Commentario del 17.02.18

IN PRIMA PAGINA
Gentiloni dalla Merkel in Germania rassicura sull'Italia: "Avremo un governo stabile, la strada si troverà" (Corriere, Sole, Messaggero). Per il Corriere in realtà nessuno vuole il voto bis. E con la destra che fa il pieno dei collegi (Repubblica) un governo si può fare (Giornale). La Stampa lancia l'allarme sugli attacchi filorussi sul web: sospetti su account a favore di 5Stelle e Lega. Il Fatto sui pasticci delle regole elettorali: il voto disgiunto, non ammesso, può far annullare il 4% delle schede. Il Fatto torna sull'inchiesta campana su tangenti e rifiuti: "Il 15% dell'appalto a te e a De Luca jr". Ma Renzi difende Vincenzo&famiglia. Il Fatto torna anche sul caso dei rimborsi del M5S: i furbastri rialzano la testa e lanciano messaggi a Di Maio. 
Tra economia e politica il piano di Confindustria per l'Italia (Sole). Gli industriali ai partiti: "Piano da 250 miliardi per 12 punti di pil" (QN). Dagli industriali anche un alt al debito (Avvenire): il debito pubblico italiano cresce di 4.469 euro al secondo (Italia Oggi)
Dalla Ue: Parigi e Berlino accelerano: difesa comune contro Mosca (Stampa). Sul Corriere l'allarme per i troppi missili nucleari in Europa. In Turchia ergastolo per 6 giornalisti. L'Onu: inaccettabile (Corriere). Negli Usa, sviluppi del Russiagate: incriminati 13 russi, "aiutarono Trump" (Corriere e altri). Usa verso dazi "pesanti" su import di alluminio e acciaio (Sole).
Su tutti la tavola d'oro di Michela (Corriere). Maioli strepitosa: snowboard d'oro ai Giochi coreani (Stampa).

ITALIA-ECONOMIA
Da Confindustria il piano per l'Italia (Sole). Gli industriali ai partiti: "Piano da 250 miliardi per 12 punti di pil" (QN). Da Verona Confindustria lancia un piano da 250 miliardi in cinque anni, 38 miliardi del settore privato, 92 da fondi Ue e 120 dal bilancio pubblico, in grado di produrre 1,8 milioni di nuovi occupati, una riduzione di 21 punti del debito in rapporto al pil e una crescita cumulata vicina al 12%. Boccia: "La vera mission è il lavoro" (Sole ) "chiediamo al Paese di essere competitivi anche fuori dalle fabbriche" e alla politica di "non smontare le cose buone fatte", dal Jobs Act a Industria 4.0, al piano Made in Italy, alle pensioni. Il piano lanciato a Verona davanti a 7 mila imprenditori diventa la piattaforma per "aprire un dibattito culturale", che contrasti la cultura antindustriale – "le fabbriche sono un patrimonio del Paese" – e guidi il dialogo sui fondamentali dell'economia. Sul Sole il focus sui 6 punti chiave del piano: burocrazia, investimenti, impresa, scuola e lavoro, fisco ed Europa, con la proposta di eurobond per rilanciare le infrastrutture. Da Confindustria anche un alt al debito (Avvenire): debito che cresce al ritmo di 4.469 euro al secondo, scrive Italia Oggi. Un piano, quello di Confindustria, tra economia e politica, all'insegna della continuità: "Non smontare le riforme, al Paese serve pragmatismo" (Stampa). Repubblica e Giornale parlano di una Confindustria che sostanzialmente non si schiera, Libero di Confindustria schierata a fianco del governo uscente, per la sua difesa di Jobs Act, Industria 4.0 e riforma Fornero e per il silenzio di Boccia sulla flat tax. Il Fatto sottolinea piuttosto il silenzio della politica: all'appello di Confindustria ai partiti ieri non ha risposto praticamente nessuno, a riprova del declino dell'organizzazione. 
Nuove diffide, stavolta dell'AgCom, agli operatori sulle bollette a 28 giorni (Sole e Messaggero e tutti): il Garante per le Comunicazioni ha verificato la "persistenza sul mercato di offerte e servizi di telefonia fissa o convergenti con cadenza di fatturazione a 28 giorni", e ha avviato nuovi processi sanzionatori ai danni degli operatori; AgCom ha anche deciso di diffidare Tim, Wind, Vodafone, Fastweb e Sky per non aver rispettato le prescrizioni in materia di chiarezza delle informative.

