Commentario del 18.02.2018

IN PRIMA PAGINA
Politica in primo piano. Verso il voto, la sfida del premier (Corriere). Su Gentiloni l'investitura di Prodi. Sfida sui collegi tra Berlusconi e Salvini (Messaggero e Repubblica). Di Maio alla Stampa: "Io premier o niente governo". Il Mattino intervista Matteo Renzi, che annuncia: "Sì a misure speciali per il Sud".  Intanto, arriva l'allarme della task force italiana sul voto: "Attacco hacker a 24 ore dalle urne" (Stampa). Finti rimborsi M5S, altri nomi: "Usavo photoshop" (Messaggero). E Giornale spinge sulla sentenza contro Grillo. "E' un evasore: adesso di può dire". Ancora spazio al caso De Luca jr: spunta un video con l'ex camorista infiltrato di Fanpage (Repubblica).
Sole torna sull'Assise di Confindustria: Il piano per l'Italia che cambia, l'agenda politica. Gli interventi dei leader politici. Gentiloni: "Guai a tornare indietro, guai a restare fermi". Interventi sul Sole anche degli altri leader: per Berlusconi "con la nostra riforma fiscale cuneo azzerato per i giovani", Renzi punta su "una strategia concreta e seria da condividere", Calenda chiede di "accelerare i tempi per le opere pubbliche", Di Maio dice "sì agli eurobond, bene lo Stato innovatore", mentre Salvini parla di lavoro: "Jobs Act, non tutto va cancellato".
Libero torna sul tema lavoro: le aziende non trovano 300mila addetti. Ancora spazio al caso bollette: sconti simbolici, ecco la beffa dei rimborsi per i pagamenti a 28 giorni (Repubblica).
Europa: "Più rapidi sulla difesa Ue". Juncker chiede l'addio all'unanimità (Corriere).
Ema: la Farnesina alle ambasciate sul caso Ema: servono alleanze (Sole).
Patto occulto Roche-Novartis: pressioni e falsi per far pagare 1000 euro un farmaco da 80 (Fatto).

ITALIA-ECONOMIA
Programmi elettorali. L'Assise di Confindustria a Verona ha presentato un piano per l'Italia rivolto alla politica. Semplificazione ed efficienza, investimenti come assicurazione sul futuro, sviluppo di tematiche legate e istruzione e inclusione, una rivoluzione fiscale che aiuti crescita e investimenti, e centralità delle tematiche europee: questi alcuni dei punti che gli imprenditori chiedono alla politica di portare avanti (Sole in prima e p.2-4). Sul Sole anche il punto di vista dei leader politici. L'intervento di Renzi: "Gli obiettivi di Confindustria di portare il Pil verso il 2%, incrementare l'occupazione e tagliare il debito, sono anche quelli del Pd per l'Italia". Il segretario dem parla al Mattino (in prima e p.2-3): "Serve una politica espansiva, senza cedere alla cultura dell'austerity". Sulla stessa linea di Renzi anche Gentiloni, che al Sole (in prima e p.3) scrive: "Guai a tornare indietro o a restare fermi. Non possiamo permetterci di rinunciare alla serietà sui conti o di metterci ai margini dell'Ue. Serve una seconda stagione di riforme: vanno completate le riforme del lavoro e del mercato dei capitali. Poi, bisogna rendere strutturale la ripresa a ridurre il debito". Sulla leva fiscale torna invece a puntare Berlusconi, intervistato dal Sole (in prima e p.3): "Con il nostro Fisco, cuneo azzerato per i giovani assunti. Legge Fornero e Jobs Act sono sbagliati e li cambieremo, ma non per tornare indietro. Lo scopo è riportare la crescita annua al 3%". E anche Salvini sulla riforma del lavoro conferma: "Non tutto il Jobs Act va cancellato". Il leader del M5S, Di Maio, nell'intervento sul Sole (p.3) punta sull' "abbattimento della dicotomia Stato/mercato per accogliere la richiesta di Confindustria di una sfera pubblica che sia promotrice di iniziativa economica. Rilancio degli investimenti, abbattimento della spesa improduttiva, decisa riduzione del debito/Pil sono temi chiave. E in chiave Ue, il nostro governo chiederà di rivedere Fiscal compact e di scorporare la spesa virtuosa in conto capitale dai parametri che riguardano debito e disavanzo". Spinge, invece, su un "grande piano di investimenti" il ministro Calenda, che al Sole (p.2) dice: "Serve un piano per valorizzare le infrastrutture materiali e fisiche, ma anche quelle tecnologiche e immateriali". Sul Sole parla anche la leader Cisl, Annamaria Furlan: "Bene che Confindustria abbia messo al centro della sua agenda i temi del lavoro e della crescita. Le parti sociali dimostrano, a differenza dei partiti, di voler portare il dibattito su temi cari ai cittadini".
Ai programmi dei partiti dedica un focus Repubblica (p.4): le promesse costano tutte troppo. Tutti i partiti prevedono forti esborsi, ma le risorse maggiori sarebbero assorbite dalla misure proposte dal centrodestra. Anche il QN (in prima e p.4-5) passa ai raggi X i programmi, che però farebbero salire alle stelle i conti. Intanto, botta e risposta tra gli economisti che hanno scritto il programma di Leu e Perotti: "crescita possibile con investimenti, spesa pubblica e riduzione delle imposte" dicono gli estensori del programma di Leu. Ma per Perotti "è un elenco smisurato di proposte senza cifre".

