Commentario del 25.02.18

IN PRIMA PAGINA
"Questo voto è una scelta di campo" dice Gentiloni a Repubblica: "Di qua la democrazia, di là populismo e sovranismo. In discussione i capisaldi europei". Sulla Stampa la tentazione di Di Maio: un governo a sinistra. Grasso: "Sostenere Di Maio? La vedo dura" (Corriere). Ieri sabato "fascio-comunista" (Libero).  Tensioni al corteo di Milano, a Roma sinistra unita per un giorno (Sole, Corriere). Salvini in piazza Duomo col rosario. E ora la Lega spaventa Berlusconi (Stampa). Renzi con l'Anpi, antifascista per cinque minuti (Fatto). Berlusconi contro i centri sociali (Giornale). Mercati in allerta voto ma azioni e spread per ora non superano i livelli di guardia (Sole).
Dall'estero. Sul Corriere la guerra segreta tra americani e russi sul fronte siriano. L'Onu intanto vota la tregua per Ghouta ma solo per 30 giorni (Avvenire). Su Repubblica reportage da Idlib: "Sotto le bome non c'è più vita". In Corea si chiudono in Giochi olimpici: riparte la tensione (Sole). Dalla Ue. Su Repubblica l'appello di Tony Blair: "Dubbi su Brexit, serve un altro referendum". Su Corriere e altri gli sviluppi del Russiagate. Manafort: pagò ex politici Ue per fare lobby a favore dell'Ucraina pro-Putin. Prodi nega ogni coinvolgimento.
Salute, sul Messaggero il richiamo dell'Oms all'Italia: "Troppi parti cesarei, la metà ingiustificati". Su Repubblica l'inchiesta per doping su Alex Schwazer: "Nel Dna la verità sulle provette manipolate". Su tutti l'addio a Folco Quilici: raccontò per primo segreti e meraviglie degli abissi marini (Messaggero). Sul Corriere la sua ultima battaglia: "Ora salviamo le balene".

ITALIA-ECONOMIA
Mercati in allerta voto (Sole in apertura). L'incertezza politica finora non ha avuto ripercussioni importanti sulla Borsa ma con l'avvicinarsi della scadenza elettorale gli investitori sono sempre più in allerta. Possibile una impennata della volatilità e una crescita dell'attenzione sull'Italia degli speculatori. La Borsa di Milano resta comunque ancora la migliore d'Europa con un rialzo da inizio d'anno del 2,7%.
Su Repubblica, Gentiloni difende il lavoro del governo su banche ed economia: "Mettendo in sicurezza le nostre banche di sistema, da Mps alle Venete, e spendendo un decimo di quanto speso dalla Germania, abbiamo evitato al Paese uno shock finanziario. Siamo riusciti a dare struttura alla ripresa economica: basta vedere i dati del manifatturiero. Solo la Germania è competitiva come noi. E poi abbiamo rasserenato il clima: lo dimostrano i rapporti con i sindacati, i contratti del pubblico impiego". Ma questo non sembra tradursi in consensi per il governo: "La traduzione di numeri positivi in migliori condizioni per famiglie e lavoro è un processo lento. Ancora non siamo tornati al pil pro capite del 2006. Poi, certo, ci sono anche motivazioni politiche come la sconfitta del referendum".
Sul Corriere parla Tommaso Nannicini, già consigliere economico di Renzi, che sulla necessità di una manovra correttiva dice: "L'equilibrio dei conti dipende anche dall'avere un governo credibile dopo il voto. Da noi nessuna promessa irrealizzabile, né abbiamo mai detto che nel mercato del lavoro tutto va bene". E sul piano fiscale "vogliamo una riduzione dell'Irpef per le famiglie con figli, per favorire natalità e occupazione femminile. La flat tax costa 60 mld l'anno a vantaggio dei più ricchi".
Per Repubblica la flat tax di Berlusconi "regala 21 mld ai ricchi". Per Petrini il sistema è iniquo e costoso: i veri benefici sono solo per chi dichiara più di 75 mila euro l'anno. Alberto Bombassei, Mister Brembo, a Repubblica: "La flat tax è solo una propaganda elettorale. E al di la di questo trovo che sia una soluzione iniqua ed inefficace". Pagare le tasse "è moralmente giusto se si guadagna", "e aggiungo che non condivido il principio in base al quale un aliquota unica più bassa per tutti sia la soluzione per combattere l'evasione fiscale. Chi non è serio e ha questo vizietto lo farà a prescindere dall'entità dell'aliquota che paga". Per combattere l'evasione fiscale "meglio una semplificazione delle aliquote della gestione di tutta la materia fiscale. Inoltre serve certezza dei tempi e degli accertamenti fiscali, in modo che sia chiaro e facile capire chi sbaglia e in che proporzioni".
"La Torino-Lione superata e dannosa: ripensiamoci": sul Fatti l'appello di scrittori, giornalisti, scrittori e studiosi che tornano a contestare l'opera e alla luce del documento dell'Osservatorio per il Tav chiedono l'apertura di un tavolo di confronto su opportunità, praticabilità e costi dell'opera e su eventuali alternative. A corredo il documento dell'Osservatorio istituito presso la Presidenza del Consiglio, che parla di previsione fatte quasi 10 anni fa ormai smentite dai fatti, e di numeri che non giustificano l'opera. "La domanda che i decisori devono farsi è: ha senso continuare come previsto allora o è meglio rimettere tutto com'era prima?".

