Commentario del 06.03.2018

IN PRIMA PAGINA
I mercati reggono all'effetto voto (Sole). Elezioni, Piazza Affari si astiene (MF). Mercati tranquilli, non ci saranno choc (Messaggero). Governo, un poltrona per due (QN). Di Maio cerca alleati nel Pd (Stampa). Prove di governo nel Movimento (Repubblica). Salvini non molla: "Il premier lo faccio io" (Libero). Ma per Italia Oggi "Si prepara un governo Salvini". "Sinistra, game over" titola il Giornale dopo il flop elettorale. Per Libero è "la resa dei tonti". Renzi non lascia subito, lite nel Pd (Corriere, Messaggero). Fatto attacca: "Renzi uccide un Pd morto, ma tutt'intorno è fuggifuggi". E Libero aggiunge: "Ha ucciso i comunisti, ma è morto anche lui". "Metà gialla, metà verde: la rivoluzione italiana" (Stampa). Il ritorno del Regno delle Due Sicilie (Giornale). Regionali: vince Zingaretti. Ma è caso Lazio: la maggioranza è stretta (Messaggero). A Fontana (Lega) la Lombardia.
Dagli esteri: Londra, ex 007 russo forse avvelenato: "Come Litvinenko" (Messaggero e altri).
Cronaca, a Firenze ucciso un migrante. "Colpirò un uomo a caso" avrebbe detto l'aggressore (Corriere).

ITALIA-ECONOMIA
"I mercati reggono all'effetto voto" (Sole in apertura). Milano prima crolla poi chiude a -0,42%, anche lo spread sale fino a 143 punti e poi ripiega. "I mercati fanno finta di niente" titola MF (p.2), ma l'incertezza colpisce le banche (MF, p.6): il timore degli analisti è che l'assenza di un governo possa pesare nelle trattative europee sugli npl e sull'Unione bancaria. Per Fubini (Corriere p.15) la piccola correzione è indice che in pochi sui mercati credono davvero che l'Italia possa radicalmente cambiare indirizzo. Il timore di Bruxelles è che la manovra correttiva da 3,5 miliardi prevista per aprile rischia di essere una trappola, poiché potrebbe non esserci ancora una maggioranza in grado di approvarla; a settembre chi governerà dovrà decidere se e come bloccare l'aumento dell'Iva da 12 mld: potrebbe aprirsi un conflitto con l'Europa alla vigilia della fine del Qe. A margine, intervista a Garzarelli (Goldman Sachs): "Non definirei rilassata la reazione al voto, ma al momento non vediamo motivo per posizioni ribassiste; le notizie però non sono positive, senza i moderati c'è più incertezza e l'Italia è vulnerabile a un peggioramento del quadro esterno". Sul Giornale (p.24) la Borsa non crolla e anche lo spread tiene, Salvini rassicura i mercati: "Con la flat tax sarà il paradiso per chi vuole fare impresa". Per Messaggero (p.21) mercati in ansia, ma non ci sarà choc: secondo gli operatori l'avanzata delle forze anti-sistema porterà volatilità ma niente crolli. Per Repubblica (p.4) l'Italia può affossare la Ue, dalla Commissione sperano nel processo di "normalizzazione" dei grillini, banche in calo ma niente pressione sul rating. Su Notizia Giornale (p.10) Voto, le banche estere gufano e Citigroup soffia sulla paura: un documento della banca americana parla di "Parlamento sospeso" e di "nessun fattore positivo per i mercati" e sottolinea la probabile mancanza di riforme e del taglio del debito, in coincidenza con la fine del Qe. Segnali di pericolo sulle performance dei titoli di Stato e di Piazza Affari anche da Credit Suisse e da BlackRock. Sul Sole (p.6) lo speciale: i pareri dei grandi investitori sulla situazione post-voto: "Tre pilastri e tre zavorre sul futuro della Borsa" individuate da Black Rock, Credit Suisse e Amundi: tra i punti di forza la crescita del Pil, i fondi sottoesposti e lo spread, tra i fattori di debolezza il crescente euroscetticismo, il rischio fiscale e l'incognita Bce. Sul Sole (p.7) perché il Qe altera il termometro dello spread: lo shopping Bce limita gli sbalzi del differenziale, che può però tornare rilevante se la situazione dovesse precipitare.

