Commentario del 20.02.18

IN PRIMA PAGINA
Gentiloni toglie il canone Rai a 350 mila over 75 (Corriere, Sole). Renzi frena l'ira di De Luca dopo le dimissioni del figlio: il Pd teme la slavina al Sud (Repubblica). Berlusconi contro Di Maio: "Se vincono i grillini c'è la patrimoniale" (Giornale). Bonino con Gentiloni: "Via alle larghe intese, senza Lega e M5S" (Stampa). Politica sempre in primo piano, ma a pochi giorni dal voto solo un elettore su tre sa chi è il suo candidato (Messaggero). Sulla Stampa il piano contro il rischio brogli sul voto estero. Su Corriere e Fatto le manovre del dopo voto per assicurarsi una maggioranza con "delusi" e "responsabili".
In primo piano anche l'emergenza lavoro, con l'Embraco che avvia i licenziamenti. Saltano 497 operai, l'ira di Calenda: "Gentaglia" (Stampa e tutti). Per le aziende in fuga Ue sotto accusa (Messaggero).
Italia meno uguale per cure e salute (Avvenire). Al Sud si vive meno: tra Firenze e Napoli tre anni di differenza (Messaggero). Studiare fa bene: i laureati vivono di più (Giornale)
Dalla Ue. Lo spagnolo De Guindos numero due della Bce (Sole). Per l'Italia non è la migliore delle soluzioni possibili (Stampa). Negli Usa la marcia della "generazione basta armi" sulla Casa Bianca (Repubblica). Trump: "Più controlli sulle armi". Ma poi fa i super sconti sui fucili (Fatto).
Il Qatar sfida Alitalia con il progetto Air Italy (Sole). Pronte 2000 assunzioni e nuove rotte per l'ex Meridiana (Stampa).  

ITALIA-ECONOMIA
Il gruppo Whirlpool fa rotta sulla Slovacchia, Embraco non ritira i 500 licenziamenti, salta il tavolo col governo. Calenda: "Gentaglia" (Stampa e tutti). Il ministro aveva proposto di non licenziare i lavoratori ma utilizzare la cassa integrazione il tempo necessario per reindustrializzare lo stabilimento piemontese di Chieri ma la multinazionale ha risposto picche: temeva le conseguenze in Borsa sul titolo. Licenziano qui per assumere in Slovacchia: crescono i casi di dumping fiscale nella ue (Messaggero). Calenda: "Non possiamo avere Paesi con una fiscalità enormemente differente che prendono aziende da altri Paesi. E' dumping interno al mercato europeo". Sul Corriere intervista al ministro: "Non possiamo obbligare le imprese a rimanere in Italia. Si possono obbligare a restituire i finanziamenti pubblici se deindustrializzano. E su questo la Finanza sta facendo accertamenti. Noi abbiamo l'obiettivo di tenere le multinazionali in Italia ma la situazione sleale dell'Est è intollerabile. C'è un tema di alcune vertenze, se sono state violate le normative sugli aiuti di Stato; e nel caso queste normative non fossero state violate, c'è il dupming sociale e ambientale". Oggi l'incontro con la commissaria Ue alla Concorrenza Vestager. Calenda punta ad attivare la clausola dei Trattati che consente a uno Stato membro di bypassare le norme sugli aiuti replicando un pacchetto di agevolazioni offerto ad un impresa presente sul suo territorio da parte di un altro Stato. "In questo modo potremmo combattere ad armi pari". Se rimanesse ministro? "Lavorerei a un globalization adjustment fund, un fondo di deindustrializzazione che prevenga le delocalizzazioni. Siamo in continua transizione, abbiamo bisogno di strumenti più forti".
Su Corriere e tutti la mossa di Gentiloni sul canone Rai: la fascia di reddito per gli over 75 esentati dal pagamento sale e salgono anche gli esentati, dagli attuali 115 mila a 350 mila. La Rai apprezza -  "E' inclusione sociale" – la politica no. Calderoli: "Vi promettiamo tutto, anche la luna".
Su tutti i giornali il focus sulle disuguaglianze di salute dell'Osservatorio Nazionale della Salute promosso da Walter Ricciardi. Quello che emerge è che al Sud Italia si vive meno a lungo che al Nord: Caserta e Napoli le città peggiori, Firenze, Rimini Monza e Brianza le città dove si vive più a lungo. Alle diseguaglianze di salute si affiancano quelle di accesso alla assistenza sanitaria pubblica. Solipaca (Osservatorio) al Messaggero: "Stili di vita diversi e stipendi più bassi, per questo i meridionali sono a rischio". "Una laurea è l'elisir di lunga vita" (QN).