ITALIA-POLITICA
"Voto utile contro il populismo o si torna al passato": su Repubblica intervista a tutto campo al premier Gentiloni. Nel suo ufficio nessuna aria di smobilitazione: "Il mio impegno era concludere ordinatamente la legislatura, il resto è nelle mani degli elettori e del capo dello Stato". "In Europa c'è la percezione che il voto di domenica sia molto importante. Le forze che hanno avuto la meglio su populisti e sovranisti ci guardano con preoccupazione, con la speranza che anche l'Italia eviti quel rischio. La posta in gioco è altissima". Gentiloni parla di due palcoscenici: "Sul primo vanno in scena promesse mirabolanti, sul secondo, un po' oscurato, la sfida sul futuro. C'è il rischio i mandare all'aria tutti gli sforzi e i sacrifici di questi anni". Stessa dicotomia sul piano politico, tra "valori democratici, liberali, di una società aperta al dialogo con popoli diversi e antieuropeismo e sovranismo. E riaffiorano vecchi fantasmi del passato". Gentiloni dice di non essere spaventato dalla coppia Berlusconi-Salvini: "Mi preoccupano le posizioni populiste nel centrodestra e nei Cinque Stelle che mettono in discussione capisaldi democratici ed europei costruiti in 60 anni. C'è una saldatura tra destra moderata e estremista. Berlusconi dice che sarà lui il garante, ma i rapporti di forza con la Lega non sono paragonabili a quelli del passato". Quanto ai dem, "noi chiediamo il voto per il centrosinistra a guida Pd, non per questa o quella intesa. Anche la Merkel non ha mica fatto la campagna elettorale sventolando la bandiera della Grande Coalizione".
Prove da premier anche per Salvini che via in piazza Duomo col rosario e giura su Vangelo e Costituzione (QN). Maroni diserta: "Questa non è più la mia Lega" (Repubblica). La metamorfosi di Salvini è evidente: in cravatta, "buono e sereno", cita Pasolini e Pertini, e soprattutto il Vangelo: "Con me gli ultimi saranno i primi. Prima gli italiani". Berlusconi rischia un finale senza botti e teme di restare in ostaggio della Lega (Stampa): anche il dire e non dire il suo candidato premier lo sta mettendo in difficoltà con gli alleati e con l'elettorato. Meloni al Corriere: "Vorrei che tutti i nomi fossero sul piatto prima del voto. Per la Lega è Salvini, per Fdi io. Non si è capito il nome di Forza Italia. Se dopo il voto arriva un nome nuovo non assicuro i nostri voti". Meloni stronca senza appello l'ipotesi Bonino come pure quella di un Gentiloni-bis: "Col Pd che finirà terzo sarebbe un colpo di Stato". E per il governo "o ci siamo noi con un governo di patrioti o sarà il caos".
Sulla Stampa la tentazione di Di Maio: "Contratto di governo alla tedesca". Nello staff si ragiona di ripetere l'esperienza di Cdu e Spd, guardando a Pd, LeU e Bonino. In pubblico il leader Cinque Stelle comincia a parlare di contratto: l'idea è di farne uno con gli alleati proprio sul modello tedesco. Una condizione: col M5S primo partito il premier dovrà essere Di Maio. "Sostenere Di Maio? La vedo difficile, noi ai nostri principi e valori non rinunciamo, loro su Europa, immigrazione, diritti civili cambiano sempre idea e su troppi temi guardano a destra" dice al Corriere Pietro Grasso. Da Grasso apertura a Zingaretti come uomo del dialogo, meno a Gentiloni. E sulla sua "debolezza" di leader di LeU: "Berlusconi, Salvini, Renzi e Di Maio vanno in tv a promettere cose mirabolanti. Poi emergono corruzione, affarismo, familismo. Io non sarò mai così. Con me serietà e concretezza". Sull'apertura al M5S discutono anche i dem: Emiliano favorevole – "Vorrei evitare un'aggregazione con Berlusconi" - ma Orlando dice no: "Si può valutare un Gentiloni bis con un appoggio esterno di FI". (Stampa).
Su tutti i nuovi guai del M5S: cacciato un altro candidato, il pugliese Antonio Tasso. In passato era stato condannato per cd taroccati (Stampa).