ITALIA-POLITICA
Governo, una poltrona per due (QN in prima e p.2). Salvini rivendica l'incarico: "Nessuna intesa strana, voglio governare con il centrodestra". Il leghista fedele a Berlusconi, ma Fi già si divide (Repubblica p.3). Ma c'è anche Di Maio, pronto a dialogare con tutti: "Daremo una guida all'Italia". Ma Grillo mette i paletti sui nomi (Corriere p.10). "I nostri ministri non sono un spot" avverte il garante. La palla passa al Quirinale, gli scenari possibili sono: un fronte anti-euro o un esecutivo M5S-Pd. "La partita al buio di Mattarella" la definisce Marzio Breda (Corriere p.8): dalle urne escono tre gruppi incomponibili, ma due di loro dovranno accordarsi. Per il Financial Times il dato elettorale italiano "non è stato costruito in un giorno", anche se gli scenari aprono a molteplici possibilità. In evidenza la caduta di Berlusconi (p.2), emblema di un'epoca che volge al termine, mentre l'attenzione è tutta su Luigi di Maio (p.3), e il suo tentativo di formare un Governo in un Parlamento apparentemente ingovernabile. Governo che "potrebbe mettere a rischio le riforme avviate in Italia" (p.10).
La prima partita sarà l'elezione dei presidenti delle Camere: M5S, come prima mossa, guarda al Pd: trattare sulla presidenza di Montecitorio (Repubblica p.2). Di Maio pronto ad offrire la Camera al Pd in cambio di un appoggio esterno ad un governo di minoranza, seguendo il modello spagnolo di Rajoy. Boccia o Orlando i nomi (Stampa p.11). Per il Corriere (p.8) i nomi più probabili per Senato e Camera sono quelli di Delrio, Taverna, Fico e Calderoli. Intanto, Tito su Repubblica (p.5) mette già in preventivo l'extrema ratio del Quirinale: un governo di scopo M5S, Lega e Pd.
"Sinistra, game over" (Giornale). 5 mln di elettori in fuga: uno su tre calamitato dal M5S (Stampa e tutti). I flussi elettorali elettorali mostrano la migrazione dei voti dem verso i grillini, solo 450 mila pentiti verso Leu. Renzi annuncia le sue dimissioni. Ma per ora resta, fino alla formazione del governo (Corriere p.2 e tutti). Teme – scrive Geremicca sulla Stampa – la nascita del "partito" di Mattarella per fare l'accordo con il M5S. "Fate senza di noi" è il messaggio di Renzi al M5S e agli altri, poi ribadisce: "Niente inciuci, caminetti o governo con gli estremisti". E conferma la volontà di stare all'opposizione (su tutti). Ma scoppia la ribellione dentro il partito. Da Zanda a Minniti fino alle minoranza, tutti chiedono "dimissioni vere". Cuperlo al Corriere (p.3): "C'è un centrodestra a guida sovranista che rischia di portare l'Italia su posizioni anti-europeiste. Dall'altro lato c'è un movimento che ha fatto della purezza la sua cifra. Bisogna trovare un equilibrio di governo o almeno affrontare la riforma elettorale". Emiliano, al Fatto (p.3): "Dobbiamo dare l'appoggio esterno a un governo del M5S, se no si uniranno alle destre".
Centrodestra, Salvini va ad Arcore: tocca me governare con il centrodestra (Messaggero p.8). "Niente aggregazioni strane" avverte il leader leghista. Siri, che ha ideato il modello flat tax per la Lega, al Corriere dice: "Noi e il M5S abbiamo idee diverse, loro sono pauperisti". I flussi elettorali vedono la Lega "rubare" 2 mln di elettori a Fi, e nel mirino finisce la campagna elettorale che ha dimenticato il Sud (Messaggero). Berlusconi deluso ma resiste: "Adesso dove andiamo? Si chiede (Corriere p.12). Berlusconi pronto a candidarsi per le europee (Libero p.8). E scopre di essere il numero 2 della coalizione.
Nord al centrodestra, al Sud en plein grillino. Addio all'Emilia rossa: su Messaggero (p.4) e tutti la spaccatura del Paese in due aree distinte, a sinistra resiste solo parte della Toscana. "Rivoluzione nei seggi": sulla Stampa (p.2-3) il reportage dalle due aree del Paese, Nord e Sud, che hanno segnato rispettivamente la vittoria di Lega e M5S. Giornale mette in evidenza il "ritorno del Regno delle Due Sicilie": la cartina dell'Italia dopo il voto di domenica scorsa è sorprendentemente somigliante a quella che emerse dopo il Congresso di Vienna del 1815.

