Commentario del 11.03.18

IN PRIMA PAGINA
Una settimana dopo il voto, tutti gli scenari aperti. Di Maio avverte: "Noi estromessi? Insulto alla democrazia". E trova la sponda dei vescovi (QN). Bassetti (Cei): serve un governo al servizio della gente. Tra Lega e Cinque Stelle prima intesa sui vertici delle Camere (Corriere, Messaggero). Su Mattino e Verità il piano B del Colle: ammucchiata nazionale. Ma sei elettori su dieci direbbero no (QN). Per il Giornale Mattarella partirebbe prima dal Def e poi il governo. Ma anche sul Def è tutti contro tutti (Repubblica). Tajani al Messaggero: "Il Def rispecchi i vincoli europei". Ma i prof del Carroccio si preparano "Così aboliremo la Fornero" (Verità).
Sulla Stampa i consigli dell'ideologo americano Bannon: "Salvini e Di Maio si alleino". Grillo: l'intesa con Salvini? Sfida a scacchi (Secolo XIX). Sul Fatto gli appelli della sinistra al Pd: "Vi siete alleati con B., perché no al M5S?". Intanto Renzi va a casa: arriva Martina (Giornale). Ma il segretario dimissionario chiama i fedelissimi e promette battaglia (Repubblica).
Dall'estero. Sui dazi Usa e Ue più lontani. Trump minaccia: "Pronti a tassare le auto" (Repubblica e altri). Sul nucleare Usa e Corea più vicine. Trump: "Mi fido di Kim". Ma per gli scettici il vertice salterà (Corriere). Su Repubblica la crisi tra Londra e Mosca: 13 morti sospette di una spy story vera. Sulla Stampa l'Austria "tentata" dall'Alto Adige.
Tra cronaca e politica la giravolta di Grillo sui Giochi olimpici: sì a Torino dopo il no a Roma (Messaggero). Torino le strutture le ha già (Fatto). Repubblica: le Olimpiadi tornano una bella idea.

ITALIA-ECONOMIA
Def primo test post elettorale da 16 miliardi di euro, ed è subito braccio di ferro (Repubblica, Sole). Per il Giornale Mattarella aspetterà il voto sul Def prima di dare l'incarico per il governo. Il Tesoro lavora a un documento "neutrale" e squisitamente tecnico, che confermi la discesa del rapporto deficit pil e debito pil ma sullo sfondo resta il problema del disinnesco dell'aumento Iva (12,4mld) e di una possibile manovrina correttiva (da 3,5 mld). M5S e Forza Italia avanzano proposte più politiche per sondare possibili alleanze. Per Repubblica il M5S potrebbe partire non dal reddito di cittadinanza, bensì dalla creazione di una banca pubblica di investimento. Per la Lega il primo obiettivo politico è l'abolizione della legge Fornero, insieme all'introduzione della flat tax. Nel Def potrebbero voler introdurre almeno i tempi di avvio di queste operazioni, intanto per segnare discontinuità col governo Gentiloni. La Verità parla di un vero e proprio Def alternativo, a cui stanno lavorando Borghi, Siri e Bagnai. Siri: "Stiamo preparando un documento che prevede per il 2019 un pil al 2%; adottando la flat tax e riducendo del 9% cancelleremo i provvedimenti spot di bonus e decontribuzioni, lavorando su proiezioni che ci mantengano dentro il 3%". Sulla Stampa parla il padre della Flat tax Usa Rebushka: "L'Italia se ne gioverebbe: la sua applicazione incentiverebbe lavoro, risparmio, investimenti, agevolando l'afflusso di capitali stranieri nel Paese.Nel frattempo evasione e corruzione sarebbero abbattute. Ne ho parlato con Berlusconi e Siri".
"Il Def rispetti i vincoli Ue" dice il presidente dell'Europarlamento Tajani al Messaggero. "Se vogliamo essere credibili l'Italia deve presentare un Def in grado di dare segnali di credibilità ai mercati e alla zona euro. Andare in direzione della crescita e della riduzione del debito pubblico. Se ci sono investimenti si può anche lavorare per avere flessibilità, ma non si ottiene con misure che aumentano il debito pubblico come il reddito di cittadinanza". Per Tajani nel Def "bisognerà andare nella direzione della riduzione della pressione fiscale,  delle riforme e di misure che riducano il debito. Tutto poi si ritroverà nella manovra di bilancio di fine anno". Quanto a Bruxelles"sei credibile se hai un governo, conti a posto e un Paese forte in grado di poter dire la sua senza chinare la testa".
Il Sole parla di due risoluzioni che accompagneranno il Def, nessuna delle quali però in grado di raccogliere una maggioranza parlamentare, col Pd alla finestra, intenzionato a non votare né quella del M5S né quella del centrodestra ma nemmeno a presentarne una propria. Un confronto seguito con attenzione anche a Bruxelles, decisa a concedere un po' di tempo a Roma come i mercati, aspettando l'intesa per il nuovo governo. Ma se il dibattito sul Def dovesse confermare le distanze tra i tre blocchi e la volontà di M5S e centrodestra di puntare su interventi destinati a far aumentare i deficit il rischio è che la tregua concessa all'Italia salti.

