regionali Fontana in Lombardia vince bene, Zingaretti nel Lazio rischia (Fatto). Mercati in ansia elettorale (Giornale). Sul Sole i conti dopo il voto: lo Stato costa 440 miliardi. Su L'Economia il rischio dopo il voto: le imprese spingono il Paese, non fermatele.
Intanto in Germania si va alla Grande Coalizione: la base Spd dice sì, via libera a Merkel (Messaggero, Sole). Sui dazi, May telefona a Trump: "Preoccupa la guerra commerciale con la Ue" (Sole).
In cronaca, la morte di Astori commuove l'Italia. E il calcio si ferma (Corriere). QN, sulla foto del capitano della Fiorentina a tutta pagina: nel cuore di tutti.

ITALIA-ECONOMIA
M5S primo partito al 32,5%, la Lega sorpassa FI, crolla il Pd. Renzi verso le dimissioni. Nelle proiezioni centrodestra prima coalizione con 248-268 seggi alla Camera, seguiti dai Cinque Stelle, tra 216 e 236 voti. E' la sintesi del voto italiano secondo il Sole, che esce in edizione straordinaria digitale alle 6 del mattino. Ora Bruxelles teme lo stallo Italia (Sole). Sui mercati euro più debole (Sole):con M5S e Lega che insieme totalizzano oltre il 50% "i mercati potrebbero non prenderla troppo bene"dice Russo (Assiteca Sim). Attesa volatilità anche sui future. Oggi parleranno i mercati, a maggio potrebbe intervenire Bruxelles con una procedura di infrazione per deficit e debito eccessivi, scrive Repubblica. La domanda che rimbalza tra gli investitori esteri è se la Lega potrebbe allearsi con i Cinque Stelle, scrive Fubini sul Corriere. Per il Giornale lo scenario più temuto è il M5S partito di maggioranza con la possibilità di comporre un governo con un appoggio esterno. La volatilità salirebbe alle stelle, come accadde con il referendum sulla Brexit, con Milano nel mirino della speculazione. Lo spread potrebbe sfondare il muro dei 200 punti base e poi dei 300: dipende dalla capacità della Bce di calmierare la situazione. L'euro tenderebbe ad indebolirsi. Ma i casi Brexit e Trump insegnano che la paura sui listini passa in fretta. Fubini dà voce ad una serie di analisti che rimarcano piuttosto il rischio che la fase prolungata di instabilità che si apre in Italia terrà Roma fuori dal processo di riforma dell'eurozona. Gentiloni impassibile gestisce Palazzo Chigi: "Oggi ancora al lavoro" (Giornale). Siena non scorda il crac di Mps: Padoan indietro a Siena, insidiato da Borghi, l'economista anti-euro della Lega (Giornale, Sole). Su Repubblica, QN e tutti il siparietto di Draghi e signora al seggio romano dove vota il governatore della Bce: "Lui non lo fa il governo, non è un politico". "Dai, stai zitta".
Sul Sole il costo dello Stato: 439 miliardi, di cui oltre 100 per il solo funzionamento della macchina burocratica centrale. E' il conto revisionale del 2018. Col costo del debito pubblico la cifra complessiva sale a 540 mld. Al nuovo governo gestire una nuova fase di spending review.

