Commentario del 19.12.17

IN PRIMA PAGINA
Politica e banche sempre in primo piano, con l'affondo di Padoan: "Mai autorizzato nessun ministro a occuparsi di Etruria" (Sole, Messaggero e tutti). Padoan scarica la Boschi (Giornale). Mistero sul ricatto a Unicredit (Fatto). Oggi l'audizione di Visco. Il Colle: basta risse (Sole).
Il M5S apre al Pd "ma senza Renzi" (Stampa). Da Di Maio nuovo "no" all'euro (Avvenire). Da Tremonti "no" a un Gentiloni-bis: "Meglio niente" (Libero).
Su Corriere, Messaggero e Sole le nomine in Consob e nelle forze dell'ordine. Prove di larghe intese (Messaggero). Per Consob in pole Buti e Nava. Consiglio dei Ministri il 23 (Sole).
In manovra arriva la web tax più leggera (Sole): aliquota al 3% (Italia Oggi). Su tutti il nuovo contratto degli statali: l'impiegato è assenteista? Paghe ridotte a tutti i colleghi (Corriere, QN). Svolta sul merito e un bonus extra per i redditi bassi (Messaggero)
Esteri. L'Austria chiama i campioni altoatesini: "Gareggiate per noi" (QN). Vienna insiste sul doppio passaporto (Sole). Il Messaggero: subito l'altolà ai provocatori dell'Austria. Libero: il passaporto austriaco? Un risarcimento ai tirolesi. In Catalogna è caccia al voto. Un elettore su tre ancora indeciso (Avvenire). Germania senza governo. Lindner a Repubblica: "Merkel ha fallito sui migranti, va fermata la muffa del populismo". Brexit senza accordo. Barnier al Messaggero: "Sulla Brexit Londra deve accettare le condizioni della Ue". Bitcoin senza pace. Macron al G20: "Servono regole" (Stampa,MF). E Ikea finisce sotto esame a Bruxelles per aiuti di Stato (Sole). Trump alza la voce: "Cina e Russia i nemici" (Messaggero, Stampa)
Su tutti la morte di Matteoli, l'ex missino della Toscana rossa (Repubblica). Per lui la maledizione dell'Aurelia (Corriere).

ITALIA-ECONOMIA
Arriva la mini web tax, ogni anno 190 milioni (Repubblica) ma il varo in manovra dell'imposta sui giganti del web è particolarmente tormentato. Tante le lobby in azione per modificare la versione votata in Senato su proposta di Mucchetti (Pd). Da Boccia (Pd) l'emendamento che riscrive il testo dimezzando l'entità della tassa sul fatturato (che scende dal 6 al 3%), cambiando le regole per le imprese italiane del web (non avranno più credito di imposta compensativo ma saranno esclude quelle sotto la soglia delle 3 mila transazioni l'anno) e per le banche: non saranno più loro gli esattori ma le aziende che compreranno servizi sul web, versando il 3% all'erario. Non cambia invece la data di entrata in vigore della web tax (il 2019), per dar modo alla Ue di decidere su una web tax europea (aprile 2018), e nemmeno il perimetro di applicazione (Amazon era e resta esclusa, anche se un emendamento consentirà alle Poste di fargli concorrenza sulla consegna dei pacchi fino a 5 kg). Cambia invece il gettito atteso, 190 milioni, 76 in più rispetto al testo uscito dal Senato.
Statali, stop ai premi se la Pa valuta tutti eccellenti (Sole). Sul Sole e altri le trattative in corso per il rinnovo del contratto, che governo e sindacati sperano di chiudere in settimana. Prevista anche la tutela degli 80 euro a chi li riceve, il richiamo al welfare aziendale e la salvaguardia delle indennità su misura. In pratica i dipendenti delle agenzie fiscali continueranno a ricevere l'indennità integrativa speciale e i premi distribuiti con i fondi collegati al raggiungimento degli obiettivi anti evasione. Per abbassare i tassi di assenteismo studiata la possibilità di inserire nei contratti un meccanismo per ridurre i premi non solo per il singolo ma per tutto l'ufficio (Corriere, QN). Sindacati contrari. Foccillo (Uil): "Colpirne uno per educarne cento? Scelta sbagliata. Il problema va affrontato ma non in questo modo". Sul Messaggero il bonus extra per i redditi bassi: oltre agli 85 euro lordi un incentivo a forfait per chi guadagna meno.

