Commentario del 03.03.2018

IN PRIMA PAGINA
Le ultime promesse prima del voto (Stampa).  Ma è la sfida più incerta (Corriere). Italia spaccata in tre (Repubblica). Basta un solo voto e si passerà dal 48% al 23% di tassazione con la flat tax del centrodestra (Giornale). E Berlusconi assicura al Giornale: "Sarò io il garante del prossimo governo". Il leader di Fi al Messaggero: "Sud decisivo, ecco il piano". Salvini a Libero: "Ecco l'Italia che vorrei". Bersani alla Stampa bacchetta il Pd: "Solo adesso nasconde Renzi".
Scenari economici legati alle urne: un voto sui vostri soldi (MF): meglio se non vince nessuno.
Brexit, il discorso della May: "Ci cambierà, una realtà dura per tutti" (Corriere e tutti). La premier parla a Repubblica: "Nessun referendum, Brexit resta l'obiettivo ma i controlli siano minimi".
Ampio spazio anche agli scenari del commercio internazionale, dopo i dazi annunciati da Trump. La guerra dei dazi scuote i mercati (Sole, Stampa). Globalizzazione ko (Libero). "Moto e jeans, l'Ue risponde ai dazi di Trump" (Corriere e altri). Per l'Italia in gioco oltre 650 mln (Messaggero).
Ferrovie, proseguono le polemiche per i disagi alla circolazione con l'ondata di maltempo. Intanto, Mazzoncini declassa i regionali: le scelte sull'Alta Velocità penalizzano la rete per i pendolari (Messaggero).
Ancora in evidenza anche il caso Embraco: stop ai licenziamenti, sorridono gli operai (Stampa e altri). E via al nuovo piano (Repubblica).

ITALIA-ECONOMIA
Su MilanoFinanza (p.8) "Evviva il pareggio": secondo gli analisti, senza una maggioranza chiara e prevalente, lo spread Btp-Bund potrebbe restringersi fino a quota 90 punti: già nei giorni scorsi la banca giapponese Nomura aveva privilegiato i Btp ai Bonos spagnoli, ora gli analisti Deutsche Bank arrivano addirittura a dire che un ritorno alle urne "potrebbe essere positivo". Per il SOle (p.9) gli investitori puntano sulle larghe intese. Mentre per il Giornale (p.11) la Borsa ha paura dei grillini: Piazza Affari perde il 2,4%, troppa l'incertezza sul voto. "Mercati sereni, ma l'Ue teme il fattore instabilità": sul Mattino (p.6) focus sulla percezione all'estero del voto italiano. Per Fubini (Corriere p.8) una campagna segnata da un'impalpabile sostanza ha fatto dimenticare all'estero i pochi reali progressi che emergono nella società italiana. Quasi assenti nella narrazione risultano la ripresa, una crescita per abitante pari a quella di Francia e Germania negli ultimi anni comparati dall'Ocse, l'export che ha superato quello francese fuori dall'Ue, i debiti netti sull'estero più bassi di quelli di Francia e Spagna e ormai quasi a zero, o una crisi bancaria arginata spendendo una frazione del denaro pubblico usato in Germania, Olanda o Regno Unito. Tutto ciò sparisce nei quotidiani esteri perchè il volto di un Paese è quello della sua classe politica.
La guerra dei dazi scuote i mercati: Borse europee in caduta ed euro in rialzo, Milano perde il 2,4%, ma Bruxelles annuncia dure reazioni a Washington (Sole, Corriere, Stampa e tutti). Pronte tariffe fino al 25% sui prodotti Usa, dai jeans alle moto (Messaggero). In caduta i settori dell'auto e delle materie prime, più esposti all'esportazione verso gli Stai Uniti. Ma per Libero (in prima e p.20) "Con Trump globalizzazione ko, i dazi doveva metterli la Ue: gli Usa tassano acciaio e alluminio non per bloccare il libero scambio ma per far rispettare le regole". Repubblica (p.22) parla di "Ue alla guerra commerciale contro i dazi Usa sull'acciaio". Sole (p.2) e Stampa (p.9) intervistano Antonio Gozi (Federacciai): "C'è il rischio di un effetto boomerang, l'iniziativa di Trump fa temere il peggio, soprattutto per quanto riguarda uno scenario di chiusura protezionistica di lungo periodo. È già difficile esportare acciaio, con le frontiere americane chiuse temo che milioni di tonnellate di siderurgie orientali si riversino in Europa". Effetti lievi in Italia, ma Ilva, Pimobino ed Alcoa temono una nuova frenata: il rischio è che le misure frenino i progetti degli investitori (Repubblica, p.22). Ma per Messaggero (p.11) per l'Italia in gioco cui sono 653 milioni, si rischia l'effetto domino: il nostro Paese, che ha un surplus di circa 50 miliardi di euro, ha tutto da perdere da uno scenario simile.