ITALIA-POLITICA
Governo, Di Maio alza il tiro: "Un governo senza di noi non si può fare, diversamente sarebbe un clamoroso insulto alla democrazia e ai cittadini. Non decidano di fare un governo di tutti contro di noi" (Corriere e tutti). Ribadita l'apertura a tutte le forze politiche, alla condizione però che il premier sia lo stesso Di Maio. E sul programma "partiremo dai temi: prima occasione utile, il Documento di programmazione economica e finanziaria". Dal capo dei vescovi italiani, Bassetti, segnali di apertura: "Il futuro governo sia totalmente al servizio della gente e del bene comune". Dal vescovo di Taranto Santoro l'auspicio di ricucire la forbice del divario tra Nord e Sud (Avvenire).
Sulla presidenza delle Camere ci sarebbe un'intesa di massima per dare Montecitorio ai 5Stelle e il Senato a Lega o Forza Italia (Corriere, Messaggero e tutti). Repubblica parla di ticket Carelli-Calderoli o Giorgetti-Toninelli.
Ma la gestazione del nuovo governo sarà lenta e lunga, prevede il Corriere, difficile si trovi una soluzione prima di maggio. E tutti gli scenari sono aperti. Il Messaggero parla di piano B del Colle nel caso permanga lo stallo attuale: sarebbe un governo istituzionale, o governo di tutti e di nessuno, come quello di Dini nel 1994, ipotesi che piacerebbe a Berlusconi. Il governo non avrebbe una colorazione politica e una formula tale da raccogliere una larghissima maggioranza parlamentare; dentro dovrebbero esserci le forze premiate dagli elettori e quindi M5S e Lega. Alla guida andrebbe una personalità di aratura istituzionale: si cerca tra le "riserve della Repubblica", non tanto Visco indebolito dalle crisi bancarie, quanto Rossi e Panetta (sempre di Bankitalia) oppure Frattini, Catricalà, Massolo. La Verità avanza un'ipotesi simile e parla di "ammucchiata nazionale": il governo avrebbe come pilastro la riforma costituzionale, e con una impronta federalista conquisterebbe anche Salvini. Forza Italia e Pd ci andrebbero a nozze, per Lega e M5S sarebbe più complicato.
La Stampa parla di democratici tentanti dal centrodestra: "Con Tajani premier sarebbe fatta". Continuano anche i contatti col M5S: giovedì l'incontro tra la Raggi e Zingaretti. Leu apre ai Cinque Stelle: "I nostri elettori sono andati lì, verifichiamo se c'è convergenza" l'analisi di D'Alema, Fratoianni e Cofferati (Giornale). Sul Fatto gli appelli da sinistra al Pd.
Salvini guardingo: "Altolà ai giochi di palazzo: o al governo col nostro programma o niente" dice il fedelissimo Fedriga (Giornale).
"Il governo sarà del centrodestra, Salvini ha sempre detto che rispetterà i patti così come noi rispettiamo che sia la Lega a proporre un candidato per Palazzo Chigi – dice Tajani al Messaggero – Con chi? Vedremo. Anche Salvini ha manato un segnale al Pd, aspettiamo di vedere come evolve il dibattito interno nei partiti".
Su tutti la crisi interna al Pd: cade la testa di Renzi, Martina segretario a tempo (Giornale), il Pd si schiera tra Delrio e Zingaretti (Repubblica). Ma c'è chi come Sala teme che Renzi mediti di andarsene e fare un suo partito.

ESTERI
Sui dazi Usa e Ue più lontani. Trump minaccia: "Pronti a tassare le auto" (Repubblica, Sole e tutti). Dopo il primo summit trilaterale tra Usa, Ue e Giappone l'America ha confermato i dazi su acciaio e alluminio europeo. E Macron a colloquio telefonico con Trump ha detto: "Noi rispettiamo le regole del commercio internazionale. La Ue risponderà in modo proporzionale ad ogni azione unilaterale". La replica del numero uno della Casa Bianca via twitter: "L'Ue si lamenta per i dazi su alluminio e acciaio. Se tolgono le loro orribili barriere e dazi sui prodotti americani che importano, faremo altrettanto. In caso contrario, tasseremo le auto".
Sul nucleare Usa e Corea più vicine. Trump: "Mi fido di Kim". Ma per gli scettici il vertice salterà (Corriere). Mentre il presidente americano riporta l'apprezzamento di Cina e Giappone all'annuncio del possibile incontro tra Usa e Corea del Nord, la portavoce Sanderds ha precisato: "L'incontro non ci sarà senza azioni concrete che siano coerenti con le promesse fatte da Pyeongyang". Secondo il New York Times, nello studio ovale credono che la probabilità che un incontro ci sia sono inferiori al 50%
Su Repubblica la crisi tra Londra e Mosca: 13 morti sospette di una spy story vera. In primo piano il caso di Sergej, l'ex agende dell'intelligence russa che aveva collaborato con il Regno Unito. Ora è in coma, contaminato da un gas misterioso. Un intrigo che può scatenare una crisi internazionale: nel mirino la dozzina di "morti sospette" avvenute in Gran Bretagna, da Litvenko in poi, avevano tutte a che fare con "informazioni sui collegamenti del regime di Putin con gruppi criminali e riciclaggio di denaro".
Sulla Stampa l'Austria "tentata" dall'Alto Adige: ottant'anni fa le truppe tedesche entravano a Vienna con l'offerta del passaporto austriaco agli altoatesini. Oggi si rischia un'annessione simbolica al contrario. Per la Stampa l'indiretta offerta della cittadinanza austriaca aprirebbe un'ambigua rivendicazione identitario-linguistica che farebbe regredire ai tempi del nazionalismo più ottuso.

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