EUROPA
Tutti i quotidiani, anche esteri, guardano ai risvolti del voto italiano nei rapporti con l'Ue.  "Cosa facciamo adesso?" si chiede la Faz, che riporta il commento di Tobias Piller.
"Italia-Europa, fronte aperto dopo il successo dei populisti": sul Financial Times (in prima e alle p.2-3) ampio focus sulla potenziale "rotta di collisione" con le istituzioni europee dopo il trionfo di M5S e Lega. Anche se, per il quotidiano inglese, "Bruxelles si fa trovare pronta alla sfida euroscettica", una sfida, che, verosimilmente, si giocherà tutta su politiche monetarie e immigrazione. Per Tony Barber (p.11) il voto italiano "offre un verdetto schiacciante alle sue elìte", e allontana il Paese dal processo di integrazione europea avviato da Francia e Germania. Euroscettici, la grande paura dell'Europa (Mattino p.9). La Commissione teme per le riforme, ma tra gli anti-establishment è festa (Stampa p.20): a Bruxelles crescono i timori per l'instabilità, e arriva l'appello dell'Ue: "Fate un governo il prima possibile, fiducia in Mattarella". Secondo la Stampa (p.20) il nuovo governo rischia di perdere i treni su 3 dossier fondamentali: unione bancaria, Eurozona e nodo migranti. Entro giugno bisogna aprire un dialogo con Parigi e Berlino. Kupchan, del Council on Foreign Relations, al Sole (p.9): "Ritengo inconcepibile che l'Italia esca dalla Ue, è un Paese profondamente pro-Europa. Certo, significativi problemi vanno affrontati, compresa l'immigrazione dove gli italiani hanno diritto di sentirsi abbandonati dall'Europa. Ma non credo siamo alla fine dei rapporti con la Ue". Per lo storico Lamy alla Stampa (p.21) "Marcon e Merkel sono pronti a dialogare con Roma se sarà ragionevole. M5S al governo? Non sono il Front National, criticano Bruxelles, non l'Europa. Ma guai a sforare il 3%". Secondo l'esperto inglese Sassoon a Repubblica (p.4): "L'Italia segue il trend Ue: quello che sta succedendo non è tanto l'avanzata dei populismi, ma la crisi della vecchia politica. Vincono quelli che sono in grado di prendere le distanze dalla classe dirigente ufficiale. Macron non è un populista, ma il suo dirsi ne di destra ne di sinistra, che assomiglia molto al messaggio dei 5S. Anche Corbyn ha seguito questa strada". E il politologo Usa Luttwak al Messaggero (p.21) vede un parallelismo con quanto successo negli Usa: "Trump ha avuto il coraggio di lanciare messaggi estremamente impopolari secondo i media e i politici dominanti, e ha riscosso un successo simile a quello di cui godono oggi in Italia Lega e Cinque Stelle". Intanto, a Mosca festeggiano la vittoria dei partiti euroscettici: "Una nuova stagione per cancellare le sanzioni" (Stampa p.22). Ma gli analisti restano fedeli: "Roma sarà fedele alla Nato".

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