Commentario del 19.02.18

IN PRIMA PAGINA
Salvini, intervistato da QN, apre a Berlusconi: "Sì a Tajani o Draghi se prendi più voti di me". Ma Renzi corteggia Berlusconi: molla Salvini e vieni via con me (Libero, Stampa). Politica sempre in primo piano su tutti i quotidiani. Berlusconi al Mattino: "Migranti e tasse, cambio l'Italia". Altre promesse sul Giornale: "Più polizie e più pagate". Su Corriere e Messaggero i veleni e le dimissioni in Campania, dove il caso De Luca jr agita i democratici. Lui lascia e accusa: oscure trame contro di me (Mattino). Siani, anche lui dem, a Repubblica: "La politica non è farsi gli affari propri o sistemare familiari" (Repubblica). Su Libero il ritorno di Formigoni: "Volevano farmi passare da criminale invece mi hanno già assolto 15 volte". Il Fatto tra Grande Oriente e Vaticano: "Massoni nelle liste di PD e FI". E la Chiesa tifa per Gentiloni e un po' M5S (Fatto). Sul Foglio l'algoritmo Di Maio.
Tra politica e conti, i sogni elettorali fanno decollare il debito pubblico (Repubblica, Messaggero). I partiti hanno promesso mille miliardi (Stampa). Libero: dopo il voto conterà solo il ministro dell'Economia.
Dalla Ue. L'emergenza clochard spiazza l'Europa: "Piano entro il 2020" (Messaggero).
In Medio Oriente, venti di guerra tra Israele e Iran (Repubblica, Corriere). Netanyahu mostra il drone iraniano: pronti a colpire (Stampa). In Turchia sei giornalisti all'ergastolo: "In prigione senza sapere perché: una crudeltà che sa di Medioevo" (Repubblica). Usa, per la strage al liceo schiaffo di Trump all'Fbi: distratti dal Russiagate (Messaggero)
Calcio, la Juve vince il derby ma il Napoli resta primo (Repubblica). La Roma è terza, mai così in alto. Lazio: il Verona per la Champions (Messaggero). Sul Corriere il patrimonio del signor Milan va all'asta.

ITALIA-ECONOMIA
Tra politica e conti, i sogni elettorali fanno decollare il debito pubblico (Repubblica, Messaggero). La Stampa stima in 1.000 miliardi il conto delle promesse elettorali fatte dai leader, dall'abolizione della legge Fornero (che da sola costa 140 mld da qui al 2035) alla flat tax (64 mld) al reddito di cittadinanza (29 mld), fino alla pensione minima a 1.000 euro per tutti (24 mld). Cottarelli: "Programmi vaghi e pieni di omissioni. Forza Italia e Lega sono alleati ma distanti su tassazione e politiche di austerità. Per il piano del M5S servirebbe un pil cinese. Nel Pd tre documenti economici contrastanti". Anche Repubblica riprende le analisi dell'Osservatorio sui conti pubblici di Cottarelli: in tutti i programmi elettorali le riforme promesse mettono a rischio il bilancio dello Stato, anche se a parole tutti dicono di voler ridurre il rapporto debito/pil, oggi alla quota record del 131,6%. Intanto il debito pubblico continua a salire di 4.469 euro ogni secondo, come mostra il contatore installato all'Istituto Bruno Leoni nelle stazioni di Roma e Milano. A Berlino, c'è un orologio analogo che però va indietro: ogni secondo il debito tedesco diminuisce di 78 euro l'ora. E Bruxelles aspetta al varco il nuovo governo: l'Italia rischia una manovra bis da 4 mld di euro.
Dopo il voto conterà solo il ministro dell'Economia, scrive Bechis su Libero. Oggi tutti si azzuffano su chi farà il premier ma nessun partito dice chi sarà chiamato a tagliare le tasse, la spesa e soprattutto a trattare con la Ue. Scontata la riconferma di Padoan in caso di vittoria (improbabile) del centrosinistra. Ma negli altri schieramenti è buio totale. Salvini ha con se Siri, Bagnai e Borghi ma le loro idee contrastano con la linea europeista di Berlusconi. Resterebbe Brunetta ma il suo nome nessuno l'ha mai fatto. In Fdi c'è Crosetto che avrebbe i numeri, ma anche qui silenzio. Idem nel M5S eppure è a  Mef che si decide se le promesse elettorali possono davvero tradursi in una linea politica economica realizzabile.
Un po' più ricchi, molto più fragili. Sulla Stampa gli italiani dopo la lira: due famiglie a confronto, nel 1998 e oggi. I redditi e i risparmi sono scesi, il patrimonio è lievemente cresciuto: vent'anni fa il reddito medio degli italiani sfiorava i 35 mila euro, ora siamo nell'ordine dei 31 mila e 500 euro ma l'euro non c'entra nulla. Nel 2006, prima delle grandi recessioni del 2007 e del 2012, il reddito medio superava i 36 mila euro. Fra il 1977 e il 2006 il reddito reale è cresciuto in termini reali del 75%: a cancellare quel balzo sono state le due crisi. Stesso impatto sul patrimonio. Oggi l'Istat parla di 8 persone su 100 in condizioni di povertà assoluta, l'indice di Gini di Bankitalia dice che il livello di disuguaglianze negli ultimi 20 anni è rimasto stabile. Vecchi (Tor Vergata): "Lasciamo perdere gli indici, la situazione delle persone con un reddito sotto la media è preoccupante, il numero di persone in condizione di povertà assoluta è aumentato come non avveniva da decenni". Si stava meglio prima dell'euro? "Gli italiani stanno meglio di 20 anni fa, gli indicatori di salute sono in crescita. Il problema è che siamo più vulnerabili e con una più bassa capacità di reagire agli eventi negativi. E poi una fetta di italiani è rimasta fuori da questi miglioramenti: basta vedere certi ospedali del sud. Ma la rabbia sociale favorisce politiche contro la crescita".
Su Repubblica la storia di Federico Polidoro, "l'uomo che decide quanto ci costa la vita". Dirigente Istat, è sua l'ultima parola su quali prodotti ammettere e quali tagliare dal paniere che serve per il calcolo dell'inflazione, un elenco nato 90 anni fa quando c'era l'olio di ricino mentre oggi comprende mango e avocado. Polidoro: "Il paniere è ormai consolidato, entrano ed escono soprattutto prodotti di nicchia. Comunque cerchiamo sempre di evitare decisioni affrettate: aspettiamo che una tendenza si consolidi". Ora in bilico c'è il vecchio telefono cellulare non smart.