ITALIA-POLITICA
Voto, la sfida sul premier. Prodi lancia Gentiloni verso la prosecuzione a Palazzo Chigi (Corriere e altri). Il professore parla al Corriere (p.2) "Gentiloni è la persona giusta per un governo che riformi il Rosatellum. Io sostengo la lista Insieme, Bersani e D'Alema sono miei amici, ma hanno sbagliato: in questo momento bisogna stare uniti".  Matteo Renzi, intervistato dal Mattino (in prima e p.2-3): "Nessuna alleanza con gli estremisti dopo il voto. Noi siamo gli unici ad arginare la deriva populista". Poi sulla legge elettorale, dice: "E' stata l'unica possibile. Rischio impasse? Non ci sarebbe stato se la riforma costituzionale fosse passata". A Repubblica (p.3) parla Frasnceschini: "Il Rosatellum è un suicidio per il Pd. I sondaggi dicono che c'è il concreto rischio che la destra arrivi alla maggioranza, anche perchè nei collegi basta un solo voto in più per vincere, e Leu può fare molti danni al Pd". In caso di stallo dopo il voto, il ministro avverte: "Tornare alle urne con questa legge produrrebbe più o meno lo stesso risultato".
Battaglia sulla premiership anche nel centrodestra: Berlusconi evoca Tajani a capo del governo, ma Salvini rilancia: "Tocca a me". Berlusconi però lo frena: "Vedo Salvini al Viminale" (Corriere p.3). La Lega fa il pieno di collegi, ma in Forza Italia sono convinti di vincere: finirà 214 a 160 per noi (Messaggero p.3). Nel frattempo, FdI teme che gli alleati possano guardare alle larghe intese dopo il voto. Oggi manifestazione anti-inciucio a Roma. La Meloni alla Stampa (p.6): "Berlusconi ha in testa un piano B e diserta il nostro patto. Ma – avverte gli alleati – mai un governo con M5S o Pd".
Punta alla premiership Luigi Di Maio, che a colloquio con la Stampa (in prima e p.5) dice: "Io premier o niente governo: non vedo un altro incastro possibile. Vogliamo creare le condizioni affinché Mattarella possa constatare l'esistenza di una maggioranza intorno a un programma di lavori". Intanto, altri nomi nella black list per i rimborsi falsi: salgono a 14 i "morosi" (su tutti). Fico a Repubblica (p.10): "Qualcuno ha voluto colpirci a liste già chiuse. Comunque, noi invece si insabbiare, abbiamo reso pubblici i nomi". Sulle prospettive di governo, Fico dice: "Nessun accordo con Salvini e Meloni. No a governi di scopo o del presidente. Noi lavoriamo per governare da soli, ma anche per evitare le larghe intese". All'attacco del M5S l'ex Artini, che al Messaggero (p.4) dice: "Il sistema di rendicontazione è un presa per i fondell".
Sulla Stampa (in prima e p.2-3) il nuovo allarme sulle possibili ingerenze russe sul voto italiano: la task force italiana prevede un "attacco" hacker nelle ultime 24 ore della campagna elettorale. Dopo l'inchiesta pubblicata ieri dalla Stampa sulle ingerenze, tre account filorussi che sarebbero dietro i cyber attacchi in Italia sono stati chiusi. Il ministro degli Esteri russo, Lavrov, sminuisce: "Solo chiacchiericcio".

EUROPA
Parigi e Berlino accelerano sulla difesa Ue: "Una forza rapida e strategie per l'Unione" (Corriere in prima e p.14). A Monaco, Francia e Germania premono per un piano operativo dal 2020. E Juncker rilancia: "Basta con le decisioni all'unanimità, dobbiamo rendere il nostro sistema decisionale più rapido". L'ex diplomatico tedesco Ischinger, che da dieci anni guida l'appuntamento bavarese, al Corriere (p.14) dice: "Qualcosa si sta muovendo: con l'azione della Pesco c'è un embrione di azione per migliorare la nostra capacità di difesa. Juncker ha ragione: la strada del futuro può essere percorsa solo con decisioni a maggioranza. Il principale problema dell'Ue? Non siamo più orgogliosi di quello che abbiamo realizzato, ci si concentra soltanto sui fallimenti". E da Monaco arrivano nuove accuse ai russi di ingerenze nelle elezioni Usa (Repubblica in prima e p.14). Il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, McMaster: "Prove incontrovertibili". E l'ex premier danese, Rasmussen a Repubblica, conferma: "Ora Mosca è tornata un avversario. L'Ue vari una Difesa comune". Intanto, crescono i timori per le manovre russe nel Donbass, e prende quota l'idea di schierare i caschi blu (Stampa p.8).

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