Commentario del 27.02.18

IN PRIMA PAGINA
L'Italia dei treni ferma per gelo (Stampa, Corriere, Repubblica). 20 centimetri (previsti) di neve bloccano i treni in tutta Italia. E Delrio finisce sul binario morto (Fatto). Il Corriere: ci devono rimborsi e soprattutto spiegazioni. Per la Stampa possibili ripercussioni anche sul voto di domenica. Messaggero, Giornale e Libero contro la Raggi: neve e sindaca, Roma ko. Ma c'è pure chi con sci, slittino e sole si diverte (Corriere).
Spazio anche alla politica, a cinque giorni dal voto. Sul Corriere parla Di Maio: "Ecco la mia squadra". Renzi: resto anche se sconfitto (Repubblica). Il segretario blinda la poltrona al partito, ma il Pd rischia grosso nei collegi (Giornale, Fatto). Sul Messaggero intervista a Salvini: "La Ue brutta è Juncker, Tajani ok". Su Stampa e QN l'offerta di Casa Pound: "Appoggiamo un governo di Salvini". La Lega non chiude. Berlusconi difende la flat tax: "Così mai più casi Embraco" (Giornale). Meloni dice sì al lavoro delle donne e alle privatizzazioni: "ma non le Poste" (Sole). Su QN l'sos della bella Italia: "Nei programmi elettorali cultura ignorata".
Sul Sole le rassicurazioni del Tesoro alla City: "Italia in ripresa". E Del Conte (Anpal) promette aiuto a chi perde il lavoro (Sole).
Dalla Ue. Merkel stile Macron rilancia sull'Europa: "Decidiamo noi il destino della Ue" (Repubblica). In Slovacchia reporter ucciso con la fidanzata. Indagava sui paradisi fiscali (Corriere, Fatto). Dal mondo. La Apple si piega a Xi Jimping e accetta di condividere i dati dei clienti cinesi con il regime di Pechino (Fatto). Negli Usa la Corte Suprema dice no a Trump sui baby-migranti (Avvenire). In Siria bombardati con i gas sulla Ghouta (Avvenire).
Su tutti la morte di Gian Marco Moratti, l'imprenditore vicino agli ultimi (Sole, QN, Corriere).   Ricco, serio e lavoratore. Moratti era come Milano (Giornale).

ITALIA-ECONOMIA
"Giorno nero delle ferrovie tra guasti e rotaie ghiacciate" (Repubblica p.2): tagliato il 20% dei convogli a lunga percorrenza e il 70% di quelli regionali nel Lazio (Messaggero p.5). Disagi anche oggi (Corriere). Il ministro Delrio: "Le Ferrovie spieghino" (su tutti). A Orte il guasto a una motrice di Italo ha bloccato la circolazione. Una delle situazioni più critiche a Roma-Termini: problemi causati dai "deviatoi", molti dei quali sprovvisti delle "scaldiglie". Per il Messaggero (p.5) Rfi ha sottovalutato l'allerta meteo: non applicato il piano neve che avrebbe ridotto i treni programmati. "Lo 'snevamento' non va: Delrio finisce sul binario morto" accusa il Fatto (p.8), secondo il quale il ministro del Trasporti fa finta di non capire perchè, in campagna elettorale, non può criticare il capo delle Fs, Mazzoncini, scelto da Renzi. Ma il Fatto mette nel mirino anche Padoan, che come ministro del Tesoro è azionista di Fs, ma è troppo impegnato a chiedere il voto ai senesi.
Sul Sole la missione del Tesoro a Londra per rassicurare la City: un appuntamento annuale stavolta focalizzato sulle elezioni di domenica. Tra i 200 tra investitori, operatori e rappresentanti di hedge found e banche d'affari la domanda principale era "cosa accadrà dopo?". Da Pagani (Mef), Di Noia (Consob) e i rappresentanti del comune di Milano e dell'Agenzia delle Entrate l'assicurazione che "i segnali di ripresa sono a prova di urne". E sulla possibilità che le riforme possano essere annullate Pagani è stato categorico: "No. Le riforme strutturali hanno posto le basi per una crescita. La ripresa è reale e concreta e basata su imprese e imprenditori: l'Italia è uscita dalla crisi potenziando i suoi punti di forza". Ma il Paese ha bisogno di capitali e di investimenti. E per quello "serve un po' di stabilità politica".
Meloni al Sole: "Nessuna preclusione" verso le privatizzazioni per ridurre il debito ma non su Poste: "Restiamo fortemente contrari". E sulle pensioni "si ad una riscrittura del sistema previdenziale purché non si penalizzino le nuove generazioni". Sul fronte fiscale Meloni punta "all'ampliamento della no tax area. Quanto alla tassa piatta, per noi deve essere sotto il 20%, perché solo così alleggeriamo il peso del fisco sulla classe media. Ci vorrà del tempo ma già al primo consiglio dei ministri vogliamo introdurre un'aliquota ad hoc per i redditi incrementali pari al 15%". Difende la flat tax anche l'economista Nicola Rossi, presidente dell'Istituto Bruno Leoni: "La combinazione di una quota esente fissa e di una aliquota proporzionale crea un'imposta progressiva. Fino a 12 mila euro di reddito annuo non si pagano le tasse, a 13 mila euro si paga l'imposta su 1000 euro. L'imposta netta è di 230 euro, pari al 3%. Se si guadagnano 20 mila euro l'aliquota del 23% si paga su 8.000 euro. Sono circa 2.000 euro, pari a una tassazione del 10%. L'aliquota sale fino ad arrivare a un massimo del 25% per i redditi più elevati. Il vero regalo ai ricchi – dice Rossi – è il sistema attuale. Conviene iniziare a ragionare su un sistema fiscale diverso". Ma per trovare le coperture servirà un'altra spending review – "almeno di 27 mld" – e una sforbiciata alle tax expenditures.