ITALIA-POLITICA
"Non ho autorizzato altri ministri a occuparsi di questioni bancarie" (Corriere p.2), In primo piano su tutti i giornali le dichiarazioni di Padoan in commissione banche sui colloqui di Boschi e Delrio su Banca Etruria, alla vigilia del commissariamento dell'istituto aretino. Il M5S: "Così Padoan ha scaricato la Boschi, non serve nemmeno ascoltare Visco o Ghizzoni. Le dimissioni non sarebbero soltanto un atto dovuto ma una forma di tutela". Parlano di Boschi "scaricata" da Padoan anche Stampa, Giornale e Fatto. Per Renzi, al contrario, quello di Padoan non è un attacco alla Boschi: "Gli hanno fatto quella domanda e lui ha risposto così" (Corriere p.2). Ma Repubblica (p.6) rivela il pressing di Renzi per avere dal ministro una precisazione: "Pier Carlo poteva spiegarsi meglio". E torna il senso di accerchiamento del segretario dem dal "Palazzo". Sul Corriere (p.5) la sorpresa e il fastidio di Delrio: "Davvero ha detto così? La mia fu una doverosa attività istituzionale. Io sono senza conflitto di interessi". Sul Fatto (p.3) l'altro siluro di Padoan,stavolta contro Renzi, sulla riforma delle banche popolari e sulle "dta" care soprattutto a Unicredit. Per il Fatto (p.2) ora la commissione potrebbe sentire Boschi e Renzi. Attesa per l'audizione di oggi del governatore Visco. "Puntiamo alla maggioranza, ma se non otteniamo il 40% governiamo con chi ci sta". Ieri le parole di Di Maio, lette dalla Stampa (in prima e p.5) come un apertura al Pd, "ma senza Renzi". Grillini pronti a discutere un'alleanza per un governo a guida Di Maio allargato anche a Grasso, unica condizione è che i dem scarichino Renzi. Ma il cambio di leadership nel Pd possibile solo se il partito scenderà sotto il 25% alle urne: in quel caso per la guida dem derby Minniti-Delrio (Stampa). I quotidiani registrano però lo scivolone di ieri di Di Maio sull'euro. "Referendum Italexit extrema ratio, ma voterei sì" ha detto il leader grillino, che poi precisa: "Abbandonare l'euro non è l'obiettivo" (Repubblica p.8). Per Messaggero (p.8) è un segnale alla Lega per un accordo post voto.
Verso il voto, appello al fair play di Mattarella: oggi discorso alle alte cariche sulla normalità democratica (su tutti). Intanto, di fronte al rischio impasse, torna l'ipotesi Gentiloni-bis. L'ex ministro Tremonti a Libero (p.3): "Piuttosto, meglio senza esecutivo. Anche se l'Italia avrebbe bisogno di qualcuno che difenda la sua sovranità". Sulla Stampa (p.7) sondaggio di Piepoli: 45% degli italiani preferirebbe un premier della società civile, solo uno su tre punta su un leader politico.

ESTERI
Giura tra le proteste il nuovo governo di Vienna ed è subito scontro con l'Italia sui sudtirolesi: "Atleti e militari, scegliete l'Austria" (Repubblica e tutti). Il responsabile dell'Fpo per i rapporti con l'Alto Adige ha annunciato che la popolazione di lingua tedesca della regione italiana potrà richiedere la cittadinanza austriaca già nel 2018, al più tardi a inizio 2019. Il provvedimento potrebbe riguardare fino a 350 mila cittadini italiani. Dura Giorgia Meloni: "Faremo le barricate, giù le mani dall'Italia". Più cauto il ministro Alfano: "Il governo tutelerà le nostre popolazioni". Silenzio della Commissione Ue: la cittadinanza è competenza nazionale, da regolare tra governi. Sul Corriere intervista al leader del Ppe Weber: "Italia e Austria si parlino. Abbiamo bisogno di più solidarietà".
Germania, su Repubblica parla il leader della Fdp Lindner: "La Germania ha bisogno di un governo stabile che voglia rinnovare il Paese. Merkel è interessata solo alla continuità del suo lavoro, noi vogliamo il cambiamento. E le sue politiche migratorie hanno portato in Europa a una reciproca diffidenza. Serve una politica seria per l'immigrazione. Molte proposte di Macron, dalla protezione delle frontiere esterne alla chiusura delle rotte mediterranee devono essere supportate. Solo così si combatte la muffa populista di Afd".
Brexit, sul Messaggero intervista al negoziatore Ue Barnier: "Le condizioni per accedere al mercato unico non sono negoziabili". E al di là della circolazione di persone, merci, servizi e capitali "lasciando il mercato unico, il settore finanziario britannico perde automaticamente il passaporto finanziario".
Su Sole, MF e altri il faro della Commissione Ue su Ikea, per un miliardi di tasse (forse) non pagate tra 2009 e 2014. Secondo la commissaria Vestager, Ikea avrebbe goduto di un generoso accordo fiscale da parte del governo olandese. Aperta un'indagine approfondita per accertare un eventuale (e illegittimo) aiuto di Stato. Sdegnata la reazione di Ikea, che assicura di pagare le imposte "conformemente alle regole europee". Dall'Olanda "piena cooperazione con la Commissione".

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