ITALIA-POLITICA
Balzo M5S, il governo è un rebus. L'affluenza tiene: 72,9% (Corriere e tutti). Exit poll: M5S primo partito intorno al 32%, centrodestra avanti come coalizione (circa 35%), con la Lega che supera Fi. Frana il Pd, che rischia di scendere sotto il 20%. Male anche Leu. Quotidiani concordi nell'evidenziare i successi di M5S e Lega, anche se in Parlamento la maggioranza è lontana. Urne nel caos: sistema in tilt per i collegi ridisegnati e il sistema dei bollini anti-frode (Messaggero).
Il Movimento festeggia subito: "Tutti dovranno parlare con noi" (su tutti). I grillini rilanciano: "Siamo il pilastro della legislatura, ma è presto per parlare di alleanze". E Grillo mette subito i paletti: "Non fate inciuci" (Corriere p.4). Al Sud si profila un en-plein per Di Maio, che annuncia: "Saremo responsabili". Secondo la Stampa (p.3) i grillini sarebbero pronti alle alleanze: Di Maio proverà prima con la sinistra, la Lega ultima opzione.
Centrodestra. Salvini centra il sorpasso. "Adesso voglio il governo" (Stampa). Il leghista avverte:"Il dopo Silvio sono io. Resto nel centrodestra, ma comandiamo noi" (Messaggero p.5). Il sorpasso allarma Berlusconi (Messaggero p.4). E i forzisti avvertono i colleghi della Lega: "Non fate alleanze con il M5S, altrimenti facciamo saltare le giunte in Veneto, Lombardia e Liguria" (Repubblica p.10). Tajani già al capolinea: "Torno in Europa" (Stampa p.8).Ma si dice disponibile in caso di chiamata del Colle. FdI spera nel 5%. Meloni: "Così è il doppio del 2013" (Corriere p.6).
Fallito l'obiettivo di Noi con l'Italia: mancata la soglia del proporzionale(Giornale p.8). Flop dell'ultradestra: Fn e Casapound restano fuori (Messaggero p.5 e tutti).
Centrosinistra, Nazareno choc, tra i dem è la resa dei conti: "Peggio di Occhetto nel '94" (Repubblica p.5). La minoranza attacca: "Azzerare tutto, dialogo con il M5S" (Corriere p.10). Rosato: "Andremo all'opposizione". E Renzi conferma: "Non daremo mai nostri voti a Di Maio. Noi siamo fuori da tutto" (Corriere). Ma le minoranze chiedono una svolta di strategie e leadership. "Non mi dimetto" aveva annunciato Renzi, che attacca i big: "Per segare me hanno silurato il Pd" (Repubblica). E adesso la tentazione del passo indietro esiste (Messaggero p.9). Spunta l'ipotesi di Gentiloni segretario (Corriere p.11). Premier pronto all'uscita di scena amara: impossibile tornare al governo, visto che rischia la sconfitta anche nel suo collegio (Stampa p.10). Nella coalizione, Bonino ferma a un passo dal 3%, in gioco un bottino di 18 seggi (Repubblica p.6 e tutti). Male Leu, che è intorno al 3,5%: processo a Grasso (Messaggero p.11).
Governo senza numeri, spiraglio solo al Senato (Messaggero p.3): al centrodestra mancano poche decine di seggi per la maggioranza a Palazzo Madama. Tra le ipotesi per il futuro governo, Messaggero parla di esecutivo istituzionale sotto l'ombrello del Quirinale, una sorta di "governo di scopo" per la legge elettorale e la manovra economica. "Il rebus in mano a Mattarella" (Stampa p.2): saltata l'ipotesi di un Nazareno bis, gli attori principali sono Di Maio e Salvini. Sulla carta un governo tra grillini e leghisti sarebbe possibile, così come sarebbe possibile un'intesa tra M5S e sinistra. Per la Stampa, il terzo scenario possibile sono le "larghissime intese": un governo con tutti dentro per affrontare le emergenze e tornare al voto, ma non prima di ottobre.
Regionali, successo del centrodestra in Lombardia. Fontana batte Gori, e la Lega si tiene la Regione (su tutti). Il candidato del Carroccio tra il 38 e il 42%, contro il 31-35 dell'esponente dem. Nel Lazio, la sinistra unita di Zingaretti in vantaggio: il governatore uscente tra il 30 e il 34%, ma il vantaggio su Parisi (26-30%)non è così ampio. Vicina anche Lombardi (M5S) intorno al 25-29%.

ESTERI
Grande coalizione, la base Spd dice sì: via libera a Merkel (Messaggero). Una buona notizia per i mercati alla ricerca di stabilità ed europeismo, scrive il Giornale. Dalla Spd un via libera chiaro e netto (66%) diversamente da quanto ci si aspettava e questo regala al quarto governo Merkel una legittimazione più forte del previsto: "Un'altra collaborazione per il bene del Paese", con un governo peraltro ricchissimo, potendo contare su 46 mld di euro da spendere. Su Repubblica l'agenda Merkel: prima grana, i dazi di Trump. Ma la Cancelliera guarda con preoccupazione anche a Pechino, dopo che i cinesi hanno comprato il 10% di Daimler. Poi la sfida del rinnovamento dell'Europa:tra Macron e Merkel permangono diversità di opinioni sulla riforma dell'eurozona ma la Spd potrebbe favorire la mediazione.
"Dazi sui prodotti agricoli Usa": la Cina minaccia Trump (Stampa). Il portavoce del Parlamento Xhang Yesui avverte: "La Cina non vuole una guerra commerciale con gli Usa ma non resterà a guardare". Ma Pechino è prudente perché ha un forte surplus commerciale con gli Usa ma anche perché non rischia grossi danni dai dazi, essendo l'undicesimo esportatore di acciaio in America. Invece può far molto male a Trump vendendo i bond del debito americano oppure colpendo in alcuni Stati importanti per la sua elezione. Rappresaglie potrebbero arrivare da agricoltura e allevamento.

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