Commentario del 8.12.17

IN PRIMA PAGINA
Politica in primo piano. Renzi più solo, "non mi fermo" (Corriere). Leader dem in panne, la spinta di Prodi (Messaggero). "Via i pasdaran, rovinano Renzi" dice Cuperlo alla Stampa. Centrodestra, ecco il patto della "Madunina": Berlusconi-Salvini, aria di intesa (Giornale). Sulla Stampa le rivelazione dell'ex vice presidente Usa: "Così il Cremlino interferì nel referendum italiano" (Stampa).
Ampio spazio sulle prime pagine ai fatti esteri. Medio Oriente: la nuova Intifada per Gerusalemme (Repubblica), rivolta palestinese sognando Erdogan (Stampa). Razzi su Israele e scontri nel Territorio (Messaggero), decine di feriti (Corriere). Primo giorno di rabbia, mondo arabo in piazza contro Trump (Fatto). Novità anche sulla Siria: piano di Macron: offre a Putin un patto sul dopoguerra (Stampa).
Germania: grande coalizione, parte il negoziato e Schulz ritorna alla testa dell'Spd (Repubblica).
Su tutti, in cronaca, la strage di Monza: stermina la famiglia con il tallio: il nipote tradito da un'email. Sui quotidiani anche il riconoscimento dell'Unesco a Napoli: la pizza è arte.

ITALIA-ECONOMIA
Lavoro, boom dei contratti a termine (Messaggero p.21): l'aggiornamento Istat sull'occupazione evidenzia la crescita dei posti di lavoro, nel terzo trimestre dell'anno con il 58,1% di occupati (+3,9% sul trimestre precedente e + 13,4% sullo stesso periodo 2016) si raggiunge il miglior risultato dal 2009. A crescere soprattutto i contratti a termine: sono 2,8 mln, è il livello più elevato dal 1992. La disoccupazione generale è all'11,2%, calata dello 0,4% negli ultimi 12 mesi. La crescita è di 303 mila posti di lavoro. Nel complesso, l'analisi evidenzia "un maggiore ingresso nell'occupazione di giovani, di individui con elevato livello di istruzione, e di residenti nel Nord, anche se il Sud migliora". Diminuiscono di 100 mila gli "scoraggiati" nell'ultimo anno, anche se il numero assoluto resta elevato: 1mln e 651 mila. Sul lavoro, resa dei conti sul Jobs Act: blitz delle minoranza Pd verso la manovra e il governo finisce battuto (Stampa p.2 e tutti). Damiano non ritira, come chiesto dal governo, gli emendamenti sulla governance Inps e sul raddoppio degli indennizzi ai lavoratori licenziati senza giusta causa: l'emendamento passa con i voti della minoranza Pd. Ma l'emendamento non sarà trasformato in legge: la Commissione Bilancio lo boccerà. "Aumentare le mensilità per i licenziamenti senza giusta causa sarebbe un segnale di sinistra - spiega Damiano ad Avvenire (p.6) -. I dati Istat sul lavoro a termine confermano le critiche al Jobs Act: la formula degli incentivi spot per i contratti a tutele crescenti è stata sbagliata. Sosteniamo la proposta del governo di incentivi stabili alle assunzioni dei giovani". Cuperlo alla Stampa: "L'approvazione di questo emendamento è un fatto positivo, che ha migliorato la manovra. Si è rispettata l'autonomia del Parlamento. Il governo ora deve prenderne atto". Contrario all'aumento dell'indennità di licenziamento Sacconi, che ad Avvenire (p.6) dice: "Una follia, avrebbe effetti negativi sull'occupazione. E ridurre la durata massima dei contratti a termine penalizzerebbe ancora di più i giovani".
In evidenza su Sole e Giornale, la bocciatura all'Italia per i pagamenti Ue. La Commissione ha deferito la Penisola alla Corte di giustizia per i "ritardi sistematici" nei pagamenti pubblici ai fornitori, seppur riconoscendo gli sforzi compiuti dal governo dopo l'avvio della procedura di infrazione nel 2014. Il record negativo nei pagamenti si registra al Comune di Napoli: 335 giorni. Critico il Mef: "Fatti progressi considerevoli e tangibili, il deferimento è ingiustificato e penalizzante". Tajani: "Esito 'inevitabile' perchè l'Italia ha fatto di tutto per non mettersi in regola".