ITALIA-POLITICA
Salvini dice sì a Tajani o Draghi premier: "Ma il programma non si tocca". Intervistato da QN, il leader della Lega apre: "Se Forza Italia prende un voto più di noi sceglie il presidente del Consiglio. Purché accetti il programma firmato da tutti non ci sono veti". Anche se si trattasse di Tajani o di Draghi? "Se sceglie Forza Italia sceglie Forza Italia. Se condivide il programma non ci saranno problemi. Ma non è affatto detto che FI prenda quel voto in più". Ma su inciuci e larghi intese Salvini è netto: "La Lega non partecipa a nessun tipo di governo con altri". E se Berlusconi facesse un governo con Renzi: "Non ci credo. Mi fido di lui. Si è già bruciato abbastanza con Monti e con Letta, non credo ci voglia riprovare". Ma per Stampa e Libero Renzi sta riaprendo i canali con Berlusconi: è la reazione alla spinta di Prodi a Gentiloni.
Ieri la manifestazione di Fdi a Roma contro gli inciuci con Pd e M5S, con la Meloni che si fa fotografare tra le due poltrone lasciate vuote da Berlusconi e Salvini. "Da Meloni una sceneggiata inutile", la reazione dei berlusconiani che parlano di provocazioni (Stampa). Meloni: "Berlusconi dice che questa manifestazione è dannosa: certo, se vuoi fare l'inciucio. Noi Fdi saremo il granello di sabbia che romperà l'ingranaggio di un accordo in spregio al voto del 4 marzo. Io non tradisco".
Su tutti l'intervento di Berlusconi a "Che tempo che fa": promette "più polizie e più pagate" (Giornale) e sui fatti di Macerata dice: "Fascisti? Temo più gli antifascisti. A Macerata ha agito un singolo assolutamente fuori di testa. A Piacenza gli antifascisti hanno picchiato un carabiniere. Nazismo e fascismo sono arrivati dove sono arrivati grazie a Mussolini e a Hitler. Senza un Mussolini o un Hitler in giro non succede niente". Quanto alla premiership "Salvini potrà fare il premier se la Lega prende più voti di Forza Italia ma non accadrà" (Repubblica, Messaggero). Sul Mattino nuova intervista a Berlusconi: "Salvini non è bellicoso, ma è un alleato ragionevole. Evitiamo la strumentalizzazione politica dei fatti di Macerata". Poi ricorda i suoi rapporti con la Merkel, "sempre corretti e cordiali" e col Ppe: "Il centrodestra vincerà e Forza Italia avrà un ruolo trainante. La Lega è un partito responsabile e consapevole della realtà europea". E sul dopo voto: "Mattarella è uno scrupoloso garante della Costituzione. Nell'ipotesi che non vi fosse una maggioranza in Parlamento non potrebbe che ridare la parola agli elettori". Quanto al "suo" premier "sarà un uomo di straordinaria autorevolezza ed esperienza in Italia e all'estero". E rilancia il suo programma su flat tax, giustizia e migranti: "Non criminalizzo gli stranieri ma 600 mila sono una bomba sociale". Sul Messaggero l'endorsement del Ppe: "Non ho visto riferimenti all'uscita dall'euro nel programma comune del centrodestra – dice Josep Daul – Salvini ha molto moderato i termini e lo farà ancora di più in un governo di centrodestra guidato da Forza Italia. Mi auguro che vinca un centrodestra a trazione Fi, con Berlusconi come garante perché ha l'autorevolezza e l'esperienza necessarie".
Su Corriere e Messaggero i veleni sul voto in Campania, dove il caso De Luca jr agita i democratici. Lui lascia e accusa: "Non c'è assolutamente nulla di nulla, solo una provocazione vergognosa e oscure trame contro di me" (Mattino). Le dimissioni annunciate nel corso di una iniziativa politica del Pd, durante la quale la cronista di Fanpage è stata aggredita da alcuni militanti. Vincenzo De Luca carica a testa bassa: "Vi faremo ringoiare tutto". Ma poi Renzi spedisce Lotti a mediare col governatore e la famiglia cede sul passo indietro di Roberto (Corriere). La verità, scrive il Corriere, è che con De Luca il Pd non sa che fare: sono più i voti che porta o quelli che toglie? Renzi non ha mai sciolto il dubbio, si è accasciato al bivio e ha aspettato gli eventi. Siani, anche lui dem, a Repubblica: "La politica non è farsi gli affari propri o sistemare familiari. E io lo dimostrerò" (Repubblica).
Anche i 5Stelle in imbarazzo per il caso De Falco, dopo la segnalazione di violenze subite dalla moglie. Di Maio: "Lui nega, chiamerò anche la moglie" (Corriere). De Falco parla di alterco dettato dalla separazione in corso "ma mai violenza in famiglia, solo una strumentalizzazione mediatica volta alla denigrazione" (Repubblica). Sul Foglio "l'algoritmo Di Maio": Di Maio è la sommatoria allucinata dei nostri peggiori incubi politici e tic culturali, dell'Italia anticasta e moralista, del cumulo più formidabile di teorie antiscientifiche e complottiste degli ultimi anni. Come un algoritmo, è stato programmato per non farsi notare e arrivare al governo del Paese.
Sul Fatto le rivelazioni di Bisi, gran maestro del Grande Oriente: "Basta con la caccia agli affiliati: lo sanno i Cinque Stelle che senza di noi l'Italia sarebbe ancora nel Medioevo?". Poi conferma: "Ci sono almeno tre candidati fra Regionali e Politiche sia nel centrodestra che nel centrosinistra".
Sul Fatto anche gli orientamenti di Vaticano e Cei sul voto: tra il vuoto della formazione del prossimo governo e il blocco di centrodestra a trazione leghista, i vescovi pregano per un Gentiloni bis e per Minniti.

