Commentario del 19.03.18

IN PRIMA PAGINA
Un plebiscito per Putin. Lo zar trionfa alle urne e sfida subito l'Occidente (Repubblica, Messaggero e tutti). Ma l'affluenza è un flop (Giornale). Repubblica: l'Europa assediata dai despoti. Presto al voto anche l'Egitto: Al Sisi come Vladimir, una sfida senza rivali né democrazia (Fatto). Ed Erdogan si prende un pezzo di Turchia (Stampa). La bandiera turca ad Afrin, colpo all'enclave curda (Messaggero)
Sul fronte interno politica sempre in primo piano. Tra M5S e Lega asse sulle Camere. Si alza lo scontro nel centrodestra (Corriere, Messaggero). Contatto Di Maio-Salvini: "Non è impossibile fare il governo insieme" (Stampa, QN). Libero: i mercati finanziari non hanno paura di M5S e Carroccio. Grillo, su Repubblica, rilancia: serve un governo per il futuro. Maroni frena. La Lega si slega (Giornale). Tajani: "Forza Italia decisiva per la stabilità del Paese" (Corriere). Romani: la Lega rispetti gli alleati. Serve pari dignità (Messaggero). Sul Fatto l'analisi di un giovane dem sulla fuga verso i grillini: "Abbiamo lasciato lavoro, diritti e moralità al M5S". Caro Pd, ascolta Nicholas. Riapre il Parlamento: venerdì il giorno delle matricole (Sole). Ma ancora mancano i nomi definitivi degli eletti: "Non sanno contare neanche i loro voti" (Libero).
Sul Sole la beffa per gli Statali: gli aumenti nei contratti sono a tempo, dal 2019 perdono fino al 24% degli incrementi. Sulla Stampa focus sul lavoro: cresce ma soltanto in mezza Italia. Sul Messaggero il miracolo del Cnel: risuscita con le sue 48 nomine. Su QN allarme medici di base: sono sempre di meno, l'assistenza zoppica. Su tutti il sequestro della nave dell'ong che aveva salvato 218 persone: "creato il reato di solidarietà" (Repubblica).
In cronaca, un pozzo di odio (QN): mamma di 20 anni uccisa e gettata in un pozzo. Il compagno confessa. Sport, Dovizioso vince su Ducati, Rossi è terzo. E' Grand'Italia al Mondiale (Giornale)

ITALIA-ECONOMIA
Sanità, Comuni e Scuola, contratti ancora al palo (Messaggero): per gli oltre 2 milioni di lavoratori di questi tre comparti alla firma col governo arrivata in extremis a febbraio non è ancora seguito il "visto" della Ragioneria generale dello Stato sull'impatto finanziario e quella della Corte dei Conti. Sindacati preoccupati. Ganga (Cisl): "Lo stallo della politica non incida sull'iter: la vigenza dei contratti termina il 31 dicembre". Sul Sole la beffa degli aumenti a tempo: per oltre 2 dei 3 milioni di dipendenti pubblici interessati dai rinnovi, una parte degli aumenti sarà temporanea. Gli 85 euro medi di aumento al mese promessi dall'intesa governo-sindacati del 2016 si raggiungono solo grazie a un bonus temporaneo che scadrà il 1 gennaio 2019. Un bonus che cresceva al diminuire del reddito, per cui la "perdita" si concentrerà sui livelli più bassi della gerarchia. In media si perderà il 23,6% di aumento negli enti locali e il 21,7% nella sanità.
La Stampa torna sui dati Inps sull'occupazione: il lavoro torna a crescere ma a macchie di leopardo. Bene la Lombardia (+ 72 mila occupati), il Veneto (+ 44 mila), Lazio (+42 mila), e la Campania (+37 mila) e anche le grandi città del Sud; Liguria ancora in affanno; Torino e Genova restano indietro; a Roma record di occupati (+ 36 mila); bene anche Milano (+29 mila), seguite da Brescia e Venezia. I dati peggiori quelli di Foggia e Ancora, che perdono 10, 11 mila occupati. Male una provincia su due. Dunque, non una spaccatura netta tra Nord e Sud, con le città turistiche che tirano più di quelle industriali. E nella Calabria che sprofonda, spicca il caso di Vibo Valentia: in un anno i posti di lavoro sono cresciuti dell'11,2%, passando da 42 a 47 mila occupati. Su Repubblica il focus sulla Calabria, dove il lavoro è una chimera che nessuno più cerca. Decine e decine di fallimenti hanno messo in ginocchio Reggio: qui non ci sono aziende che assumono, non c'è mercato né ripresa, solo lavoro nero. Anche nelle grandi catene commerciali vince il nero: sei giorni la settimana per 400 euro.