ITALIA-POLITICA
A destra è un caso l'offerta di aiuto del leader di Casa Pound Di Stefano a Salvini: "Se ci porta fuori dall'euro e dalla Ue e blocca l'immigrazione siamo pronti a sostenerlo. Dovrebbe essere un governo che non ha Tajani premier e Brunetta all'Economia, ma Salvini premier e un Bagnai all'economia" (Stampa e tutti). Salvini non chiude la porta ma intervistato dal Messaggero dice: "La Ue brutta è quella di Juncker, Tajani è diverso. Il sostegno di Casa Pound? Siamo robusti, possiamo farne a meno". Salvini bolla come "scenario impossibile" un'intesa Pd-Fi e Lega-M5S: "A noi la gente ci chiede chiarezza e ci vota perché siamo allergici ai giochetti". E sull'Europa: "Con Berlusconi siamo d'accordo che deve cambiare tutto nella politica europea, sulle banche, sull'immigrazione, sul piano delle decisioni monetarie. Se alcuni poteri marci europei ci temono fanno benissimo. C'è modo e modo di stare in Europa. Noi ci staremo da liberi e non da schiavi".
Intanto Berlusconi boccia la manifestazione unitaria del centrodestra. Per il Messaggero la cerchia azzurra più ristretta sconsiglia il Cav di essere a Roma il primo marzo con Salvini e Meloni: "Non ci porta nulla".
"Berlusconi non ha eredi, non c'è nessuno che possa sostituirlo, né come leader né come federatore del centrodestra" dice Tajani, ma è pronto all'investitura a premier (Corriere). Il presidente dell'Europarlamento continua a negare ogni suo impegno su scala nazionale ma Berlusconi potrebbe lanciarlo per il ruolo di premier alla fine della campagna elettorale. Su Repubblica le trattative già in corso per il governo di centrodestra nel caso FI fosse primo partito della coalizione. La guida del governo dovrebbe andare a Tajani, la presidenza del Senato a Calderoli, quella della Camera alla Gelmini. Quanto ai ministeri A Salvini andrebbero gli Interni, a Giorgetti l'Economia, all'ex presidente Consob Vegas lo Sviluppo Economico, a Brunetta la Funzione Pubblica, alla Bongiorno la Giustizia, alla Meloni Salute e Famiglia, alla Carfagna la Pubblica Istruzione e allo Sport Galliani. Sul Messaggero le ipotesi-governo in caso di pareggio: è il piano B che tutti negano ma a cui molti lavorano. Tra potenziali ministri "tripartisan" il Messaggero fa i nomi di Bonino, Calenda, Cottarelli, Dassù, Giovannini, Gallitelli, Minniti, Massolo.
Il M5S punta alla presidenza della Camera – "la carica spetta al primo partito" – e Di Maio lavora alla lista del governo. "Ci saranno donne di grande competenza ed esperienza, allo Sviluppo Economico avremo un eccellenza italiana come il professor Lorenzo Fioramonti. E avere il generale Sergio Costa al Ministero dell'Ambiente dovrebbe essere un motivo di vanto non per polemiche sterili". Di Maio nega irritazione con il Colle – "la mia scelta di comunicare la nostra proposta di squadra di governo è stata un atto di cortesia" – e sulle alleanze post voto dice: "La nostra squadra di governo la presentiamo ai cittadini giovedì, e prima ancora al Capo dello Stato. Con le altre forze politiche discutiamo di programmi, non di poltrone". Idem Bonafede (M5S) a Repubblica: "Per noi c'è solo un governo a fuida 5Stelle.Pronti a ragionare di programma ma saremo noi a dsre le carte: niente mercato delle vacche sui nomi". Repubblica parla però di paletti del Quirinale a Di Maio: la lista dei ministri ora è inutile, per il Colle impossibile prenderli in considerazioni. Intanto è giù totonomi per il governo: in casa 5Stelle si parla di Pier Paolo Sileri alla Salute e Nathalie Tocci agli Esteri. Per il Messaggero i massiccio ricorso a personalità esterne per i ministeri serve a garantirsi sponde a sinistra, tra Leu e la minoranza Pd.
Renzi si prepara alla resa dei conti nel partito: "Comunque vada non lascerò" (Corriere e tutti). "Non ci sarà nessun passo indietro" il messaggio alla minoranza dem, anche in caso di batosta. "Il 5 marzo faremo i conti" ma a chi ipotizza un congresso anticipato se il Pd scenderà al 22-23% manda a dire: "Non c'è una soluzione alternativa". Ma per Repubblica se il Pd va sotto il 20% o se si va a un governo duraturo del centrodestra il passo indietro è già deciso: Zingaretti e Franceschini i nomi che girano i nomi che girano. Per il Messaggero la soglia-resa dei conti è al 25%, e se il partito dovesse implodere scenderanno in campo i padri nobili. Leoluca Orlando a Repubblica: "A Matteo lo dico da mesi, è ancora in tempo a farsi da parte e lanciare Gentiloni premier". Ma per Italia Oggi, con l'intervista a Repubblica di domenica Gentiloni si è bruciato: e ora riprendono a salire le quotazioni di Minniti. Santagata al Messaggero: "Il partito torni a lavorare per l'unità del centrosinistra. Quando l'ha fatto si è vinto.Non so cosa succederà dentro al Pd dopo il voto ma non ci sono persone buone per tutte le stagioni: un ricambio dei dirigenti sarà necessario e auspicabile". Da Insieme la proposta "non di un governo di larghe intese ma un governo del presidente, con compiti ben precisi, di cui il garante sia il capo dello Stato".