ITALIA-POLITICA
Voto, la sfida più incerta (Corriere): in 46 mln alle urne, con l'incognita dell'astensione. Le ultime promesse prima del voto per convincere gli indecisi (Stampa). Avvenire parla di battaglia sul premier che non si può votare: nonostante la legge non preveda l'elezione del presidente del Consiglio, gli ultimi scontri sono proprio sui nomi del possibile capo del futuro esecutivo. Repubblica si concentra sulle difficoltà dello spoglio elettorale: si saprà prima chi vince nell'uninominale e il peso delle coalizioni, solo più tardi si capirà se c'è una maggioranza.
Centrodestra, Berlusconi al Corriere (p.3): "L'unico voto utile è per noi, Tajani farà riflettere gli indecisi". Al Giornale assicura: "Sarò io il garante del prossimo governo". E al Messaggero (in prima e p.3) annuncia: "Investimenti al Sud per 500 mila posti, è Tajani che ha portato un programma per il Mezzogiorno". Il presidente dell'Europarlamento ha dato disponibilità a fare il premier solo "in caso di maggioranza certa" (Repubblica p.9). Salvini a Libero (in prima e p.3): "Anche se Tajani non è l'uomo più adatto a difenderci in Europa, io starò ai patti". Ma a Repubblica (p.8) assicura: "Posso superare Fi". Apertura senza entusiasmi a Tajani anche da FdI. Crosetto a Libero (p.4): "E' il Gentiloni del centrodestra. Ma in questi momenti servirebbe meno burocrazia". Raffaele Fitto (Noi con L'Italia) rivendica il ruolo della "quarta gamba" e a Libero (p.2) dice: "Senza noi non si vince, né si governa. Tajani premier? Può essere la sintesi delle diverse anime".
Centrosinistra, Renzi, in chiusura di campagna elettorale, ribadisce il "no" ad un governo con gli estremisti: "Grillo ci fa schifo, e Di Maio, dopo averci insultato per anni, con quale faccia ci chiede ora i voti per un suo governo? Prima di votare il principe degli imprensentabili noi andiamo all'opposizione. Non governeremo mai con gli estremisti" (Corriere p.2 e tutti). Franceschini lancia l'appello su Repubblica (p.3): "La destra di oggi è peggio di quella degli anni di Berlusconi, tocca agli indecisi salvarci. Ogni voto tolto ai candidati Pd aumenta la possibilità che vinca o il centrodestra o i grillini, Leu può arrivare al massimo al 6%, non può vincere ma può far perdere il Pd". Bersani (Leu), intervistato dalla Stampa (in prima e p.6), attacca Renzi: "Ha rimesso le macchioline all'eterno giaguaro Berlusconi. Ora nel Pd c'è un tentativo di nascondere Renzi spingendo Gentiloni, ma non basta. Mi auguro che dopo il voto tra i dem si apra una riflessione radicale". L'ex presidente francese Valls a colloquio con Repubblica (p.12): "Renzi avrebbe dovuto fondare un suo movimento, abbandonando il Pd. Io ho fatto lo stesso errore, ma ho imparato che la socialdemocrazia e i partiti che l'hanno incarnata appartengono al passato". E il leader di Leu, Grasso, lancia l'ultimo appello ai delusi di sinistra: "Con noi tornate a casa" (Repubblica e altri).
M5S, Di Maio a un passo dalla vittoria: "L'era dell'opposizione è finita" (Corriere p.5). E Grillo torna sul palco (su tutti). "Diamo l'ultima spallata" ha detto il comico al fianco di DI Maio, che ha rilanciato le possibilità del Movimento: "Possiamo vincere in tutti i collegi uninominale del Sud e in molti del Nord, possiamo avere i numeri per governare".

EUROPA
Brexit, su Repubblica (p.15) parla Theresa May: "Non potremo avere tutto dall'uscita: intese commerciali con la Ue, ma fine ella libera circolazione. Dobbiamo lasciare l'attuale unione doganale con la Ue. Le alternative sono: un'ampia partnership commerciale con l'Europa o un sistema che riduca al minimo i dazi sull'import-export". Dopo l'accordo con l'Ue, il Parlamento avrà un voto sull'accordo finale: "Ma – assicura la premier – non ci sarà un secondo referendum sulla Brexit". Poi sul nodo Irlanda del Nord, la May dice: "Mai sottovalutare le difficoltà. Non vogliamo tornare a un rigido confine tra Irlanda del Nord e repubblica irlandese. Ma sarebbe inaccettabile imporre accordi che separino l'Irlanda del Nord dal resto del Regno Unito".
Germania, domani referendum della Spd per approvare la Grande coalizione e il quarto governo Merkel (su tutti). Al popol Spd le chiavi della Germania (Stampa p.15). In caso di via libera, la destra populista tedesca dell'Afd diventerebbe il maggiore partito di opposizione. Alice Weidel, capogruppo Afd, a Repubblica (p.13): "Non siamo radicali, abbiamo un programma radical-conservatore. Sono convinta che la Germania debba mettere un freno ai migranti, non abbiamo bisogno di gente che approfitta del nostro sistema sociale. Siamo anche contrari ai tentativi di creare un Fondo monetario europeo portati avanti da Merkel e Macron. Noi vogliamo abbandonare l'euro, che fallirà comunque". Poi sul voto italiano, dice: "Anche l'Italia ha i suoi problemi con i migranti africani, ed è stata lasciata solo. Anche con voi l'Ue ha fallito".

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