Commentario del 4.12.17

IN PRIMA PAGINA
Sinistra, Grasso in campo. Pisapia lo sfida: alleanza con il Pd (Repubblica). Renzi lo snobba: il capo è D'Alema (Messaggero). Il Pd lo attacca: "Strappo istituzionale" (Stampa). Ma per il Fatto volevano comprarlo: "Mi hanno offerto posti". Per i voti si spera nella Cgil (Messaggero). Renzi, scaricato da tutti, si vendica contro manager, politici e tecnici (Fatto).
Sulla Stampa intervista a Marina Berlusconi: salva il padre in politica e attacca i giganti del web: "Fermiamo il loro strapotere". Su Giornale e Corriere anticipazioni del nuovo libro di Napoletano sulla crisi del 2011. Prodi: "Qualcosa non torna nella caduta di Berlusconi".
Sul Messaggero la nuova stretta sugli statali per molestie e regali: licenziamento immediato in caso di atti gravi e doni di oltre 150 euro. Sulla Stampa la vita degli schiavi del lavoro a 4 euro l'ora.
Su Repubblica l'appello del vescovo di Taranto sull'Ilva: "Un patto Calenda-Emiliano. Prima l'ambiente".
Dall'estero: Trump si sfila anche dall'Onu: fuori dal patto sui migranti (Messaggero). Putin si sfila invece dalla Siria: via da marzo (Stampa).
Sul Messaggero il tavolo per Roma: Calenda dà una scossa alla Raggi: sulle scuole non state facendo nulla. Su Repubblica focus sanità: migliorano le liste d'attesa, solo Roma resta un disastro.
Su tutti la favola i Brignoli, il portiere goleador che a regalato a Benevento il primo storico punto (Messaggero). Beffato il Milan (Repubblica).

ITALIA-ECONOMIA
Stretta nella pubblica amministrazione su molestie e regali (Messaggero in apertura): licenziamento più facile per chi dovesse rendersi responsabile di molestie sessuali gravi, congedi e trasferimenti per le lavoratrici "vittime" di violenza di genere. Perderanno il lavoro anche i destinatari di doni il cui valore superi i 150 euro. Da domani riprendono le trattative tra Aran e sindacati sul nuovo contratto: chiusa la parte normativa verranno messi a punto i dettagli di quella economica. La ministro Madia punta a chiudere entro l'anno ma ci potrebbe essere uno slittamento al 2018. In ballo c'è il contratto per circa 247 mila persone.
Sempre sul Messaggero le nuove misure per promuovere lavoro e uguaglianza: approvato il decreto ministeriale che stabilisce gli incentivi fiscali nel settore privato per chi assume donne per ruoli propriamente "maschili". Autisti, tecnici, ingegneri le figure professionali più sguarnite di donne: previsti contributi dimezzati nelle categorie dove è più forte la disparità, esercito in primis e a seguire autisti, operai specializzati e ingegneri.
Oggi la manovra alla Camera: attese novità su tutti e quattro i capitoli chiave, web tax, bonus bebé, superticket e pensioni (Messaggero). Il Giornale parla di una stangata da 30 mld nascosta nella manovra: l'analisi è del Centro Studi di Un imprese secondo cui ci sarebbero notevoli incrementi di entrate ben celati. Il riferimento è all'estensione della fatturazione elettronica, la stretta sulle compensazioni fiscali, il ridimensionamento del Fondo per la riduzione della pressione fiscale, il rinvio dell'Iri, la flat tax sulle imprese. Norme che nel triennio 2018-2020 comporteranno maggiori in cassi per 29,6 mld. 
Ilva ancora in primo piano, dopo l'intervista di Calenda ieri sul Corriere. Su Repubblica parla il vescovo di Taranto monsignor Santoro. "Ho letto e ascoltato tutti, ministro, governatore, sindaco. Nessuno mi pare abbia focalizzato il tema principale: il disagio dei tarantini. Mentre gli amministratori litigano i cittadini si chiedono: dove andremo a finire?". Sulla disputa governo-regione il vescovo dice di non voler entrare: "Ma io penso che in cima all'agenda ci debba stare la fine della devastazione ambientale. E che venga garantito il lavoro dei dipendenti e delle ditte dell'indotto". Ora però "Calenda e Emiliano devono sedersi attorno a un tavolo e comprendere le posizioni di tutti. La città è ferita non ha bisogno di liti ma di speranza". Sulla Stampa parla il ministro Galletti: "Basta con la politicaq dei no o l'Italia rimarrà indietro. Il ricorso al Tar della Puglia è da irresponsabili: se Mittal si sfida non avremo risorse sufficienti per le bonifiche e i tempi si allungheranno". Galletti prepara risposte dettagliate a Regione e Comune ma ogni chiarimento tra le parti può avvenire "se Comune e Regione ritirano il ricorso".