ITALIA-POLITICA
M5S-Lega, cresce l'intesa (Repubblica): non solo l'asse sulle Camere (Corriere), possibile anche il governo insieme (Stampa). A Maroni che in tv dalla Annunziata aveva bollato come "impossibile un governo assieme tra Lega e M5S" replica a stretto giro Salvini in tv dalla D'Urso: "Nulla è impossibile o irrealizzabile". Legge elettorale con premio di maggioranza, abolizione della Fornero, taglio della pressione fiscale, stretta su immigrazione e sicurezza: caduta l'ipotesi di un governo lampo per la sola legge elettorale, questo, per la Stampa, il programma di massima su cui Salvini e Di Maio potrebbero trovare un'intesa, nel caso in cui il Pd confermasse la sua chiusura al M5S. Per adesso, l'unico accordo che c'è tra Di Maio è Salvini è sulle presidenze delle Camere, ad appannaggio di Lega e M5S. Poi la palla passa a Mattarella per le consultazioni e il sondaggio sui dem. "I mercati finanziari non hanno paura di M5S e Carroccio", scrive Libero.
Su Repubblica parla Grillo: "L'epoca dei vaffa è finita ma non comincerà quella degli inciuci. L'Italia ora deve riconquistare una visione lunga, a 20 anni. La sfida è cambiare il sistema culturale, il modo di pensare. Siamo rimasti alle idee e alle parole di mezzo secolo fa. Penso che dopo quello che è successo sia tempo di uscire in mare aperto e rovesciare gli schemi". "Sull'intesa Di Maio-Salvini Grillo dice: "La specie che sopravvive, in politica, non è la più forte ma quella che si adatta meglio. Noi siamo un po' democristiani, un po' di destra, un po' di sinistra. Possiamo adattarci a qualsiasi cosa a patto che si affermino le nostre idee". Quanto a lui "io non mollo, continuerò a essere la voce di chi fatica ad andare avanti e dei militanti che lottano per cambiare l'Italia, l'Europa e il mondo. Terrò gli occhi aperti su tutto, anche sui di noi". Dell'Europa Grillo dice: "deve rimettersi insieme, ma in modo nuovo. In ogni caso non vedo ragioni per gli allarmi. Ma vi sembra che quella attuale sia un'Europa difendibile? Parla dell'Italia e non vede il mondo".
Da Berlusconi segnali di guerra a Salvini, sia per le Camere – "non puoi prendere tutto tu" – sia per un eventuale accordo di governo sulla Lega (Stampa). FI pronta a far saltare Lombardia e Liguria, dove il centrodestra governa insieme. Scenario, questo, evocato anche da Maroni ieri in tv, che non solo ha bocciato un governo Lega-Cinque Stelle ma ha anche rilanciato l'idea di un governo di larghe intese, per fare una buona legge elettorale e tornare a votare nel maggio 2019, in concomitanza con le Europee. Maroni ha anche confermato i timori di Berlusconi per l'Opa di Salvini su Forza Italia come pure quello di elezioni anticipati in autunno.
"L'Italia ha bisogno di un governo, anche se ci vorrà tempo. Andare a nuove elezioni produrrebbe un risultato fotocopia e non servirebbe a nulla e – dice Tajani al Corriere- All'Italia serve un governo stabile che tuteli meglio gli interessi del Paese, a Bruxelles ma anche qui da noi. Non si può cavalcare il reddito di cittadinanza, che è un disincentivo al lavoro. Se vogliamo negoziare lo sforamento del 3% dobbiamo farlo per pagare i debiti della pubblica amministrazione con le imprese, creare un fondo unico per il Sud, mobilitare investimenti privati per il piano Juncker e modernizzando le infrastrutture di rete al Sud. Senza l'Europa non andiamo da nessuna parte".
Sul Messaggero parla Romani: "Pari dignità tra alleati nel centrodestra e accordo a tre sulle presidenze". Il senatore azzurro, azzoppato nella corsa alla presidenza del Senato da una condanna per peculato, si difende e contrattacca: "Lotta politica imbarbarita, dal peculato nessuno ha avuto un danno". E sulle presidenze dice: "Serve un accordo che coinvolga tutti e tre gli schieramenti, senza prove di forze. E nella coalizione pari dignità: il tentativo di fare un governo spetta a Salvini ma le presidente delle Camere sono un'altra cosa". "Se Salvini dice no alla candidatura di Romani la nostra alleanza è a rischio" dice Schifani a Repubblica. Ma Salvini è pronto a giocare la carta Bongiorno al Senato (Messaggero, Repubblica).
Anche il Pd in fibrillazione: tra i dem torna la voglia di aprire al M5S. Renzi lancia l'altolà: così il Pd si estingue (Messaggero). I fedelissimi di Renzi irritati anche con Veltroni per l'intervista di ieri sul Corriere (Stampa).
Intanto tra riconteggi, resti e ripartizione non c'è ancora certezza sui nuovi parlamentari (Stampa). Libero attacca: "Non sanno contare neanche i loro voti". A 15 giorni dalle elezioni mancano ancora i nomi definitivi degli eletti. Pronti una trentina di ricorsi. Oggi a Palazzo Madama porte aperte per i neo eletti per avere tutte le informazioni di servizio. Il 23 l'insediamento della Camera a Montecitorio (Sole). Alle prime armi il 35% dei deputati e il 30% dei senatori.