ITALIA-POLITICA
Centrosinistra, dopo le defezioni di Alfano e Pisapia, Renzi tira dritto: "Faremo la coalizione". Ma secondo il sondaggio Swg per il Messaggero (p.3) la coalizione di centrosinistra potrebbe perdere il 2%: il ritiro di Cp e Alfano rischia di ridurre i seggi maggioritari "sicuri". Pisapia a Repubblica (p.12) spiega la decisione di tirarsi indietro: "Ho provato a unire due sinistre sorde, ora temo che finisca male, come in Sicilia". Poi ricostruisce il percorso di Cp: "Nel 2016 il mondo della sinistra non era ancora così drammaticamente diviso e non c'era questa legge elettorale, era giusto provarci. Ma questa legge elettorale è devastante, dissi a Gentioni che era una follia". Sul passo indietro del leader di Campo Progressista, Romano Prodi spiega: "Non è stata una defezione, e non sempre le frittate riescono bene" (Corriere p.2 e tutti).  Renzi prosegue, ha già pronto il piano B: "Meglio così, ci aveva già fatto perdere 6 punti" (Repubblica p.13): il leader dem pronto ad incassare l'appoggio di tre liste. Casini e Lorenzin al centro, ex Sel e Verdi a sinistra e Bonino. Ma nel Pd, la minoranza di Orlando è pronta a chiedere il passo indietro di Renzi. Curperlo, intervistato dalla Stampa (p.2): "Se non c'è subito una correzione di rotta, il Pd va contro un muro alle elezioni". Intanto, a sinistra, Liberi e Uguali scalda i motori. Bersani al Corriere (p.6): "Grasso funziona più di me, ho già tirato un carretto, ora spingerò".
Oltre a quella di Pisapia, Renzi deve fare i conti con la defezione di Alfano. Il ministro al Corriere (p.5) spiega: "Non c'era nessun problema personale o di partito, con i numeri della prossima legislatura, la mia area politica potrà giocare un ruolo importante. Io, dopo aver contribuito a condurre la 'Nave Italia' in un porto sicuro, dovevo allontanare l'immagine di politico incollato al potere, e mi riferisco al seggio, non al ministero". Guardando al posizionamento del suo futuro, dice: "Non posso negare che il rischio scissione sia alto: da una parte il passato moderato nel centrodestra, dall'altra l'azione presente di governo. Ora non spetta a me decidere". Per il Messaggero (p.5) Ap verso la scissione: Lupi e Lorenzin in pole per la successione ad Alfano, chi vince tiene il simbolo.
Centrodestra, aria di intesa tra Berlusconi e Salvini: ecco il patto della "Madunina" (Giornale in prima e p.3). Telefonata distensiva tra i due leader. Ma secondo la Stampa (p.6) Berlusconi sarebbe pronto a giocare la carta Calenda premier per le larghe intese. Folli (Repubblica p.44) evidenzia come gli ultimi sondaggi segnalino la crescita di Berlusconi nei confronti di Salvini: una crescita dei consensi dovuta all'immagine ben restaurata del leader, ma i suoi consensi sembrano erodere quelli della Lega, che è proprio l'obiettivo di Fi. La contromossa di Salvini è un'Opa sulla destra al Sud: la Lega a caccia di elettori e candidati, imbarcando tanti ex e fare concorrenza a Giorgia Meloni (Sole p.10).

ESTERI
Medio Oriente, scontri tra palestinesi ed esercito israeliano dopo l'annuncio di Trump. Razzi e scontri a Gerusalemme. Hamas cavalca l'onda e chiama ad una nuova Intifada (su tutti). Tra i giovani sale la sfiducia verso Abu Mazen: "Ci ha venduti, l'unico che ci difendere è Erdogan" (Stampa in prima e p.11). Il presidente turco pronto a sfruttare la situazione di Gerusalemme: va alla conquista del Medio Oriente (Repubblica p.3). Il vero allarme è oggi: allerta massima per il venerdì di preghiera (Messaggero p.12). Negli Usa il team di Trump si spacca sulla scelta di trasferire l'ambasciata: tensione tra il presidente e Tillerson, sostegno di Pence a una decisione "presa d'istinto per ragioni politiche". Libero (p.11) polemico nei confronti dell'Europa, che incita gli islamici contro Trump: oggi la riunione Onu condannerà la scelta della Casa Bianca. Fiamma Nirenstein (Giornale p.14) sottolinea tutte le menzogne utilizzate per infangare la scelta di Trump.
Repubblica (p.19) intervista Mikhail Gorbaciov, ex presidente del Partito Comunista dell'Unione Sovietica, che lancia un appello a Trump e Putin: "Se Usa e Russia non fermano gli armamenti rischiamo la catastrofe".
Germania, avanza la grande coalizione (Messaggero p.15 e altri): la base Spd ha dato l'ok all'apertura dei negoziati con la cancelliera Merkel. Schulz cercherà di trovare una mediazione con la Cdu, ma in caso di impasse non è escluso il ritorno alle urne. A inizio prossima settimana previsto l'avvio del dialogo con un incontro al vertice tra i due partiti.

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