ITALIA-POLITICA
La sinistra lancia Grasso leader: ieri l'incoronazione all'assemblea di Liberi e uguali (su tutti). "Il vero voto utile è per noi – dice il presidente del Senato –, a chi vuole portare in Parlamento speranze e bisogni di chi non vota più".  D'Alema elogia Grasso: "Non parla da politico alla politica, ma da persona alle persone. Con lui possiamo arrivare al 10%". E Speranza al Corriere lancia la sfida al Pd: "Collegio per collegio, siamo dalla parte giusta: c'è uno spazio politico enorme per costruire una forza popolare vera". Ma è strappo tra Grasso e Pd (Messaggero ), il leader della sinistra parla di discontinuità totale e rivela: "I dem mi hanno offerto seggi, ma non faccio calcoli". Liberi e uguali conta sui voti della Cgil per arrivare al 10%, l'obiettivo è andare al Colle dopo le elezioni e dire: "Tutti tranne Matteo" (Messaggero). Renzi in tv da Fazio fa gli auguri a Grasso, ma attacca: "Votare per la cosa rossa è un favore a Salvini e Berlusconi. E bisognerà vedere chi comanda, se Grasso o D'Alema". La preoccupazione del segretario dem non è tanto il peso elettorale della nuova "cosa rossa" quanto il possibile colpo di mano del presidente del Senato sullo ius soli: se venisse calendarizzato prima del biotestamento, quest'ultimo potrebbe saltare, mentre Renzi ne ha fatto una battaglia di questo scorcio di legislatura, importante anche per l'alleanza con Pisapia (Corriere ). Intanto, l'ex sindaco di Milano lancia la sfida: pronto a mettere il suo nome nella lista che appoggerà il Pd (Repubblica ).
Sulla Stampa intervista a Marina Berlusconi: salva il padre in politica e attacca i giganti del web:
"Fermiamo il loro strapotere". Internet&digitale "stanno cambiando la nostra vita come mai prima ma non è scontato che sarà un'avventura meravigliosa. Da imprenditore dell'editoria dico che con le Big Five dobbiamo poter competere ad armi pari. Da cittadina qualche domanda sul futuro della democrazia me lo faccio". Da Marina anche un riferimento al ritorno di Berlusconi in prima fila: "Mi stupisco di chi si stupisce: lui il campo non l'ha mai lasciato. E' da 20 anni che provano a buttarlo fuori ma la vera posta in gioco non è il destino di Silvio Berlusconi ma di quanti non ne possono più di una certa Italia vecchia e immobile".
Centrodestra, ieri si è chiuso il congresso di FdI: nuovo simbolo senza il riferimento ad An, ma resta la fiamma (su tutti). La Meloni lancia l'avvertimento agli alleati di Fi e Lega: "Le coalizioni non si fanno a tutti i costi". Identità è la parola chiave intorno a cui FdI vuole costruire la proposta politica del centrodestra: se salta l'alleanza, il piano B di FdI è andare da soli. Giornale (p.5) rivela di un nuovo motivo di frizione tra Meloni e Salvini: la Lega accoglie gli ex An Menia, Storace e Alemanno, proprio mentre FdI pronuncia il suo no a "riciclati e traditori". Intanto la Meloni accoglie in FdI Daniela Santanchè, che alla Stampa (p.6) dice: "Sono tornata nella mia casa madre, qui non rischio le larghe intese".

ESTERI
Doppia mossa di Trump, su Gerusalemme e rifugiati (Corriere e tutti). Gli Usa boicottano il  protocollo Onu sulle migrazioni: "Sui nostri confini vogliamo decidere noi". Washington non aderira al Global Compact on Migration firmato nel 2016 da 193 Paesi. Tillerson: "Non possiamo sostenere un processo che metterebbe a rischio la sovranità degli Stati Uniti". Poi la "questione Gerusalemme". Secondo la Cnn Trump annuncerà il riconoscimento della città come capitale di Israele: è la posizione dello Stato ebraico sin dal 1980 ma che la comunità internazionale non ha mai accettato. Non è chiaro se questo comporterà lo spostamento dell'ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme. Abbas: "Qualsiasi passo degli americani in questo senso è una minaccia per il processo di pace e sarebbe inaccettabile per i palestinesi, gli arabi e il mondo intero".
Oggi si vota il successore del "falco" Dijsslbloem, che nel 2013 raccolse il testimone da Juncker e fu riconfermato all'unanimità nel 2015. Giochi ancora aperti per la successione: il favorito è il socialista portoghese Mario Centeno, ma in lizza ci sono anche lo slovacco Kazimir, il lussemburghese Gramegna e la lettone Ozola. Il voto sarà segreto, per passare serve la maggioranza semplice (10 voti su 19). Sul Sole lente sull'eurogruppo: conti, riforme, aiuti.
Corsica, spina per Macron (Stampa): quasi il 50% alla lista autonomista, En Marche si ferma al 12%. Al primo turno delle regionali vittoria dei nazionalisti ma senza venti di indipendenza, scrive il Corriere. I pochi votanti hanno tributato un grande successo alla coalizione nazionalistica "Pè a Corsica" ma uno dei leader, Simeoni, dice: "L'indipendenza non è la soluzione". L'obiettivo è uno statuto di autonomia entro tre anni da attuare nell'arco di un decennio.

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