ESTERI
Israele minaccia "i tiranni di Teheran" (Repubblica e tutti): alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco Netahyahu mostra un pezzo del drone abbattuto sui cieli della Siria e rivolto al ministro degli Esteri iraniano Zarif dice: "Lo riconosci?". E' un drone colpito dopo aver violato lo spazio aereo israeliano e che aveva scatenato una rappresaglia in Siria finita con un F-16 israeliano abbattuto. "Numero da circo" la replica di Zarif. Ma il premier israeliano minaccia: "Siamo determinati ad agire contro l'Iran e non solo contro i suoi alleati". E il ministro saudita Al Jubeir gli fa sponda: "L'Iran rischia di pagare per il suo atteggiamento aggressivo".
Sullo sfondo la tenuta dell'accordo nucleare siglato da Obama e dalla Ue, e che ora Trump vuole far saltare. Fin qui sia la Ue che l'Italia hanno difeso quell'accordo, scrive Nigro su Repubblica. Ma l'escalation della tensione nel quadrante siriano sta cambiando le cose e ora la posizione di Trump comincia a far breccia anche a Roma e Bruxelles.
Choc alla Bce, il governatore lettone agli arresti per corruzione (Corriere): Ilmar Rimsevics, da 16 alla guida della banca centrale di Riga e membro del direttivo di Francoforte, è stato arrestato: il primo ministro si è affrettato a spiegare che "non ci sono possibili rischi per il sistema finanziario lettone"; il vice premier di Riga ne chiede le dimissioni immediate, il suo avvocato invece parla di "arresto illegale". La notizia arriva in un momento cruciale, proprio oggi che l'Eurogruppo dovrebbe trovare l'accordo sul nome del vicepresidente Bce.
Sempre sul Corriere la battaglia all'ultimo voto per la nomina del vice di Draghi, parte il giro di alleanze tra Paesi in vista del rinnovo delle poltrone 2019; nonostante il vantaggio di de Guindos, Lane non si ritira: dovrebbe ricevere anche l'appoggio dell'Italia.
Sul Messaggero la nuova emergenza che spiazza l'Europa: i clochard. La stima parla di 410 mila senza tetto e senza na casa, e di 4 milioni di persone esposte al rischio. L'unico Paese dove il fenomeno è diminuito è la Finlandia, dove strategie di contrasto sono in campo fin dal 1987. In Francia Macron ammette di non essere ancora riuscito ad affrontare il problema ma sui numeri è scontro con la sindaca di Parigi. In Italia l'Istat nel 2011 stimava 47.648 persone senza dimora e 50.724 nel 2014. La strategia Europa 2020 punta a togliere 20 milioni di persone dalla povertà.

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