ITALIA-POLITICA
"L'Italia avrà un governo stabile. Larghe intese? Tema del dopo voto": così Gentiloni in vista alla Merkel. Per Gentiloni, nonostante i sondaggi premino il centrodestra, sarà la coalizione di centrosinistra "il pilastro di un governo stabile, non caratterizzato da posizioni antieuropee". L'ultima parola spetta agli elettori il 4 marzo, e poi a Mattarella, per trovare la strada "per un governo stabile". Ma se l'Italia avesse bisogno "farò il mio dovere come sempre". Per il Corriere il rischio pareggio dalle urne è concreto, ma in realtà il ritorno al voto in tempi brevi non conviene a nessuno perciò tutti cercheranno di dare la scalata a Palazzo Chigi e l'idea paventata da Minniti di governo di unità nazionale è il preannuncio di un terremoto che colpirebbe ogni partito. Anche la Stampa rilancia sulle larghe intese: le dichiarazioni di Gentiloni a Berlino e le proiezioni dei sondaggi rafforzano l'ipotesi di un accordo post voto tra Pd e Fi. A spingere nella direzione di un governo europeista Gianni Letta e il "partito Mediaset" di Confalonieri, ma anche esponenti di punta di FI come Tajani, Romani e Frattini. Su queste posizioni anche la Bonino e la parte della Lega che fa riferimento a Maroni.
Berlusconi, intervistato dal Tg5, promette: con la flat tax e le misure sul lavoro faremo crescere il pil del 3% (Corriere). Il punto di forza è la flat tax. Il Giornale: la sinistra spaventata fa solo disinformazione, falso che le promesse del centrodestra costino 310 mld come ha scritto ieri Perotti su Repubblica. Il Giornale dà quasi per sicuro anche un governo del centrodestra: a dispetto di quello che sostiene Pagnoncelli sul Corriere – che ieri parlava di sola ipotesi larghissime intese – dalle ultime proiezioni si può ragionevolmente credere che la maggioranza assoluta sia alla portata della coalizione. Ma c'è quel 34% di incerti che può pesare nei rapporti di forza finali. Repubblica dà già per certa la maggioranza del centrodestra al Senato, appena sfiorata alla Camera, col Rosatellum che alla fine sembra favorire Berlusconi. Anche i grillini negli ultimi sondaggi guadagnano voti e seggi mentre il Pd ne perde oltre 10 e questo rende ancora più difficili le larghe intese. Pd, Fi, Noi con l'Italia non arriverebbero alla soglia minima necessaria.
Salvini fa saltare il faccia a faccia con Renzi: "Preferisco la piazza". Renzi: "Noi non scappiamo" (Corriere). Era l'unica sfida prevista in tv: per Repubblica è l'addio ai duelli di un tempo, ora i leader parlano soli.
Ancora alta tensione nel M5S sui rimborsi mancati. Ora gli esclusi rialzano la testa, scrive il Fatto. La promessa di ritirarsi se eletti vacilla e nel mirino ci finisce Di Maio. Repubblica accende l'attenzione sulle spese pazze di alcuni parlamentari anche in agosto, quando il Parlamento è chiuso: 7.000 euro la spesa in alberghi di una deputata di Civitavecchia, 2.500 euro le spese di trasporti di un parlamentare nonostante viaggino gratis, 2373 gli euro spesi per eventi e convegni dal senatore Crimi.
La Stampa torna a lanciare l'allarme su attacchi web filorussi per influenzare le elezioni italiane attraverso account pro M5S e pro Lega, molto attivi su temi come l'immigrazione e la sicurezza. Cinque account,dormienti fino al 2015, hanno pubblicato 160 mila tweet. Sui profili messaggi a favore di Mosca, Lega e M5S. Hastag italiani anche nei dati Usa analizzati con Nbc News: sono tweet legati al referendum de 2016 e poi dei mesi successivi, tutti tesi a fomentare sentimi anti migranti.
 
EUROPA
Strappo di Parigi e Berlino per una difesa europea comune (Stampa). Alla conferenza sulla sicurezza di Monaco le ministre della Difesa francese e tedesca, Parly e Von Der Leyen, benedicono la "Pesco" il piano di difesa integrata Ue lanciato a fine 2017. "Siamo per l'alleanza transatlantica ma siamo europei". E Londra darà una mano agli europei. Alfano: "Al piano europeo non hanno lavorato solo Francia e Germania ma anche Italia e Spagna. Noi vediamo tutto in funzione complementare e non sostitutiva rispetto alla Nato". Per Repubblica il piano irrita gli americani: "Così la Nato che fine fa?".
La Stampa, in vista dell'avvio della trattativa a Bruxelles sul prossimo bilancio europeo post 2020, riaccende l'attenzione sulla Tav con un'intervista alla commissaria Ue ai Trasporti Violeta Bulc: "La Torino-Lione è un progetto difficile da realizzare senza la Ue e ha un'importanza decisiva per l'intero mercato unico europeo perché è parte del corridoio mediterraneo. Ho fiducia che Francia e Italia proseguano i lavori e portino a termine il progetto". C'è il rischio di perdere gli 813milioni di euro già stanziati: "Francia e Italia hanno assicurato che gli impegni presi saranno mantenuti ma non smetteremo di vigilare e monitorare la situazione da vicino". Fondi per la Tav anche nel prossimo bilancio: "Per completare i nove corridoi servono 500 mld entro il 2030".

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