EUROPA
Cdu, via libera alla Grande Coalizione (Messaggero): il partito della Merkel approva a larga maggioranza l'accordo con la Spd e lancia la delfina della cancelliera, Annegret Kramp Karrenbauer alla guida della Cdu. Su Repubblica l'asse Merkel-Macron: "Decidiamo noi il futuro Ue". "Abbiamo dinanzi a noi sfide completamente nuove. C'è bisogno di un nuovo inizio per l'Europa" a partire dalla sicurezza esterna delle frontiere, la difesa comune, la politica estera, l'euro e la collaborazione. Temi su cui la sintonia con Macron è piena.
Corbyn attacca May: "Ora unione doganale tra Europa e Londra" (Messaggero, Sole). Per il leader dell'opposizione laburista la Gran Bretagna deve restare in una Unione doganale permanente con l'Ue anche dopo Brexit. Gli scambi senza tariffe devono continuare, ha detto Corbyn, dato che il 44% delle esportazioni britanniche va verso la Ue e il 50% delle importazioni arriva dalla Ue". La May risponde picche: il governo esclude di restare in qualsiasi tipo di unione doganale perché intende "riprendersi il controllo" sulla politica commerciale. Ma la strategia di Londra resta confusa e ostaggio di profonde divisioni.
Reporter slovacco assassinato con la fidanzata per le sue inchieste (Corriere, Fatto): Jan Kuciak, 27 anni, aveva indagato sui Panama Papers e scritto e indagato su imprenditori giudicati vicini al governo Fico. E' stato ucciso con un proiettile al petto insieme alla fidanzata Martina, freddata con un colpo in testa. Il primo ministro Fico parla di "attacco alla libertà di stampa" e promette un milione a chiunque darà informazioni sul caso. Stesso copione per la morte di Daphne Caruana Galizia, la giornalista maltese uccisa in ottobre. L'ultima inchiesta di Jan era sulla probabile presenza della mafia italiana nella Slovacchia orientale. Tajani: "L'Ue non può accettare che un giornalista venga ucciso per aver fatto il suo lavoro".

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