ESTERI
Russia, trionfo di Putin (Messaggero e tutti): rieletto presidente per la quarta volta con oltre il 76,5% dei voti. Resterà in carica fino al 2024. Ma l'affluenza è un flop, titola il Giornale: ci si aspettava il 70%, si sarebbe fermata al 63,7%. "Siamo condannati al successo" (Corriere), ha detto Putin: "Non avrei mai avvelenato nessuno prima di elezioni e Mondiali". "Grazie a Theresa May" (Messaggero) la provocazione del portavoce. Ieri sera la festa alla piazza del Maneggio, coincisa con l'anniversario dell'annessione della Crimea, mentre l'opposizione si scopre subito divisa e litigiosa (Stampa). Ora asse con Xi e spinta all'economia: per il Messaggero il voto di ieri ha rafforzato Putin anche nello scenario internazionale. Peserà sempre di più in Medioriente. E con gli Usa via al braccio di ferro sul digitale. Bonanni, su Repubblica,parla di Europa sempre più sola e diversa, assediata dai desposti: nel giorno in cui Putin stravince le eleizioni-plebiscito i carri armati di Erdogan conquistano Afrin, Xi Jinping si gode la nomina a dittatore a vita e Trump perfeziona le sanzioni commerciali contro l'Ue. Anche Taino sul Corriere parla di Occidente debole: da Mosca a Pechino regimi più forti. Usa e Ue hanno l'obbligo di reagire insieme per rinnovare un modello che ha garantito 70 anni di prosperità e libertà.
Su Stampa e Messaggero gli auguri di Salvini e Meloni e i risvolti per l'Italia. Salvini: "Mi auguravo la vittoria del presidente russo: Putin è uno dei migliori uomini politici della nostra epoca, è una speranza per tutti noi". Meloni: "Complimenti a Putin: la volontà del popolo appare inequivocabile". Antico e immutato il legame con Berlusconi. Nota anche l'ammirazione di Lega e di Di Maio. Ma con Putin parla spesso anche Prodi; un'apertura non condivisa dai dem, più vicini a Merkel e Macron. Ora probabile una nuova linea con Mosca e il superamento delle sanzioni.

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