ESTERI
Siria in primo piano su tutti. Sul Corriere il reportage di Cremonesi sulla "guerra ombra" tra americani e russi combattuta in Siria. 100 i morti di siriani filo-Assas e miliziani russi per le bombe e i missili sganciati dagli americani tra il 7 e l'8 febbraio. Un piano preparato da tempo, rivela un ufficiale di Kobane, "lo scontro militare più grave tra Usa e Russia dalla fine della guerra Guerra fredda". Al centro dell'alleanza tra siriani e russi gli interessi su petrolio e infrastrutture energetiche. Intanto l'Onu vota una risoluzione che fissa 30 giorni di tregua a Ghouta. Ora i convogli umanitari potranno soccorrere i feriti e assistere la popolazione. Ma non sarà un cessate il fuoco totale: i russi hanno ottenuto un'eccezione per continuare le operazioni mirate contro al Qaeda. Per la Stampa Erdogan vuole il Nord della Siria: "La battaglia di Afrin è solo l'inizio".
Su tutti i giornali gli sviluppi del Russiagate, che ora investe anche ex politici Ue. Dall'ex manager di Trump Paul Manafort 2 milioni per finanziare un gruppo segreto di eminenti politici europei perché facessero azione di lobby a favore del governo ucraino legato a Mosca. Secondo il Guardian e il sito Politico della rete faceva parte anche Romano Prodi, che però smentisce. Indaga il procuratore americano Mueller. Quello che è certo è che Mosca si è mossa a vari livelli per condizionare le scelte dei Paesi occidentali. Sulla Stampa Putin e l'Italia: "Ottimi rapporti personali con Berlusconi e con Prodi", disse a gennaio, enfatizzando anche i buoni rapporti con i servizi segreti nel campo della sicurezza digitale.
"Un errore tagliare il bilancio Ue, può penalizzare anche l'Italia": sulla Stampa parla la commissaria Ue Cretu. "Tagliare il bilancio europeo è come tagliare ospedali, scuole e ponti. Oggi il budget è l'1% del pil, io vorrei che salisse all'1,1%". L'Italia sotto tiro per l'incapacità di spendere i fondi sociali e dello sviluppo regionale (3,6 mld ancora da impiegare del bilancio 2014-2020). "Non è un segreto che la politica regionale è sotto attacco e continuerà ad esserlo. Il mio primo viaggio da commissaria è stato proprio nel Mezzogiorno. So dove sarebbe senza l'aiuto dei fondi europei: abbiamo creato opportunità e lavoro, Ma non è andata come volevamo. Colpa di un'inadeguata capacità amministrativa".
"Dubbi su Brexit, serve un altro referendum": su Repubblica nuovo intervento dell'ex premier inglese Tony Blair. Ci sono due visioni diverse di Brexit all'interno del governo e almeno quattro all'interno del Parlamento. Il dilemma centrale per Londra è questo: se vuole rimanere vicina all'Europa, e quindi continuare a seguire le sue regole, oppure liberarsi di queste regole, ma con barriere al mercato europeo da cui dipendiamo. Il governo dovrà scegliere una di queste versioni, ma l'unico modo per sapere se è anche il tipo di Brexit immaginato dai britannici è lasciare loro l'ultima parola con un nuovo referendum. Dobbiamo sapere che cosa comporta realmente Brexit, discuterne in Parlamento e se non si raggiunge un accordo rimettere la decisione nelle mani dei cittadini.

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