ITALIA-POLITICA
Ipotesi Gentiloni-bis. "Sono pronto a compiere il mio dovere" dice il premier (Repubblica p.8). Dopo l'endorsement di Prodi, D'Alema e Bersani attaccano: "Prodi vota Insieme per non votare Renzi, ma se la lista non prende il 3%, il voto va al Pd". La replica di Renzi: "Chi vota D'Alema, vota Salvini" (Corriere p.5). Santagata, padre della lista Insieme, a Repubblica (p.8): "D'Alema non si preoccupi, arriveremo al 3%. E comunque preferiamo sommare i nostri voti al centrosinistra, non alla destra". Bonino alla Stampa (p.4): "L'Italia ha bisogno di essere rassicurata, Gentiloni potrebbe restare. In un governo di larghe intese non ci vedo Lega, FdI e M5S". A favore di un Gentiloni-bis anche Beatrice Lorenzin, che al Corriere (p.10) dice: "Il centrosinistra ha dimostrato di essere la coalizione che si è contrapposta al fronte dell'irrazionalità composto da M5S e Lega. Un governo di larghe intese con Fi? Non sarebbe uno scandalo". Libero prospetta un'ipotesi in cui gli anti-renziani del Pd, insieme a Leu, potrebbero sostenere un governo Di Maio, sotto il controllo di Prodi.
Verso il voto, Mezzogiorno sempre più decisivo. Con sessanta collegi in bilico, il centrodestra ora crede alla possibilità di raggiungere la maggioranza (Stampa p.6). Berlusconi prepara la campagna del Sud, mentre Salvini avverte: "Con lui ci vogliono non due ma quattro occhi" (Corriere e tutti). Secondo il Messaggero (p.6) è nel Meridione che si gioca il duello tra Lega e Fi per la premiership.  E Salvini apre a Tajani premier: "Ma – avverte – solo se Fi avrà più voti di noi" (Libero p.5). Giornale (p.2) riprende l'intervista di Radio Etna a Berlusconi: "La vittoria dei 5 Stelle sarebbe un incubo: fuga dei capitali e tassa patrimoniale. Ma non accadrà, perchè noi avremo la meglio". Friedmann sulla Stampa (p.7) torna a spingere l'ipotesi di un Berlusconi-Renzi per sconfiggere i populisti nel caso in cui, dopo il voto, non ci fosse una maggioranza chiara.
M5S a lavoro sulla squadra di governo: l'idea è una compagine più snella di quella attuale (Corriere p.10). Ma Repubblica (p.9) evidenzia le difficoltà di mettere insieme la squadra: anche Ciocca (ex Bankitalia) e l'ambasciatrice Mirachian hanno respinto la proposta di far parte di un esecutivo 5S.
Voto estero, per evitare brogli e polemiche, la Farnesina ha introdotto un sistema di codici a barre per garantire la sicurezza del voto per corrispondenza (Stampa in prima e p.2). In palio ci sono 18 seggi, 12 alla Camera e 6 al Senato, che potrebbero diventare decisivi.

ESTERI
De Guindos numero due Bce (Sole e tutti). Per l'Italia non è la migliore delle soluzioni possibili, anzi, scrive la Stampa. Berlino, con l'appoggio di Parigi, mette un suo uomo vicino alla poltrona di Draghi e così facendo fa un ulteriore passo verso il suo obiettivo: piazzare il governatore della Bundesbank Jens Weidmann al posto di Mario Draghi. (Giornale). La nomina di De Guindos, ministro in carica, era insidiata dalla "concorrenza" dell'irlandese Philip Lane, che godeva anche del sostegno italiano oltre che dell'europarlamento, che aveva apprezzato la sua audizione. Ma ieri l'Irlanda ha fatto un passo indietro lasciando il passo allo spagnolo. Italia in disparte fino all'ultimo: i rapporti con De Guindos non sono eccellenti. Di De Guindos Libero ricorda il passato ex Lehman: lasciò la banca Usa a causa del crac.
Il Sole riprende la notizia dello scandalo che scuote Bce e sistema bancario in Lettonia: l'arresto per corruzione del governatore della Banca centrale Riimsevics. Avrebbe chiesto una tangente alla terza banca del Paese, la Ablv, in difficoltà gravissime perché sospettata di riciclaggio e finanzamenti a Pyongyang.
In Germania Angela disegna il dopo Merkel: il partito alla fedelissima AKK, Annegret Kramp-Karrenbauer, governatrice della Saar, designata ieri a Berlino alla segreteria generale della Cdu (Corriere). Una mossa che ha spiazzato tutto il partito e che vede la cancelliera pilotare in prima persona la sua successione. Per stile, carattere,toni pacati e a volte noiosi le due donne si assomigliano al punto che la Kramp Karrenbauer è state definita una mini Merkel, e questo potrebbe essere un problema in un partito che sembra anelare a una leadership più carismatica.

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